JEAN LONGUET di Ferdinando Leonzio
22-10-2024 - GALLERIA SOCIALISTA di Ferdinando Leonzio
Ben pochi socialisti nel mondo possono vantare una cerchia parentale e amicale paragonabile a quella in cui ebbe la ventura di nascere e di formarsi politicamente Jean Longuet, in famiglia affettuosamente chiamato Johnny.
Egli ebbe la possibilità di avere dimestichezza o di conoscere a fondo i big del socialismo internazionale della sua epoca: da Friedrich Engels a Eduard Bernstein, a Karl Kautsky (il “Papa della Seconda Internazionale”), da Jean Jaurés a Léon Blum, da Jules Guesde a Lenin e a molti altri di varia nazionalità. Come se non bastasse, era nipote di Karl Marx per parte di madre. Jean-Laurent-Frederick Longuet, nato a Londra il 10 maggio 1876, era infatti figlio di Charles Longuet e di Jenny Marx.
Charles Longuet (1839-1903), nato a Caen, nel 1860 si trasferì a Parigi per studiare diritto. Divenuto un fermo oppositore del regime di Napoleone III, fu costretto ad esulare prima in Belgio e poi (1865) in Inghilterra. Divenuto corrispondente, per il Belgio, del Consiglio Generale della 1a Internazionale, partecipò ai congressi di Losanna (1867) e di Bruxelles (1867). Tornato a Parigi nel 1870, divenne attivo esponente della Comune di Parigi, nel cui Consiglio fu eletto [1].
Caduta la Comune, condannato in contumacia alla deportazione, riuscì a fuggire a Londra, dove entrò nel Consiglio Generale dell'Internazionale, schierandosi contro la corrente anarchica di Bakunin.
A Londra conobbe Jenny, la figlia maggiore di Karl Marx. I due si sposarono il 9 ottobre 1972 ed ebbero sei figli di cui solo quattro arrivarono all'età adulta: Jean, Edgar (1879-1950), medico, Marcel (1881-1949), giornalista, e Jenny (1882-1952), insegnante di piano [2].
Charles si sistemò in Inghilterra, essendo divenuto professore nel Collegio Reale di Oxford, ma nel novembre 1880, grazie ad un'amnistia, poté rientrare a Parigi, dove pubblicò il giornale La Justice. La moglie e i figli lo raggiunsero nell'aprile 1881.
Jenny Marx Longuet (1844-1883), nata a Parigi e poi, assieme ai genitori, emigrata a Londra, giornalista e socialista, figlia maggiore di Karl Marx e di Jenny von Westphalen si batté a fondo perché fosse migliorato il trattamento riservato ai prigionieri politici irlandesi; impartiva anche lezioni di lingua. Morì per un tumore alla vescica l'11 gennaio 1883, a soli 38 anni.
Egli ebbe la possibilità di avere dimestichezza o di conoscere a fondo i big del socialismo internazionale della sua epoca: da Friedrich Engels a Eduard Bernstein, a Karl Kautsky (il “Papa della Seconda Internazionale”), da Jean Jaurés a Léon Blum, da Jules Guesde a Lenin e a molti altri di varia nazionalità. Come se non bastasse, era nipote di Karl Marx per parte di madre. Jean-Laurent-Frederick Longuet, nato a Londra il 10 maggio 1876, era infatti figlio di Charles Longuet e di Jenny Marx.
Charles Longuet (1839-1903), nato a Caen, nel 1860 si trasferì a Parigi per studiare diritto. Divenuto un fermo oppositore del regime di Napoleone III, fu costretto ad esulare prima in Belgio e poi (1865) in Inghilterra. Divenuto corrispondente, per il Belgio, del Consiglio Generale della 1a Internazionale, partecipò ai congressi di Losanna (1867) e di Bruxelles (1867). Tornato a Parigi nel 1870, divenne attivo esponente della Comune di Parigi, nel cui Consiglio fu eletto [1].
Caduta la Comune, condannato in contumacia alla deportazione, riuscì a fuggire a Londra, dove entrò nel Consiglio Generale dell'Internazionale, schierandosi contro la corrente anarchica di Bakunin.
A Londra conobbe Jenny, la figlia maggiore di Karl Marx. I due si sposarono il 9 ottobre 1972 ed ebbero sei figli di cui solo quattro arrivarono all'età adulta: Jean, Edgar (1879-1950), medico, Marcel (1881-1949), giornalista, e Jenny (1882-1952), insegnante di piano [2].
Charles si sistemò in Inghilterra, essendo divenuto professore nel Collegio Reale di Oxford, ma nel novembre 1880, grazie ad un'amnistia, poté rientrare a Parigi, dove pubblicò il giornale La Justice. La moglie e i figli lo raggiunsero nell'aprile 1881.
Jenny Marx Longuet (1844-1883), nata a Parigi e poi, assieme ai genitori, emigrata a Londra, giornalista e socialista, figlia maggiore di Karl Marx e di Jenny von Westphalen si batté a fondo perché fosse migliorato il trattamento riservato ai prigionieri politici irlandesi; impartiva anche lezioni di lingua. Morì per un tumore alla vescica l'11 gennaio 1883, a soli 38 anni.
Friedrich Engels scrisse di lei [3]:
Jenny, la figlia maggiore di Karl Marx, morì ad Argenteuil vicino a Parigi l'11 gennaio. Circa otto anni fa sposò Charles Longuet, ex membro della Comune di Parigi e attualmente co-editore di Justice .
Jenny Marx è nata il 1° maggio 1844, è cresciuta in mezzo al movimento proletario internazionale e più strettamente insieme ad esso. Nonostante una reticenza che potrebbe quasi essere scambiata per timidezza, mostrava all'occorrenza una presenza di spirito ed un'energia che poteva essere invidiata da molti uomini. […]
Il proletariato ha perso in lei una valorosa combattente. Ma suo padre in lutto ha almeno la consolazione che centinaia di migliaia di lavoratori in Europa e in America condividono il suo dolore.
