"UNA POLITICA PER MOLTI"
26-10-2017 - IL SOCIALISMO NEL MONDO
Se le politiche del Labour sono ora ´mainstream´, se si scopre che ´il centro non si è spostato o non è mai stato dove le élite pensavano che fosse´, allora si può esser d´accordo con il New York Times di inizio ottobre: "[..] sembra quasi che la sinistra britannica, dopo decenni trascorsi ai margini, potrebbe avere il suo momento".
Ossia, potrebbe presto avverarsi, dopo aver conquistato il 40% dei consensi alle elezioni politiche del giugno scorso, quel "siamo pronti a governare il paese" annunciato a fine settembre al Congresso con l´aggiunta: ´for the many, not the few´, per i molti, non per i pochi.
Eccolo qui Jeremey Corbyn, il vegliardo, ostinato, coerente leader del Labour Party, che ha inaspettatamente rianimato il socialismo dato per morto, alla fine della storia, negli anni ´90 per proiettarlo nel XXI° con i suoi valori fondanti - uguaglianza, libertà, differenze, giustizia sociale, lacità - ricollocati nella modernità economica e sociale.
Una boccata d´ossigeno, l´ascesa dei laburisti, per un´Europa logorata, in lungo e largo, dai conflitti etnci e nazionali, dalle lotte a dominanza religiosa e dai nefasti populismi di destra e di sinistra, alimentati dal quel micidiale cocktail di razzismo e di odio, di xenofobia e logiche identitarie di appartenenza, e dalle crescenti diseguaglianze economico-sociali.
E in tale contesto Corbyn è diventato il punto di riferimento per quanti ancora non si sono rassegnati alla decadenza culturale, politica, sociale: in primis per il Pse, il Partito Socialista Europeo, che pare aver aperto gli occhi sulla sua crisi d´identità che si protrae da molti anni, dall´abbraccio con la terza via neoliberista di Tony Blair e Gerhard Schroder importata dagli Usa di Billy Clinton.
"Abbandonate il neoliberismo per tornare a vincere - è stato l´appossionata e calda ma, al tempo stessa, ferma sollecitazione critica di Corbyn al gotha del Pse nella conferenza ´Europe Together´, dove è stato accolto come il nuovo primo ministro della Gran Bretagna - Per troppo tempo le voci più eminenti del nostro movimento sono apparse come fuori dal mondo, troppo inclini a difendere lo status quo e l´ordine precostituito, in un tentativo disperato di proteggere ciò che è visto come il centro politico. Per poi scoprire che il centro - immaginario - si è spostato o non è mai stato dove le élite pensavano che fosse".
E giù affondando il coltello nella piaga: "il nostro sistema malato ha fornito terreno fertile per la crescita delle politiche di stampo nazionalista e xenofobo. [...] Sappiamo che la politica dell´odio, della colpa, delle divisioni non è la risposta: se non offriremo un´alternativa netta e radicale, soluzioni credibili per i problemi che abbiamo davanti, la possibilità di cambiare questo sistema malato e una speranza per un futuro più prospero, spianeremo la strada all´estrema destra che penetrerà ancora più a fondo nelle nostre comunità: il loro messaggio di paura e divisione diventerà il mainstream politico".
Ma nessuna rassegnazione, anzi: "noi possiamo offrire un´alternativa radicale, abbiamo le idee per rendere le politiche progressiste, la forza dominante di questo secolo e se non facciamo chiarezza sul nostro messaggio, se non difendiamo i nostri valori fondanti - ha ammonito - stagneremo e affonderemo".
Punto di riferimento Corbyn lo è pure per il frastagliato arcipelago di piccole e medio-piccole formazioni partitiche, a maggioranza di tradizione comunista, e di movimenti, collocati a sinistra del Pd: tutti guardano, chi più e chi meno, a lui e ricercano, come Il Manifesto di Norma Rangeri, "un nuovo partito con salde radici laburiste e una cultura politica libertaria e di sinistra", per costruire l´alternativa al Pd.
Purtroppo c´e´ un punto ineludibile che i post comunisti hanno da chiarire e sciogliere, come un nodo gordiano, per non lasciare il popolo di sinistra al palo, Aspettando Godot: se a Corbyn è riuscita la grande impresa di rianimare e rigenerare il socialismo riposizionandolo a sinistra, rispetto alla terza via blairiana che ha tanto ammaliato i post-comunisti, cio è stato per essere credibile.
Il suo passato - i valori fondanti del socialismo d´antan adatti al presente e le idee di sempre difese nel suo Labour Party - è la garanzia e la speranza per quanti, soprattutto i giovani e i giovanissimi, vogliono mettersi in movimento verso il cambiamento qui e ora, per non fare la fine di Vladmiro e Estragone i due protagonisti di Aspettando Godot: ora possiamo andare? dice l´uno e l´altro sì, andiamo, ma poi essi non si muovono. Ai post-comunisti, insomma, spetta l´onere di essere credibili.
