GIORGIA E L’UOMO MUSKERATO di Andrea Becherucci
di Andrea Becherucci
27-01-2025 - IL SOCIALISMO NEL MONDO
Il 2025 si annuncia come un anno complicato ma durante il quale, certo, non ci annoieremo. Il mondo sembra in trasformazione e le coordinate intellettuali delle quali ci servivamo per leggerne i cambiamenti ci appaiono incapaci di accompagnarci in questo compito sempre più difficile.
Le novità sono tante e di grande rilievo. Dalla situazione di alcuni paesi europei, all’inizio dell’attività della seconda Commissione a guida von der Leyen, dal ritorno di Donald Trump alla Casa Bianca all’avanzare della cosiddetta “tecnodestra”.
Guardiamo ai paesi europei cominciando da Francia e Germania mai così deboli e frammentate come negli ultimi mesi. La Francia è guidata da un governo in carica da dicembre 2024 sostenuto da macronisti, sarkozisti e liberali. Ha preso il posto del governo Barnier sfiduciato in seguito all’approvazione di una mozione di censura sulla legge di bilancio. La mozione era stata presentata dal Nouveau Front Populaire di Mélenchon ed è passata col voto decisivo della destra lepenista. Il governo Bayrou è il terzo in carica dall’inizio del 2024 dopo quelli presieduti da Gabriel Attal e Michel Barnier. La situazione economica del paese è oggi lungi dall’essere brillante a causa di un gravoso debito pubblico mentre il malcontento popolare non dà l’idea di essere cessato. In queste condizioni e con un Macron in continuo calo di popolarità e improbabile che la Francia possa costituire l’avanguardia di un nuovo sforzo comune europeo. Sostanzialmente il paese è già in campagna elettorale per le prossime presidenziali in programma per il 2027.
In Germania il governo Scholz con la sua coalizione “semaforo”, sempre più col fiato corto, ha finito per dimettersi il 16 dicembre 2024 anche se ancora in carica per il disbrigo degli affari correnti. Le nuove elezioni sono in programma per il 23 febbraio e i sondaggi indicano gli estremisti di destra dell’AFD in crescita col rischio più che reale di poter diventare la seconda forza del Bundestag. La leader di AFD Alice Weidel sembra in gran spolvero. Di lei si parla soprattutto in relazione all’intervento che ha rilasciato ad Elon Musk in cui la politica tedesca ha rilasciato affermazioni destituite do ogni fondamento storico come quando ha definito Hitler un comunista. Come riporta una cronaca dell’incontro tra i due, Weidel ha specificato i che nazionalsocialisti erano dei socialisti antisemiti, che AfD è un partito conservatore e libertario (Weidel è gay) alla ricerca di quello che Robert Nozick definiva “lo Stato minimo”. Tutto ciò rappresenterebbe per Weidel l’antitesi delle politiche hitleriane. Le sue assurde dichiarazioni hanno provocato la fuga in massa di docenti e ricercatori delle università tedesche su X (ex-Twitter), il social network di proprietà di Trump.
Anche paesi più piccoli che hanno una minore incidenza sulla politica europea non sono messi meglio. Prendiamo l’Austria dove il presidente van der Bellen dopo una lunga stagione d’incertezza ha deciso di affidare l’incarico di formare il nuovo governo al leader dell'estrema destra Herbert Kickl che ha ottenuto il 28,8% dei voti alle elezioni di ottobre ed è in trattative con il Partito popolare. La recessione che ha colpito il paese ha messo a nudo tutte le sue debolezze politiche e istituzionali anche se il presidente si è fatto personalmente garante del rispetto dei valori costituzionali.
Kickl è stato per alcuni anni il ghost writer di Jörg Haider per il quale ha coniato negli anni slogan diffamatori e antisemiti. Nel suo programma di governo è prefigurata una politica molto dura verso i migranti e la richiesta di misure legislative, se necessario, anche svincolate dal rispetto delle leggi vigenti pur di raggiungere gli obiettivi ritenuti necessari. Lo scopo finale dell’inasprimento delle misure sui migranti confermerebbe, sostanzialmente, la sua volontà di abolire il diritto d’asilo nel paese. Qualcuno ha voluto mettere in relazione la sua pretesa di mettere la legge al servizio della politica con il pensiero del teorico del Reich Carl Schmitt.
