"DAL CONTE DI CAVOUR AL CONTE DI VOLTURARA APPULA"
16-04-2020 - CRONACHE SOCIALISTE
Ragazzi, come passa il tempo! E come cambiano gli uomini!
Il primo ha fatto il connubio, la grande alleanza destra-sinistra per stabilire il governo parlamentare e per fare l'Italia; l'altro ha portato alla estrema perfezione l'arte del trasformismo e del giuoco politico delle tre carte: si vedano la disinvoltura con la quale egli si adatta ai cambiamenti di maggioranza e di linea politica; si vedano le sue roboanti e ridondanti dichiarazioni anti-MES fatte il giorno prima e il giorno dopo l'Eurogruppo, in seno al quale il suo ministro dell'economia ha consentito, felice e contento, al dispiegamento del MES come arma dell'intervento europeo nella crisi economica determinata dall'epidemia.
Qui non intendiamo entrare nel merito della questione MES – cioè se sia utile o no; se sia pericoloso o no, etc. – ma vogliamo soltanto richiamare l'attenzione su ciò che ci viene comunicato e sulla confusione nella quale veniamo precipitati dalle dichiarazioni del premier; delle due l'una: o il ministro dell'economia ha fatto di testa sua e, allora, se la posizione del governo era diversa da quella del ministro, questi dovrebbe essere smentito e costretto a dimettersi; o il governo era d'accordo con la linea del ministro e allora quelle roboanti dichiarazioni sono solo una foglia di fico dietro la quale si nasconde il raggiro dell'opinione pubblica e di una parte della stessa maggioranza di governo. Come del resto sta dimostrando la discesa in campo di tutti i big pdini, anche di quelli fuori corso, arroccati in difesa del Mes per nascondere il colpo di mano del ministro dell'economia, è ormai chiaro che nel governo non vi era accordo sulla posizione da prendere nell'Eurogruppo e che il pesante attacco portato da Conte contro Salvini e Meloni era un discorso fatto alla nuora perché la suocera intendesse.
Ciò comunque non giustifica il comportamento di Conte. Lo prova il ‘comunicato stampa' rilasciato dalla Presidenza del Consiglio in data 13 aprile 2020, cioè durante la ‘pasquetta', che ha tutta l'aria di una ‘excusatio non petita' di stile casaliniano: «Palazzo Chigi non ha mai chiesto che la conferenza stampa venisse trasmessa a reti unificate … In particolare il 10 aprile il presidente del Consiglio ha tenuto una conferenza stampa, come tante altre volte avvenuto in queste settimane. E come ogni volta ha illustrato i provvedimenti adottati, ha spiegato e chiarito i fatti più rilevanti e ha risposto a tutte le domande dei giornalisti, tanto sull'emergenza coronavirus quanto sul Mes. Nell'occasione ha smentito vere e proprie fake news che rischiavano di alimentare divisioni nel Paese e di danneggiarlo, compromettendo il 'senso di comunità', fondamentale soprattutto in questa fase di emergenza. In conclusione, anche questa volta non c'è stata richiesta, da parte della presidenza del Consiglio, di trasmettere un discorso alla nazione a reti unificate. La decisione di trasmettere o meno le conferenze stampa del presidente del Consiglio spetterà - come è sempre stato - sempre e solo ai responsabili delle singole testate giornalistiche. Questi ultimi sono anche liberi di sostenere la singolare opinione secondo cui il presidente del Consiglio non dovrebbe smentire fake news e calunnie nel corso di una conferenza stampa rivolta al Paese, né dovrebbe parlare di un tema rilevante e di interesse generale come il Mes. Facciamo notare, infine, che Conte non avrebbe potuto evitare di affrontare il tema del Mes e chiarire le relative fake news veicolate dell'opposizione, visto che questo tema è poi stato oggetto delle domande poste dai giornalisti. A conferma del fatto che si tratta di argomento di interesse generale».
Ora, a parte la questione delle reti unificate, se si riascolta il discorso tenuto da Conte sarà chiaro come lui abbia affrontato la questione del MES attaccando l'opposizione ben prima di ‘concedersi' alle domande dei giornalisti partecipanti alla conferenza stampa, domande tutte innescate dalle dichiarazioni del presidente.
Bisogna però avere comprensione; bisogna anche capire che il povero presidente del consiglio, capitato per caso su quella poltrona, debba tentare in ogni modo di darsi arie di uomo di stato; qualche volta riesce pure ad averne l'apparenza, se lo si compara alla pochezza di chi lo ha portato a quel ruolo e, soprattutto, se si assume come parametro la cinica determinazione a restare attaccati al potere, che è il grande collante dei partiti che lo sostengono: a qualsiasi costo e con qualsiasi politica, accettando anche il corteo di errori che ciò comporta.
Incapace di seguire una linea politica organica, prestabilita ma anche adattabile alla congiuntura, l'attuale governo e i partiti che lo sostengono passano da una emergenza all'altra senza risolverne alcuna e scaricando sugli altri le responsabilità: considerano i ‘decreti sicurezza' come il male assoluto ma non li cambiano; litigano con le regioni e con i sindaci sulla gestione dell'emergenza sanitaria ma essi stessi ondeggiano tra l'imprevidenza e l'improvvisazione; chiedono la concordia nazionale ma solo a patto che se ne accettino i diktat.
Fonte: di GIUSEPPE BUTTA'