"EUROPA"
27-12-2018 - IL SOCIALISMO NEL MONDO
Nella prossima primavera si terranno le lezioni europee e già alcuni commentatori prefigurano una union sacrée contro i sovranisti.
Ha un senso? Ritengo di no. Perché penso che la sinistra abbia poco a che vedere con la politica economica proposta dalla “Lega anseatica” (Olanda, Finlandia, Irlanda, Slovacchia, Repubblica ceca, Estonia, Lituania, Lettonia, Danimarca e Svezia) che ritiene che l’unica politica economica sia quella della fermezza e che ha assunto una posizione durissima nei confronti della caotica manovra di bilancio italiana che “abolisce la povertà” (copyright dell’On. Luigi di Maio. Che siano invidiosi?) La stessa politica è condivisa dal gruppo di Visegrad (Polonia, Slovacchia, Repubblica Ceca e Ungheria, gli amici dell’On. Salvini)).
La scelta di tutti contro i sovranisti rischia di portare l’Europa al capolinea. Chi crede, invece, nell’idea di un’Europa non di oligarchie finanziarie, ma di popoli non può che presentare un programma alternativo che prenda le distanze sia dai “sovranisti buoni” (europeisti fino a che i loro interessi nazionali coincidono con quelli europei) che da quelli “cattivi”.
La gestione da parte della Commissione Europea delle poltiche economiche e sociali mainstream e l’adeguamento a tali scelte da parte delle forze di sinistra tradizionale ha prodotto la profonda sfiducia dei cittadini nei confronti delle Istituzioni Europee.
La moneta unica non supportata da una politica di bilancio comune fra i paesi aderenti serve soltanto a perpetrare le diseguaglianze e a permettere ai paesi più forti di conservare il proprio primato.
L’Europa, che va mantenuta ed espansa, deve essere capace di esprimere una forza politica capace di superare i confini nazionali e proporre una visione unitaria che abbia come fine il miglioramento della qualità della vita dei suoi abitanti e non l’arricchimento di pochi.
Dopo l’appello di alcuni filosofi ed uomini di cultura, come i Proff. Massimo Cacciari, Enrico Berti e Michele Ciliberto, appare la proposta di Piketty intitolata “Manifesto per la democratizzazione dell’Europa” (http://tdem.eu/). Proposte necessariamente da approfondire e da rendere più chiare ma che costituiscono un positivo punto di partenza.
Adesso è necessario un leader politico capace di dare sostanza e sintesi operativa a queste idee.
Fonte: di ENNO GHIANDELLI