"MARIE JUCHACZ"
24-05-2022 - DONNE E SOCIALISMO di Ferdinando Leonzio
Un posto di grande rilievo nella storia del socialismo e del femminismo tedeschi, e non solo, spetta a Marie Juchacz, la cui vita fu interamente e appassionatamente dedicata agli ideali di giustizia e di eguaglianza, cui diede contenuti concreti e visibili. La sua fede socialista, a cui non venne mai meno fino alla morte, attraversó anche fasi drammatiche: le persecuzioni antisocialiste, due guerre mondiali, le divisioni interne e le scissioni, l'agitato primo dopoguerra, le battaglie parlamentari, l'esilio e la sua inflessibile lotta contro il nazismo.
Una storia, la sua, che merita di essere ricordata.
Marie, figlia del falegname Theodor Gohlke e di sua moglie Henriette nacque a Landberq an der Warthe (Branderburgo) [1] il 15 marzo 1879.
La sua non fu una vita facile: poiché il padre[2] da solo non ce la faceva a mantenere la famiglia, Marie riuscí sí a studiare, nel paese natale, ma solo fino ai 14 anni, quando dovette andare a lavorare: dapprima come domestica in varie famiglie e poi come operaia in una fabbrica produttrice di materiale per la pesca e poi ancora come assistente infermiera nel locale istituto psichiatrico. Lavori pesanti e mal pagati. Grazie a qualche risparmio, riuscí comunque a fare un corso per sarta, alla fine del quale andó a lavorare nella bottega del maestro sarto Bernhard Juchacz, che nel 1903 finí per sposare e di cui assunse il cognome.
Il matrimonio, peró, non duró a lungo e, nel 1906, i due divorziarono.
Intanto, incoraggiata, fin dal 1890, dal fratello maggiore Otto Gohlke, che le regalava anche dei libri, aveva cominciato ad avvicinarsi alla socialdemocrazia, attraverso la lettura di opere progressiste, come quelle di Bertha von Suttner [3] e del famoso libro La donna e il socialismo del grande leader socialista tedesco August Bebel, pubblicato nel 1879. Probabilmente influirono sul suo orientamento politico anche gli incontri con l'importante esponente SPD Wihlelm Paetzel che di tanto in tanto veniva in paese a trovare la famiglia.
Fallito il suo matrimonio, Marie, desiderosa di fare politica e di vivere da persona libera ed uguale, decise di trasferirsi a Berlino, in casa del fratello maggiore. Portando con sé i due figli [4] di Marie; la raggiungerá successivamente la sorella minore Elisabeth Röhl [5] (1888-1930), alla quale era legatissima; le due vivranno assieme, nella stessa casa, lavorando come sarte fino al 1913.
All'inizio del 1906 io e mia sorella Elisabeth andammo a Berlino. Il nostro obiettivo era quello di ottenere un punto d'appoggio economico. Camminavamo senza illusioni, entrambe ci prendevamo cura dei miei due figli e sapevamo che sarebbe stato difficile. Volevamo trovare un modo per unirci al movimento socialista [6].
Una volta a Berlino, le due sorelle nel 1907 si iscrissero dapprima all'Associazione per l'istruzione delle donne e delle ragazze della classe operaia [7] e, nel 1908, al Partito Socialdemocratico di Germania (SPD), cioè proprio nello stesso anno in cui fu abolita la legge che vietava alle donne tedesche il diritto di iscriversi a partiti politici.
Prima della sua abolizione la socialdemocrazia tedesca, nelle cui file militavano, sia pure ufficiosamente, molte donne, anche di altissimo valore [8], cercava di aggirare quell'oscurantista discriminazione con degli stratagemmi, camuffando le sue organizzazioni femminili da associazioni con finalitá educative. Quando la legge fu abolita, tali associazioni femminili scomparirono e la maggior parte delle loro aderenti si iscrisse ufficialmente all'SPD.
Rimaneva comunque in piedi la negazione del diritto di voto alle donne.
Marie Juchacz cominció ad approfondire lo studio del socialismo e a prendere la parola nelle riunioni, spesso come relatrice, lavorando da volontaria per il partito e mettendosi rapidamente in luce come oratrice e attivista lucida ed appassionata. Socialdemocratica di orientamento riformista, venne man mano chiamata a ricoprire varie cariche locali all'interno del partito, con sempre ottimi risultati.
