"CORONA VIRUS"
22-03-2020 - IL SOCIALISMO NEL MONDO
Isolamento, quarantena, ricerca dei contatti: un metodo medievale di contenimento, ma è tutto ciò che abbiamo per combattere il Covid-19 non disponendo al momento né di vaccino né di cure, dice Peter Piot, uno dei più famosi “cacciatori di virus” del mondo”. Microbiologo, 71 anni, amante del Brunello di Montalcino e del Barolo, attuale direttore della London School of Hygiene & Tropical Medicine, è una leggenda nel mondo della salute: è lui che nel '76 a soli 27 anni ha contribuito a scoprire Ebola e ha guidato la battaglia contro l'Aids. “Chiaramente non è la Sars”, dice riferendosi alla sindrome respiratoria acuta che uccise il 10 % di coloro che la contrassero 17 anni fa. “Questa è la buona notizia. La cattiva notizia è che si diffonde più rapidamente. Il virus della Sars si annida nei polmoni, il corona virus invece sembra si annidi in gola, per questo è molto più contagioso. Ma quanto grande sarà il contagio non sono in grado di dirlo”. Il professor Marc Lipsitch, epidemiologo statunitense e direttore del Centro per le dinamiche sulle malattie trasmissibili presso l'università di Harvard, azzarda invece una previsione: a suo avviso, non è improbabile che nel corso dell'anno sarà infettata fra il 40 e il 70% della popolazione mondiale, anche se in molti casi in forma leggera.
Le epidemie sono un fenomeno antico che hanno spesso cambiato il corso della storia. Se il coronavirus, come sembra, ha un tasso di mortalità intorno al 2%, non avrà l'impatto delle peggiori pandemie del passato. Una situazione di emergenza della salute pubblica insieme con una recessione globale, ha la potenzialità di cambiare la politica in tutto il mondo. In questa fase, i rischi più ovvi e immediati riguardano la Cina, le elezioni presidenziali negli Stati Uniti, il rischio di tensioni internazionali, la minaccia nei confronti dei paesi più poveri del pianeta e i rifugiati.
Donald Trump sostiene che negli USA il coronavirus è sotto controllo ed è il momento favorevole per comprare azioni. Trump credeva che un'impennata in borsa avrebbe avuto un enorme vantaggio nella sua candidatura per la rielezione a novembre. Ora teme che una potenziale pandemia possa stravolgere i risultati delle elezioni. Se la sua previsione che l'epidemia sarà contenuta si dimostrerà troppo ottimista, potrebbe incrementare la propria vulnerabilità politica. Anche l'amministrazione Trump su come ci si è preparati all'epidemia è vulnerabile agli attacchi. Dopo l'esplosione del virus Ebola nel 2014, l'amministrazione Obama ospitò un summit internazionale per creare un dispositivo globale per gestire future epidemie e creò un'unità nel Consiglio di sicurezza nazionale incentrato sul problema. Ma l'unità fu smantellata da Trump nel 2018 e i Centri per il controllo e la prevenzione delle malattie subì tagli drastici per quanto riguarda la prevenzione. Una pandemia potrebbe incrementare le richieste per una maggiore direzione governativa del sistema sanitario, e rafforzare la proposta per una nazionalizzazione del sistema sanitario del senatore Bernie Sanders, in corsa per la nomination nel partito democratico. Mentre il numero dei contagiati negli USA continua ad aumentare, gli esperti avvertono che il paese è particolarmente vulnerabile al diffondersi della malattia. I funzionari della sanità pubblica e gli studiosi sono preoccupati che un mix di un alto numero di persone non coperte da assicurazione, la mancanza di congedo di malattia retribuito, e una classe politica che ha minimizzato la minaccia possano portare a una diffusione più rapida che in altri paesi. Il diffondersi del Covid 19 potrebbe essere alimentato da pazienti restii a cercare cure a causa della spesa del sistema del servizio sanitario USA. Circa 18 milioni di americani non sono assicurati, mentre il 29% sono classificati come “sotto-assicurati”. 