Jenny, la figlia maggiore di Karl Marx, morì ad Argenteuil vicino a Parigi l'11 gennaio. Circa otto anni fa sposò Charles Longuet, ex membro della Comune di Parigi e attualmente co-editore di Justice .
Jenny Marx è nata il 1° maggio 1844, è cresciuta in mezzo al movimento proletario internazionale e più strettamente insieme ad esso. Nonostante una reticenza che potrebbe quasi essere scambiata per timidezza, mostrava all'occorrenza una presenza di spirito ed un'energia che poteva essere invidiata da molti uomini. […]
Il proletariato ha perso in lei una valorosa combattente. Ma suo padre in lutto ha almeno la consolazione che centinaia di migliaia di lavoratori in Europa e in America condividono il suo dolore.
Jenny Marx Longuet ebbe due sorelle minori, a cui era molto legata:
Laura Marx (1845-1911) che nel 1868 sposò il rivoluzionario socialista Paul Lafargue, autore del celebre pamphlet Il diritto all'ozio. Laura tradusse in francese opere di Marx, Engels e Antonio Labriola. Lei e il marito morirono suicidi il 25-11-1911; Eleonora Marx (1855-1898), traduttrice, militante socialista, fu attiva nel campo dei diritti delle donne; dal 1884 ebbe una relazione col politico inglese Edward Avening, assieme al quale, nello stesso anno, partecipò alla fondazione della Socialist League. Eleonora partecipò anche alla fondazione della Seconda Internazionale (1889) e del Partito Laburista Indipendente (1893). Morí suicida il 31 marzo 1998.
Tornato in Francia Jean [4] frequentò a Parigi il liceo Condorcete; poi, a Caen, il liceo Malherbe, dove nel 1895 conseguì il diploma di maturità. Jean, oltre che l'inglese e il francese, appresi in famiglia, parlava anche il tedesco e l'italiano ed era molto interessato ai problemi internazionali.
Conseguita la maturità, si iscrisse alla facoltà di giurisprudenza dell'università di Parigi e cominciò a partecipare attivamente alla politica, iscrivendosi nel 1895 al Partito Operaio Francese (POF) [5], in cui militava anche suo zio Lafargue; ma nel 1898 scelse di avvicinarsi a Jean Jaurés, che affiancò nella fondazione de l'Humanitè.
Insomma, nel frastagliato mondo del socialismo francese il giovane Longuet fu costretto a barcamenarsi fra i rivoluzionari di Jules Guesde (1845-1922) e i riformisti di Jan Jaurés (1859-1914), finché la sua profonda vocazione unitaria emerse pienamente nel congresso di Amsterdam (1904) della Seconda Internazionale, che invitò i socialisti francesi a unificarsi. Fu proprio Longuet, che faceva parte della Commissione di Unificazione, a proporre la nuova denominazione dei socialisti unificati: „Sezione Francese dell'Internazionale“, a cui fu poi aggiunta la parola „Operaia“ (SFIO) [6].
Nel 1905 entrò nell'Ufficio Internazionale Socialista.
Fin da giovane Longuet sentì una forte vocazione per il giornalismo, nel cui esercizio spesso si avvaleva delle sue esperienze internazionali.
Già da giovanissimo infatti aveva scritto per due giornali locali, il Socialista dell'Ovest (1895) e l'Ovest Socialista (1897). Nel 1898 pubblicò su Le Devenir sociale un saggio sul socialismo britannico e poi fu amministratore di Movimento Socialista (creato nel 1899), diresse la rivista Pro Armenia nel 1900 e collaborò al quotidiano L'Européen dal 1901 al 1906, a Le Courrier European, a La Petite République, alla Revue Socialiste e a l'Humanitè (fondato nel 1904), dove curò la rubrica di politica estera fino al 1914.
Collaborò anche a Die Neue (il Nuovo) di Karl Kautsky e a Socialismo di Enrico Ferri. Il giornalismo sarà la sua professione quando diventerà redattore responsabile della politica internazionale (1899-1903) della rivista La Petite République.
Nel 1900 Jean sposò Anita Desvaux [7], un'attivista del Gruppo Femminile Socialista di Parigi. Il 18 aprile 1904 egli seguì Jaurés che aveva fondato l'Humanité, nella redazione di quel giornale, dove continuò ad occuparsi di politica internazionale. Dal 1908 cominciò ad esercitare anche la professione di avvocato. Nel 1911 la famiglia si stabilì a Châtenay-Malabry, nel dipartimento Hauts-de-Seine, nella regione Ile-de-France, dieci chilometri a sud di Parigi.
Dopo l'unificazione dei socialisti nella SFIO fu sempre molto presente e attivo nella vita del partito, della cui Commissione Amministrativa Permanente (= Direzione) fece parte fino alla morte, partecipando ai congressi, scrivendo articoli e libri, specialmente sul movimento operaio internazionale, pubblicando la traduzione delle opere di Marx. Si candidò tre volte in alcune elezioni legislative (1906, 1910, 1912) e a quelle cantonali, ma senza successo. Fu invece eletto in quelle del 1914, nel collegio della Senna [8].
Tale legislatura diventerà una delle più drammatiche a causa dei venti di guerra che cominciavano a soffiare sull'Europa.
Longuet fu uno dei socialisti più impegnati per la pace. Il 13 luglio 1914 partecipò a un incontro di pace a Condé-sur-l'Escaut assieme al deputato socialista tedesco Karl Liebknecht [9].
Dal 28 al 30 luglio, poco prima dello scoppio della guerra, Longuet accompagnò Jean Jaurès a Bruxelles per la riunione dell'Ufficio Socialista Internazionale. Il 31 luglio, al Café du Croissant, era presente quando il pacifista direttore de l'Humanité fu assassinato da un fanatico nazionalista [10]. Longuet restò tutta la notte a vegliarne la salma.
La SFIO aveva sempre preso posizione contro il colonialismo e il nazionalismo guerrafondaio, ma allo scoppio, nel 1914, del conflitto mondiale, votò i crediti di guerra, nonostante il recente assassinio del suo leader più prestigioso Jean Jaurés, attivissimo pacifista e fautore di uno sciopero generale congiunto franco-tedesco onde impedire lo scoppio del conflitto.