Passiamo ora a vedere come stanno le istituzioni europee. Non benissimo, verrebbe da dire, a partire dalla presidente von der Leyen messa fuori gioco già da diversi giorni da una polmonite che probabilmente la terrà lontana da Bruxelles ancora per parecchio tempo. Sui dossier più caldi (difesa, nuove tecnologie) tutto tace aggravando un quadro già complicato per l’Europa dopo la rielezione negli USA di Donald Trump alla presidenza. Ci riserviamo di commentare in un’altra occasione la condanna di Trump per la vicenda Stormy Daniels e le (mancate) conseguenze sulla sua ascesa alla Casa Bianca. Limitiamoci per ora a considerare il ruolo e l’impatto di Elon Musk sulla nuova amministrazione. Uno degli uomini più ricchi e potenti del mondo avrà un ufficio vicino a Trump con l’incarico di tagliare il budget federale senza per questo cessare di fare affari per le sue compagnie.
Un politico di grande acume e lucidità come Rino Formica, riflettendo sulla sovranità limitata che ha caratterizzato per lungo tempo il rapporto fra Italia e USA ha detto che si sta aprendo un nuovo capitolo nelle relazioni fra i due paesi: se prima l’interesse degli Stati Uniti era quello di avere nell’Italia un junior partner, adesso siamo diventati un soggetto d’interesse solo come terminale per gli affari delle grandi compagnie USA. La punta di lancia di questa nuova visione sembra essere proprio Musk che cerca di piazzare i servizi dei suoi satelliti Starlink al maggior numero di paesi e tra questi l’Italia. Questa possibilità ha scatenato una canea solo parzialmente giustificata perché, Starlink andrebbe a colmare il gap tecnologico che non ha consentito finora di completare la copertura di rete laddove essa si rivela di difficile o antieconomica se fatta con i sistemi tradizionali (rame e fibra). La connessione assicurata dai satelliti di Musk, oltre ad essere economicamente competitiva, non andrebbe a toccare i sistemi crittografati che assicurano le comunicazioni delle forze armate e delle agenzie di intelligence. D’altra parte, un certo grado di responsabilità in questa situazione è da addebitare anche all’Unione europea che si è mossa su questo piano con grande ritardo. Il progetto Iris2 è stato varato dall’UE soltanto nel 2024 e troverà il suo compimento non prima del 2030.
Resta, certo, l’incognita rappresentata dal personaggio Musk, emotivamente instabile e politicamente orientato a sostenere in Europa forze di destra che definire discutibili è dire poco. Esiste la possibilità di scindere il Musk imprenditore dal Musk propagandista? Non è una scommessa a rischio zero eppure sarà necessario farlo o ci troveremo a dover barattare una parte della nostra sovranità con il regime di Pechino.
Le novità sono tante e di grande rilievo. Dalla situazione di alcuni paesi europei, all’inizio dell’attività della seconda Commissione a guida von der Leyen, dal ritorno di Donald Trump alla Casa Bianca all’avanzare della cosiddetta “tecnodestra”.
Guardiamo ai paesi europei cominciando da Francia e Germania mai così deboli e frammentate come negli ultimi mesi. La Francia è guidata da un governo in carica da dicembre 2024 sostenuto da macronisti, sarkozisti e liberali. Ha preso il posto del governo Barnier sfiduciato in seguito all’approvazione di una mozione di censura sulla legge di bilancio. La mozione era stata presentata dal Nouveau Front Populaire di Mélenchon ed è passata col voto decisivo della destra lepenista. Il governo Bayrou è il terzo in carica dall’inizio del 2024 dopo quelli presieduti da Gabriel Attal e Michel Barnier. La situazione economica del paese è oggi lungi dall’essere brillante a causa di un gravoso debito pubblico mentre il malcontento popolare non dà l’idea di essere cessato. In queste condizioni e con un Macron in continuo calo di popolarità e improbabile che la Francia possa costituire l’avanguardia di un nuovo sforzo comune europeo. Sostanzialmente il paese è già in campagna elettorale per le prossime presidenziali in programma per il 2027.
In Germania il governo Scholz con la sua coalizione “semaforo”, sempre più col fiato corto, ha finito per dimettersi il 16 dicembre 2024 anche se ancora in carica per il disbrigo degli affari correnti. Le nuove elezioni sono in programma per il 23 febbraio e i sondaggi indicano gli estremisti di destra dell’AFD in crescita col rischio più che reale di poter diventare la seconda forza del Bundestag. La leader di AFD Alice Weidel sembra in gran spolvero. Di lei si parla soprattutto in relazione all’intervento che ha rilasciato ad Elon Musk in cui la politica tedesca ha rilasciato affermazioni destituite do ogni fondamento storico come quando ha definito Hitler un comunista. Come riporta una cronaca dell’incontro tra i due, Weidel ha specificato i che nazionalsocialisti erano dei socialisti antisemiti, che AfD è un partito conservatore e libertario (Weidel è gay) alla ricerca di quello che Robert Nozick definiva “lo Stato minimo”. Tutto ciò rappresenterebbe per Weidel l’antitesi delle politiche hitleriane. Le sue assurde dichiarazioni hanno provocato la fuga in massa di docenti e ricercatori delle università tedesche su X (ex-Twitter), il social network di proprietà di Trump.
