"LA GUERRA, L’UE E LA NATO"
23-05-2022 - CRONACHE SOCIALISTE
Il 9 novembre 2019, in una intervista rilasciata all'Economist, il presidente francese Emmanuel Macron aveva dichiarato lo stato di morte cerebrale della NATO e, allo stesso tempo, aveva elogiato il processo d'integrazione europea definendolo un ‘miracolo' che aveva assicurato al continente settant'anni di pace e prosperità. La situazione politica era molto diversa da quella di oggi: l'Unione europea aveva appena subito lo shock della Brexit e la qualità del rapporto con l'altra sponda dell'Atlantico sotto la presidenza di Donald Trump aveva toccato uno dei punti più bassi. Macron sosteneva che l'Europa si era fondata fin dall'inizio su un accordo: i paesi europei avrebbero avuto accesso alle risorse del Piano Marshall e, in cambio, avrebbero sostenuto il progetto europeo e avrebbero aderito alla NATO, tutto questo sotto lo sguardo benevolente del ‘grande padre' di Washington. Si veniva così a creare un'alleanza fra diseguali dove i paesi europei avrebbero ricoperto necessariamente il ruolo di ‘junior partner'.
L'Europa si trovava, inoltre, alle prese per la prima volta con un presidente americano che le aveva deliberatamente voltato le spalle e con l'apparizione di potenze dal volto autoritario come Turchia e Russia che premevano alle porte dell'UE. Tutti questi elementi avevano portato il presidente francese a rivendicare per l'Europa una nuova sovranità militare. Macron rilevava che se sul piano operativo la dottrina militare della NATO era ancora facilmente applicabile, era sul piano più propriamente strategico e politico che emergevano seri problemi di coordinamento. Nella stessa occasione aveva invocato una nuova politica di vicinato dell'UE per la Russia al fine di evitare che fosse la NATO ad occuparsene in sua vece.
Due anni e mezzo dopo, Macron è stato riconfermato alla presidenza della Repubblica e Joe Biden ha preso il posto di Trump alla Casa Bianca mentre il resto degli attori sono praticamente gli stessi.
Mentre scriviamo la Finlandia ha presentato ufficialmente la domanda di adesione alla NATO e la Svezia si appresta a fare altrettanto. È del tutto evidente che la guerra russo-ucraina ha costituito l'occasione che ha rivitalizzato una organizzazione se non proprio in stato di ‘morte cerebrale', comunque molto affaticata e dal respiro corto.
L'Europa si trovava, inoltre, alle prese per la prima volta con un presidente americano che le aveva deliberatamente voltato le spalle e con l'apparizione di potenze dal volto autoritario come Turchia e Russia che premevano alle porte dell'UE. Tutti questi elementi avevano portato il presidente francese a rivendicare per l'Europa una nuova sovranità militare. Macron rilevava che se sul piano operativo la dottrina militare della NATO era ancora facilmente applicabile, era sul piano più propriamente strategico e politico che emergevano seri problemi di coordinamento. Nella stessa occasione aveva invocato una nuova politica di vicinato dell'UE per la Russia al fine di evitare che fosse la NATO ad occuparsene in sua vece.
Due anni e mezzo dopo, Macron è stato riconfermato alla presidenza della Repubblica e Joe Biden ha preso il posto di Trump alla Casa Bianca mentre il resto degli attori sono praticamente gli stessi.
Mentre scriviamo la Finlandia ha presentato ufficialmente la domanda di adesione alla NATO e la Svezia si appresta a fare altrettanto. È del tutto evidente che la guerra russo-ucraina ha costituito l'occasione che ha rivitalizzato una organizzazione se non proprio in stato di ‘morte cerebrale', comunque molto affaticata e dal respiro corto.
Vi è poi un'altra questione non meno importante. Molti dei paesi dell'Europa orientale già appartenenti all'ex-blocco sovietico membri dell'UE e della NATO sembrano privilegiare la seconda affiliazione rispetto alla prima. Come ha fatto più volte notare l'ambasciatore Sergio Romano questa doppia fedeltà produce spesso dei risultati non in linea con le aspirazioni della gran parte dei paesi membri dell'UE. Ad esempio, quando Macron ha rilanciato l'ipotesi di un esercito comune europeo, sia Washington che alcuni di questi paesi hanno fatto cadere la proposta.
È chiaro, a questo punto, che per procedere nel solco di uno sviluppo ulteriore dell'integrazione europea sarà necessario sciogliere questo nodo.
Fonte: di Andrea Becherucci