Da quel momento la posizione politica di Longuet sulla guerra, pur rimanendo fedele alla tradizione pacifista e internazionalista, si aprì al concetto di difesa nazionale, considerando tuttavia la patria nei suoi valori più alti e progressisti:
Se la Francia viene attaccata, come potrebbero (i socialisti) non essere i primi a difendere la Francia della Rivoluzione e della democrazia, la Francia dell'Enciclopedia, del 1793, del giugno 1848, la Francia di Pressensé [11], di Jaurès? [12]
Laura Marx (1845-1911) che nel 1868 sposò il rivoluzionario socialista Paul Lafargue, autore del celebre pamphlet Il diritto all'ozio. Laura tradusse in francese opere di Marx, Engels e Antonio Labriola. Lei e il marito morirono suicidi il 25-11-1911; Eleonora Marx (1855-1898), traduttrice, militante socialista, fu attiva nel campo dei diritti delle donne; dal 1884 ebbe una relazione col politico inglese Edward Avening, assieme al quale, nello stesso anno, partecipò alla fondazione della Socialist League. Eleonora partecipò anche alla fondazione della Seconda Internazionale (1889) e del Partito Laburista Indipendente (1893). Morí suicida il 31 marzo 1998.
Tornato in Francia Jean [4] frequentò a Parigi il liceo Condorcete; poi, a Caen, il liceo Malherbe, dove nel 1895 conseguì il diploma di maturità. Jean, oltre che l'inglese e il francese, appresi in famiglia, parlava anche il tedesco e l'italiano ed era molto interessato ai problemi internazionali.
Conseguita la maturità, si iscrisse alla facoltà di giurisprudenza dell'università di Parigi e cominciò a partecipare attivamente alla politica, iscrivendosi nel 1895 al Partito Operaio Francese (POF) [5], in cui militava anche suo zio Lafargue; ma nel 1898 scelse di avvicinarsi a Jean Jaurés, che affiancò nella fondazione de l'Humanitè.
Insomma, nel frastagliato mondo del socialismo francese il giovane Longuet fu costretto a barcamenarsi fra i rivoluzionari di Jules Guesde (1845-1922) e i riformisti di Jan Jaurés (1859-1914), finché la sua profonda vocazione unitaria emerse pienamente nel congresso di Amsterdam (1904) della Seconda Internazionale, che invitò i socialisti francesi a unificarsi. Fu proprio Longuet, che faceva parte della Commissione di Unificazione, a proporre la nuova denominazione dei socialisti unificati: „Sezione Francese dell'Internazionale“, a cui fu poi aggiunta la parola „Operaia“ (SFIO) [6].
Nel 1905 entrò nell'Ufficio Internazionale Socialista.
Fin da giovane Longuet sentì una forte vocazione per il giornalismo, nel cui esercizio spesso si avvaleva delle sue esperienze internazionali.
Già da giovanissimo infatti aveva scritto per due giornali locali, il Socialista dell'Ovest (1895) e l'Ovest Socialista (1897). Nel 1898 pubblicò su Le Devenir sociale un saggio sul socialismo britannico e poi fu amministratore di Movimento Socialista (creato nel 1899), diresse la rivista Pro Armenia nel 1900 e collaborò al quotidiano L'Européen dal 1901 al 1906, a Le Courrier European, a La Petite République, alla Revue Socialiste e a l'Humanitè (fondato nel 1904), dove curò la rubrica di politica estera fino al 1914.
Collaborò anche a Die Neue (il Nuovo) di Karl Kautsky e a Socialismo di Enrico Ferri. Il giornalismo sarà la sua professione quando diventerà redattore responsabile della politica internazionale (1899-1903) della rivista La Petite République.
Nel 1900 Jean sposò Anita Desvaux [7], un'attivista del Gruppo Femminile Socialista di Parigi. Il 18 aprile 1904 egli seguì Jaurés che aveva fondato l'Humanité, nella redazione di quel giornale, dove continuò ad occuparsi di politica internazionale. Dal 1908 cominciò ad esercitare anche la professione di avvocato. Nel 1911 la famiglia si stabilì a Châtenay-Malabry, nel dipartimento Hauts-de-Seine, nella regione Ile-de-France, dieci chilometri a sud di Parigi.
Dopo l'unificazione dei socialisti nella SFIO fu sempre molto presente e attivo nella vita del partito, della cui Commissione Amministrativa Permanente (= Direzione) fece parte fino alla morte, partecipando ai congressi, scrivendo articoli e libri, specialmente sul movimento operaio internazionale, pubblicando la traduzione delle opere di Marx. Si candidò tre volte in alcune elezioni legislative (1906, 1910, 1912) e a quelle cantonali, ma senza successo. Fu invece eletto in quelle del 1914, nel collegio della Senna [8].
Tale legislatura diventerà una delle più drammatiche a causa dei venti di guerra che cominciavano a soffiare sull'Europa.
Longuet fu uno dei socialisti più impegnati per la pace. Il 13 luglio 1914 partecipò a un incontro di pace a Condé-sur-l'Escaut assieme al deputato socialista tedesco Karl Liebknecht [9].
Dal 28 al 30 luglio, poco prima dello scoppio della guerra, Longuet accompagnò Jean Jaurès a Bruxelles per la riunione dell'Ufficio Socialista Internazionale. Il 31 luglio, al Café du Croissant, era presente quando il pacifista direttore de l'Humanité fu assassinato da un fanatico nazionalista [10]. Longuet restò tutta la notte a vegliarne la salma.
La SFIO aveva sempre preso posizione contro il colonialismo e il nazionalismo guerrafondaio, ma allo scoppio, nel 1914, del conflitto mondiale, votò i crediti di guerra, nonostante il recente assassinio del suo leader più prestigioso Jean Jaurés, attivissimo pacifista e fautore di uno sciopero generale congiunto franco-tedesco onde impedire lo scoppio del conflitto.
