"LO SCIOGLIMENTO DEL PSI"
24-02-2021 - STORIE&STORIE


L'ultimo simbolo del PSI Ottaviano Del Turco
La formula di centro-sinistra, voluta da Nenni e dal PSI, sperimentata dapprima in alcuni grossi comuni (1) e poi pienamente realizzata nel 1964 col governo Moro-Nenni, rappresento' una svolta storica nella politica italiana, di cui smosse le acque da fin troppo tempo stagnanti.
Essa spazzo' via il frontismo filosovietico, in cui si era impantanata la sinistra „di classe“, e il centrismo clericale iperatlantico e filoamericano, di cui si erano nutriti i cosiddetti „moderati“.
Ma per il PSI il centro-sinistra ebbe anche un'altra conseguenza, per cosí dire „minore“, allora poco visibile: esso divento', specialmente a livello comunale, un partito-cuscinetto, disponibile e determinante com'era, secondo i casi, sia per maggioranze di sinistra che di centro-sinistra; un partito, cioé, quasi sempre presente nei governi locali, che in futuro sará appunto per questo spregiativamente definito il partito degli assessori.
Cio' comincio' ad attirare nelle sue file gruppi sempre piú consistenti di ambiziosi, di opportunisti, di eterni innamorati del potere e del sottopotere.
I nuovi arrivati, in una coi (pochi) vecchi in crisi di astinenza, ben presto intuirono che tutto sarebbe stato piú facile con il controllo delle sezioni e delle federazioni e che la via maestra per ottenerlo era un tesseramento di comodo. E spuntarono i signori delle tessere.
Tale fenomeno proseguí, lento ma inesorabile, e raggiunse il suo apice dopo la seconda scissione socialdemocratica del 5 luglio 1969, guidata da Mario Tanassi e Mauro Ferri (2).
Fu allora che le correnti, da sempre croce e delizia del movimento socialista italiano, cominciarono a perdere le caratteristiche di organizzazioni del pensiero, secondo la tradizione libertaria del PSI (3) e cominciarono a trasformarsi in „gruppi“ di persone formalmente convergenti attorno ad una delle grandi figure del socialismo italiano del tempo.
Questi gruppi, localmente guidati da piccoli ras di paese e di provincia, a poco a poco si trasformarono in partiti nel partito, al quale veniva cosí sottratto il suo ruolo decisionale.
Cio' ovviamente comincio' ad essere percepito dall'opinione pubblica e a indebolire fortemente l'organizzazione ufficiale del Partito.
Di questo acquistarono piena consapevolezza i grandi leader che allora guidavano il PSI, dirigenti del calibro di Pietro Nenni, Francesco De Martino, Giacomo Mancini, Antonio Giolitti, Riccardo Lombardi ed anche dei loro giovani e intelligenti luogotenenti, destinati un giorno a sostituirli; ma non riuscirono a porvi rimedio, come testimoniavano le ripercussioni elettorali di tale stato di cose.
Al 40° congresso (Roma, 3-7 marzo 1976) il PSI si era schierato unanimemente per la linea dell'alternativa socialista, che si proponeva di avviare una lenta transizione al socialismo, lungo un percorso democratico; ma il nuovo Comitato Centrale piú che eletto venne letto (4).
Il nuovo „riformismo di sinistra“ che aveva ricompattato il Partito e riconfermato Francesco De Martino alla segreteria (5) non poté però evitare la pluralitá di voci sul quando e sul come si sarebbe realizzata quella linea politica; ne derivò il lancio di messaggi contradditori all'elettorato, mentre la macchina organizzativa del partito era in netto affanno.
Di conseguenza, quando si tennero le elezioni politiche del 20-21 giugno 1976, le rosee previsioni di tutti i leader andarono a sbattere con la dura realtá dei risultati (6) e il PSI tocco' il suo minimo storico, rischiando anche di perdere il ruolo centrale nella scena politica nazionale, che in precedenza si era conquistato.
