"DILETTANTI ALLO SBARAGLIO"
25-07-2023 - AGORA'
«Patrick Zaki ha oggi ricevuto la grazia dal presidente egiziano, e voglio ringraziare per questo gesto molto importante il presidente Al Sisi. Fin dal nostro primo incontro lo scorso novembre io non ho mai smesso di porre la questione, ho sempre riscontrato da parte sua attenzione e disponibilità. E voglio ringraziare l'Intelligence e i diplomatici, tanto italiani che egiziani, che in questi mesi non hanno mai smesso di lavorare per arrivare alla soluzione auspicata». Così dichiara il nostro Presidente del Consiglio alla notizia della concessione della grazia a Patrick Zaki. Con queste parole certifica la resa dell'Italia alla politica del dittatore egiziano. Queste affermazioni sono di per sé gravi perché sottintendono una trattativa con quei servizi segreti egiziani che hanno barbaramente trucidato Giulio Regeni, un cittadino italiano, e che sono stati coperti dallo Stato egiziano impedendo che si celebrasse il processo. In una situazione così delicata occorre la massima trasparenza, gli italiani hanno il diritto di sapere. Certo dopo una dichiarazione di questo di questo tenore, si attenua e non di poco, la possibilità di essere incisivi circa la vicenda Regeni. La Presidente del Consiglio, con i suoi ministri, ha pensato di utilizzare mediaticamente questa vicenda per accreditarsi ulteriormente, presso gli italiani, come un leader che ha una grande capacità di risolvere questioni internazionali complicate. Già si stava preparando lo show trasmesso da tutte le televisioni nazionali, praticamente a reti unificate, che esaltasse il ruolo del Presidente del Consiglio e le sue capacità. Purtroppo, come si dice dalle mie parti, il diavolo fa le pentole, ma non i coperchi. Patrick Zaki, dopo aver ringraziato tutti coloro che si sono impegnati per la sua liberazione, ha preferito non prestarsi a nessuna strumentalizzazione ed ha fatto cadere tutto il castello mediatico costruito intorno alla sua liberazione. I commenti, a questa decisione, degli uomini politici del centro destra e dei giornali fiancheggiatori sono la prova più evidente di questo smacco. La Presidente del Consiglio si è comportata come la volpe nei confronti dell'uva nella famosissima favola di Fedro. Insomma, un altro punto controverso in una conduzione della politica estera che presenta, in termini di risultati concreti, più luci che ombre. Tutti i successi che i media le attribuiscono, francamente non si sono visti. Dove però, a mio avviso, la politica di questo Governo è completamente negativa è quello della politica fiscale, in questo caso la premier è validamente aiutata dal Vicepresidente del Consiglio Matteo Salvini. Certo l'on. Giorgia Meloni ci ha messo sopra un bel carico. Sul finire di maggio di quest'anno, il 26 per l'esattezza, chiudendo, con un comizio, la campagna elettorale per le comunali a Catania ha definito le tasse “pizzo di stato”. Prima di affrontare il problema sostanziale non si può non ricordare come Catania sia la città dove nacque Libero Grasso, il commerciante siciliano ucciso dalla mafia nel 1991 a Palermo perché si rifiutava di pagarle il pizzo. Quindi parlare di “pizzo di stato” per il pagamento delle imposte risulta doppiamente errato. Sia per il luogo nel quale ha pronunciato queste parole e sia per la scarsa coerenza fra le sue dichiarazioni di quest'anno e la più volte ricordata scelta della sua “discesa in campo” in seguito all'assassinio del giudice Borsellino. Inoltre, per una persona che ha giurato di rispettare e far rispettare la Costituzione è altrettanto grave equiparare una funzione prevista dalla nostra Costituzione (Art. 53. Che recita così: “Tutti sono tenuti a concorrere alle spese pubbliche in ragione della loro capacità contributiva. Il sistema tributario è informato a criteri di progressività”) ad una estorsione.
Oltre a queste considerazioni che possono apparire come i lamenti di un vecchio idealista, vediamo concretamente cosa si cela dietro la politica fiscale dell'attuale Governo. Ovviamente questo non riguarda tutti coloro che svolgono un lavoro come soggetti dipendenti e pensionati.