Da quel momento la posizione politica di Longuet sulla guerra, pur rimanendo fedele alla tradizione pacifista e internazionalista, si aprì al concetto di difesa nazionale, considerando tuttavia la patria nei suoi valori più alti e progressisti:
Se la Francia viene attaccata, come potrebbero (i socialisti) non essere i primi a difendere la Francia della Rivoluzione e della democrazia, la Francia dell'Enciclopedia, del 1793, del giugno 1848, la Francia di Pressensé [11], di Jaurès? [12]
E, infatti, quando la guerra scoppió [13] Longuet e tutti i socialisti, accettarono l'union sacré e la SFIO partecipò al governo di unità nazionale. Tuttavia, per Longuet l'accettazione della difesa nazionale non significava l'abbandono dei valori repubblicani e socialisti; ed infatti egli desiderava sempre ristabilire contatti internazionali [14] per raggiungere la pace e porre fine all'immane carneficina, respingendo perciò ogni deriva nazionalistica. Già nel 1915 all'interno della SFIO si formò una minoranza di sinistra pacifista e internazionalista, contraria alla guerra, e Longuet ne divenne il leader; essa nell'ottobre 1916 si organizzò in “Comitato per la difesa del socialismo internazionale”, sostenuta dal giornale La Populaire, fondato nel 1916 da Longuet, assieme a Paul Faure e a Henri Barbusse [15].
Il rovesciamento della maggioranza nel partito avvenne nel corso del Consiglio Nazionale della SFIO del 28-29 luglio 1918, quando la mozione di Longuet prevalse su quella della destra. Tale vittoria venne poi confermata nel congresso dell'ottobre successivo, quando l'ex minoranza conquistò la direzione del partito.
Il rovesciamento della maggioranza nel partito avvenne nel corso del Consiglio Nazionale della SFIO del 28-29 luglio 1918, quando la mozione di Longuet prevalse su quella della destra. Tale vittoria venne poi confermata nel congresso dell'ottobre successivo, quando l'ex minoranza conquistò la direzione del partito.
Il 18 settembre 1919 Longuet si pronunciò, a nome dei socialisti, in un memorabile discorso alla Camera, contro il trattato di Versailles:
[…] non è la pace del diritto quella che ci viene portata. È una pace di forza, una pace di violenza, che ricorda tutte quelle che, nel passato, attraverso i secoli, hanno posto fine ai conflitti che mettevano gli uomini gli uni contro gli altri.
Il direttore de Le Populaire considerava quel trattato contrario agli interessi della Francia e dell'Europa: avrebbe voluto che l'onere della ricostruzione ricadesse anche sugli USA e sulla Gran Bretagna.
Egli chiedeva rispetto e libertà per tutte le nazioni, comprese quelle ancora oppresse o colonizzate come l'Irlanda, l'India, l'Egitto, l'Indocina e la Tunisia. Si schierò anche in difesa della Russia rivoluzionaria. Le sue posizioni progressiste gli attirarono molte simpatie nel proletariato, ma anche molto rancore nella destra nazionalista.
[…] non è la pace del diritto quella che ci viene portata. È una pace di forza, una pace di violenza, che ricorda tutte quelle che, nel passato, attraverso i secoli, hanno posto fine ai conflitti che mettevano gli uomini gli uni contro gli altri.
Il direttore de Le Populaire considerava quel trattato contrario agli interessi della Francia e dell'Europa: avrebbe voluto che l'onere della ricostruzione ricadesse anche sugli USA e sulla Gran Bretagna.
Egli chiedeva rispetto e libertà per tutte le nazioni, comprese quelle ancora oppresse o colonizzate come l'Irlanda, l'India, l'Egitto, l'Indocina e la Tunisia. Si schierò anche in difesa della Russia rivoluzionaria. Le sue posizioni progressiste gli attirarono molte simpatie nel proletariato, ma anche molto rancore nella destra nazionalista.
Ma le amarezze maggiori gli dovevano venire dall'interno del partito. Alle elezioni politiche del novembre 1919 non fu rieletto deputato. La SFIO al congresso di Strasburgo del 25-29 febbraio 1920 si schierò (92 %) per l'uscita dalla Seconda Internazionale, che non aveva saputo opporsi alla guerra, e decise di verificare se c'erano le condizioni per aderire all'Internazionale Comunista (IC) [16].
I due delegati della SFIO (Pierre Frossard e Marcel Cachin) si recarono a Mosca il 31 maggio 1919 e finirono per impegnarsi per l'adesione all'IC.
Sicché, al congresso straordinario di Tours del 25-31 dicembre dello stesso anno, la SFIO si venne a trovare divisa in tre correnti: una di „sinistra“, maggioritaria (3208 voti), con leader Marcel Cachin, decisa ad aderire alla III Internazionale e a trasformarsi quindi in partito comunista; una, di „destra“, dei ricostruttori, guidati da Léon Blum [17], contraria a tale adesione (397 voti, astenuti), e una, il „centro marxista“, guidata da Jean Longuet (1022 voti), favorevole alla III Internazionale, ma a determinate condizioni che salvaguardassero l'autonomia e l'unità del partito. Solo l'unità - sosteneva il leader del „centro marxista“ - poteva impedire che le due frazioni estreme portassero a lidi estranei al socialismo: l'una al ministerialismo, l'altra all'anarchia e alla violenza.
I due delegati della SFIO (Pierre Frossard e Marcel Cachin) si recarono a Mosca il 31 maggio 1919 e finirono per impegnarsi per l'adesione all'IC.
Sicché, al congresso straordinario di Tours del 25-31 dicembre dello stesso anno, la SFIO si venne a trovare divisa in tre correnti: una di „sinistra“, maggioritaria (3208 voti), con leader Marcel Cachin, decisa ad aderire alla III Internazionale e a trasformarsi quindi in partito comunista; una, di „destra“, dei ricostruttori, guidati da Léon Blum [17], contraria a tale adesione (397 voti, astenuti), e una, il „centro marxista“, guidata da Jean Longuet (1022 voti), favorevole alla III Internazionale, ma a determinate condizioni che salvaguardassero l'autonomia e l'unità del partito. Solo l'unità - sosteneva il leader del „centro marxista“ - poteva impedire che le due frazioni estreme portassero a lidi estranei al socialismo: l'una al ministerialismo, l'altra all'anarchia e alla violenza.