La reazione non poteva mancare e si espresse attraverso la cosiddetta rivolta dei quarantenni che, nella riunione del C.C., tenuta all'hotel Midas di Roma, a metá luglio del 1976, porto' alle dimissioni dalla segreteria di Francesco De Martino e all'elezione di Bettino Craxi e all'emergere, accanto a lui, di un nuovo gruppo di dirigenti (7).
Non si tratto', come allora apparve a taluni, di un semplice ricambio generazionale, ma di un vero e proprio mutamento di pelle, simboleggiato dall'ingresso, nel pantheon socialista, dell'autore di Filosofia della miseria (8), che andava a prendere il posto del suo celebre e severo critico, autore di Miseria della filosofia (9).
La energica attivitá intrapresa da Craxi per ridare al partito una propria e ben visibile personalitá e una grintosa iniziativa nella lotta politica, porto', pian piano, alla scomparsa delle correnti organizzate, male endemico del PSI, e all'unanimismo attorno al leader, in un clima in cui il decisionismo rischiava spesso di degenerare in autoritarismo.
Praticamente tutti, chi prima, chi dopo, divennero „craxiani“. Questa accentuata personalizzazione attorno alla carismatica figura del segretario venne malamente trasferita nelle federazioni e nelle sezioni, in cui prolificarono capi e capetti, tutti uniti, nei congressi nazionali, attorno a Craxi, ma pronti a sbranarsi fra loro in periferia, per la gestione del potere e del sottopotere, riparati sotto l'ombrello protettivo di questo o quell'altro „colonnello“ romano.
Questa situazione comporto' la concentrazione del reale potere decisionale, a tutti i livelli, in poche mani, svuotandone gli organi preposti, ormai popolati da nani e ballerine; la conseguenziale disaffezione della base tradizionale, che comincio' a disertare le sezioni; un forte declino del volontariato socialista; l'abbandono dell'attivitá politica di prestigiosi dirigenti e militanti, „compensato“ dall'afflusso di una nuova borghesia rampante, che avrebbe poi determinato la cosiddetta mutazione genetica di gran parte della base.
Alla politica di alternativa ando' sostituendosi quella della governabilitá e del pentapartito (10); nacque un asse politico con la destra della DC (11), che ebbe il suo momento piú alto nell'ascesa di un socialista alla Presidenza del Consiglio, nella persona del suo segretario Bettino Craxi.
La crisi pero' covava sotto la superficie dei successi elettorali; a partire dal 1991 cominciarono a manifestarsi le prime critiche alla strategia craxiana, e un certo risveglio della dialettica democratica interna, in cui trovarono spazio la questione morale e una certa ripulsa verso l'accentuato partitismo imperante nella scena politica italiana e il conformismo adulatorio di cui appariva avvolto il PSI.
Nel febbraio 1992, da un episodio di corruzione verificatosi a Milano, prese il via l'inchiesta detta Mani Pulite, che inizialmente non ebbe grosse ripercussioni sul PSI (12), ma che era destinata ad allargarsi sempre piú, colpendo soprattutto i partiti dell'area governativa.
Nel corso del 1992 si deterioro' ancor di piú l'immagine dell'indebitato PSI e comincio' ad emergere, al suo interno, un'opposizione.
Particolarmente importanti furono la presa di posizione dell'ex delfino di Craxi, il ministro Claudio Martelli (13), e il formarsi di una nuova componente interna, Rinnovamento Socialista, la quale, forte di 19 componenti su 73, nella riunione della Direzione del 30 ottobre 1992, chiese le dimissioni di tutto il gruppo dirigente (14): la fine del monolitismo socialista interno era ormai ufficiale.
La prova di forza fu trasferita all'Assemblea Nazionale (15) del 26-11-1992, in cui prevalse ancora una volta Craxi, che ottenne il 63 % dei voti, di fronte al 32,5 % andato a Rinnovamento Socialista, che chiedeva la convocazione del congresso, le dimissioni dell'intera dirigenza e l'azzeramento del tesseramento; un terzo gruppo guidato da Valdo Spini, Enzo Mattina e Gino Giugni ottenne il 4 %.
