"LA PARTITA DELL'INTELLIGENZA ARTIFICIALE"
27-07-2023 - STORIE&STORIE
La nostra vita digitale non conosce alcuna tregua: sempre più attività della vita quotidiana sono legate alla pervasività delle piattaforme, alle tecnologie digitali ritenute quasi “taken for granted” scontate.
L’intelligenza artificiale ovvero l’abilità di una macchina di mostrare capacità umane quali il ragionamento, l'apprendimento, la pianificazione e la creatività è presente nella odierna società ed economia sotto varie forme. Si pensi, ad esempio, ai software come assistenti virtuali, agli strumenti di analisi di immagini, ai motori di ricerca che apprendono da grandi serie di dati, forniti dagli utenti, per offrire i risultati di ricerca, ai sistemi di riconoscimento facciale e vocale, a quelli per analizzare grandi quantità di dati medici e individuare relazioni e modelli per migliorare le diagnosi e la prevenzione o ai robot impiegati nella filiera agro alimentare o ad uso industriale.
Il tema dell’intelligenza artificiale e dei suoi sviluppi, fra opportunità e rischi, è sempre più al centro del dibattito nazionale e europeo. La progettazione e l’implementazione delle tecnologie della connessione e l’utilizzo dei dati infatti influenzano la società, la produzione di beni e servizi, la crescita economica del Paese e la sua egemonia, l’ecosistema della informazione e il dibattito pubblico. Riguardo quest’ultimo aspetto, le logiche degli algoritmi sono in grado di creare camere dell’eco o bolle informative ovvero dei meccanismi online di polarizzazione dell’informazione che possono contribuire alla proliferazione delle fake news o comunque di varie forme di distorsione dell’informazione, capaci di alterare potenzialmente i processi democratici.
Lo scorso 14 giugno il Parlamento europeo ha approvato l’“AI Act” ossia un regolamento che determina regole uniformi di accesso al mercato europeo dei sistemi di intelligenza artificiale. Si tratta del primo tentativo di regolamentazione del settore – nessuno Stato, finanche oltreoceano, ha ancora adottato una normativa in merito – che tuttavia potrebbe scontrarsi con la velocità e la liquidità della tecnologia, con l’avanzare di una realtà in continuo movimento.
L’obbiettivo del quadro normativo, attualmente nelle fase di negoziazione interistituzionale – si ipotizza la sua adozione prima delle elezioni europee del 2024 – , è diminuire i rischi per la sicurezza e per i diritti fondamentali dei cittadini e delle impese, con un approccio imperniato su una "piramide di rischio" ascendente classificata su tre categorie: rischio basso, alto rischio, rischio inaccettabile. Fra i sistemi ad alto rischio sono stati individuati dal Parlamento europeo quelli che potrebbero influenzare gli elettori durante le campagne elettorali nonché l’esito delle stesse.
In Italia l’intelligenza artificiale è in parte sbarcata anche nel mondo istituzionale. In Consiglio Comunale di Reggio Emilia, il capogruppo di +Europa, Giacomo Benassi, ha presentato il mese scorso una mozione, approvata, interamente generata dall’intelligenza artificiale. Nel testo della mozione si invita a promuovere l'introduzione dell'IA come strumento a supporto delle pubbliche amministrazioni, al fine di migliorare l'efficienza e l'efficacia dei servizi pubblici offerti ai cittadini. Diverse amministrazioni si servono dell’intelligenza artificiale per analizzare dati demografici, di traffico, di sicurezza pubblica e altri dati urbani utili a prendere decisioni informate sulla pianificazione urbana.
Per la prima volta l’intelligenza artificiale è arrivata anche a Palazzo Madama. A maggio, il Senatore bolognese di Azione, Marco Lombardo, è intervenuto in aula sul disegno di legge di ratifica degli accordi Italia-Svizzera che riguarda i lavoratori frontalieri, con un testo interamente redatto dall’intelligenza artificiale. Un discorso ineccepibile con un solo errore nel passaggio sul tema del telelavoro, mantenuto volontariamente dall’onorevole. L’intento di tale provocazione è stato quello di tenere vivo il dibattito sulle implicazioni etiche, economiche e giuridiche dell’utilizzo dell’IA, su come e su quale modello sociale organizzare il suo sviluppo.
Intanto il Comitato di Vigilanza sull’attività di documentazione della Camera, ha avviato una serie di audizioni con lo scopo di comprendere le potenzialità e l’avanzamento dell’intelligenza artificiale e dei suoi algoritmi. Lo scopo è anche quello di studiare una possibile applicazione dell’intelligenza artificiale all’interno della documentazione parlamentare, a supporto dell’attività del Parlamento.