Cosí Longuet concluse il suo intervento al congresso:
Quando avrete obbedito per filo e per segno a tutte le indicazioni che vi sono giunte, penso che molti tra voi torneranno. Spero che non sia troppo tardi per il socialismo nel nostro paese. […] Se per salvare la rivoluzione i nostri compagni ci chiedessero di farci uccidere, ce ne sono molti tra noi che lo farebbero, ma ciò che non hanno diritto di fare è quello di rompere il nostro partito, il nostro ideale, di negare il nostro ideale socialista.
Il “Comitato della Terza Internazionale”, vincitore del congresso, si trasferì nell'IC e costituì il partito comunista, portando con sé la testata giornalistica che era stata di Jean Jaurés, l'Humanité. Le altre due correnti si riunirono a parte e decisero di ricostituire la SFIO, con segretario Paul Faure. In effetti un ideale molto importante di Longuet era da sempre quello dell'unità nella libertà, sia del socialismo francese che di quello internazionale.
Sicché quando a Vienna, tra il 22 e il 27 febbraio 1921, fu fondata l'Unione dei Partiti Socialisti per l'Azione Internazionale, detta anche Internazionale di Vienna [18], la SFIO fu tra i partiti fondatori. Scopo della nuova organizzazione era quello di superare la frattura politica e organizzativa del movimento operaio internazionale e di ristabilire l'unità del proletariato.
Tale scopo, nobile, ma illusorio, si rivelò di impossibile realizzazione, per cui l'Internazionale di Vienna, col congresso di Amburgo del 1923, a cui Longuet partecipò, si fuse con la Seconda Internazionale [19], dando vita all'Internazionale Operaia Socialista (IOS), che riuniva centristi e riformisti, con segretario l'austriaco Friedrich Adler (1879-1960) [20]. Longuet entrò nel Comitato Esecutivo dell'IOS.
Nel ventennio fra le due guerre, pur non occupando cariche di prima fila nella SFIO, Jean Longuet fu molto attivo, dedicandosi soprattutto alla protezione dei militanti socialisti vittime delle dittature che si andavano diffondendo in Europa, con una particolare attenzione ai fuorusciti antifascisti italiani e poi anche tedeschi, rifugiatisi in Francia. Sempre attento ai problemi coloniali, seguì con simpatia anche le vicende degli indipendentisti marocchini.
Nel 1934 fu molto colpito dalla repressione contro i socialisti austriaci da parte del governo fascistoide del cancelliere Dolfuss e nel 1935 partecipò alle proteste internazionali contro l'aggressione dell'Italia fascista all'Etiopia.
Nel 1925 fondò e diresse la Nouvelle revue socialiste (1925-1930), che si occupava del socialismo internazionale, riferendo sui vari congressi dei partiti socialisti e sull'attività dell'IOS, analizzando risultati elettorali, ospitando articoli di importanti esponenti del socialismo europeo, come l'austriaco Frederich Adler, segretario dell'IOS, del belga Emile Vandervelde, fondatore del Partito Operaio Belga, dell'italiano Pietro Nenni, segretario del PSI/IOS. La rivista ospitava anche necrologi e indicazioni di letture in altre riviste. Nel 1931 Longuet dovette però lasciare per difficoltà finanziarie.
Collaborò anche all'Enciclopedia socialista, edita da Compère-Morel, pubblicata nel 1913, nella quale scrisse il volume dedicato a Karl Marx, e all'edizione delle Opere complete di Karl Marx nel 1923.
Nel corso del ventennio si candidò più volte in elezioni di vario livello. Non fu eletto alle legislative del 1924, né alle senatoriali del 1927, né alle legislative del 1928. Nella politica locale ebbe più successo. Nel 1925 fu eletto sindaco del comune di Chátenay, carica in cui fu riconfermato fino alla morte, ottenendo buoni risultati durante la sua gestione: distribuzione del gas, acqua corrente, lavori stradali, raccolta dei rifiuti domestici, illuminazione, mense, colonie estive, costruzione di un nuovo municipio nel 1933.
Nel 1929, con riconferma nel 1935, fu eletto anche nel Consiglio Generale nella regione di Ile-de-France. Durante il suo mandato lavorò per la conservazione del Parc de Sceaux e per la creazione di un museo nell'Ile-de-France.
Riuscí a tornare alla Camera per la seconda ed ultima volta alle legislative del 1932, ma non si distinse molto come parlamentare. Non fu riconfermato nelle elezioni del 1936 che diedero la vittoria al Fronte Popolare [21].
All'interno del partito si collocò nella sua ala sinistra, pur cercando sempre il colloquio e la sintesi con l'ala moderata capeggiata da Léon Blum. Si differenziò però nettamente nel 1936 a proposito della politica di “non intervento” nella guerra civile spagnola. Partecipò perciò alle attività del Comitato d'Azione Socialista per la Spagna (CASPE) e del suo organo, Spagna Socialista (1937). Coerentemente si oppose con fermezza al fascismo di tutte le latitudini, ad esempio esprimendosi in questi termini al congresso di Marsiglia del 1937:
Capisco il sentimento ardentemente pacifista delle nostre masse [...] ma la questione è se manterremo la pace permettendo al fascismo internazionale, al fascismo italiano, al fascismo tedesco, di conquistare continuamente posizioni forti che rischiano di costringerci domani alla guerra, cosa che avremmo potuto evitare quando loro avrebbero dovuto cedere.
Al congresso di Royan del giugno 1938 disse profeticamente:
Di ritirata in ritirata, sarete costretti fatalmente alla guerra, ma ad una guerra distruttiva che porterà inevitabilmente al nostro schiacciamento.