Il 15 dicembre 1992 un avviso di garanzia raggiunse Bettino Craxi, il quale, in occasione dell'Assemblea Nazionale dell'11 febbraio 1993, rassegno' le dimissioni da segretario del Partito.
Il carismatico leader, aveva rinvigorito la presenza del PSI nella scena politica italiana, ridato orgoglio ai militanti e ottenuto importanti risultati (16); ma in periferia la presenza dei ras di provincia si era andata consolidando nel partito e nelle istituzioni.
Di contro avevano lasciato il partito militanti di antica fede come Alberto Jacometti e Tristano Codignola; erano invece affluiti nelle sue file i figli di una borghesia rampante e senza ideali, se non quello di ottenere il potere, attraverso la conquista del partito, che godeva allora della cosiddetta rendita di posizione, che gli derivava dalla sua indispensabilitá per ogni tipo di formula politica (17).
Per la successione a Craxi, il 12 febbraio 1993 l'Assemblea Nazionale del PSI, fu chiamata a scegliere fra due validissimi candidati: Giorgio Benvenuto (18) e Valdo Spini (19). Con 306 voti (58 %) rispetto ai 223 andati a Spini, prevalse Benvenuto.
Fin dal suo esordio apparve chiaro che l'impostazione che il nuovo segretario (20) intendeva dare al partito per cercare di trarlo fuori dal pantano in cui si trovava, poco aveva a che vedere con gli orientamenti della maggioranza che lo aveva eletto. Benvenuto si dichiaro' per un sistema maggioritario bipolare a doppio turno che assicurasse l'alternanza fra progressisti e conservatori, collocando, com'era naturale (ma non per tutti), il PSI nell'area progressista e per un profondo rinnovamento organizzativo del partito. A tal proposito promosse l'annullamento del vecchio tesseramento, influenzato dai baroni delle tessere (21).
La politica di energico rinnovamento impostata da Benvenuto fatalmente venne a scontrarsi con quella dei maggiorenti del partito, formatisi su basi assai diverse e maggioritari nei gruppi parlamentari, mentre il debito accumulato dal partito (22) risultava davvero imponente (23).
Il 20 maggio 1993 Benvenuto comunico' alla segreteria le sue dimissioni (24) e fu subito imitato da altri (25).
L'indomani i capigruppo parlamentari La Ganga (Camera), Acquaviva (Senato) e Lagorio (Parlamento europeo) si riunirono ed individuarono il successore nella persona di Ottaviano Del Turco, ex segretario aggiunto della CGIL.
Lo stesso giorno i dimissionari annunciarono la formazione di un „Comitato di Iniziativa per la Rinascita Socialista“, con cui solidarizzarono i noti sindacalisti Pietro Larizza, segretario della UIL, e Guglielmo Epifani, segretario aggiunto della CGIL.
Il 28 maggio l'Assemblea Nazionale elesse segretario Del Turco, con 292 voti a favore e 28 schede bianche (26).
Le prospettive elettorali, pero', apparivano pessime, come attestarono i risultati delle amministrative del 6 giugno 1993 (27). Intanto l'Internazionale Socialista comunico' che avrebbe negato il simbolo del PSE, se nelle elezioni precedenti le europee il PSI avesse candidato persone inquisite.
Anche per Del Turco finí per verificarsi la stessa situazione che aveva travolto la segreteria Benvenuto, tale cioé da costringerlo alla rottura con la maggioranza craxiana che lo aveva eletto.
Nella prospettiva delle nuove elezioni politiche (28), Del Turco capi' cio' che era ovvio, che cioé non esiste in tutto il mondo, e non puo' esistere, un partito socialista schierato con il centro-destra o addirittura con la destra (29). Occorreva dunque scegliere tra lo schieramento di sinistra dei „Progressisti“ che si andava coagulando attorno al PDS di Occhetto e quello di destra, „Il Polo“, guidato dal cav. Silvio Berlusconi (30).
Il PSI, come anche i suoi gruppi parlamentari, erano ormai spaccato. Nell'agosto 1993, a causa della morositá, venne lasciata la storica sede centrale di Via del Corso.