Tanto che nel 1913, Luise Zietz [9] la nominó responsabile femminile per il distretto del partito a Colonia, nella provincia dell'Alto Reno, come funzionaria retribuita.
Marie dunque si trasferí a Colonia e svolse con passione questo nuovo lavoro [10] fino al 1917, dedicandosi, con particolare attenzione, all'organizzazione delle lavoratrici tessili.
Lo scoppio della prima guerra mondiale, nel luglio 1914, segnó il crollo della Seconda Internazionale, in quanto i maggiori partiti ad essa aderenti [11], venendo meno agli impegni assunti in sede internazionale, si schierarono ciascuno col proprio governo, dando vita alle cosiddette “unioni sacre”, in nome della salvezza della patria in guerra, accantonando ogni forma di lotta frontale contro lo Stato borghese che prima avevano combattuto.
La SPD, in particolare, controllata dall'ala destra del partito, il 4 agosto 1914, votó a favore dei “crediti di guerra” [12], nonostante il disaccordo di una minoranza di deputati.
Marie Juchacz, pacifista per formazione, di fronte al fatto compiuto, non ebbe altra scelta che quella di cercare di alleviare le inevitabili sofferenze del popolo tedesco, causate dalla guerra.
In questa attivitá assistenziale il gruppo femminile socialdemocratico accettó di lavorare assieme alle donne di altre associazioni non socialiste [13], superando differenze e diffidenze di classe e la diversa visione delle finalitá ultime della lotta politica[14], all'interno del “Servizio nazionale delle donne” (NFD), che era stato creato allo scopo di affrontare assieme i problemi delle donne sorti in tempo di guerra. Nel corso del 1914, Marie tenne, per conto dell'NFD di Colonia, diverse conferenze intitolate Gli obblighi sociali delle donne in tempo di guerra. Anche questo contribuí a diffondere il nome e la fama di Marie Juchacz, anche al di fuori del distretto.
Dunque Marie, assieme ad altre socialiste come Anna Maria Schulte [15], Else Meerfeld e sua sorella Elisabeth [16] promosse il “Centro di lavoro domestico”, che si proponeva di creare centri di cucito che dessero l'opportunitá a molte donne di lavorare in casa e di aiutare in vari modi vedove e orfani di guerra [17]. Varie donne vennero anche nominate nei vari comitati locali che si occupavano delle questioni sollevate dalla guerra: Marie fece parte della “Commissione alimentare”, che si occupava del cibo razionato dallo Stato.
Aiutare le persone ad aiutare se stesse era il suo motto.
Questa intensa attivitá le consentí di acquisire conoscenze ed esperienze, specialmente nel campo dell'assistenza, che le saranno assai utili per svolgere i compiti nazionali che l'attendevano.
Gli iniziali dissensi all'interno dell'SPD sull'atteggiamento da tenere di fronte alla guerra tra l'ala destra “patriottica” (o patriottarda, secondo i punti di vista) che governava il partito, favorevole alla “difesa della patria” e a una “politica di tregua” sociale, e le correnti di centro e di sinistra che intendevano invece rimanere fedeli ai deliberati dell'Internazionale contro la guerra e che erano ben coscienti dell'immane carneficina cui si avviavano la Germania e il mondo intero, erano destinati a creare un clima di forte antagonismo interno fra i socialdemocratici.
Nel 1917 le tensioni fra le due posizioni crebbero in misura ormai insostenibile, fino ad arrivare alla scissione della minoranza di centro-sinistra, che nell'aprile di quell'anno costituí il Partito Socialdemocratico Indipendente di Germania (USPD) [18]. Le due formazioni, SPD e USPD, da allora saranno anche chiamate, in breve, rispettivamente “i maggioritari” e “gli indipendenti”.
Marie Juchacz, fedele alla tradizione fortemente unitaria della socialdemocrazia tedesca, rimase nel vecchio partito e ció amplió di molto la sua visibilitá politica, che divenne nazionale.
Infatti il presidente dell'SPD Friedrich Ebert [19] la chiamó a Berlino, a sostituire, nel ruolo di segretaria nazionale delle donne socialdemocratiche, la centrista Luise Zeitz [20], che aveva aderito all'USPD, onde ricostruire il movimento delle donne socialdemocratiche SPD. Nello stesso anno Marie fu eletta nel Comitato Esecutivo del partito e successe alla Zeitz anche nella direzione del giornale L'Uguaglianza, organo nazionale delle donne socialdemocratiche [21].