La sua morte, avvenuta improvvisamente, in seguito ad un incidente automobilistico, a Aix-les-Bains (Savoia), località balneare e termale, l'11 settembre 1938, suscitò profonda commozione. Se ne andava un uomo saggio, socialista fermo nei suoi principi, fedele alla democrazia, alla lotta di classe e all'internazionalismo, idealista e realista nello stesso tempo.
Ecco come lo descrisse, nel numero del 17 settembre 1938, il Nuovo Avanti, organo del PSI/IOS esule in Francia, diretto da Pietro Nenni, in un articolo intitolato “UN LUTTO DEL SOCIALISMO INTERNAZIONALE – La morte di JEAN LONGUET”:
Domenica scorsa, in una clinica di Aix-les-Baines dov'era stato trasportato in seguito ad un incidente automobilistico, è morto Jean Longuet, una delle figure più eminenti del socialismo francese e del socialismo internazionale. Aveva 62 anni. Era membro del Bureau dell'Internazionale Operaia Socialista e della Commissione Permanente Amministrativa del partito socialista francese. Era stato deputato al Parlamento dal 1914 al 1919 e poi dal 1932 al 1936. Era consigliere generale della Senna e sindaco di Chátenay.
Attraverso una milizia di più di quarant'anni aveva profuso doti eminenti di ingegno e di operosità, mostrandosi il degno nipote di Carlo Marx e il degno figlio di Carlo Longuet, uno dei primi internazionalisti di Francia.
Propagandista indefesso e instancabile, si recava con la moglie ad una riunione di propaganda il giorno in cui rimase vittima del banale incidente che doveva, prematuramente, condurlo alla tomba.
Negli ultimi dieci anni era stato nell'Internazionale e nel suo Partito, uno degli avversari implacabili del fascismo, un preconizzatore dell'unità socialista, dell'unità d'azione e del fronte popolare, per la resistenza al fascismo. Nella guerra dal '14 al '18 era stato il “leader” dei minoritari e, più tardi, nel '19 e nel '20, uno dei critici più vigorosi dei trattati imperialisti di pace. Pacifista lo era rimasto anche in questi ultimi anni, ma di un pacifismo virile, che non gioca con la guerra e con la violenza, ma che non rifiuta di ricorrervi quando la storia ferma al proletariato ogni altro cammino. La Spagna repubblicana lo aveva annoverato perciò fra i suoi amici più fedeli, e noi pure, proscritti italiani, sempre avevamo trovato in Lui un amico devoto. Ed ecco anch'Egli se n'è andato, mentre lo spettro della guerra fascista si erge sull'Europa.
Noi ci inchiniamo sulla tomba di Jean Longuet. Il suo Partito – che è pure il nostro -; la sua compagna derelitta; i suoi figlioli – che ne continuano l'insegnamento e l'opera – sanno con quale spirito noi li preghiamo di associarci al loro dolore. In quest'ora crudele, di Jean Longuet vogliamo far nostra la lezione di ottimismo e di fede che dette attraverso tutta la sua vita operosa. Vedeva le difficoltà, i pericoli, e si elevava al di sopra di esse e di essi. Valutava la forza del nemico di classe, ma non ne subiva il ricatto. Aveva una fede assoluta nelle risorse di energia e di volontà del proletariato. Perciò era sempre per il combattimento. Mai per la capitolazione. Grave è che egli sia scomparso dalla scena politica mentre l'Internazionale aveva più che mai bisogno di Lui. Ne rimane l'esempio. Noi ci sforzeremo di seguirlo.
Quando avrete obbedito per filo e per segno a tutte le indicazioni che vi sono giunte, penso che molti tra voi torneranno. Spero che non sia troppo tardi per il socialismo nel nostro paese. […] Se per salvare la rivoluzione i nostri compagni ci chiedessero di farci uccidere, ce ne sono molti tra noi che lo farebbero, ma ciò che non hanno diritto di fare è quello di rompere il nostro partito, il nostro ideale, di negare il nostro ideale socialista.
Il “Comitato della Terza Internazionale”, vincitore del congresso, si trasferì nell'IC e costituì il partito comunista, portando con sé la testata giornalistica che era stata di Jean Jaurés, l'Humanité. Le altre due correnti si riunirono a parte e decisero di ricostituire la SFIO, con segretario Paul Faure. In effetti un ideale molto importante di Longuet era da sempre quello dell'unità nella libertà, sia del socialismo francese che di quello internazionale.
Sicché quando a Vienna, tra il 22 e il 27 febbraio 1921, fu fondata l'Unione dei Partiti Socialisti per l'Azione Internazionale, detta anche Internazionale di Vienna [18], la SFIO fu tra i partiti fondatori. Scopo della nuova organizzazione era quello di superare la frattura politica e organizzativa del movimento operaio internazionale e di ristabilire l'unità del proletariato.
Tale scopo, nobile, ma illusorio, si rivelò di impossibile realizzazione, per cui l'Internazionale di Vienna, col congresso di Amburgo del 1923, a cui Longuet partecipò, si fuse con la Seconda Internazionale [19], dando vita all'Internazionale Operaia Socialista (IOS), che riuniva centristi e riformisti, con segretario l'austriaco Friedrich Adler (1879-1960) [20]. Longuet entrò nel Comitato Esecutivo dell'IOS.
Nel ventennio fra le due guerre, pur non occupando cariche di prima fila nella SFIO, Jean Longuet fu molto attivo, dedicandosi soprattutto alla protezione dei militanti socialisti vittime delle dittature che si andavano diffondendo in Europa, con una particolare attenzione ai fuorusciti antifascisti italiani e poi anche tedeschi, rifugiatisi in Francia. Sempre attento ai problemi coloniali, seguì con simpatia anche le vicende degli indipendentisti marocchini.
Nel 1934 fu molto colpito dalla repressione contro i socialisti austriaci da parte del governo fascistoide del cancelliere Dolfuss e nel 1935 partecipò alle proteste internazionali contro l'aggressione dell'Italia fascista all'Etiopia.