Il confronto (31) decisivo fra quelle che ormai si erano rivelate come le due anime del PSI, impersonate l'una da Del Turco e l'altra da Craxi, ebbe luogo nell'Assemblea Nazionale del 16 dicembre 1993. Prevalse la mozione di Del Turco con 156 voti, rispetto ai 116 della mozione craxiana e ai 6 di Signorile, e il PSI si schiero' con i „Progressisti“.
Il 15 gennaio 1994 il garofano di Craxi lascio' il posto alla rosa di Del Turco, segno visibile di rottura con la politica craxiana.
Il PSI, nonostante le emorragie subite (32), si presento' in tutte le circoscrizioni per la quota proporzionale (33), ma non supero' lo sbarramento del 4 % previsto dalla legge elettorale, avendo ottenuto solo il 2,19 %. Ottenne, pero', nella quota maggioritaria, 14 deputati (34).
Non si era ancora spenta l'eco di queste elezioni, che giá incombevano quelle europee del 12 giugno 1994, alle quali il PSI si presento' assieme ad AD, che nelle politiche aveva ottenuto l'1,18 %.
La lista PSI-AD raggiunse appena l'1,82 %, con due soli eletti (35), per cui Del Turco, pur non rassegnando dimissioni ufficiali, si mise da parte.
Il Comitato Direttivo, il 16 giugno, prese atto delle anomale dimissioni di Del Turco e il 21 successivo, coi soli voti contrari di Cicchitto e di Manca, elesse coordinatore politico nazionale del PSI Valdo Spini (36), col compito di preparare una „Costituente laburista“, per la fondazione di un nuovo partito socialista (37).
Il 26 luglio 1994 un apposito convegno varo' il „Comitato promotore della Costituente laburista“, presieduto dallo stesso Spini (38).
La Costituente venne fissata per i giorni dal 4 al 6 novembre 1994, ma il vicesegretario del PSI Enrico Boselli, sostenuto anche dal presidente Gino Giugni e dal segretario Ottaviano Del Turco (che aveva la rappresentanza legale e statutaria del PSI) obietto' che prima bisognava tenere il congresso di scioglimento del PSI.
Spini, che la pensava diversamente, si dimise da Coordinatore del PSI (20-9-1994) e proseguí nella sua impostazione; il 6 novembre 1994 fu completata la formazione della Federazione Laburista (39), di cui lo stesso Spini fu eletto presidente.
Pochi giorni dopo, l'11 e il 12 novembre 1994, si svolse a Roma, all'EUR, con inizio alle ore 17, il 47° ed ultimo congresso del PSI, quello dello scioglimento. Nella sala del congresso campeggiava una grande foto di Nenni e Pertini assieme. Vi partecipavano 596 delegati in rappresentanza di 42.387 iscritti.
La mozione presentata da Del Turco, Boselli, Giugni ed altri, favorevole allo scioglimento, e che si pronunciava per un nuovo soggetto politico, contrario ad ogni forma di confluenza nel PDS e che assicurasse, invece, la continuazione della tradizione socialista italiana, ottenne il 63,26 %. Quella craxiana (Manca, Cicchitto, Babbini e Tempestini), che non partecipo' al voto, rappresentava l'11,9 %, mentre il resto fu ripartito fra varie mozioni locali.
Furono dunque deliberati dal Congresso (12-11-1994) lo scioglimento e la messa in liquidazione del PSI. Commissario liquidatore fu nominato il socialista Michele Zoppo (1945-2006), cui fu assegnato il compito di definire i rapporti economici (40). Si affido' allo stesso Zoppo il patrimonio ideale e storico del PSI (simbolo, denominazione, testate giornalistiche) col preciso compito di difenderlo da ogni eventuale uso illegale, deciderne l'uso e la sorte a suo insindacabile giudizio per garantire la salvaguardia delle tradizioni storiche del PSI (41).
