"OTTIMISMO DELLA FLUIDITA´ "
22-07-2017 - AGORA´
In questa nazione senza più credibilità, con una serietà politica che fa ironicamente sorridere e con istituzioni che sono l´ombra di ciò che dovrebbero essere, vige la legge del becero prepotente.
Si ragiona nella più totale anarchia delle regole. Lo vediamo nel triviale contradditorio politico sul nulla a cui assistiamo quotidianamente dagli pseudopartiti attuali. Lo vediamo nella pochezza delle discussioni parlamentari trasportate ormai fuori dagli ambiti istituzionali, nelle strisce quotidiane dei media tra un gossip e una informazione pubblicitaria. Lo vediamo nella arroganza da don Rodrigo di taluni sindaci, più attenti alla propria carriera che all´interesse del territorio.
Politici che richiedono accoglienze da idoli delle soap e non da rappresentanti istituzionali, sempre più separati da quell´elettorato ormai divenuto agnostico e volontariamente in contumacia nella decisione di voto. Un elettore che rinnega la democrazia basata sulla rappresentanza da copertina, salvo poi contribuirne alla crescita. Un elettore finto dolore di quel politico che brama il suo non voto per mantenere quel nulla dell´attuale che lo rende vip.
La parola d´ordine è apatia, vivendo la corrente del più forte. Si travisa la storia passata, creando spazi pubblici nazifascisti con l´unico peccato riconosciuto tardivamente della omertà e della superficialità. Si interpretano i rapporti personali sulla base del potere economico posseduto. Si gestisce la cosa pubblica come se fosse un feudo acquisito, decidendo il bello e brutto tempo con il denaro dei contribuenti. Si interpretano le situazioni su un piano di libertà personale non interessandosene minimamente se questo lede l´interesse di tutti. Ci si appella alla fluidità.
Abbiamo la dirigenza che ci meritiamo. È la politica a rappresentare la società, o la società che si traspone in immagine nell´universo politico? Comunque vada siamo in una botte di ferro ben costruita, mettendoli d´accordo tutti, e da cui nel breve periodo non ci permetteranno di uscire. Il dubbio rimane sul tipo di fluido in cui ci troviamo immersi.
Si ragiona nella più totale anarchia delle regole. Lo vediamo nel triviale contradditorio politico sul nulla a cui assistiamo quotidianamente dagli pseudopartiti attuali. Lo vediamo nella pochezza delle discussioni parlamentari trasportate ormai fuori dagli ambiti istituzionali, nelle strisce quotidiane dei media tra un gossip e una informazione pubblicitaria. Lo vediamo nella arroganza da don Rodrigo di taluni sindaci, più attenti alla propria carriera che all´interesse del territorio.
Politici che richiedono accoglienze da idoli delle soap e non da rappresentanti istituzionali, sempre più separati da quell´elettorato ormai divenuto agnostico e volontariamente in contumacia nella decisione di voto. Un elettore che rinnega la democrazia basata sulla rappresentanza da copertina, salvo poi contribuirne alla crescita. Un elettore finto dolore di quel politico che brama il suo non voto per mantenere quel nulla dell´attuale che lo rende vip.
La parola d´ordine è apatia, vivendo la corrente del più forte. Si travisa la storia passata, creando spazi pubblici nazifascisti con l´unico peccato riconosciuto tardivamente della omertà e della superficialità. Si interpretano i rapporti personali sulla base del potere economico posseduto. Si gestisce la cosa pubblica come se fosse un feudo acquisito, decidendo il bello e brutto tempo con il denaro dei contribuenti. Si interpretano le situazioni su un piano di libertà personale non interessandosene minimamente se questo lede l´interesse di tutti. Ci si appella alla fluidità.
Abbiamo la dirigenza che ci meritiamo. È la politica a rappresentare la società, o la società che si traspone in immagine nell´universo politico? Comunque vada siamo in una botte di ferro ben costruita, mettendoli d´accordo tutti, e da cui nel breve periodo non ci permetteranno di uscire. Il dubbio rimane sul tipo di fluido in cui ci troviamo immersi.
Fonte: di PATRIZIA VIVIANI