I MANIFESTI ELETTORALI: LE ELEZIONI EUROPEE 2024
28-05-2024 - CRONACHE SOCIALISTE
Il principale strumento della propaganda politica della seconda metà del Novecento nonché viva testimonianza della realtà socio-culturale è stato il manifesto politico.
I manifesti politici che si sono susseguiti nel corso della storia repubblicana hanno raccontato i principali avvenimenti dello scenario nazionale ed europeo. I tabelloni elettorali sono stati animati da fogli di 70x100 centimetri (questa è la dimensione convenzionale), sempre in evoluzione sotto l'aspetto del linguaggio verbale e visivo, che hanno mostrato al grande pubblico la vita politico-istituzionale, i suoi partiti ed i rispettivi leader, le diverse formule politico-governative, i temi identitari, le grandi battaglie, lo scontro politico specie nel momento cruciale delle campagne elettorali.
Il manifesto viene concepito come prodotto di “rapido consumo” tramite il quale mostrare e far vedere e non spiegare la battaglia politica. La forza persuasiva della parola unita dunque alla forza evocativa delle immagini.
Oggi i manifesti politici, con le modifiche del sistema elettorale e con il preso crescente della rapidità e della interattività della rete, nell'ambito della comunicazione politica e del confronto politico elettorale, stanno vivendo una fase di declino nella comunicazione politica. Assenti per lo più nelle competizioni nazionali, trovano spazio per le elezioni amministrative, soprattutto per far conoscere i candidati, e in parte per quelle europee.
Il sistema proporzionale vigente per le consultazioni europee non incentiva le coalizioni, ma, al contrario, incoraggia la sfida tra i partiti anche all'interno della stessa area. Così per le attuali consultazioni europee, in cui l'Italia è chiamata ad esprimere il 10% dei deputati all'Europarlamento, alcuni manifesti elettorali mostrano i singoli candidati, altri i partiti e/o i loro leader, con stili comunicativi riconoscibili e tra loro molto diversi.
La Lega, in una fase di perdita dei consensi, ha impostato una campagna aggressiva nei toni, esasperando alcune delle sue battaglie identitarie. Diversi sono i cartelloni con il volto del segretario Matteo Salvini, candidato in tutte le circoscrizioni ma capolista solo al Centro e al Sud, e slogan simili a quelli usati nel 2019, quando il partito ottenne il 34% dei consensi.
Giorgia Meloni, si è esposta in prima persona, candidandosi – è l'unico capo di governo nell'Ue candidato alle europee – come capolista in tutte le cinque circoscrizioni. Fratelli d'Italia punta anche sul capitale di consenso personale di cui gode la sua leader e Presidente del Consiglio. “Con Giorgia. L'Italia cambia l'Europa” questo lo slogan di FdI.
Forza Italia ha fatto una scelta di brand mantenendo il cognome del suo fondatore, Silvio Berlusconi, nel simbolo e proponendo sui manifesti elettorali un'immagine che ritrae il Cavaliere insieme all'attuale segretario Antonio Tajani, candidato in quattro circoscrizioni. Uno slogan didascalico e coerente con la linea politica di FI: “Al centro dell'Europa” schiaccia a destra La Lega e tiene distanti Azione e Stati Uniti d'Europa.
Il Partito Democratico, in direzione opposta agli avversari, ha avviato una campagna sui poster elettorali senza il volto dei candidati, ponendo l'attenzione su temi di carattere generico. Si rinuncia dunque a una personalizzazione della competizione. Per conquistare voti potranno essere determinati alcuni portatori di voti locali e il voto di opinione.
Infine il Movimento 5 Stelle di Giuseppe Conte, il quale non è candidato alle europee, ha inserito nel simbolo la parola “pace”. Lo slogan, usando un gioco di parole, è “L'Italia che conta, protagonisti in Europa”. I manifesti del M5S tuttavia non sono numerosi, in linea con la preferenza del partito di svolgere campagne comunicative on-line, e puntano su temi nazionali.
I manifesti politici che si sono susseguiti nel corso della storia repubblicana hanno raccontato i principali avvenimenti dello scenario nazionale ed europeo. I tabelloni elettorali sono stati animati da fogli di 70x100 centimetri (questa è la dimensione convenzionale), sempre in evoluzione sotto l'aspetto del linguaggio verbale e visivo, che hanno mostrato al grande pubblico la vita politico-istituzionale, i suoi partiti ed i rispettivi leader, le diverse formule politico-governative, i temi identitari, le grandi battaglie, lo scontro politico specie nel momento cruciale delle campagne elettorali.
Il manifesto viene concepito come prodotto di “rapido consumo” tramite il quale mostrare e far vedere e non spiegare la battaglia politica. La forza persuasiva della parola unita dunque alla forza evocativa delle immagini.
Oggi i manifesti politici, con le modifiche del sistema elettorale e con il preso crescente della rapidità e della interattività della rete, nell'ambito della comunicazione politica e del confronto politico elettorale, stanno vivendo una fase di declino nella comunicazione politica. Assenti per lo più nelle competizioni nazionali, trovano spazio per le elezioni amministrative, soprattutto per far conoscere i candidati, e in parte per quelle europee.
Il sistema proporzionale vigente per le consultazioni europee non incentiva le coalizioni, ma, al contrario, incoraggia la sfida tra i partiti anche all'interno della stessa area. Così per le attuali consultazioni europee, in cui l'Italia è chiamata ad esprimere il 10% dei deputati all'Europarlamento, alcuni manifesti elettorali mostrano i singoli candidati, altri i partiti e/o i loro leader, con stili comunicativi riconoscibili e tra loro molto diversi.
La Lega, in una fase di perdita dei consensi, ha impostato una campagna aggressiva nei toni, esasperando alcune delle sue battaglie identitarie. Diversi sono i cartelloni con il volto del segretario Matteo Salvini, candidato in tutte le circoscrizioni ma capolista solo al Centro e al Sud, e slogan simili a quelli usati nel 2019, quando il partito ottenne il 34% dei consensi.
Giorgia Meloni, si è esposta in prima persona, candidandosi – è l'unico capo di governo nell'Ue candidato alle europee – come capolista in tutte le cinque circoscrizioni. Fratelli d'Italia punta anche sul capitale di consenso personale di cui gode la sua leader e Presidente del Consiglio. “Con Giorgia. L'Italia cambia l'Europa” questo lo slogan di FdI.
Forza Italia ha fatto una scelta di brand mantenendo il cognome del suo fondatore, Silvio Berlusconi, nel simbolo e proponendo sui manifesti elettorali un'immagine che ritrae il Cavaliere insieme all'attuale segretario Antonio Tajani, candidato in quattro circoscrizioni. Uno slogan didascalico e coerente con la linea politica di FI: “Al centro dell'Europa” schiaccia a destra La Lega e tiene distanti Azione e Stati Uniti d'Europa.
Il Partito Democratico, in direzione opposta agli avversari, ha avviato una campagna sui poster elettorali senza il volto dei candidati, ponendo l'attenzione su temi di carattere generico. Si rinuncia dunque a una personalizzazione della competizione. Per conquistare voti potranno essere determinati alcuni portatori di voti locali e il voto di opinione.
Infine il Movimento 5 Stelle di Giuseppe Conte, il quale non è candidato alle europee, ha inserito nel simbolo la parola “pace”. Lo slogan, usando un gioco di parole, è “L'Italia che conta, protagonisti in Europa”. I manifesti del M5S tuttavia non sono numerosi, in linea con la preferenza del partito di svolgere campagne comunicative on-line, e puntano su temi nazionali.
Fonte: di Loredana Nuzzolese