Ossia, potrebbe presto avverarsi, dopo aver conquistato il 40% dei consensi alle elezioni politiche del giugno scorso, quel "siamo pronti a governare il paese" annunciato a fine settembre al Congresso con l´aggiunta: ´for the many, not the few´, per i molti, non per i pochi.
Eccolo qui Jeremey Corbyn, il vegliardo, ostinato, coerente leader del Labour Party, che ha inaspettatamente rianimato il socialismo dato per morto, alla fine della storia, negli anni ´90 per proiettarlo nel XXI° con i suoi valori fondanti - uguaglianza, libertà, differenze, giustizia sociale, lacità - ricollocati nella modernità economica e sociale.
Una boccata d´ossigeno, l´ascesa dei laburisti, per un´Europa logorata, in lungo e largo, dai conflitti etnci e nazionali, dalle lotte a dominanza religiosa e dai nefasti populismi di destra e di sinistra, alimentati dal quel micidiale cocktail di razzismo e di odio, di xenofobia e logiche identitarie di appartenenza, e dalle crescenti diseguaglianze economico-sociali.
E in tale contesto Corbyn è diventato il punto di riferimento per quanti ancora non si sono rassegnati alla decadenza culturale, politica, sociale: in primis per il Pse, il Partito Socialista Europeo, che pare aver aperto gli occhi sulla sua crisi d´identità che si protrae da molti anni, dall´abbraccio con la terza via neoliberista di Tony Blair e Gerhard Schroder importata dagli Usa di Billy Clinton.
"Abbandonate il neoliberismo per tornare a vincere - è stato l´appossionata e calda ma, al tempo stessa, ferma sollecitazione critica di Corbyn al gotha del Pse nella conferenza ´Europe Together´, dove è stato accolto come il nuovo primo ministro della Gran Bretagna - Per troppo tempo le voci più eminenti del nostro movimento sono apparse come fuori dal mondo, troppo inclini a difendere lo status quo e l´ordine precostituito, in un tentativo disperato di proteggere ciò che è visto come il centro politico. Per poi scoprire che il centro - immaginario - si è spostato o non è mai stato dove le élite pensavano che fosse".
E giù affondando il coltello nella piaga: "il nostro sistema malato ha fornito terreno fertile per la crescita delle politiche di stampo nazionalista e xenofobo. [...] Sappiamo che la politica dell´odio, della colpa, delle divisioni non è la risposta: se non offriremo un´alternativa netta e radicale, soluzioni credibili per i problemi che abbiamo davanti, la possibilità di cambiare questo sistema malato e una speranza per un futuro più prospero, spianeremo la strada all´estrema destra che penetrerà ancora più a fondo nelle nostre comunità: il loro messaggio di paura e divisione diventerà il mainstream politico".
Ma nessuna rassegnazione, anzi: "noi possiamo offrire un´alternativa radicale, abbiamo le idee per rendere le politiche progressiste, la forza dominante di questo secolo e se non facciamo chiarezza sul nostro messaggio, se non difendiamo i nostri valori fondanti - ha ammonito - stagneremo e affonderemo".
Punto di riferimento Corbyn lo è pure per il frastagliato arcipelago di piccole e medio-piccole formazioni partitiche, a maggioranza di tradizione comunista, e di movimenti, collocati a sinistra del Pd: tutti guardano, chi più e chi meno, a lui e ricercano, come Il Manifesto di Norma Rangeri, "un nuovo partito con salde radici laburiste e una cultura politica libertaria e di sinistra", per costruire l´alternativa al Pd.
Purtroppo c´e´ un punto ineludibile che i post comunisti hanno da chiarire e sciogliere, come un nodo gordiano, per non lasciare il popolo di sinistra al palo, Aspettando Godot: se a Corbyn è riuscita la grande impresa di rianimare e rigenerare il socialismo riposizionandolo a sinistra, rispetto alla terza via blairiana che ha tanto ammaliato i post-comunisti, cio è stato per essere credibile.
Il suo passato - i valori fondanti del socialismo d´antan adatti al presente e le idee di sempre difese nel suo Labour Party - è la garanzia e la speranza per quanti, soprattutto i giovani e i giovanissimi, vogliono mettersi in movimento verso il cambiamento qui e ora, per non fare la fine di Vladmiro e Estragone i due protagonisti di Aspettando Godot: ora possiamo andare? dice l´uno e l´altro sì, andiamo, ma poi essi non si muovono. Ai post-comunisti, insomma, spetta l´onere di essere credibili.
Fonte: di CARLO PATRIGNANI