"IL SOCIALISMO ITALIANO E LA SECONDA GUERRA MONDIALE"
24-09-2018 - STORIE&STORIE
Già dal congresso tenutosi a Parigi dal 26 al 28 giugno 1937 (3° ed ultimo dell´esilio) erano emersi nel PSI/IOS (1) valutazioni diverse sui limiti da dare alla politica di unità d´azione col partito comunista (2). La linea unitaria Nenni-Saragat, risultata maggioritaria, venne criticata soprattutto da Angelo Tasca (3) e da Emanuele Modigliani, ultimo superstite della vecchia guardia (4).
Segretario del partito e direttore del Nuovo Avanti fu riconfermato Pietro Nenni, tornato dalla drammatica ed esaltante esperienza del Frente Popular spagnolo. Il 26 luglio successivo fu firmata la nuova Carta d´unità d´azione tra socialisti e comunisti e la politica unitaria ispirò l´azione socialista, fino a quando un fatto imprevedibile ed eclatante non intervenne sulla scena politica internazionale.
Il 23 agosto 1939 venne firmato il Patto Molotov-Ribbentrop, un trattato di non aggressione fra l´Unione Sovietica e la Germania nazista, il quale, fra l´altro, diede un colpo mortale alla politica unitaria antifascista e provocò un enorme disorientamento nella sinistra internazionale (5).
La Direzione del PSI/IOS il 25 agosto successivo - assente il segretario Nenni - dichiarò decaduto il Patto di unità d´azione col PCdI e due giorni dopo rese pubblica la sua decisione. Anche Nenni, che era stato per anni il socialista più unitario, condannò quel patto contro natura:
(...) la diplomazia staliniana ha gettato un turbamento immenso nell´animo dei lavoratori. Tanto cinismo (...) diveniva un cosciente tradimento dei lavoratori dopo la "svolta" del 1934-35. (6)
Ma nello stesso tempo lanciò un appello, peraltro inascoltato, ai comunisti italiani perché separassero le loro responsabilità da quelle di Mosca ed auspicò una ripresa della politica unitaria. La sua posizione, in netto contrasto con quella della maggioranza, non era in quelle circostanze sostenibile e Nenni, appresa la decisione della Direzione, il 28 agosto si dimise da segretario del partito e da direttore del Nuovo Avanti, chiarendo che intendeva rimanere fedele alla politica di unità del proletariato e che avrebbe lavorato pazientemente e tenacemente a ricrearne le basi.
Il Consiglio Nazionale del 2 settembre 1939 lo sostituì con un triumvirato formato da Oddino Morgari (7), Giuseppe Saragat (8) ed Angelo Tasca, che dichiarò cessata ogni collaborazione coi comunisti, cooptò nella Direzione i riformisti Bruno Buozzi (9) e Giuseppe Faravelli (10) e dichiarò inammissibile l´appartenenza al partito di quei compagni che non accettassero questa direttiva (11). La polemica anticomunista toccò il suo apice con l´approvazione, da parte della Direzione socialista, di un duro documento di condanna della politica comunista (12). Agli inizi del 1940 Nenni, ormai isolato, si dimise anche dall´Esecutivo dell´Internazionale Operaia Socialista e, nell´aprile dello stesso anno, il Consiglio Nazionale lo rimosse dalla Direzione del Partito.
Lo scoppio della seconda guerra mondiale (1° settembre 1939); l´invasione del Belgio e l´occupazione, a Bruxelles, da parte della Gestapo, della sede centrale dell´IOS (maggio 1940), che di fatto cessò di esistere (13); l´ingresso in guerra dell´Italia fascista, a fianco della Germania nazista (10 giugno 1940); la disfatta della Francia e la conseguente occupazione nazista, con la creazione nel sud del Paese del regime collaborazionista di Vichy, guidato dal maresciallo Philippe Pétain, furono tutti avvenimenti che provocarono lo sbandamento dell´emigrazione antifascista italiana, rimasta praticamente in balìa della sete di vendetta fascista.
In particolare l´Esecutivo del PSI/IOS si sgretolò: Angelo Tasca nell´estate 1940 scivolò su posizioni collaborazioniste col regime di Pétain, ma dal 1941 collaborò con una rete antifascista belga; Oddino Morgari, ammalato e ricoverato in ospedale al momento della conquista nazista di Parigi, alla fine del 1940, in seguito alle richieste di parenti ed amici, ottenne di poter rientrare in Italia, dove morì quattro anni dopo; Saragat si trasferì a Saint Gaudens, nell´alta Garonna, dove visse appartato; Bruno Buozzi, dopo aver brevemente soggiornato a Tours, nel 1941 tornò a Parigi, dove, il 1° marzo, fu arrestato e poi estradato in Italia, dove sarà trucidato dai nazisti il 4 giugno 1944; Faravelli, confinato in una località dei Pirenei cercò di continuare l´attività di riorganizzazione del partito in Francia, ma il 28 giugno 1942 fu arrestato dalla polizia del governo collaborazionista di Vichy e consegnato alla polizia fascista italiana. Deferito al Tribunale Speciale, fu condannato a trent´anni di carcere, da cui in seguito riuscirà ad evadere.
