LA SINISTRA EUROPEA RISORGE?
22-07-2024 - AGORA'
Le recenti elezioni politiche in Inghilterra e Francia mostrano come sia possibile creare un progetto che apre la strada a successi insperati. In Inghilterra vige il sistema uninominale del “First past the post” espressione mutuata dalle corse di cavalli. In ogni collegio vince chi prende più voti, il resto dei partecipanti non prende niente. Tipico sistema elettorale di un paese dove il bicameralismo è una prassi vecchia quanto la nascita di un Parlamento eletto. I disastri politici dei “tories”, In quattordici anni di governo hanno ridotto il paese in uno stato precomatoso, al quale si aggiunge la rottura fra i conservatori che ha favorito il travolgente successo del Labour. Se guardiamo i dati assoluti i laburisti guadagnano, rispetto alle elezioni del 2019, l'1,61%, ma diminuiscono in valori assoluti di 564.421voti. I Conservatori perdono il 19,93% che in termini di voti significa averne persi 7.139.254. Quindi il sistema elettorale uninominale inglese ha fatto sì che il Labour abbia avuto la maggioranza assoluta dei seggi. Ci auguriamo che sappia anche impostare una politica che inizi a ridurre la crisi sociale che ha attanagliato l'Inghilterra in questi ultimi anni. i primi atti parrebbero mostrare che il premier Keir Starmer intenda imboccare questa strada,
In Francia, per le elezioni del Parlamento, si adotta il sistema maggioritario a doppio turno che ha giocato, insieme al profondo antifascismo dei francesi, un ruolo significativo. Infatti, l'accordo fra tutti i partiti antifascisti di adottare la desistenza al secondo turno ha portato alla sconfitta dei fascisti francesi. Soprattutto bisogna ricordare che al primo turno il Nouveau Front Populaire (nome che rievoca le Front Populaire guidato da Léon Blum che nel 1936 vinse le elezioni legislative) è arrivato ad appena 383.866 voti dal Rassemblement National.
Se il successo del Labour Party è da ascriversi, in parte, all'incapacità dei Tories a governare, quello francese non è solo funzione del sistema elettorale, ma anche della capacità della sinistra francese di unirsi dopo anni di profonde divisioni anche su proposte di ordine programmatico che mettono in discussione le politiche portate avanti dal Presidente Emmanuel Macron che tanta divisione hanno prodotto fra i francesi.
Le dichiarazioni del leader del Rassemblement National immediatamente dopo la constatazione della sconfitta elettorale mostrano come il giovane leader della destra abbia una scarsa conoscenza di quello che accade nel suo paese. Chiamare “alliance du déshonneur” l'accordo di desistenza fra le altre forze politiche assomiglia ad incolpare “il destino cinico e baro” del proprio insuccesso. Insuccesso che ha diverse componenti, la principale mi sembra che il popolo francese respinga con forza il fascismo e i suoi derivati, non solo a sinistra e al centro ma anche a destra, i risultati dei gollisti che non hanno seguito Eric Ciotti, il loro Presidente che ha stretto un'alleanza con la destra, sembrano dimostrarlo.
Per cui in una assemblea nella quale non esiste una maggioranza, anche se nel sistema francese (che non è un sistema parlamentare, ma semi presidenziale) non occorre un voto di fiducia del Parlamento perché un governo possa insediarsi. Necessita una capacità notevole di gestione dei dirigenti della sinistra nel presiedere, o partecipare, ad un governo di coalizione perché se da un lato l'accordo sulla desistenza indica un percorso ben delineato, dall'altro la gauche non può nuovamente tradire le aspettative che il suo programma prevede.
Il Noveau Front Populaire è stato votato dalla maggioranza dei giovani elettori fra i diciotto e i trentaquattro anni, mentre nelle altre classi di età ha prevalso il Rassemblement National). C'è un dato che deve far riflettere, più della metà delle persone che si ritengono svantaggiate (54%) ha votato per il Rassemblement (38%), mentre Le Nouveau Front Populaire ha conquistato solo il 35% delle preferenze. La convinzione che la sinistra abbia abbandonato questi ceti pesa ancora enormemente sul voto, non a caso le persone con i redditi più bassi sono quelle dove è maggior l'insediamento del Rassemblement.
L'unico antidoto contro quello che viene chiamato “populismo”, è il risultato di una sinistra, in crisi di identità, che non è riuscita ad individuare una linea politica a difesa dei ceti più deboli che fino ad allora aveva tutelato. La sinistra si è appiattita sulla presunta scientificità della teoria economica neoclassica, che in realtà è servita solo ad aumentare il divario fra ricchi e poveri.
Questi successi si vedranno anche in Italia?
Intanto un dato: in base ai risultati delle ultime europee si può tranquillamente affermare che i voti del centro sinistra unito sono ancora superiori, anche se di poco, a quelli del centro destra, così come era accaduto alle politiche. La vittoria della destra è dovuta ad una sinistra rissosa e divisa che non ha saputo interpretare correttamente la demenziale legge elettorale proposta dall'allora esponente del PD, a trazione renziana, Ettore Rosato.
C'è però un dato, dinamico, che dà speranza se coltivato. Alle ultime elezioni europee il PD e l'Alleanza Verdi Sinistra sono gli unici due partiti che, nonostante la diminuzione dei votanti, hanno incrementato i voti assoluti rispetto alle elezioni politiche, avendo una performance superiore a quella di Fratelli d'Italia.
