"LA CORTE TEDESCA GIUDICA LA BCE"
21-05-2020 - IL SOCIALISMO NEL MONDO
La sentenza odierna della Corte Costituzionale tedesca, fa venire la pelle d'oca e drizzare i capelli.
I giudici tedeschi hanno sentenziato sulla legittimità del PSPP, il piano di acquisti lanciato dalla Banca Centrale Europea ai tempi di Mario Draghi.
Secondo quanto hanno riferito diversi media tedeschi, nel verdetto pronunciato oggi dalla Corte di Karlsruhe risulterebbe che l'acquisto di titoli di Stato da parte della Banca centrale europea ‘viola in parte' la Costituzione tedesca, in quanto il governo tedesco e il Bundestag ‘non hanno esaminato le decisioni della Bce'.
Il giudizio sarebbe un si, ma con molte riserve (che non a caso ha 'congelato' le Borse partite in forte rialzo) e con un pesante monito al governo di Berlino. La Corte Costituzionale tedesca si è limitata ad accettare le decisioni della Corte di Giustizia Europea stabilendo che il programma ‘non viola il divieto di finanziamento monetario' degli Stati membri. Il giudizio odierno non riguarderebbe le misure adottate nell'emergenza coronavirus.
Secondo i giudici tedeschi: “Il Programma di acquisti è una decisione della Bce 'ultra vires', ovvero al di là dei poteri della banca centrale. Ma visto che i trattati assegnano alla Corte Europea il mandato di interpretare l'applicazione delle misure, va rispettata la decisione di legittimità adottata a suo tempo da quest'ultima. Anche perché, se ogni stato invocasse l'autorità di decidere della validità di atti dell'Ue, questo ne minerebbe l'applicazione uniforme”.
I giudici della Corte tedesca hanno osservato: “In linea di principio, alcune tensioni sono inerenti al progetto dell'Unione europea e quindi devono essere risolte in modo cooperativo, in linea con lo spirito dell'integrazione europea e mitigati attraverso il rispetto e la comprensione reciproci. Ciò riflette la natura dell'Unione europea, che si basa sulla cooperazione multilivello di Stati sovrani, costituzioni, amministrazioni e tribunali. Tuttavia, la valutazione della Corte Europea di Giustizia non soddisfa i criteri di una revisione comprensibile sull'effettivo rispetto da parte della Bce dei limiti del suo mandato. Anzi, contraddice l'approccio metodologico adottato dalla CGUE praticamente in tutti gli altri settori del diritto dell'UE”.
Nelle motivazioni dei giudici tedeschi si legge l'affondo finale: “Un programma di acquisti di titoli di stato, come il PSPP, che ha significativi effetti di politica economica richiede che gli obiettivi di politica monetaria del programma e gli effetti di politica economica siano identificati, ponderati ed equilibrati l'uno rispetto all'altro. Invece, perseguendo incondizionatamente l'obiettivo di politica monetaria del programma, raggiungere tassi di inflazione inferiori, ma prossimi al 2%, e ignorando i suoi effetti di politica economica, la Bce ignora palesemente il principio di proporzionalità e le sue decisioni controverse eccedono il mandato di politica monetaria assegnato all'Eurotower”.
Poi la Corte Costituzionale tedesca è entrata in contraddizione quando afferma: “Non è possibile determinare se il PSPP violi la Costituzione tedesca o la responsabilità di bilancio del Bundestag, anche perché non prevede un regime di condivisione dei rischi fra la Bce e le singole banche centrali che sarebbe anche inammissibile. Tuttavia, sulla base della loro responsabilità, il governo federale e il Bundestag tedesco hanno il dovere di adottare misure attive contro il PSPP nella sua forma attuale”.
Parole molto dure che rischiano di mettere in forte difficoltà la cancelliera Merkel nel momento in cui Berlino è chiamata a uno 'sforzo di solidarietà' economica nei confronti dei partner europei colpiti dalla pandemia, alla vigilia del semestre europeo a guida tedesca.