Finiva cosí mestamente, travolta dai debiti, dalle divisioni, dalle inchieste giudiziarie, la piú antica formazione politica del movimento operaio italiano e dell'Italia intera. Essa, tuttavia, poteva vantare il merito di aver contribuito, in misura determinante, al riscatto dei lavoratori italiani.
Il giorno successivo allo scioglimento, cioé il 13 novembre 1994, dalle ceneri del PSI sorsero due nuove formazioni politiche: i Socialisti Italiani (SI) (42) e il Partito Socialista Riformista (PSR) (43), eredi il primo della sinistra e il secondo della destra dell'ultimo PSI (44).
Il 15 gennaio 2015, mediante atto notarile, il Commissario liquidatore Zoppo cedette, „irrevocabilmente e in via esclusiva“, nome e simboli del PSI ai Socialisti Democrati Italiani (SDI) (45), poi Partito Socialista (PS) (46) ed infine Partito Socialista Italiano (PSI) (47), riconoscendogli di essere l'erede politico del vecchio PSI e di averne mantenuto la tradizione.
Il 5 novembre 2011 il nuovo Commissario liquidatore Francesco Spitoni cedette, mediante scrittura privata e a titolo gratuito, la proprietá esclusiva del marchio Avanti! al PSI (segretario Nencini) nella persona dell'amministratore Oreste Pastorelli.
Dal 5 gennaio 2012 venne percio' pubblicato l'Avanti! online, con direttore dapprima Giampiero Marrazzo e, dal settembre 2013, Mauro Del Bue.
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- Milano, Genova, Firenze, Venezia, ecc.
- Su tale argomento si vedano, gli articoli, dello stesso autore, “L'unificazione socialista del 1966-69” e “Il Partito Socialista Unitario (1969-1971) 3°” su questo giornale, rispettivamente del giugno 2019 e del luglio 2019.
- La dialettica interna del PSI fu sempre animata dal dibattito ideale di movimenti di pensiero molto caratterizzati politicamente: riformisti di destra, riformisti di sinistra, integralisti, intransigenti, rivoluzionari, massimalisti di varia gradazione, terzinternazionalisti.
- Poiché tutti erano per la stessa linea politica la composizione del C.C. fu concordata in percentuale tra le varie correnti. Il potere del vertice dunque perpetuava se stesso.
- I suoi vicesegretari erano Giovanni Mosca („Riscossa Socialista“) e Bettino Craxi („Autonomia Socialista“).
- Il PSI ottenne: alla Camera il 9,64 % e 57 seggi su 630 e al Senato il 9,8 % e 29 seggi su 315.
- Enrico Manca, Claudio Signorile, Gianni De Michelis, Fabrizio Cicchitto, Antonio Landolfi, ecc.
- Pierre-Joseph Proudhon (1809-1865). Egli pubblico' la sua piú celebre opera Il sistema delle contraddizioni economiche o La filosofia della miseria nel 1846.
- Karl Marx (1818-1883), il quale pubblico' la sua opera Miseria della filosofia nel 1847.
- DC, PSI, PSDI, PRI, PLI.
- Il cosiddetto CAF (Craxi-Andreotti-Forlani).
- Alle elezioni politiche del 5.-6/4/1992 il PSI ottenne il 13,62 % e 92 deputati alla Camera, perdendo solo lo 0,7 % e 2 deputati rispetto alle precedenti politiche (ma oltre il 4 % rispetto alle regionali del 1990); al Senato ottenne il 13,58 % e 49 senatori (2 in piú). A Capo del Governo, in ossequio al Patto della staffetta fra DC e PSI venne chiamato un socialista: non piú Craxi ma Giuliano Amato.
- Si veda, in proposito, il discorso del 12-9-1992 di Martelli a Genova, in Avanti! del 13-14/9/1992.
- Si veda, in proposito, l'Avanti! del 31/10/1992.
- Dal maggio 1984 il Comitato Centrale era stato sostituito da un'Assemblea Nazionale.
