"ANALISI"
28-09-2022 - CRONACHE SOCIALISTE
Ci siamo sempre lamentati del fatto che ad ogni tornata elettorale “ciò che resta del centrosinistra” (adesso veramente poco) abbia sempre evitato di fare analisi politica sul voto. Se, però, l’analisi politica si deve ridurre ad addossare le colpe di una sconfitta – tragica e pericolosa come quella di queste ore che ha consegnato il Paese alla destra più estrema – ad un avversario (non ad un alleato !); allora è un bene non fare analisi politica.
La riflessione sulla sconfitta fatta dal Segretario (per acclamazione e non per congresso) del PD è stata vergognosa; non solo perché ha ignorato il fatto che gli elettori hanno votato in massa FdI dando così due giudizi politici: uno sul governo Draghi (la Meloni, per chi non se ne fosse ancora accorto, ha fatto una campagna prima politica, poi elettorale contro il Governo Draghi e la famosa agenda), l’altro nei confronti delle forze “ciò che resta del centrosinistra” che non hanno saputo intercettare i bisogni del Paese e proporre ricette adeguate alla loro risoluzione (bollette, energia, ambiente, lavoro, scuola …); piuttosto perché non ha posto l’accento sui motivi per i quali gli elettori non hanno votato PD. Si è basata la campagna elettorale sul paventato pericolo fascista e sulla critica a Conte ottenendo da un lato la vittoria dei “fascisti”, dall’altro un aumento sconsiderato dell’astensionismo (a Sinistra) + 10% rispetto alle elezioni del 2018. Senza considerare che il famigerato M5S, dato per spacciato al 6%, è quasi arrivato al 16% diventando così il terzo partito italiano.
Non si è proposto agli elettori un progetto politico concreto e attuale, una meta da raggiungere, un motivo valido per votare “ciò che resta del centrosinistra”; si è solo piagnucolato sulla caduta del Governo Draghi (che gli elettori con il voto di domenica hanno dimostrato di condividere). La campagna elettorale è stata caratterizzata - oltre alla candidatura di Casini a Bologna (che non appena insediato al Senato cambierà gruppo politico) - dalla schizofrenia con il penoso accordo con Calenda e Bonino (quest’ultima premiata dagli elettori da un clamoroso insuccesso) che poi Calenda (la cui affidabilità era nota dai tempi della sua elezione al Parlamento Europeo nelle liste del PD ...) ha ignorato, dice perchè impaurito da Bonelli e Fratoianni, per imbarcare lo statista di Rignano sull’Arno. È stata data un’immagine allucinante che ha fatto orrore anche agli elettori delle regioni “rosse” come la Toscana, che lunedì si è sveglia “nera” al 90%. Molti non hanno ancora capito il motivo per cui si è governato in due esecutivi con Salvini e Berlusconi e invece, con questa legge elettorale, non si è cercato da fare un accordo con Conte (che con molta probabilità ha sottratto voti “ciò che resta del centrosinistra”), perché ? Per tenersi la Bonino ?
Le ragioni sono da ricercare qui, nell’assenza politica di un partito o più partiti di centrosinistra. Far finta di non vedere questo, addossando le colpe sempre a qualcun altro porterà, purtroppo, alla cancellazione di “ciò che resta del centrosinistra” che ad oggi è ininfluente verso qualsiasi scelta farà il nascente governo.
Urge non tanto un congresso del PD (hanno già iniziato le lotte intestine tra bande) ma recuperare la consapevolezza e l’impegno del popolo di Sinistra che ogni giorno lavora silenzioso nel volontariato, nel sindacato, nell’ANPI, nell’ARCI nell’associazionismo locale – comunque lontano dai gruppi di potere – portando avanti un lavoro politico (questo si) per la collettività. Quelle risorse, che fanno politica senza accorgersene, devono trovare un punto di riferimento che sappia guardare a quei valori. Il periodo che abbiamo davanti è buio, soprattutto per la nostra Carta Costituzionale, e lo si affronterà non solo in Parlamento (dove grazie a Calenda e Renzi “ciò che resta del centrosinistra” sarà ancor più ininfluente) ma sul territorio, con le persone, nelle scuole e nelle università, nei luoghi di lavoro. La politica deve tornare ad essere un servizio non un ufficio di collocamento per pochi privilegiati. Solo in questo modo, tornando a fare politica tra la gente, per la gente, si potrà arginare l’imminente pericolo costituzionale.