Per arrivare all'alleanza fra le forze della sinistra occorre una vera e propria mobilitazione dal basso che obblighi le forze politiche interessate ad unirsi. Questa funzione va assunta da quei soggetti, associazioni, sindacati e intellettuali, che hanno a cuore il nostro Paese e che intendono difendere la nostra Costituzione da qualsiasi modifica e soprattutto non agiscono in base ai risultati dei sondaggi.
L'importante è partire subito perché il tempo stringe e non mi meraviglierei più di tanto se invece delle modifiche costituzionali, dove si creerebbe un “campo molto largo” senza alcun colpo ferire (come si è visto alla richiesta del referendum sull'autonomia), la premier decidesse di andare, scegliendo lei i tempi, ad elezioni politiche anticipate.
In Francia, per le elezioni del Parlamento, si adotta il sistema maggioritario a doppio turno che ha giocato, insieme al profondo antifascismo dei francesi, un ruolo significativo. Infatti, l'accordo fra tutti i partiti antifascisti di adottare la desistenza al secondo turno ha portato alla sconfitta dei fascisti francesi. Soprattutto bisogna ricordare che al primo turno il Nouveau Front Populaire (nome che rievoca le Front Populaire guidato da Léon Blum che nel 1936 vinse le elezioni legislative) è arrivato ad appena 383.866 voti dal Rassemblement National.
Se il successo del Labour Party è da ascriversi, in parte, all'incapacità dei Tories a governare, quello francese non è solo funzione del sistema elettorale, ma anche della capacità della sinistra francese di unirsi dopo anni di profonde divisioni anche su proposte di ordine programmatico che mettono in discussione le politiche portate avanti dal Presidente Emmanuel Macron che tanta divisione hanno prodotto fra i francesi.
Le dichiarazioni del leader del Rassemblement National immediatamente dopo la constatazione della sconfitta elettorale mostrano come il giovane leader della destra abbia una scarsa conoscenza di quello che accade nel suo paese. Chiamare “alliance du déshonneur” l'accordo di desistenza fra le altre forze politiche assomiglia ad incolpare “il destino cinico e baro” del proprio insuccesso. Insuccesso che ha diverse componenti, la principale mi sembra che il popolo francese respinga con forza il fascismo e i suoi derivati, non solo a sinistra e al centro ma anche a destra, i risultati dei gollisti che non hanno seguito Eric Ciotti, il loro Presidente che ha stretto un'alleanza con la destra, sembrano dimostrarlo.
Per cui in una assemblea nella quale non esiste una maggioranza, anche se nel sistema francese (che non è un sistema parlamentare, ma semi presidenziale) non occorre un voto di fiducia del Parlamento perché un governo possa insediarsi. Necessita una capacità notevole di gestione dei dirigenti della sinistra nel presiedere, o partecipare, ad un governo di coalizione perché se da un lato l'accordo sulla desistenza indica un percorso ben delineato, dall'altro la gauche non può nuovamente tradire le aspettative che il suo programma prevede.
Il Noveau Front Populaire è stato votato dalla maggioranza dei giovani elettori fra i diciotto e i trentaquattro anni, mentre nelle altre classi di età ha prevalso il Rassemblement National). C'è un dato che deve far riflettere, più della metà delle persone che si ritengono svantaggiate (54%) ha votato per il Rassemblement (38%), mentre Le Nouveau Front Populaire ha conquistato solo il 35% delle preferenze. La convinzione che la sinistra abbia abbandonato questi ceti pesa ancora enormemente sul voto, non a caso le persone con i redditi più bassi sono quelle dove è maggior l'insediamento del Rassemblement.
L'unico antidoto contro quello che viene chiamato “populismo”, è il risultato di una sinistra, in crisi di identità, che non è riuscita ad individuare una linea politica a difesa dei ceti più deboli che fino ad allora aveva tutelato. La sinistra si è appiattita sulla presunta scientificità della teoria economica neoclassica, che in realtà è servita solo ad aumentare il divario fra ricchi e poveri.
Questi successi si vedranno anche in Italia?
Intanto un dato: in base ai risultati delle ultime europee si può tranquillamente affermare che i voti del centro sinistra unito sono ancora superiori, anche se di poco, a quelli del centro destra, così come era accaduto alle politiche. La vittoria della destra è dovuta ad una sinistra rissosa e divisa che non ha saputo interpretare correttamente la demenziale legge elettorale proposta dall'allora esponente del PD, a trazione renziana, Ettore Rosato.
C'è però un dato, dinamico, che dà speranza se coltivato. Alle ultime elezioni europee il PD e l'Alleanza Verdi Sinistra sono gli unici due partiti che, nonostante la diminuzione dei votanti, hanno incrementato i voti assoluti rispetto alle elezioni politiche, avendo una performance superiore a quella di Fratelli d'Italia.
Per arrivare all'alleanza fra le forze della sinistra occorre una vera e propria mobilitazione dal basso che obblighi le forze politiche interessate ad unirsi. Questa funzione va assunta da quei soggetti, associazioni, sindacati e intellettuali, che hanno a cuore il nostro Paese e che intendono difendere la nostra Costituzione da qualsiasi modifica e soprattutto non agiscono in base ai risultati dei sondaggi.
L'importante è partire subito perché il tempo stringe e non mi meraviglierei più di tanto se invece delle modifiche costituzionali, dove si creerebbe un “campo molto largo” senza alcun colpo ferire (come si è visto alla richiesta del referendum sull'autonomia), la premier decidesse di andare, scegliendo lei i tempi, ad elezioni politiche anticipate.
Fonte: di Enno Ghiandelli