- L'elezione di Sandro Pertini alla Presidenza della Repubblica, la conquista della Presidenza del Consiglio da parte dello stesso Craxi, la vittoria al referendum sulla scala mobile, il successo nel „caso Sigonella“, il nuovo Concordato, il sostegno ai socialisti greci, spagnoli, portoghesi, cileni, in lotta contro i vari fascismi, ecc.
- Tale rendita di posizione venne meno con la caduta del muro di Berlino (9-11-1989), col fallimento comunista, con la trasformazione del PCI in PDS (3-2-1991) e col suo ingresso nell'Internazionale Socialista (settembre 1992), che pose fine alla ghettizzazione della gran parte della sinistra italiana. La stessa cosa avverrá successivamente a destra, con la trasformazione del MSI-DN in Alleanza Nazionale (27-1-1995) e il ripudio del fascismo da parte di quest'ultima (novembre 2003).
- Benvenuto era sostenuto dalla corrente craxiana, da Giuliano Amato, da Claudio Signorile e dai sindacalisti della UIL.
- Spini era sostenuto da „Rinnovamento Socialista“, da Michele Achilli, da Giorgio Ruffolo e Roberto Villetti con la parte della „sinistra“ che non aveva seguito Signorile, da Gino Giugni e da molti sindacalisti della CGIL e della CISL.
- Capo della segreteria politica di Benvenuto fu nominato l'europarlamentare Enzo Mattina, ex segretario dei metalmeccanici UIL. Il 15-3-1993, l'Assemblea Nazionale elesse presidente Gino Giugni, intellettuale socialista di grande prestigio. La segreteria (19-3-1993) oltre che da Benvenuto e Mattina, risulto' composta da Intini, Marzo, Babbini, Raffaelli, Borgoglio, Caldoro, Cirone Di Marco, Cazzola, Sanguineti e Nencini. L'amministrazione fu affidata a Maria Magnani Noja. L'8-4-1993 Benvenuto assunse anche la direzione dell'Avanti!, con Beppe Garesio condirettore.
- Il nuovo tesseramento 1993, aperto dal 25/4- al 20/9 non sará mai realizzato, a causa delle vicende successive.
- Nel marzo 1993 vennero sospesi gli stipendi ai dipendenti dell'Avanti!, per mancanza di fondi. La storica testata chiuderá nel novembre 1993.
- Sará in seguito accertato che esso si aggirava attorno ai 180 miliardi di lire, piú una ventina di miliardi accumulati dalle federazioni.
- Una testimonianza importante dei 100 giorni della segreteria Benvenuto é rappresentata dal libro dello stesso, intitolato Via del corso, edito da Sperling & Kupfer nel 1993.
- Giugni, Mattina, Raffaelli, Del Bue, Sanguineti, Cazzola e Manca.
- Il nuovo segretario costituí un Comitato di Direzione, composto da Boselli (vicesegretario), Cicchitto, Fichera, Tamburrano, Villetti, Babbini, Cirone Di Marco, Del Bue, Olivo, piú i presidenti dei gruppi parlamentari Capria e Acquaviva.
- A Milano (2,2 %) e a Torino (1,83 %), cittá culle del socialismo italiano, il PSI non conquisto' alcun seggio. Anche i risultati delle amministrative del novembre successivo furono disastrosi.
- Si sarebbero tenute il 27-28/3/1994, dopo le dimissioni del governo Ciampi.
- Un socialista degno di questo nome puo' stare male a sinistra; non è piú un socialista se sta, piú o meno bene, a destra (Turi Lombardo, 2006).
- Avrebbe partecipato al confronto elettorale anche un cartello di centro, denominato “Patto per l'Italia (“Patto Segni” + PPI), guidato da Mariotto Segni e Mino Martinazzoli, cui aderí un gruppo di socialisti sodali di Giuliano Amato e uno di socialdemocratici, capeggiato da Gianfranco Schietroma.
- In realtá la rottura era avvenuta quando il segretario aveva deciso di appoggiare i candidati progressisti ai ballottaggi per l'elezione dei sindaci.