11 Stati e 25 città hanno approvato leggi che obbligano le compagnie a retribuire il congedo per malattia, ma non esiste obbligo federale a farlo. Diversamente da Trump, la sua controparte cinese Xi Jinping non si deve preoccupare per la rielezione. Tuttavia il Covid 19 pone una minaccia alla sua popolarità e credibilità – e in teoria alla sua leadership. Con viaggi, trasporti fuori dal paese drammaticamente ridotti e le maggiori città bloccate, è chiaro che la Cina di Xi Jinping deve fronteggiare simultaneamente emergenza sanitaria, crisi economica e difficoltà internazionali. Con più di metà del paese di un miliardo e mezzo di persone limitati nella libertà di movimento e 150 milioni che devono affrontare controlli se lasciano la loro abitazione, la Cina ha dato inizio al più massiccio cordone sanitario della storia. E le ultime parole di Li Wenliang, il giovane dottore di Wuhan che lavorava nell'epicentro della crisi e che per primo aveva lanciato l'allarme sulla pericolosità del virus e fu costretto al silenzio dalla polizia, “Penso che una società sana non dovrebbe avere una sola voce”, sono destinate a lasciare una traccia. La caccia al colpevole ha già cominciato ad acuire le tensioni fra le nazioni così come proliferano le teorie complottiste. In Cina alcuni sostengono che il virus è stato creato in America per danneggiare la Cina. Negli USA c'è chi sostiene che è stato creato da un programma di armi biologiche in un laboratorio a Wuhan. In Iran si accusa “la cospirazione dei nemici dell'Iran”. Nel Sud Corea sta aumentando il risentimento contro la Cina. In Giappone si affiggono cartelli che vietano l'ingresso ai clienti cinesi.
Con il drammatico aumento del virus in Italia, l'UE è preoccupata per una minaccia allo spazio Schengen, la zona senza frontiere che copre 26 paesi europei. Secondo la legge europea, i paesi sono autorizzati a chiudere le frontiere nel caso di emergenza sanitaria. Ma queste azioni devono seguire chiare linee guida stabilite da Bruxelles. Il pericolo è che, aumentando la pressione politica, i paesi UE compiano azioni azzardate e scoordinate.
Il commercio internazionale potrebbe soffrire tanto quanto i viaggi internazionali. L'epidemia dà agli anti-globalizzazione un ulteriore motivazione, permettendo loro di mettere in evidenza i pericoli di affidarsi a catene di approvvigionamento esposte ai generi di turbativa causati dal virus. Fino ad ora i maggiori focolai del Covid 19 si sono verificati in paesi ricchi o a medio reddito, come la Cina, il Giappone, l'Italia e la Corea del sud. Ma il virus può essere molto più difficile da contenere se si diffonde in paesi più poveri come la Nigeria, l'Indonesia e l'India. Stiamo tendenzialmente affrontando la peggiore pandemia dalla spagnola del 1918. Il Covid-19 si è diffuso in un mondo iper-mobile, nel quale decine di milioni di persone si spostano giornalmente con voli commerciali, con una combinazione senza precedenti di velocità e virulenza. Tutte le manovre finanziarie sono destinate a tranquillizzare il mondo degli affari per paura che la pandemia provochi una stretta creditizia e una recessione globale. Il mercato azionario è crollato temendo un ulteriore diffondersi del virus e uno sconvolgimento dell'economia globalizzata. Gli scienziati ormai conoscono l'intera sequenza del genoma e si sta lavorando febbrilmente per trovare un vaccino efficace. Ma è impensabile che, nella migliore delle ipotesi, possa essere disponibile prima di un anno. E' probabile che scenari apocalittici saranno evitati. Ma gli effetti politici dell'epidemia sono solo all'inizio.
Fonte: di GIULIETTA ROVERA