Nel 1925 fondò e diresse la Nouvelle revue socialiste (1925-1930), che si occupava del socialismo internazionale, riferendo sui vari congressi dei partiti socialisti e sull'attività dell'IOS, analizzando risultati elettorali, ospitando articoli di importanti esponenti del socialismo europeo, come l'austriaco Frederich Adler, segretario dell'IOS, del belga Emile Vandervelde, fondatore del Partito Operaio Belga, dell'italiano Pietro Nenni, segretario del PSI/IOS. La rivista ospitava anche necrologi e indicazioni di letture in altre riviste. Nel 1931 Longuet dovette però lasciare per difficoltà finanziarie.
Collaborò anche all'Enciclopedia socialista, edita da Compère-Morel, pubblicata nel 1913, nella quale scrisse il volume dedicato a Karl Marx, e all'edizione delle Opere complete di Karl Marx nel 1923.
Nel corso del ventennio si candidò più volte in elezioni di vario livello. Non fu eletto alle legislative del 1924, né alle senatoriali del 1927, né alle legislative del 1928. Nella politica locale ebbe più successo. Nel 1925 fu eletto sindaco del comune di Chátenay, carica in cui fu riconfermato fino alla morte, ottenendo buoni risultati durante la sua gestione: distribuzione del gas, acqua corrente, lavori stradali, raccolta dei rifiuti domestici, illuminazione, mense, colonie estive, costruzione di un nuovo municipio nel 1933.
Nel 1929, con riconferma nel 1935, fu eletto anche nel Consiglio Generale nella regione di Ile-de-France. Durante il suo mandato lavorò per la conservazione del Parc de Sceaux e per la creazione di un museo nell'Ile-de-France.
Riuscí a tornare alla Camera per la seconda ed ultima volta alle legislative del 1932, ma non si distinse molto come parlamentare. Non fu riconfermato nelle elezioni del 1936 che diedero la vittoria al Fronte Popolare [21].
All'interno del partito si collocò nella sua ala sinistra, pur cercando sempre il colloquio e la sintesi con l'ala moderata capeggiata da Léon Blum. Si differenziò però nettamente nel 1936 a proposito della politica di “non intervento” nella guerra civile spagnola. Partecipò perciò alle attività del Comitato d'Azione Socialista per la Spagna (CASPE) e del suo organo, Spagna Socialista (1937). Coerentemente si oppose con fermezza al fascismo di tutte le latitudini, ad esempio esprimendosi in questi termini al congresso di Marsiglia del 1937:
Capisco il sentimento ardentemente pacifista delle nostre masse [...] ma la questione è se manterremo la pace permettendo al fascismo internazionale, al fascismo italiano, al fascismo tedesco, di conquistare continuamente posizioni forti che rischiano di costringerci domani alla guerra, cosa che avremmo potuto evitare quando loro avrebbero dovuto cedere.
Al congresso di Royan del giugno 1938 disse profeticamente:
Di ritirata in ritirata, sarete costretti fatalmente alla guerra, ma ad una guerra distruttiva che porterà inevitabilmente al nostro schiacciamento.
La sua morte, avvenuta improvvisamente, in seguito ad un incidente automobilistico, a Aix-les-Bains (Savoia), località balneare e termale, l'11 settembre 1938, suscitò profonda commozione. Se ne andava un uomo saggio, socialista fermo nei suoi principi, fedele alla democrazia, alla lotta di classe e all'internazionalismo, idealista e realista nello stesso tempo.
Ecco come lo descrisse, nel numero del 17 settembre 1938, il Nuovo Avanti, organo del PSI/IOS esule in Francia, diretto da Pietro Nenni, in un articolo intitolato “UN LUTTO DEL SOCIALISMO INTERNAZIONALE – La morte di JEAN LONGUET”:
Domenica scorsa, in una clinica di Aix-les-Baines dov'era stato trasportato in seguito ad un incidente automobilistico, è morto Jean Longuet, una delle figure più eminenti del socialismo francese e del socialismo internazionale. Aveva 62 anni. Era membro del Bureau dell'Internazionale Operaia Socialista e della Commissione Permanente Amministrativa del partito socialista francese. Era stato deputato al Parlamento dal 1914 al 1919 e poi dal 1932 al 1936. Era consigliere generale della Senna e sindaco di Chátenay.
Attraverso una milizia di più di quarant'anni aveva profuso doti eminenti di ingegno e di operosità, mostrandosi il degno nipote di Carlo Marx e il degno figlio di Carlo Longuet, uno dei primi internazionalisti di Francia.
Propagandista indefesso e instancabile, si recava con la moglie ad una riunione di propaganda il giorno in cui rimase vittima del banale incidente che doveva, prematuramente, condurlo alla tomba.
Negli ultimi dieci anni era stato nell'Internazionale e nel suo Partito, uno degli avversari implacabili del fascismo, un preconizzatore dell'unità socialista, dell'unità d'azione e del fronte popolare, per la resistenza al fascismo. Nella guerra dal '14 al '18 era stato il “leader” dei minoritari e, più tardi, nel '19 e nel '20, uno dei critici più vigorosi dei trattati imperialisti di pace. Pacifista lo era rimasto anche in questi ultimi anni, ma di un pacifismo virile, che non gioca con la guerra e con la violenza, ma che non rifiuta di ricorrervi quando la storia ferma al proletariato ogni altro cammino. La Spagna repubblicana lo aveva annoverato perciò fra i suoi amici più fedeli, e noi pure, proscritti italiani, sempre avevamo trovato in Lui un amico devoto. Ed ecco anch'Egli se n'è andato, mentre lo spettro della guerra fascista si erge sull'Europa.
Noi ci inchiniamo sulla tomba di Jean Longuet. Il suo Partito – che è pure il nostro -; la sua compagna derelitta; i suoi figlioli – che ne continuano l'insegnamento e l'opera – sanno con quale spirito noi li preghiamo di associarci al loro dolore. In quest'ora crudele, di Jean Longuet vogliamo far nostra la lezione di ottimismo e di fede che dette attraverso tutta la sua vita operosa. Vedeva le difficoltà, i pericoli, e si elevava al di sopra di esse e di essi. Valutava la forza del nemico di classe, ma non ne subiva il ricatto. Aveva una fede assoluta nelle risorse di energia e di volontà del proletariato. Perciò era sempre per il combattimento. Mai per la capitolazione. Grave è che egli sia scomparso dalla scena politica mentre l'Internazionale aveva più che mai bisogno di Lui. Ne rimane l'esempio. Noi ci sforzeremo di seguirlo.
