"IL PRESIDENTE TAUMATURGO E DINTORNI"
24-02-2021 - CRONACHE SOCIALISTE
In queste ultime settimane gran parte della stampa nazionale non ha fatto che magnificare le doti da superuomo del nostro nuovo Presidente del Consiglio tirandolo ognuno dalla propria parte. Il gruppo GEDI, guidato dall’ammiraglia La Repubblica si è particolarmente distinto in questa attività. In realtà non conosco il suo percorso scientifico prima di dedicarsi alla lunga e importante carriere di successo come Grand Commis delle istituzioni sia nazionali che internazionali. I quattro anni trascorsi alla Banca Goldman Sachs non possono certo essere sufficienti per definirlo, dandogli una valenza fortemente negativa, un “Banchiere”. Così come definirlo “progressista” perché si è laureato col Prof. Federico Caffè o perché in un’intervista, nel 2015 a Die Zeit, affermò che durante gli anni della contestazione del 1968 si sentiva vicino al socialismo liberale e ciò lo aveva allontanato da qualsiasi estremismo, mi pare eccessivo e fuorviante. Personalmente sono convinto che agirà come sempre ha agito, cercando cioè di risolvere con pragmatismo i problemi che gli si porranno davanti, con una unica stella polare: l’unità dell’Europa, con tutto quello che ne consegue. Il suo intervento programmatico al Senato mi è sembrato simile a quello di gran parte dei Presidenti incaricati: attento nell’individuare i problemi del Paese e a indicarne gli obbiettivi.
Vedremo come li affronterà e come li risolverà.
Le uniche critiche sono venute dall’On. Nicola Fratoianni a sinistra e dall’On. Giorgia Meloni a destra. Le osservazioni dell’On. Fratoianni si basano, soprattutto, sulla gestione dell’ecologia e non come ci si sarebbe aspettato su aspetti inerenti ai temi classici della sinistra di alcuni anni fa. Comunque nessuno di Leu l’ha seguito.
Diverso è stato il discorso dell’On. Meloni che, sia pure cercando di attenuarlo, ha portato avanti la critica che il Prof. Draghi non è stato eletto dal popolo. Orai vorrei far notare che questa osservazione è ridicola in quanto siamo in una Repubblica Parlamentare ed il fatto di chi sia alla guida del Governo è irrilevante in quanto la volontà popolare si incardina nelle Assemblee parlamentari e non nel Governo che ne è una emanazione. Inoltre la Costituzione italiana ha un unicum, rispetto agli altri paesi democratici e non è corretto compararla a meno di numerose puntualizzazioni, in Italia esiste il voto di fiducia preventivo affinché un Governo possa essere nella pienezza dei propri poteri.
Strana crisi aperta sui contenuti da parte di Italia viva (Recory plan insufficiente, Ricorso al MES per la Sanità, ponte sullo stretto di Messina) e conclusasi con un nulla di fatto, da questo punto di vista. Il Presidente Draghi ha ribadito che il Recovery sarà più o meno quello predisposto dal precedente Governo, sul Mes silenzio assoluto, anzi il Sen. Davide Faraone capogruppo di Italia Viva intervenendo al Senato durante il dibattito sulla fiducia al nuovo Governo ha testualmente affermato: “Ci chiedono strumentalmente perché non chiediamo più il Mes. Non lo facciamo perché il nostro Mes è lei, presidente Draghi, e questo governo”. Credo che questa sia, oltre alla ridicolezza dell’affermazione, la dimostrazione che la crisi innestata da Italia Viva aveva finalità diverse da quelle dichiarate.
Non c’è solo Renzi ad aver cambiato idea anche, Salvini approvando la fiducia al Governo ha accettato che l’euro, da bestia nera sia diventato un elemento di sviluppo. Draghi ha affermato, infatti, nel corso della sua relazione: “Sostenere questo governo significa condividere l’irreversibilità della scelta dell’euro, significa condividere la prospettiva di un’Unione Europea sempre più integrata che approderà a un bilancio pubblico comune capace di sostenere i Paesi nei periodi di recessione. Gli Stati nazionali rimangono il riferimento dei nostri cittadini, ma nelle aree definite dalla loro debolezza cedono sovranità nazionale per acquistare sovranità condivisa…. Nei nostri rapporti internazionali questo governo sarà convintamente europeista e atlantista, in linea con gli ancoraggi storici dell’Italia: Unione europea, Alleanza Atlantica, Nazioni Unite.”, Non solo ma anche sui migranti e sulla flat tax Draghi ha espresso idee completamente contrarie a quelle sostenute dal Sen. Salvini fino a poche ore dalla fiducia al governo.
Dunque Parigi val bene una messa? Anche in questo caso è tutto oro quello che luccica?
La posizione dei leaders della Lega e di Italia Viva è troppo clamorosamente contraddittoria per essere attribuita solo alla sete di potere ed alla voglia di partecipare alla gestione del Recovery Plan. Anzi Italia Viva, nel Governo giallo-rosso avrebbe avuto un ruolo di gran lunga maggiore di quello che avrà in questo governo.
Le due “conversioni” sono state troppo repentine per essere veritiere. Ed allora perché i due leaders hanno avuto questo comportamento incomprensibile? In realtà hanno un comune oggetto del desiderio: Forza Italia, ovviamente sperando di rafforzare le rispettive posizioni.
Renzi quando si è accorto che secondo i sondaggi non si schiodava da un misero tre per cento ha cercato di corteggiare i deputati di Forza Italia, purtroppo per lui. Il Presidente del Consiglio Conte non poteva o non sapeva come fare per includerli nella maggioranza senza incorrere nella rottura col M5S, nonostante gli incoraggiamenti del Presidente della Repubblica di allargare la maggioranza. A questo punto Renzi ha iniziato a destabilizzare il Governo perché arrivasse un leader credibile per ripetere la maggioranza “Ursula” e portare nel Governo Forza Italia e poter tentare di farne un sol boccone. Questo gli avrebbe dato la possibilità di presentarsi come leader di uno schieramento che andasse da Forza Italia, al PD, a LEU, al M5S e agli altri piccoli gruppi del centro.
Però è successo qualcosa che ha reso molto problematico questo disegno.
Quando Salvini ha capito che Forza Italia sarebbe entrata al Governo e il Centro destra si sarebbe inevitabilmente spaccato e lo schieramento “Ursula” sarebbe potuto diventare un polo di attrazione importante alle elezioni capace di ribaltare la probabile vittoria del centro destra, ha abbandonato ogni pudore programmatico e cambiando parere su tutto è entrato al Governo. Non a caso ha subito incontrato Berlusconi per rinsaldare l’asse fra i due partiti.
Tutto questo perché si presume che voteremo abbastanza presto. Già si parla di eleggere Draghi a Presidente della Repubblica.
Il M5S ed il PD sono invece in preda ad una confusione totale. Il Movimento è in difficoltà c per divergenze nate all’interno dei gruppi parlamentarie con le relative espulsioni per i dissidenti con un dibattito interno caotico. Il PD si sta dividendo sul nulla. Gli orfani di Renzi accusano il Segretario di un abbraccio troppo stretto con i 5 Stelle e LEU, ma i contestatori non sanno offrire nessuna altra alternativa credibile per un eventuale successo alle prossime elezioni.
Elezioni che si terranno, quasi certamente vista la difficoltà di raggiungere un accordo sulla modifica della legge elettorale, con il Rosatellum che prevede circa il trentasette percento dei seggi del Parlamento attribuiti nei collegi uninominali obbligando i partiti a coalizzarsi pena un bagno di sangue elettorale.
Fonte: di ENNO GHIANDELLI