"NUOVE CROCIATE"
29-11-2017 - STORIE&STORIE
In questi giorni una piccola frazione di una fiorente cittadina di 24.000 abitanti, famosa per scultori e artisti provenienti da tutto il mondo, per la grande accoglienza a chi si affaccia e si affacciava ai suoi studi di marmi e bronzi, alle sue spiagge, ai suoi poli culturali, alle sue piazze di paese, sta vivendo ritorni di passati pericolosi alimentati da una politica sfacciatamente arrogante.
Questo paesino è un piccolo paradiso da sempre, dove l´accoglienza l´ha fatta da padrone in questi anni. Vi vivono persone di varie nazionalità o religione completamente integrate e famiglie multiculturali. Ci sono case acquistate da europei e non europei e la curiosità è sempre stata una curiosità buona a tessere legami e rapporti piacevoli.
In questi giorni un politico locale ha imbracciato una battaglia culturale, demagogica e di propaganda ponendo al centro della attenzione dei media e della gente comune, una ventina di migranti richiedenti asilo politico in accesso ipotetico e ancora non assegnato alla piccola frazione. Le varie problematiche di quella ridente cittadina fino a qualche mese indietro governata proprio dal gentil amministratore, passano così in secondo piano: l´artigiano che chiude bottega e non riaprirà, lo spegnersi gradualmente della cultura e delle scuole sul territorio, la sanità locale lentamente destrutturata...tutto questo non ha più senso perché si deve cavalcare l´ultimo spot politico del terrore: il migrante ladro, stupratore e nullafacente che viene ad occupare case all´italiano. Ed ecco che la guerra tra i poveri è servita. Poco importa se i numeri di accesso nel paesino sono quasi dimezzati con un poco di dialogo e di diplomazia da parte degli stessi cittadini del territorio. Poco importa se le responsabilità di una nebulosa politica di assegnazione dei richiedenti asilo è proprio di chi ha amministrato in passato e di chi le leggi le produce con il "taglia e incolla".
La paura degli abitanti è più che lecita e sarebbe anche la mia se abitassi nel piccolo paesino. Accade sempre ad ogni cambiamento. Accade sempre quando non si conosce. Sono le paure di tutti.
Compito di un buon amministratore è governarne i processi, rendere accettabile l´ingresso di persone in difficoltà e permetterne l´integrazione per il tempo limitato di permanenza, cercando di comunicare quello che è la realtà. Tutto ciò non solo non è stato fatto, ma si è alimentato un clima di terrore, istillando falsità e informazioni di tornaconto.
Ed ecco che il bellissimo paesino si trova ad oggi ad essere uno strumento politico, al servizio di persone che riversano la loro volontà di crescita individuale muovendo le paure lecite di cittadini comuni, con arroganza e violenza, facendo si che la cattiveria di pochi stimolino il male in molti. Dispiace che le tensioni siano secondarie alle velleità di un singolo. Dispiace che probabilmente un procedimento che poteva essere gestito e sostenuto in modo civile debba essere strumentalizzato e costretto dalla imposizione della fredda legge. Dispiace che la natura da piccolo paradiso del paesino venga stravolta, in fondo, dal niente.
Fonte: di PATRIZIA VIVIANI