- Giorgio Benvenuto e Giorgio Ruffolo avevano aderito ad Alleanza Democratica (AD); Enzo Mattina (con lui Gaetano Arfé) a Rinascita Socialista; Ugo Intini, Margherita Boniver e Franco Piro avevano fondato (28-1-1994) la “Federazione dei Socialisti”; Pierre Carniti (assieme a Ermanno Gorrieri e a Pietro Scoppola) fondo' i “Cristiano Sociali”); Acquaviva e Covatta costituirono il “Patto dei Riformisti”, che aderí al “Patto per l'Italia”); Nerio Nesi si avvicino' a RC.
- A favore delle sue liste lanciarono un appello Giuliana Nenni e Carla Voltolina Pertini.
- Al senato conquisto', all'interno della coalizione dei „Progressisti“, 9 seggi.
- Elena Marinucci e Riccardo Nencini.
- Rimase tuttavia vicesegretario Enrico Boselli.
- Tale decisione (227-1994) fu presa a larga maggioranza, con i vori contrari di Manca, Cicchitto, Babbini e Del Bue.
- Ne facevano parte, oltre Spini, lo storico Gaetano Arfé, i sociologi Guido Martinotti e Luciano Cavalli, l'urbanista Umberto De Martino, la dott.ssa Anna Maria Petrioli, l'economista Alessandro Roncaglia e il giornalista Vittorio Emiliani.
- Vi aderirono 18.000 iscritti e una ventina di parlamentari socialisti. In seguito vi confluí anche Rinascita Socialista di Enzo Mattina.
- Fu anche nominata una Commissione Consultiva di Liquidazione, composta da Idalgo Cavallone, Alberto Balducci e Giannino D'Antonio.
- Sul declino del PSI si possono vedere le seguenti opere: Carmine Pinto La fine di un partito – il PSI dal 1992 al 1994 Editori Riuniti, 1999; Lelio Lagorio L'esplosione-Storia della disgregazione del PSI Edizioni Polistampa, 2004; Valdo Spini Compagni siete riabilitati! Editori Riuniti, 2006.
- Segretario fu eletto Enrico Boselli, con Roberto Villetti come suo vice, e presidente Gino Giugni. Il Partito si collocherá sempre nell'area di centro-sinistra, ma autonomamente dal PDS, ponendosi cosí come il legittimo continuatore della tradizione socialista italiana.
- Presidente del PSR fu eletto Enrico Manca e segretario Fabrizio Cicchitto, con un Direttivo composto dai coordinatori regionali. Il PSR si colloco' su posizioni filocentriste.
- Sulle successive evoluzioni del socialismo italiano si puo' vedere, di Ferdinando Leonzio, La diaspora del socialismo italiano ZeroBook, 2017.
- Lo SDI nacque, col congresso di Fiuggi del 8-10/5/1998, dalla confluenza di quattro formazioni socialiste: il SI (segretario Boselli), la parte del PS guidata da Intini e Manca (si era staccata dall'altra parte facente capo a De Michelis, che fará un altro percorso), il PSDI (segretario Schietroma), i Laburisti Autonomisti (che si erano staccati dal Movimento dei Democratici, dei Socialisti e dei Laburisti – MDSL, guidato da Valdo Spini) con leader lo storico Alberto Benzoni e la Medaglia d'Argento della Resistenza Ennio Ronchinelli.
- Il Partito Socialista (PS) sorse il 14-7-2007 con la manifestazione di apertura della Costituente Socialista, avente lo scopo di arrivare alla formazione di un soggetto unitario socialista mediante la confluenza dello SDI (Boselli, Intini, Locatelli), dell'ala del PS-Nuovo PSI denominata PS (De Michelis, Del Bue, Battilocchio), de I Socialisti Italiani (Bobo Craxi, Zavettieri), di Socialismo é Libertá (Formica), dell'Associazione per la Rosa nel Pugno (Turci) e si singole personalitá come Luigi Angeletti (segretario generale UIL), Roberto Barbieri (ex DS), Cinzia Dato (ex DL).
- Il PS di Nencini riassunse la storica denominazione di PSI il 7-10-2009.
Fonte: di FERDINANDO LEONZIO