Fino ad ora pochi sapevano che esistesse presso il Ministero dell'Economia e Finanze una commissione che si chiama “Commissione per la redazione della Relazione sull'economia non osservata e sull'evasione fiscale e contributiva” presieduta dal Prof. Alessandro Santoro Professore presso l'Università Bicocca di Milano ed istituita presso il Ministero dell'Economia e delle Finanze, i dati e la relazione sono in rete (mef.gov.it). Questa notizia si trova nei quotidiani dei giorni scorsi. Per la seconda volta, in poco tempo, i tecnici del MEF smentiscono clamorosamente l'operato del Governo, la prima volta è accaduto con il parere sul MES. Per dare un'idea complessiva delle grandezze in gioco si stima un'evasione di circa 90 milioni di euro (89.829 milioni per l'esattezza). In calo rispetto al 2015 quando l'evasione era stimata in 106.157 milioni. Se andiamo a vedere le stime per l'evasione si scopre che il 35% proviene da mancati pagamenti dell'IRPEF e per il 28% dall'evasione dell'IVA. L'evasione esiste in tutto il mondo, anche negli Stati Uniti presi spesso come bengodi del fisco, ma in nessuno dei paesi più industrializzati raggiunge il livello italiano.
In Italia però il fatto è aggravato da un sistema di piccole imprese, spesso a conduzione familiare dove l'evasione è molto più facile. Le grandi imprese cercano di non pagare le tasse attraverso altre strade soprattutto con l'elusione. I condoni ricorrenti sono il combustibile che alimenta in maniera considerevole l'evasione fiscale. Attizzata ulteriormente dalla possibilità di poter pagare il debito verso lo stato con una rateizzazione pluriennale. Dopo le prime rate si sospende ogni ulteriore pagamento in attesa del successivo condono. In queste condizioni risulta difficoltoso il funzionamento dell'azione amministrativa di contrasto.
La suddetta relazione indica quali sono i settori maggiormente interessati all'evasione. “Fra il 2017 e il 2019, la distribuzione dell'Economia sommersa per settore di attività economica non ha subito variazioni di rilievo. La sua incidenza sul valore aggiunto complessivo risulta particolarmente elevata nel settore terziario, ed in particolare nelle Altre attività dei servizi, dove nel 2019 si attesta al 35,6%, nel Commercio, trasporti alloggio e ristorazione (21,9%), nelle Costruzioni (20,8%) e nelle Attività professionali, scientifiche, tecniche (12,3%). Meno rilevante è il peso del sommerso nelle Attività immobiliari (4,6%) e in quelle finanziarie e assicurative (2,8%), in cui il sommerso è generato solo dalle attività ausiliare dell'intermediazione finanziaria. Nel settore Amministrazione pubblica, difesa, istruzione, sanità e assistenza sociale, infine, l'incidenza del sommerso è pari al 4,6% ed è completamente ascrivibile all'attività di produzione per il mercato dell'istruzione, della sanità e dell'assistenza sociale. Le unità classificate nel settore delle Amministrazioni pubbliche sono, infatti, per definizione, escluse dalla popolazione dei potenziali sotto-dichiaranti, né per esse esiste input di lavoro irregolare.” (Relazione sull'economia non osservata e sull'evasione fiscale e contributiva” pp. 11-12).
A questo bisogna aggiungere la valutazione negativa della Ragioneria Generale dello Stato su alcuni aspetti della delega fiscale. Il Governo invece di dimostrare l'infondatezza della tesi cosa fa: caccia il Ragioniere dello Stato Biagio Mazzotta.
Certo è strano il silenzio dell'On. Giancarlo Giorgetti Ministro dell'Economia e delle Finanze su queste vicende, i suoi uffici indicano problemi la cui soluzione è individuata in atti che sono il contrario di quelli proposti dal Governo. Non si era mai visto uno scollamento così netto fra burocrazia e politica. Qual è la posizione del Ministro? Ed è possibile che il Presidente del Consiglio e il Vicepresidente, che nel frattempo ha chiesto un ulteriore condono, non conoscano quanto viene prodotto nei Ministeri?
Si ha l'impressione che il Governo e il Parlamento, perché anche l'opposizione non brilla, siano un corpo a sé stante che evita la risoluzione dei problemi degli italiani perché non ha la capacità di governare.
Insomma, fare come le tre scimmiette: "non vedere, non sentire e non parlare".
Oltre a queste considerazioni che possono apparire come i lamenti di un vecchio idealista, vediamo concretamente cosa si cela dietro la politica fiscale dell'attuale Governo. Ovviamente questo non riguarda tutti coloro che svolgono un lavoro come soggetti dipendenti e pensionati.