Marie era l'unica donna nell'esecutivo dei “maggioritari”. Nei nuovi ruoli, avvalendosi anche delle sue precedenti esperienze, fu in grado di sottolineare l'importanza della questione sociale e del miglioramento del livello di vita dei lavoratori, sollecitando anche gli organi direttivi del suo partito a intestarsene la promozione e battendosi, ad esempio, per il congedo di maternitá, per l'alloggio e l'assistenza ai poveri.
Non fu, la sua, una battaglia facilissima, dovendo operare in un mondo, quale era quello socialdemocratico, in cui l'elemento maschile era predominante e spesso scettico nei confronti del lavoro femminile, perché spesso le donne acconsentivano a lavorare per un salario piú basso. Tuttavia l'SPD fu il primo partito in Germania a battersi per il suffragio femminile.
Sotto il peso della sconfitta militare, della carneficina e delle sofferenze causate dalla guerra, tra la fine del 1918 e i primi mesi del 1919 la situazione in Germania si fece insostenibile e le masse rivoluzionarie, affamate e disperate, si schierarono con i due partiti socialisti, la SPD e l'USPD, nonostante la scarsa intesa esistente fra i due.
Il 9 novembre 1918 il socialdemocratico Philipp Scheidemann (SPD), parlando da una finestra del Reichstag (parlamento), proclamó la repubblica [22]. Nello stesso giorno il cancelliere del kaiser Maximilian von Baden, dopo avere annunciato l'abdicazione di Guglielmo II, trasmise i suoi poteri al capo dei “maggioritari” Friedrich Ebert. Il giorno dopo si costituí un governo, chiamato “Consiglio dei Commissari del popolo” composto da tre esponenti SPD [23] e da tre USPD [24]. Tuttavia la strategia dei due partiti era assai diversa perché l'intesa potesse durare. Infatti il 29-12-1919 i rappresentanti dell'USPD si dimisero [25] per protestare contro la repressione del movimento rivoluzionario e passarono all'opposizione [26].
Resta comunque merito del governo socialista la concessione, avvenuta il 12 novembre 1918, del suffragio femminile, per cui tanti si erano battuti, con in testa i socialdemocratici, allora ancora uniti: il loro partito era stato l'unico ad averlo inserito nel suo programma.
A questa battaglia aveva partecipato, con la tenacia che la contraddistingueva, Marie Juchacz. Giá il 25 ottobre 1918 alcune donne avevano scritto al Cancelliere affinché il problema del suffragio femminile fosse finalmente posto all'ordine del giorno: la prima firma era stata quella di Marie Juchacz, segretaria nazionale delle donne socialdemocratiche (SPD).
L'obiettivo era stato raggiunto!
Successivamente ebbe luogo (16-20/12/1918) a Berlino un Congresso Nazionale dei Consigli (a maggioranza SPD [27]) che decise di chiamare il popolo tedesco alle urne per eleggere un'Assemblea Nazionale costituente [28].
Le elezioni ebbero luogo il 19 gennaio 1919, col sistema della proporzionale pura. Fu in quell'occasione che, per la prima volta nelle storia della Germania, le donne ebbero il diritto di votare e di essere elette [29].
Primo partito risulto' l'SPD [30], che ottenne il 37,9 % e 165/423 seggi.
Fra i 423 seggi c'erano – per la prima volta - 37 donne: 19 erano dell'SPD, fra cui Marie Juchacz e sua sorella Elisabeth.
L'Assemblea Nazionale si riuní per la prima volta a Weimar il 6 febbraio 1919.
Formatasi una coalizione fra SPD e partiti centristi, l'Assemblea elesse a maggioranza (13-2-1919) Presidente provvisorio della Germania Friedrich Ebert, il quale incaricó Philipp Scheidemann di formare il governo.
Il 19 febbraio 1919 la quarantenne Marie Juchacz fu la prima donna a pronunciare un discorso davanti a un parlamento tedesco, l'Assemblea Nazionale. Discorso che rimarrá nella storia [31]:
Signori e signore... [ilaritá] é la prima volta in Germania che le donne possono parlare al popolo come libere ed eguali in parlamento, e vorrei affermare qui, in modo abbastanza obiettivo, che è stata la rivoluzione a superare i vecchi pregiudizi anche in Germania.