Comunque la Direzione del PSI/IOS, prima della sua dissoluzione, al fine di assicurarne la continuità politico-organizzativa, aveva fatto in tempo a trasferire la guida del partito al Comitato della Federazione Socialista del Sud-Ovest (Tolosa), di sicuro orientamento autonomista, guidata da Giovanni Faraboli (14). Tale scelta, dunque , costituiva una garanzia per la continuità della linea politica adottata dal nuovo Esecutivo.
Tuttavia la decisione tedesca di invadere l´Unione Sovietica (giugno 1941) ridiede fiato all´impostazione di Nenni, favorevole a lanciare un appello per la ripresa della intesa unitaria tra socialisti e comunisti, se questi ultimi avessero accettato di distinguere tra gli interessi storici del proletariato e quelli dello Stato sovietico. Saragat vi aderì, allo scopo preminente di ottenere la liberazione dell´Italia dal fascismo e la proclamazione della Repubblica. L´appello fu lanciato in una riunione dell´ottobre 1941 a Tolosa, del "Comitato d´azione", cui parteciparono rappresentanti di Giustizia e Libertà (15) e del PCdI (16). Dopodiché Nenni e Saragat prepararono un documento che avrebbe dovuto costituire la base per la ripresa organizzativa del partito socialista, in vista di una nuova alleanza antifascista tra PSI/IOS, GL e PCdI. Esso è noto come la "prima tesi di Tolosa".
Una "seconda tesi di Tolosa" fu quella redatta dall´ex giellista Andrea Caffi e sottoscritta anche da Faravelli, Bertoluzzi (17) e Zannerini (18), favorevole alla creazione di una Federazione Europea, capace di accantonare i meschini nazionalismi dei singoli Stati, principale causa dei grandi problemi che travagliavano l´Europa.
Nel dibattito si inserì anche Modigliani ("terza tesi di Tolosa"), secondo cui la seconda guerra mondiale non era diversa dalle precedenti, poiché alla sua fine i vincitori si sarebbero regolati sempre secondo logiche di potenza. Di conseguenza il socialismo non doveva compromettersi con la guerra, mantenendo intatta la possibilità d´intervenire dopo la pace. Questo pacifismo ad oltranza, seppure di nobile tradizione socialista, cozzava però contro una realtà che vedeva crescere ovunque il movimento di Resistenza armata contro il nazifascismo e il prestigio dell´Unione Sovietica, ora in prima linea contro le potenze fasciste.
Nella stessa estate del 1941 si ebbero i primi contatti per la formazione di un Centro Estero socialista in Svizzera, allo scopo di coordinare il lavoro dei socialisti italiani fuorusciti e assistere i gruppi clandestini operanti in Italia. Il suo programma sarà imperniato sul progetto di costruzione degli Stati Uniti d´Europa, elaborato fondamentalmente da Ignazio Silone (19).
Dopo l´occupazione nazista del territorio di Vichy (novembre 1941) la Federazione del Sud-Ovest, con lettera da Tolosa, datata 23 dicembre 1941, a firma di Giovanni Faraboli, Emilio Zannerini ed Enrico Bertoluzzi, trasferì la continuità e la rappresentanza del PSI/IOS al Comitato della Federazione socialista italiana in Svizzera. A questa decisione si giunse anzitutto per ovvi motivi di sicurezza. La Federazione di Tolosa, che aveva ristretti margini d´azione già sotto il regime di Vichy (20), con l´arrivo dei tedeschi vide la sua sicurezza, come quella di tutti gli antifascisti, socialisti e non, divenire assai precaria. Di conseguenza, di fronte al dilagare nazista in Europa, la democratica Confederazione Elvetica, da sempre ospitale con gli esuli politici, appariva come l´ultimo rifugio per l´emigrazione antifascista e l´unico luogo in Europa in cui fosse possibile una certa organizzazione politica, nonostante le leggi di quel Paese vietassero agli stranieri ogni attività politica. L´altro motivo della decisione, puramente politico, era dovuto al fatto che l´orientamento della Federazione Svizzera era sicuramente autonomista, ben allineato cioè con quello del nuovo gruppo dirigente "di destra", già da prima avverso all´URSS, che, dopo l´infelice patto di non aggressione russo-tedesco dell´agosto 1939, aveva rovesciato la precedente maggioranza nenniana.
