"I POSSIBILI “FATTORI” DI UNA SCONFITTA"
22-09-2020 - AGORA'
«Turatevi il naso e votate PD». Sembra essere questo il monito prevalente nel centrosinistra per arginare l'avanzata della destra populista in Toscana, regione che, dal 1970, ha conosciuto soltanto giunte “rosse”. Certamente sono ben lontani i tempi del socialista Lagorio o del comunista Bartolini, ma anche le presidenze Rossi hanno tentato, in un certo qual modo, di mantenere una politica di sinistra, seppur cromaticamente di un rosso sempre più sbiadito.
Fra pochi giorni - stiamo scrivendo questo pezzo ad una settimana di distanza dal voto del 20-21 settembre - cosa accadrà? Escludendo un exploit giallo, con la politica del “vaffa” e del nulla oramai ai minimi storici, non è fantasioso immaginarsi una Toscana verde, ma non green come desidererebbero Bonelli e compagni – che, un tempo, ridevano col sole –, bensì di una tonalità più scura capace di risplendere solo se irradiata dal Sole delle Alpi.
I vari sondaggi, al momento, continuano a registrare un serrato testa a testa tra i candidati di centrosinistra e centrodestra Giani e Ceccardi, coloro che si contenderanno la vittoria finale. Tralasciando i due (ben due!) Partiti comunisti rappresentati sulla scheda elettorale – ai cui esponenti, forse, va ricordato che Lenin si trova all'interno di un mausoleo, che il Muro è crollato nel 1989 e che l'URSS è franata nelle sue miserie appena due anni dopo – quali fattori potrebbero entrare in gioco e spostare, gioco forza, gli equilibri elettorali esistenti? Fattori. No, non si tratta di un gioco di parole: ci riferiamo proprio a Tommaso Fattori, candidato presidente per «Toscana a Sinistra» il quale, sperando di essere eletto, richiama sondaggi dove il suo partito sarebbe accreditato addirittura al 10%. Quest'uomo dei Forum sociali che tenta di battersi nell'arena politica alla stessa maniera con cui John Wayne interpretò La battaglia di Alamo, si auto-elegge a rappresentante unico della sinistra tout court e ripropone i soliti paradigmi: azzeramento delle liste d'attesa nella sanità pubblica, lotta al precariato, pubblicizzazione dei servizi essenziali (acqua, trasporti locali ecc.), conversione ecologica ecc., salvo poi sentenziare, oramai in piena trance agonistica, di essere «l'unico in grado di battere Eugenio Giani al ballottaggio, perché ogni parola che ho pronunciato, ogni impegno che ho preso, sarà tradotto in atti amministrativi capaci di rendere tutte le toscane e i toscani finalmente felici» (Pisatoday.it, 11 settembre u.s.). Fossimo bookmakers daremmo più probabile lo scudetto 2020/2021 alla Fiorentina che la presenza di «Toscana a Sinistra» al ballottaggio…
Siamo certi, tuttavia, che tale lista drenerà consensi a Giani il quale, nell'incapacità di dar vita ad una coalizione solida, rischia una sconfitta senza precedenti per le forze di centrosinistra in Toscana. Il PD, nel caos più totale, valuta addirittura l'intervento di una «unità di crisi» mentre Simona Bonafè e Luca Lotti (rinviato a giudizio in luglio per il caso Consip) cercano in ogni modo di far guadagnare consensi a Giani, magari pescando tra i delusi del M5S, tra qualche “fattoriano” autoimpostosi il voto “utile” o tra gli indecisi, che non sono pochi.
E mentre Susanna Ceccardi “trasloca” politicamente e moralmente dal sentirsi «anti-ideologica» e «né fascista né antifascista» – perché non siamo più nel 1944 e l'«Antifascismo non ha più senso» (13 luglio u.s.) – al riconoscere pubblicamente che «antifascismo e democrazia sono valori condivisi» (11 agosto u.s., 76° anniversario della Liberazione di Firenze), Renzi apre le danze dell'ennesima Leopolda, stucchevole one-man show oramai da rottamare. Il grande politico di Rignano che aveva promesso di lasciare la politica continua ad arare il solito terreno senza raccogliere frutti: mettere mano al Titolo V della Costituzione, abolire il CNEL, ecc. lasciandosi andare, di tanto in tanto, ad interventi più municipali sul restyling dello stadio Artemio Franchi di Firenze. Ma sono davvero questi i problemi del Paese?
Il PD, comunque vadano le cose, non convince: mancano le idee, manca la Politica con la “P” maiuscola; non è una forza di sinistra e non lo è mai stata. Dopo anni di declino elettorale, l'ossigeno che fino ad adesso ha mantenuto in vita l'ircocervo tra post-comunisti e post-democristiani sta per finire. Perdere la Presidenza della Giunta regionale toscana aprirebbe scenari inediti a livello locale, con ripercussioni anche sul piano nazionale; in particolar modo, però, in casa PD si dovranno fare i conti su quelle scelte politiche e su quei dirigenti che hanno fatto perdere consensi su consensi. In Toscana Giani non piace molto: c'è difficoltà ad identificarlo come simbolo di rinnovamento e come uomo politico in grado di affrontare le sfide che il nuovo Millennio ha posto e continuerà a presentare. Gli elettori chiedono idee concrete e soluzioni praticabili in campo economico, sociale, sanitario e lavorativo. Non slogan, non promesse.
Ogni 1° gennaio, da qualche tempo, il candidato del centrosinistra festeggia il nuovo anno con un tuffo in Arno dal pontile della Società Canottieri di Firenze. Il 20 e 21 settembre prossimi egli sarà chiamato a tuffarsi in anticipo e soltanto l'esecuzione perfetta di un carpiato alla Klaus Dibiasi potrà evitargli una bruciante sconfitta.
Fonte: di MIRCO BIANCHI