L’intelligenza artificiale ovvero l’abilità di una macchina di mostrare capacità umane quali il ragionamento, l'apprendimento, la pianificazione e la creatività è presente nella odierna società ed economia sotto varie forme. Si pensi, ad esempio, ai software come assistenti virtuali, agli strumenti di analisi di immagini, ai motori di ricerca che apprendono da grandi serie di dati, forniti dagli utenti, per offrire i risultati di ricerca, ai sistemi di riconoscimento facciale e vocale, a quelli per analizzare grandi quantità di dati medici e individuare relazioni e modelli per migliorare le diagnosi e la prevenzione o ai robot impiegati nella filiera agro alimentare o ad uso industriale.
Il tema dell’intelligenza artificiale e dei suoi sviluppi, fra opportunità e rischi, è sempre più al centro del dibattito nazionale e europeo. La progettazione e l’implementazione delle tecnologie della connessione e l’utilizzo dei dati infatti influenzano la società, la produzione di beni e servizi, la crescita economica del Paese e la sua egemonia, l’ecosistema della informazione e il dibattito pubblico. Riguardo quest’ultimo aspetto, le logiche degli algoritmi sono in grado di creare camere dell’eco o bolle informative ovvero dei meccanismi online di polarizzazione dell’informazione che possono contribuire alla proliferazione delle fake news o comunque di varie forme di distorsione dell’informazione, capaci di alterare potenzialmente i processi democratici.
Lo scorso 14 giugno il Parlamento europeo ha approvato l’“AI Act” ossia un regolamento che determina regole uniformi di accesso al mercato europeo dei sistemi di intelligenza artificiale. Si tratta del primo tentativo di regolamentazione del settore – nessuno Stato, finanche oltreoceano, ha ancora adottato una normativa in merito – che tuttavia potrebbe scontrarsi con la velocità e la liquidità della tecnologia, con l’avanzare di una realtà in continuo movimento.
L’obbiettivo del quadro normativo, attualmente nelle fase di negoziazione interistituzionale – si ipotizza la sua adozione prima delle elezioni europee del 2024 – , è diminuire i rischi per la sicurezza e per i diritti fondamentali dei cittadini e delle impese, con un approccio imperniato su una "piramide di rischio" ascendente classificata su tre categorie: rischio basso, alto rischio, rischio inaccettabile. Fra i sistemi ad alto rischio sono stati individuati dal Parlamento europeo quelli che potrebbero influenzare gli elettori durante le campagne elettorali nonché l’esito delle stesse.
In Italia l’intelligenza artificiale è in parte sbarcata anche nel mondo istituzionale. In Consiglio Comunale di Reggio Emilia, il capogruppo di +Europa, Giacomo Benassi, ha presentato il mese scorso una mozione, approvata, interamente generata dall’intelligenza artificiale. Nel testo della mozione si invita a promuovere l'introduzione dell'IA come strumento a supporto delle pubbliche amministrazioni, al fine di migliorare l'efficienza e l'efficacia dei servizi pubblici offerti ai cittadini. Diverse amministrazioni si servono dell’intelligenza artificiale per analizzare dati demografici, di traffico, di sicurezza pubblica e altri dati urbani utili a prendere decisioni informate sulla pianificazione urbana.
Per la prima volta l’intelligenza artificiale è arrivata anche a Palazzo Madama. A maggio, il Senatore bolognese di Azione, Marco Lombardo, è intervenuto in aula sul disegno di legge di ratifica degli accordi Italia-Svizzera che riguarda i lavoratori frontalieri, con un testo interamente redatto dall’intelligenza artificiale. Un discorso ineccepibile con un solo errore nel passaggio sul tema del telelavoro, mantenuto volontariamente dall’onorevole. L’intento di tale provocazione è stato quello di tenere vivo il dibattito sulle implicazioni etiche, economiche e giuridiche dell’utilizzo dell’IA, su come e su quale modello sociale organizzare il suo sviluppo.
Intanto il Comitato di Vigilanza sull’attività di documentazione della Camera, ha avviato una serie di audizioni con lo scopo di comprendere le potenzialità e l’avanzamento dell’intelligenza artificiale e dei suoi algoritmi. Lo scopo è anche quello di studiare una possibile applicazione dell’intelligenza artificiale all’interno della documentazione parlamentare, a supporto dell’attività del Parlamento.
Fonte: di Loredana Nuzzolese