LA NECESSITA' DELLA DIFESA EUROPEA
27-03-2024 - STORIE&STORIE
Marco Buti e Vittorio Messori hanno fatto il punto di recente sul «Sole 24 Ore» riguardo alle sfide che attendono l'Unione Europea nel 2024. Tra queste non c'è dubbio che vi sia quella per una difesa comune dal momento che si sta definendo un nuovo ordine globale e che l'UE ha la vitale necessità di non rimanerne tagliata fuori. L'invasione russa dell'Ucraina, il riaccendersi del conflitto in Medio Oriente, le minacce cinesi all'indipendenza di Taiwan costringono a ripensare attivamente le contromisure da approntare.
La più che probabile rielezione alla Casa Bianca di Donald Trump indica che l'UE ha l'urgenza di riconsiderare le coordinate della propria difesa. Se è vero che l'Unione Europea ha dimostrato di essere capace di agire solo in condizioni di estrema necessità (pandemia docet), non ci può essere una circostanza migliore di questa per affrontare il problema.
Donald Trump ha ripetuto in più occasioni che gli europei saranno costretti a farsi carico della propria difesa e che non potranno più attendersi il sostegno degli Stati Uniti com'è accaduto finora. Per far capire meglio il concetto non ha escluso neppure che gli USA possano uscire dalla NATO.
Tutto questo implica, in primo luogo, un rafforzamento dell'industria europea degli armamenti, a cominciare dal settore aerospaziale e la volontà dei paesi aderenti all'UE e della Gran Bretagna di mettere in comune le proprie forze a tutela del continente. Sotto il primo profilo, i paesi europei hanno una capacità produttiva nettamente insufficiente, risultano spesso acquistare i propri sistemi d'arma da paesi terzi e investono in ricerca e sviluppo su questi settori cifre irrilevanti. Relativamente al secondo punto, fino a questo momento, ostacoli di varia natura hanno impedito che si giungesse finora anche solo a un embrione di difesa comune europea, eppure Trump, di recente, con i toni da cow-boy che gli sono propri ha minacciato gli europei affermando che gli USA non avrebbero difeso uno qualunque dei membri europei della NATO che non avesse raggiunto il 2% del PIL quale quota di finanziamento all'alleanza.
A detta delle autorità di Bruxelles queste parole del presidente USA “in pectore” fanno solo parte di una lunga teoria di sciocchezze elettorali (chissà quante altre ne dovremo sentire da qua a novembre!) e tuttavia sarebbe bene dare loro il peso che potrebbero avere perché pronunciate da un personaggio imprevedibile come pochi altri.
Per evitare di mettere a rischio la nostra difesa ogni quattro anni, come ha detto il commissario europeo al Mercato interno Thierry Breton, dobbiamo cercare di coordinare sempre di più le risorse utili alla difesa dell'Europa. Forse il 2024 potrà portare delle novità importanti su questo tema.
La più che probabile rielezione alla Casa Bianca di Donald Trump indica che l'UE ha l'urgenza di riconsiderare le coordinate della propria difesa. Se è vero che l'Unione Europea ha dimostrato di essere capace di agire solo in condizioni di estrema necessità (pandemia docet), non ci può essere una circostanza migliore di questa per affrontare il problema.
Donald Trump ha ripetuto in più occasioni che gli europei saranno costretti a farsi carico della propria difesa e che non potranno più attendersi il sostegno degli Stati Uniti com'è accaduto finora. Per far capire meglio il concetto non ha escluso neppure che gli USA possano uscire dalla NATO.
Tutto questo implica, in primo luogo, un rafforzamento dell'industria europea degli armamenti, a cominciare dal settore aerospaziale e la volontà dei paesi aderenti all'UE e della Gran Bretagna di mettere in comune le proprie forze a tutela del continente. Sotto il primo profilo, i paesi europei hanno una capacità produttiva nettamente insufficiente, risultano spesso acquistare i propri sistemi d'arma da paesi terzi e investono in ricerca e sviluppo su questi settori cifre irrilevanti. Relativamente al secondo punto, fino a questo momento, ostacoli di varia natura hanno impedito che si giungesse finora anche solo a un embrione di difesa comune europea, eppure Trump, di recente, con i toni da cow-boy che gli sono propri ha minacciato gli europei affermando che gli USA non avrebbero difeso uno qualunque dei membri europei della NATO che non avesse raggiunto il 2% del PIL quale quota di finanziamento all'alleanza.
A detta delle autorità di Bruxelles queste parole del presidente USA “in pectore” fanno solo parte di una lunga teoria di sciocchezze elettorali (chissà quante altre ne dovremo sentire da qua a novembre!) e tuttavia sarebbe bene dare loro il peso che potrebbero avere perché pronunciate da un personaggio imprevedibile come pochi altri.
Per evitare di mettere a rischio la nostra difesa ogni quattro anni, come ha detto il commissario europeo al Mercato interno Thierry Breton, dobbiamo cercare di coordinare sempre di più le risorse utili alla difesa dell'Europa. Forse il 2024 potrà portare delle novità importanti su questo tema.
Fonte: di Andrea Becherucci