Fino ad ora pochi sapevano che esistesse presso il Ministero dell'Economia e Finanze una commissione che si chiama “Commissione per la redazione della Relazione sull'economia non osservata e sull'evasione fiscale e contributiva” presieduta dal Prof. Alessandro Santoro Professore presso l'Università Bicocca di Milano ed istituita presso il Ministero dell'Economia e delle Finanze, i dati e la relazione sono in rete (mef.gov.it). Questa notizia si trova nei quotidiani dei giorni scorsi. Per la seconda volta, in poco tempo, i tecnici del MEF smentiscono clamorosamente l'operato del Governo, la prima volta è accaduto con il parere sul MES. Per dare un'idea complessiva delle grandezze in gioco si stima un'evasione di circa 90 milioni di euro (89.829 milioni per l'esattezza). In calo rispetto al 2015 quando l'evasione era stimata in 106.157 milioni. Se andiamo a vedere le stime per l'evasione si scopre che il 35% proviene da mancati pagamenti dell'IRPEF e per il 28% dall'evasione dell'IVA. L'evasione esiste in tutto il mondo, anche negli Stati Uniti presi spesso come bengodi del fisco, ma in nessuno dei paesi più industrializzati raggiunge il livello italiano.
In Italia però il fatto è aggravato da un sistema di piccole imprese, spesso a conduzione familiare dove l'evasione è molto più facile. Le grandi imprese cercano di non pagare le tasse attraverso altre strade soprattutto con l'elusione. I condoni ricorrenti sono il combustibile che alimenta in maniera considerevole l'evasione fiscale. Attizzata ulteriormente dalla possibilità di poter pagare il debito verso lo stato con una rateizzazione pluriennale. Dopo le prime rate si sospende ogni ulteriore pagamento in attesa del successivo condono. In queste condizioni risulta difficoltoso il funzionamento dell'azione amministrativa di contrasto.
La suddetta relazione indica quali sono i settori maggiormente interessati all'evasione. “Fra il 2017 e il 2019, la distribuzione dell'Economia sommersa per settore di attività economica non ha subito variazioni di rilievo. La sua incidenza sul valore aggiunto complessivo risulta particolarmente elevata nel settore terziario, ed in particolare nelle Altre attività dei servizi, dove nel 2019 si attesta al 35,6%, nel Commercio, trasporti alloggio e ristorazione (21,9%), nelle Costruzioni (20,8%) e nelle Attività professionali, scientifiche, tecniche (12,3%). Meno rilevante è il peso del sommerso nelle Attività immobiliari (4,6%) e in quelle finanziarie e assicurative (2,8%), in cui il sommerso è generato solo dalle attività ausiliare dell'intermediazione finanziaria. Nel settore Amministrazione pubblica, difesa, istruzione, sanità e assistenza sociale, infine, l'incidenza del sommerso è pari al 4,6% ed è completamente ascrivibile all'attività di produzione per il mercato dell'istruzione, della sanità e dell'assistenza sociale. Le unità classificate nel settore delle Amministrazioni pubbliche sono, infatti, per definizione, escluse dalla popolazione dei potenziali sotto-dichiaranti, né per esse esiste input di lavoro irregolare.” (Relazione sull'economia non osservata e sull'evasione fiscale e contributiva” pp. 11-12).
A questo bisogna aggiungere la valutazione negativa della Ragioneria Generale dello Stato su alcuni aspetti della delega fiscale. Il Governo invece di dimostrare l'infondatezza della tesi cosa fa: caccia il Ragioniere dello Stato Biagio Mazzotta.
Certo è strano il silenzio dell'On. Giancarlo Giorgetti Ministro dell'Economia e delle Finanze su queste vicende, i suoi uffici indicano problemi la cui soluzione è individuata in atti che sono il contrario di quelli proposti dal Governo. Non si era mai visto uno scollamento così netto fra burocrazia e politica. Qual è la posizione del Ministro? Ed è possibile che il Presidente del Consiglio e il Vicepresidente, che nel frattempo ha chiesto un ulteriore condono, non conoscano quanto viene prodotto nei Ministeri?
Si ha l'impressione che il Governo e il Parlamento, perché anche l'opposizione non brilla, siano un corpo a sé stante che evita la risoluzione dei problemi degli italiani perché non ha la capacità di governare.
Insomma, fare come le tre scimmiette: "non vedere, non sentire e non parlare".
Fonte: di Enno Ghiandelli