"AVANTI POPOLO!"
25-10-2018 - IL CORSIVO
Sarà che i due grilli parlanti, anche troppo parlanti – ma è noto che le idee escono dal cervello e le parole dai polmoni – continuino a coabitare nella pensione Conte per tutta la legislatura, ma ci crediamo poco. Oramai, ovunque si voti, la Lega dilaga e tutto lascia pensare che Salvini aspetti solo il momento più opportuno per buttare tutto all’aria e, come un giocatore che con un fuori campo conquista tutte le basi, faccia a braccia alzate il tragitto verso Palazzo Chigi.
La vicenda della legge di bilancio ha inclinato in modo serio i rapporti tra i partner della maggioranza. Solo il ministro del tesoro non si è accorto che è stata confezionata una legge di bilancio in modo tale che l’Europa la respingesse. In nome di un’Europa che non c’è, e non curandosi nemmeno di dire come la vorrebbero, l’uno e l’altro si stanno predisponendo a giocare al meglio la battaglia elettorale. Ma l’agile Salvini ha bruciato il tempo al collega vice-presidente con una dichiarazione da Bucarest ove si trovava per un incontro tra ministri degli interni. Nessuno ci ha fatto caso, ma quella dichiarazione, arrivata quasi insieme alla lettera della Commissione Europea, contiene un indizio rilevante: Salvini ha, infatti, scippato al collega il tema del “popolo”. La lettera, ha detto, non è contro il governo, ma contro il popolo italiano. L’alfiere della manovra del popolo è, così, diventato lui e all’improvvisatore Di Maio non è rimasto altro che inanellare frasi roccocò sul futuro delle relazioni tra il governo italiano e la Commissione. Metamorfosi delle metamorfosi la Lega, nata per difendere la ragioni del Nord, è divenuta nazional-popolare.
Che dire? E’ la politica, bellezza. Certo, oramai da tempo, troppo, non c’è più la bellezza della politica.
*