"LA 194 NON SI TOCCA"
23-10-2018 - AGORA'
Il 22 Maggio 1978 veniva promulgata la Legge 194 "Norme per la tutela sociale della maternità e sull'interruzione volontaria della gravidanza", la cui validità venne confermata dagli italiani nel referendum del 17 maggio 1981.
Al primo punto la legge recita:
“Lo Stato garantisce il diritto alla procreazione cosciente e responsabile, riconosce il valore sociale della maternità e tutela la vita umana dal suo inizio. L'interruzione volontaria della gravidanza, di cui alla presente legge, non è mezzo per il controllo delle nascite. Lo Stato, le regioni e gli enti locali, nell'ambito delle proprie funzioni e competenze, promuovono e sviluppano i servizi socio-sanitari, nonché altre iniziative necessarie per evitare che l’ aborto sia usato ai fini della limitazione delle nascite”.
“Lo Stato garantisce il diritto alla procreazione cosciente e responsabile, riconosce il valore sociale della maternità e tutela la vita umana dal suo inizio. L'interruzione volontaria della gravidanza, di cui alla presente legge, non è mezzo per il controllo delle nascite. Lo Stato, le regioni e gli enti locali, nell'ambito delle proprie funzioni e competenze, promuovono e sviluppano i servizi socio-sanitari, nonché altre iniziative necessarie per evitare che l’ aborto sia usato ai fini della limitazione delle nascite”.
Partendo da qua si evince quanto sia inopportuna la delibera del Comune di Verona, che non attua una Legge dello Stato, anzi, al contrario, non tutela la maternità consapevole delle proprie Cittadine non mettendo in atto, per le proprie funzioni e competenze, tutte le buone prassi enunciate dalla legge 194 stessa.
Al contrario il Comune di Avellino adotta una delibera che ha come oggetto la "Piena applicazione della L.194/78, potenziamento della rete dei consultori familiari e individuazione di un immobile comunale da destinarsi a terzo consultorio familiare in applicazione della L. 405/75 e della L.34/96".
La legge 194 deve essere preservata dagli attacchi dei nostalgici di un vecchio mondo antico dove venivano effettuati dalle “mammane” milioni di aborti clandestini l’anno e le donne morivano di setticemia, di infezioni e di dolore…si di dolore perché l’aborto lascia profonde cicatrici incolmabili con il ritorno alla vita familiare “normale”.
Per demonizzare questa legge si omette di dire che da quando è in vigore il numero degli aborti è diminuito, perché questa è la legge dei consultori, dove le giovani donne possono andare in situazione protetta per fare prevenzione e non arrivare, se non in casi estremi, all’aborto.
Nessuno dice che questa è la legge della depenalizzazione dei medici che effettuano aborti...anzi no, mi sbaglio: il Papa ne parla, ed in modo negativo, paragonando i medici abortisti a dei sicari e le donne a delle assassine.
Si parla tanto di violenza sulle donne, e questo attacco è l’ennesima violenza di una società che non ama le donne e che le vuole sottomesse ai voleri dei maschi dominanti, abbrutite dai doveri, schiacciate dal peso di una prole non sempre voluta e alla occorrenza frutto di abusi.
No questa legge non si tocca, miei cari. Questa legge che è frutto di lotte e confronti di anni. Questa legge non è di principi e etica ma rappresenta la libertà.
Nessuno riuscirà a tarparci le ali, abbiamo imparato a volare in gruppo e siamo una grande forza, eravamo solo sopite, ma con le battaglie oscurantiste dei vari Fontana, Pillon e Binetti, ci avete risvegliate.
Fonte: di DONATELLA BECATTINI