Oggi le donne hanno il diritto di cittadinanza a cui hanno sempre avuto diritto. Secondo la loro visione del mondo, un governo socialista incaricato dal popolo non poteva e non doveva agire diversamente da come ha fatto. Ha fatto quello che doveva fare nel riconoscere le donne come cittadini uguali in questa seduta.
Vorrei affermare qui, e credo di parlare con il consenso di molti, che noi donne tedesche non dobbiamo a questo governo il tradizionale senso di gratitudine. Quello che ha fatto questo governo è stato dato per scontato: ha dato alle donne ciò che era stato loro ingiustamente negato fino a quel momento.
Se il governo voleva preparare una costituzione democratica, allora questa preparazione includeva il popolo, l'intero popolo nella sua rappresentanza. Gli uomini che hanno concesso alla parte femminile della popolazione tedesca il diritto di cittadinanza, finora erroneamente negato, hanno così assolto a un dovere evidente per tutti coloro che pensano rettamente e per ogni democratico. Ma è nostro dovere affermare qui ciò che rimarrà per sempre negli annali della storia, che è stato il primo governo socialdemocratico a porre fine all'immaturità politica delle donne tedesche.
Marie fu l'unica donna a far parte del “Comitato consultivo dell'Assemblea Nazionale per redigere una costituzione per lo Stato tedesco”.
In quella sede si batté perché fosse sancita nella Costituzione l'uguaglianza tra uomo e donna nel campo dei diritti civili e politici, non trascurando i temi inerenti la giustizia sociale.
Il 31 luglio l'Assemblea Nazionale approvó la nuova Costituzione, la quale entró in vigore il 14 agosto successivo.
Nei mesi che seguirono l'attenzione della Juchacz si concentró sui gravi problemi del dopoguerra e sul modo migliore per aiutare le migliaia di sfollati e di bisognosi.
Avvalendosi dell'esperienza fatta nella “Comunitá nazionale femminile” di Colonia durante la guerra e del sistema “auto-aiuto” allora messo in atto, elaboró un progetto molto piú ampio di assistenza sociale e lo sottopose alla Direzione dell'SPD,
la quale il 13 dicembre 1919 accolse le proposte della intraprendente dirigente e la incaricó di metterle in atto.
Marie, dunque, fondó l'Arbeiterwohlfart (AWO) [32], un'organizzazione assistenziale non confessionale, il cui compito a breve termine era quello di aiutare le migliaia di sfollati, mutilati, vedove, orfani a causa della guerra, fornendo assistenza e aiuto alle famiglie bisognose della classe operaia; ma il suo scopo di lungo respiro era la creazione di una legislazione sociale in Germania, per aiutare tutte le persone socialmente bisognose. Per l'AWO, infatti, essere sostenuti in caso di malattia, disoccupazione, infortunio, vecchiaia è un diritto dei lavoratori. Essi non dovevano mai piú dipendere dalla pietá dei ricchi o dalle elemosine dei buoni. Non si doveva piú affrontare il malessere sociale con leggi repressive e con misure di polizia, ma con interventi preventivi contro la povertá.
Di questa benemerita organizzazione sociale Marie assunse la presidenza, mantenendola fino al 1933, cioè fino all'avvento del nazismo [33].
Sotto la sua presidenza l'AWO si trasformó in un ente assai robusto, con corsi di formazione per assistenti sociali, asili nido, case di riposo per anziani, centri di assistenza ai disabili, enti di qualificazione professionali per donne [34].
A sostenere l'ambizioso progetto, politicamente e socialmente, furono maggiormente le donne socialdemocratiche, fra le quali un ruolo fondamentale svolse Hedwig Wachenheim [35].
L'Assemblea Nazionale si sciolse il 20 maggio 1920 e il 6 giugno successivo ebbero luogo le elezioni per il Parlamento (Reichstag), come previsto dalla “Costituzione di Weimar”.
La SPD, pur subendo un consistente calo [36], si riconfermó primo partito, avendo ottenuto il 21.7 % e 102 deputati su 459.
