"DONNE AL TEMPO DEL COVID-19"
23-04-2020 - AGORA'
Donne. Donne fuori dalle commissioni tecniche parallele al governo perché con delle idee e dei progetti, non assoggettabili, che "annusano" il "marcio", e che forse è meglio tenere a casa a fare pulizie, a seguire i figli con la DAD (didattica a distanza), ad ascoltare alla tv le continue notizie catastrofiche.
Donne a cui stanno sfilando ad uno ad uno i pochi diritti guadagnati con anni e anni di lotte, che si vedranno tolto il diritto di lavorare con sempre meno posti disponibili e di appannaggio del maschio.
Donne relegate al ruolo di madre, formatrici per figli, mogli, addette alla cura degli anziani, e di sostegno a quel sociale per cui mancheranno le risorse economiche.
E che dire del diritto alla maternità consapevole? Lentamente e senza possibilità di proteste in piazza - per il divieto di assembramenti per il coronavirus – si cancella loro la possibilità di abortire. Come in Polonia dove è stata presentata al Parlamento di Varsavia una legge che costringe la donna a portare avanti la gravidanza “in ogni caso”.
Ma anche l'Italia non scherza. Con il coronavirus come scudo, è a rischio il diritto all'aborto chirurgico, favorendo la procedura farmacologica per cui ad oggi non esistono provvedimenti regionali e linee guida per la somministrazione del farmaco. Una conseguenza del cambio di direzione italiano sull'argomento.
E allora? Ai tempi del coronavirus torna – ahimè - di moda l'aborto clandestino, con tutti i rischi annessi e connessi. E torna un aumento delle violenze sulle donne, triplicandone i casi (74,5% in più): un dato impressionante a fotografare la drammatica situazione italiana al tempo del coronavirus.
E tutto questo accanimento sulle donne, che dicono nella mortalità meno colpite dal virus, fa nascere una domanda: ma il COVID-19 non sarà mica una mutazione genetica del Pillon?
Fonte: di DONATELLA BECATTINI