In sostanza, la Corte di Karlsruhe, ha accolto in parte i ricorsi contro il ‘quantitative easing' della Bce presentati tra gli altri dall'ex esponente della Csu, il partito conservatore bavarese, e dal fondatore della Afd Bernd Luecke. Il verdetto è stato emesso con 7 voti a 1. Non è stato dato seguito invece alla contestazione che il Qe sarebbe stato un finanziamento di Stato per via valutaria.
Infine nella sentenza dei giudici tedeschi si afferma: “Il governo federale e il Bundestag sono impegnati di contrastare la gestione passata del Pspp”. Inoltre la Corte di Karlsruhe ha ritenuto: “Arbitrario il verdetto della Corte europea del dicembre 2018 e dunque non vincolante per la Germania”.
Subito dopo la sentenza, lo spread tra il rendimento del Btp e del Bund è salito a 237 punti, dai 230 punti dell'apertura. Il rendimento del Btp è salito all' 1,850%
Ora l'Eurotower ha tre mesi di tempo per dimostrare che gli obiettivi di politica monetaria perseguiti dal programma di acquisto di titoli pubblici non sono sproporzionati rispetto agli effetti di politica fiscale ed economica derivanti dal programma. La decisione dei giudici tedeschi non riguarda l'ultimo intervento della Banca centrale, quello di metà marzo, il Pepp (Pandemic Emergency Purchase Programme) lanciato a seguito dell'esplosione della pandemia da Covid-19. Secondo i ricorrenti il Qe va oltre quello che è il mandato dell'Istituto Centrale Europeo.
I giudici tedeschi oggi hanno preso una decisione sul ricorso presentato poco dopo la nascita del Qe, nel 2015. In realtà la Corte tedesca non potrà impedire alla Bce di agire, ma tale decisione potrebbe creare un clima di maggiore incertezza in un momento delicato come quello che sta vivendo l'economia europea. Già nel 2017 la Corte di Karlsruhe aveva chiesto il parere alla Corte di giustizia europea in Lussemburgo, che aveva definito ammissibile il programma di acquisti della Bce.
Sin dal 2012 alcuni membri della Cdu si erano opposti al ‘bazooka' pensato dall'allora presidente della Bce, Mario Draghi. In particolare i parlamentari tedeschi non avevano condiviso il programma Omt (Outright Monetary Transactions), le operazioni di acquisto illimitato di titoli di stato a breve termine dei paesi in difficoltà. Questi acquisti illimitati possono scattare in caso di richiesta di intervento del Fondo salva stati, Mes, di cui in questi giorni si parla tanto. Per i ricorrenti tedeschi, permettere alla Banca Centrale di comprare titoli di stato di un paese dell'Eurozona senza limiti, equivale a finanziare direttamente gli stati e quindi si tratta di una pratica che va contro i trattati.
Nel giugno 2016, pochi giorni prima il referendum sulla Brexit, la Corte costituzionale tedesca ha dichiarato legittimo il programma di acquisto di titoli di Paesi in crisi (Omt) varato dalla Bce nel 2012, respingendo il ricorso presentato da un gruppo di cittadini.
Con quella decisione la Corte tedesca affermò che il programma è legittimo se rispetta i limiti chiariti dalla sentenza della Corte Ue del giugno 2015. Cinque anni fa i giudici del Lussemburgo stabilirono che il programma varato nel settembre 2012 dalla Bce presentava sufficienti garanzie al fine di prevenire un uso sproporzionato dell'acquisto di bond che si tradurrebbe in una violazione delle regole Ue dell'Istituto centrale.
La contraddittoria decisone odierna della Corte Costituzionale tedesca manifesta una posizione ostile e prevaricatrice verso le Istituzioni europee.
Fonte: di SALVATORE RONDELLO