La decisione che assegnava la rappresentanza del PSI/IOS alla Federazione Svizzera era però soltanto una copertura, per non attirare l´attenzione delle rigorose autorità svizzere, essendo - come già ricordato - ogni attività politica vietata dalle leggi elvetiche di sicurezza che regolamentavano la presenza degli stranieri nella Confederazione. In realtà la rappresentanza era stata affidata al Centro Estero (21) clandestino del partito, costituito a Zurigo nel settembre 1941, con segretario Ignazio Silone, autore di un documento politico detto Tesi del Terzo Fronte, cioè il fronte interno di ogni Paese, in cui il socialismo doveva battere il fascismo, per dar vita, a guerra finita, all´Europa dei popoli. Oltre a Silone ne facevano parte Riccardo Formica (un giornalista di Trapani), il professore di agronomia Olindo Gorni, il redattore ticinese di Libera Stampa Piero Pellegrini, il tipografo grigionese Erich Valar (22) e, dal 1943, dopo un avventuroso viaggio dalla Francia alla Svizzera (23), Emanuele Modigliani.
La prima "grana" che il Centro Estero dovette affrontare fu la proposta di espulsione di Nenni e Saragat, per aver sottoscritto le Tesi di Tolosa, atto formalmente illegittimo e contrario alle posizioni della Direzione. Essa fu però bloccata da Ignazio Silone. All´inizio del 1942 Nenni scrisse e distribuì un bollettino intitolato Nuovo Avanti. Dopo di che, l´8 febbraio, fu arrestato dai tedeschi, estradato in Italia nel maggio successivo e confinato a Ponza.
Nella sua prima fase l´attività del Centro Estero, rigorosamente clandestina, fu rivolta essenzialmente all´analisi della situazione internazionale e all´organizzazione e al coordinamento dei gruppi clandestini in Italia.
Essa fu sospesa nel dicembre 1942 per "illecito svolgimento di attività politica". Riprenderà nel 1944, ma solo su un piano di elaborazione teorica (24), per cessare del tutto con la lettera da Zurigo del 16 aprile 1944, con cui Marcello Cirenei e Lucio Luzzatto, a nome della Direzione del PSIUP (25), di cui erano entrambi componenti, dichiaravano cessato il Centro Estero e assumevano la rappresentanza del partito socialista (26).
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(1) Partito Socialista Italiano/Sezione dell´Internazionale Operaia Socialista. Al congresso erano rappresentate 118 sezioni.
(2) Il Patto di Unità d´azione tra il PSI/IOS e il PCdI era stato firmato il 17-8-1934. Per il PSI/IOS avevano firmato Pietro Nenni e Giuseppe Saragat. Esso sarà di fatto avallato dall´IOS che, nel novembre 1934, autorizzò i partiti membri a definire autonomamente i loro rapporti coi comunisti e dall´Internazionale Comunista che, nel suo VII congresso (luglio-agosto 1935), si pronunciò a favore della politica dei Fronti Popolari.
(3) Angelo Tasca, ex leader della destra comunista italiana, nel 1929 era stato espulso dal PCdI e nel 1935 era rientrato nel partito socialista, animato da una profonda esigenza revisionista nei confronti della sua tormentata esperienza comunista. Nel 1938 propose lo scioglimento del Patto d´unità d´azione.
(4) Filippo Turati era morto il 29-3-1932 e Claudio Treves l´11-6-1933, entrambi a Parigi, dove vivevano in esilio. Su posizioni critiche erano anche Giuseppe Faravelli e i rappresentanti della Federazione Svizzera Carlo Pesenti e Olindo Gorni, ambedue riformisti.
(5) Il Partito Comunista Francese fu sciolto dal governo di Parigi il 26-9-1939, mentre i fuorusciti comunisti italiani, il cui Comitato Centrale era stato sciolto nel 1938, entrarono in profonda crisi e la loro stampa venne presto vietata.
(6) Enzo Santarelli Nenni UTET 1988, pagg. 224-225.
(7) Oddino Morgari (1865-1944), prestigioso esponente del socialismo italiano era astato il leader della corrente integralista. In esilio dal 1926, aveva sostenuto la politica unitaria in polemica con Tasca, Modigliani e Faravelli, ma era poi rimasto profondamente indignato dal turpe abbraccio di Mosca con Hitler e si era schierato per l´esclusione di ogni possibile alleanza coi comunisti "pregiudizialmente" per un motivo di incompatibilità morale.