- Il Consiglio della Comune fu eletto il 26-3-1871. Esso era composto di 93 consiglieri, in maggioranza socialisti di varie tendenze (proudhoniani, blanquisti, marxisti). Gli altri erano neogiacobini o indipendenti.
- Gli altri due, morti in tenera età, erano Charles (1873-1874) e Harry (1878-1883).
- Der Sozialdemokrat, 13-1-1883.
- Dopo la morte della madre, passò infanzia e adolescenza in parte con la zia materna Eleanor Marx, cui era molto legato, che lo riportò in Inghilterra; e, al ritorno in Francia, con la famiglia paterna a Caen.
- Nel 1902 il Partito Operaio Francese di Jules Guesde si fuse col Partito Socialista Rivoluzionario di Edouard Vaillant, dando vita al Partito Socialista di Francia.
- Nel congresso dell'unità, svoltosi a Parigi dal 23 al 25 aprile 1905, i due maggiori partiti socialisti, il riformista Partito Socialista Francese (PSF) e il rivoluzionario Partito Socialista di Francia si fusero, seguendo le indicazioni dell'Internazionale, dando vita alla Sezione Francese dell'Internazionale Operaia (SFIO). Ne erano principali esponenti Jules Guesde, Edouard Vaillant, Paul Lafargue (genero di Marx) e Jean Jaurés.
- Anita Desvaux, nata il 28-4-1875, che aveva avuto il suo nome in omaggio ad Anita Garibaldi, traduttrice, era una militante socialista. In particolare effettuava delle traduzioni dall'inglese per il giornale La Populaire. Nel 1900 sposò Jean Longuet, con cui rimarrà fino alla morte di quest'ultimo, avvenuta nel 1938, in seguito a un incidente automobilistico. La coppia ebbe due figli: Robert (1901-1987), avvocato e giornalista, e Charles/Karl (1904-1981), che fu membro della Resistenza francese e divenne un famoso scultore. Anita morì il 13-10-1960.
- La SFIO vi ottenne il 15,7 % e 89 seggi su 601.
- Karl Liebknecht (1871-1919) era figlio di Wilhelm, uno dei fondatori dell'SPD. Divenuto avvocato, si trasferì dalla natìa Lipsia a Berlino, dove aprì uno studio legale. Nel 1900 si iscrisse all'SPD e fu presidente dell'Internazionale Socialista Giovanile dal 1907 al 1910. Si schierò con l'ala sinistra del partito e nel 1912 venne eletto deputato. Si oppose alla guerra e fu critico verso le posizioni moderate di Kautsky. Alla fine del 1914 fu uno dei fondatori della Lega di Spartaco. In seguito all'insurrezione del gennaio 1919 fu rapito, come anche Rosa Luxemburg, dai militari dei „corpi franchi“, torturato e ucciso.
- Sull'assassinio di Jean Jaurés si può vedere l'articolo di Ferdinando Leonzio Fascisti e socialisti sulla rivista mensile online La Rivoluzione Democratica del settembre 2019.
- Francis de Pressensé (1853-1914), politico socialista, eletto deputato nel 1902.
- Già nel 1912 Longuet aveva scritto: Non separiamo l'amore per il nostro paese e l'amore per l'umanità, vogliamo che i lavoratori di tutti i paesi comprendano l'identità dei loro interessi. Ma il giorno in cui la nostra indipendenza nazionale sarà minacciata, saremo in prima linea fra i suoi difensori.
- La guerra ebbe inizio il 26-7.1914 con la dichiarazione di guerra dell'Impero austro-ungarico alla Serbia. Il 1° -8-1914 la Germania dichiarò guerra alla Russia e il 3 anche alla Francia.
- Il 12-4-1915 incontrò la minoranza pacifista tedesca a Berna.
- Il 10 aprile 1918, Longuet ne divenne direttore politico.
- L'Internazionale Comunista (IC) o Terza Internazionale, sotto la spinta di Lenin e della rivoluzione bolscevica del 1917, fu fondata a Mosca il 2-3-1919. Successivamente essa approvò le “21 condizioni” che dovevano essere accettate da tutti i partiti che volevano aderirvi. Sarà sciolta il 15-5-1943, nel corso della seconda guerra mondiale.
- La corrente guidata da Blum era però maggioritaria nel gruppo parlamentare.
- Per scherno dai comunisti fu anche definita “Internazionale due e mezzo”, perché essa si collocava politicamente tra la Seconda e la Terza Internazionale.
- La Seconda Internazionale, dissoltasi nel 1914, era stata ricostituita, soprattutto per impulso del Partito Laburista britannico, col congresso di Ginevra del luglio 1920.
- Friedrich Adler (1879-1960), leader della sinistra del partito socialista austriaco e direttore del giornale Der Kampf (La Battaglia), era divenuto famoso per aver ucciso, il 21 ottobre 1916, il primo ministro austriaco Karl von Sturgkh, da lui ritenuto responsabile del proseguimento della guerra. Condannato prima all'ergastolo e poi a 18 anni di carcere, Adler era stato amnistiato dopo la proclamazione della repubblica ed era divenuto vicepresidente del suo partito.
- Come in Spagna, anche in Francia il Fronte popolare (comunisti, socialisti, repubblicani, radicali e radical-socialisti) risultò vittorioso alle elezioni politiche del 26/4 e 3/5 1936, conquistando 386 seggi (di cui 149 i socialisti) su 608. Il governo che ne derivò, presieduto dal socialista Léon Blum, scelse di non intervenire a favore della Repubblica di Spagna, aggredita dai fascisti spagnoli, italiani e tedeschi, per timore di scatenare una nuova guerra europea.
Fonte: di Ferdinando Leonzio