Anche paesi più piccoli che hanno una minore incidenza sulla politica europea non sono messi meglio. Prendiamo l’Austria dove il presidente van der Bellen dopo una lunga stagione d’incertezza ha deciso di affidare l’incarico di formare il nuovo governo al leader dell'estrema destra Herbert Kickl che ha ottenuto il 28,8% dei voti alle elezioni di ottobre ed è in trattative con il Partito popolare. La recessione che ha colpito il paese ha messo a nudo tutte le sue debolezze politiche e istituzionali anche se il presidente si è fatto personalmente garante del rispetto dei valori costituzionali.
Kickl è stato per alcuni anni il ghost writer di Jörg Haider per il quale ha coniato negli anni slogan diffamatori e antisemiti. Nel suo programma di governo è prefigurata una politica molto dura verso i migranti e la richiesta di misure legislative, se necessario, anche svincolate dal rispetto delle leggi vigenti pur di raggiungere gli obiettivi ritenuti necessari. Lo scopo finale dell’inasprimento delle misure sui migranti confermerebbe, sostanzialmente, la sua volontà di abolire il diritto d’asilo nel paese. Qualcuno ha voluto mettere in relazione la sua pretesa di mettere la legge al servizio della politica con il pensiero del teorico del Reich Carl Schmitt.
Passiamo ora a vedere come stanno le istituzioni europee. Non benissimo, verrebbe da dire, a partire dalla presidente von der Leyen messa fuori gioco già da diversi giorni da una polmonite che probabilmente la terrà lontana da Bruxelles ancora per parecchio tempo. Sui dossier più caldi (difesa, nuove tecnologie) tutto tace aggravando un quadro già complicato per l’Europa dopo la rielezione negli USA di Donald Trump alla presidenza. Ci riserviamo di commentare in un’altra occasione la condanna di Trump per la vicenda Stormy Daniels e le (mancate) conseguenze sulla sua ascesa alla Casa Bianca. Limitiamoci per ora a considerare il ruolo e l’impatto di Elon Musk sulla nuova amministrazione. Uno degli uomini più ricchi e potenti del mondo avrà un ufficio vicino a Trump con l’incarico di tagliare il budget federale senza per questo cessare di fare affari per le sue compagnie.
Un politico di grande acume e lucidità come Rino Formica, riflettendo sulla sovranità limitata che ha caratterizzato per lungo tempo il rapporto fra Italia e USA ha detto che si sta aprendo un nuovo capitolo nelle relazioni fra i due paesi: se prima l’interesse degli Stati Uniti era quello di avere nell’Italia un junior partner, adesso siamo diventati un soggetto d’interesse solo come terminale per gli affari delle grandi compagnie USA. La punta di lancia di questa nuova visione sembra essere proprio Musk che cerca di piazzare i servizi dei suoi satelliti Starlink al maggior numero di paesi e tra questi l’Italia. Questa possibilità ha scatenato una canea solo parzialmente giustificata perché, Starlink andrebbe a colmare il gap tecnologico che non ha consentito finora di completare la copertura di rete laddove essa si rivela di difficile o antieconomica se fatta con i sistemi tradizionali (rame e fibra). La connessione assicurata dai satelliti di Musk, oltre ad essere economicamente competitiva, non andrebbe a toccare i sistemi crittografati che assicurano le comunicazioni delle forze armate e delle agenzie di intelligence. D’altra parte, un certo grado di responsabilità in questa situazione è da addebitare anche all’Unione europea che si è mossa su questo piano con grande ritardo. Il progetto Iris2 è stato varato dall’UE soltanto nel 2024 e troverà il suo compimento non prima del 2030.
Resta, certo, l’incognita rappresentata dal personaggio Musk, emotivamente instabile e politicamente orientato a sostenere in Europa forze di destra che definire discutibili è dire poco. Esiste la possibilità di scindere il Musk imprenditore dal Musk propagandista? Non è una scommessa a rischio zero eppure sarà necessario farlo o ci troveremo a dover barattare una parte della nostra sovranità con il regime di Pechino.
Fonte: di Andrea Becherucci