(8) Saragat, che assieme a Nenni era stato nel 1930, il principale artefice della fusione socialista di Parigi, si era già da prima differenziato da Nenni, individuando nel totalitarismo il punto di contatto tra fascismo e bolscevismo.
(9) Bruno Buozzi (1881-1944), sindacalista socialista, nel 1903 aveva aderito al sindacato operaio e al PSI, militando sempre nella frazione riformista. Nel 1926 era emigrato in Francia, dove aveva ricostituito la CGdL, di cui era segretario, e continuato la lotta antifascista.
(10) Giuseppe Faravelli (1896-1974), dottore in Lettere e in Giurisprudenza, era stato segretario della Camera del Lavoro e delle Federazione Socialista di Pavia. Trasferitosi poi a Milano, aveva partecipato attivamente alla lotta clandestina contro il fascismo. Costretto infine ad emigrare, si era trasferito prima a Lugano e poi a Parigi, dove era entrato a far parte del gruppo dirigente del PSI/IOS, in cui mantenne posizioni rigorosamente autonomiste.
(11) Giuseppe Tamburrano Pietro Nenni Editori Laterza 1986 pag. 134.
(12) Il documento fu approvato il 15-12-1939, col voto contrario di Pietro Nenni e di Roberto Boschi.
(13) L´IOS, costituita nel congresso di Amburgo del 1923 dalla fusione tra la Seconda Internazionale e l´Internazionale Socialista di Vienna, aveva avuto sede prima a Londra, dal 1926 a Zurigo e, infine, dal 1935 a Bruxelles. Non ci fu un atto formale di scioglimento, come nel 1943 accadrà per il Comintern; essa fu travolta, e i suoi esponenti dispersi, dalla furia della guerra. Segretario ne era stato, dal 1923, l´austriaco Friedrich Adler (1879-1960), il quale nel 1940 emigrò negli USA. Ritornato in Europa nel 1946, si ritirò a vita privata, stabilendosi a Zurigo.
(14) Giovanni Faraboli (1875-1953), sindacalista e cooperatore operante nel parmense, si era iscritto al PSI nel 1902. Riformista e neutralista, dopo l´avvento del fascismo, era andato esule a Tolosa, diventando poi segretario della Federazione Socialista del Sud-Ovest.
(15) Silvio Trentin.
(16) AmendolA, Sereni e Scotti.
(17) Enrico Bertoluzzi, esule a Nizza di provenienza PSULI, era membro della Direzione del PSI/IOS eletta nel congresso di Parigi del 1937.
(18) Emilio Zannerini (1892-1969)), muratore, fera stato membro della Direzione del PSI nel 1920. Nel 1926 era emigrato a Nizza. Parteciperà alla Resistenza e, nel dopoguerra, sarà deputato e senatore socialista.
(19) Ignazio Silone (1900-1978) aveva aderito giovanissimo alla gioventù socialista, collocandosi nella sua ala sinistra, Aveva poi partecipato alla scissione di Livorno che aveva dato vita al partito comunista. Nel 1926 era stato costretto ad espatriare per sfuggire alle persecuzioni del regime fascista. Entrato nell´Esecutivo comunista, nel 1927 era stato a Mosca ed era rimasto sconcertato per le persecuzioni staliniste contro gli oppositori interni. Nel 1931 era stato espulso dal PCdI e si era dedicato alla letteratura, diventando scrittore di grande successo e rimanendo socialista senza partito e cristiano senza chiesa. Nel 1941 fu chiamato a presiedere il Centro Estero del PSI.
(20) Il governo fascistoide di Pétain aveva decretato lo scioglimento delle organizzazioni politiche, per cui la Federazione agiva sotto la veste di comitato di assistenza sindacale.
(21) Il Centro Estero intratteneva ottimi rapporti con il Partito Socialista Svizzero.
(22) Valar era il segretario della Federazione Svizzera del PSI/IOS.
(23) Il viaggio è raccontato da Vera Modigliani nel suo libro intitolato Esilio.
(24) L´attività di organizzazione e di lotta antifascista era ormai svolta nel Paese dal partito ricostituito, membro del CLN.
(25) Il PSIUP era stato costituito, nel convegno del 22 e 23 agosto 1943, dalla fusione tra il PSI (Buozzi, Pertini, Nenni,) il Movimento di Unità Proletaria (Lelio Basso) e Unione Proletaria (Giuliano Vassalli, Mario Zagari).
(26) Silone, chiamato a dirigere l´Avanti!, e Modigliani rientreranno in Italia nel 1944.
Fonte: di FERDINANDO LEONZIO