La riflessione sulla sconfitta fatta dal Segretario (per acclamazione e non per congresso) del PD è stata vergognosa; non solo perché ha ignorato il fatto che gli elettori hanno votato in massa FdI dando così due giudizi politici: uno sul governo Draghi (la Meloni, per chi non se ne fosse ancora accorto, ha fatto una campagna prima politica, poi elettorale contro il Governo Draghi e la famosa agenda), l’altro nei confronti delle forze “ciò che resta del centrosinistra” che non hanno saputo intercettare i bisogni del Paese e proporre ricette adeguate alla loro risoluzione (bollette, energia, ambiente, lavoro, scuola …); piuttosto perché non ha posto l’accento sui motivi per i quali gli elettori non hanno votato PD. Si è basata la campagna elettorale sul paventato pericolo fascista e sulla critica a Conte ottenendo da un lato la vittoria dei “fascisti”, dall’altro un aumento sconsiderato dell’astensionismo (a Sinistra) + 10% rispetto alle elezioni del 2018. Senza considerare che il famigerato M5S, dato per spacciato al 6%, è quasi arrivato al 16% diventando così il terzo partito italiano.
Non si è proposto agli elettori un progetto politico concreto e attuale, una meta da raggiungere, un motivo valido per votare “ciò che resta del centrosinistra”; si è solo piagnucolato sulla caduta del Governo Draghi (che gli elettori con il voto di domenica hanno dimostrato di condividere). La campagna elettorale è stata caratterizzata - oltre alla candidatura di Casini a Bologna (che non appena insediato al Senato cambierà gruppo politico) - dalla schizofrenia con il penoso accordo con Calenda e Bonino (quest’ultima premiata dagli elettori da un clamoroso insuccesso) che poi Calenda (la cui affidabilità era nota dai tempi della sua elezione al Parlamento Europeo nelle liste del PD ...) ha ignorato, dice perchè impaurito da Bonelli e Fratoianni, per imbarcare lo statista di Rignano sull’Arno. È stata data un’immagine allucinante che ha fatto orrore anche agli elettori delle regioni “rosse” come la Toscana, che lunedì si è sveglia “nera” al 90%. Molti non hanno ancora capito il motivo per cui si è governato in due esecutivi con Salvini e Berlusconi e invece, con questa legge elettorale, non si è cercato da fare un accordo con Conte (che con molta probabilità ha sottratto voti “ciò che resta del centrosinistra”), perché ? Per tenersi la Bonino ?
Le ragioni sono da ricercare qui, nell’assenza politica di un partito o più partiti di centrosinistra. Far finta di non vedere questo, addossando le colpe sempre a qualcun altro porterà, purtroppo, alla cancellazione di “ciò che resta del centrosinistra” che ad oggi è ininfluente verso qualsiasi scelta farà il nascente governo.
Urge non tanto un congresso del PD (hanno già iniziato le lotte intestine tra bande) ma recuperare la consapevolezza e l’impegno del popolo di Sinistra che ogni giorno lavora silenzioso nel volontariato, nel sindacato, nell’ANPI, nell’ARCI nell’associazionismo locale – comunque lontano dai gruppi di potere – portando avanti un lavoro politico (questo si) per la collettività. Quelle risorse, che fanno politica senza accorgersene, devono trovare un punto di riferimento che sappia guardare a quei valori. Il periodo che abbiamo davanti è buio, soprattutto per la nostra Carta Costituzionale, e lo si affronterà non solo in Parlamento (dove grazie a Calenda e Renzi “ciò che resta del centrosinistra” sarà ancor più ininfluente) ma sul territorio, con le persone, nelle scuole e nelle università, nei luoghi di lavoro. La politica deve tornare ad essere un servizio non un ufficio di collocamento per pochi privilegiati. Solo in questo modo, tornando a fare politica tra la gente, per la gente, si potrà arginare l’imminente pericolo costituzionale.
Fonte: di Ernesto Ricci