Marie fu rieletta [37]; non cosí sua sorella Elisabeth [38]. Negli anni seguenti l'attivitá politica di Marie divenne frenetica e, a parte la sua partecipazione a congressi e a campagne elettorali, la parlamentare socialista fu molto impegnata a scrivere e ad organizzare conferenze. Fondó anche una scuola per la formazione di assistenti sociali, in grado di prendersi cura dei poveri. Lavorava instancabilmente per la giustizia sociale e per l'uguaglianza di genere, in parlamento, nel partito [39] e nell'AWO.
In quanto deputata, tra il 1920 e il 1933, Marie Juchacz si dedicó principalmente alla politica sociale: protezione delle ragazze-madri e dei figli illegittimi, riforma della legge sul divorzio, indennitá di disoccupazione, congedo di maternitá, istruzione, problema degli alloggi. Al di lá delle appartenenze politiche, consideró sempre suo compito fondamentale la difesa dei lavoratori e delle persone bisognose. Il suo contributo alla costruzione dello stato sociale nella Repubblica di Weimar è stato altissimo.
Nel 1930 morí sua sorella, sua compagna in tante battaglie: La collaborazione costante con Elisabeth [era] la forza più potente della mia vita.
La “Repubblica di Weimar” e il regime liberaldemocratico che l'aveva espressa non ebbero vita lunga. Il 30 gennaio 1933 il presidente della Repubblica Hinderburg nominó cancelliere del Reich Adolf Hitler, leader del partito nazista [40], partito di estrema destra che alle ultime elezioni politiche nazionali (6-11-1932) si era classificato al primo posto, con il 33,1 % e 196 seggi su 584 [41].
Nuove elezioni, con Hitler cancelliere, ebbero luogo il 5 marzo 1933. I nazisti ottennero il 43,9 % e 288 deputati su 647, ma raggiunsero la maggioranza assoluta alleandosi col Partito Popolare Nazionale Tedesco (8 % e 52 seggi) [42].
Il 23 marzo successivo il Reichstag approvo', col solo voto contrario dei socialdemocratici[43], il “decreto dei pieni poteri”, una delega che avrebbe permesso a Hitler di governare mediante decreti, senza bisogno di consultare il Parlamento: iniziava per la Germania il lungo periodo della dittatura nazista.
Dopo l'approvazione della legge delega molti dirigenti socialdemocratici erano stati arrestati ed altri erano fuggiti in esilio, principalmente a Praga, temendo che anche il loro partito sarebbe stato messo al bando, come infatti accadde il 21 giugno 1933.
L'SPD fu dichiarato “partito sovversivo e nemico dello Stato”, i suoi edifici e giornali sequestrati, i suoi deputati statali e federali dichiarati decaduti e le sue riunioni vietate, gli esuli accusati di tradimento e i non esuli considerati loro complici.
Anche Marie Juchacz, particolarmente odiata dai nazisti per le posizioni antifasciste da lei assunte in varie occasioni[44], ma piú ancora per il prestigio di cui godeva fra i lavoratori tedeschi, fu costretta a fuggire in esilio [45]. Aveva 54 anni.
In esilio non poté piú svolgere attivitá politica, ma rimase sempre fedele alla sua visione del mondo, socialista e umanitaria, organizzando eventi di ogni tipo per aiutare quelli che erano stati costretti ad abbandonare la loro patria, ma che avevano il coraggio di cercare di ricominciare un nuova vita all'estero.
Assieme al cognato Emil Kirschmann, deputato del Reichstag, si rifugió dapprima a Saarbrucken, capitale della Saar, controllata dai francesi [46].
In quella cittá, dove lavoró nella locale “associazione per il benessere dei lavoratori”, continuó a fare propaganda antinazista; riuscí anche ad aprire un centro di ristoro per accogliere i profughi che arrivavano dalla Germania.
Ma quando, nel 1935, in occasione del previsto referendum, gli abitanti della Saar si pronunciarono, a larga maggioranza (90,7%) per il ricongiungimento con la Germania, Marie fu costretta a lasciare il Paese e si rifugió a Mulhouse, in Alsazia, nella Francia orientale, presso il confine con la Germania. Da lí passó a Parigi, dove dal 1933 si erano rifugiati molti esuli socialisti e comunisti e dove lavoró ancora nel campo dell' assistenza ai lavoratori.
Quando, nel 1940, le armate hitleriane invasero la Francia settentrionale, Marie dovette trasferirsi nuovamente, trovando infine rifugio, alla fine di quell'anno, a Marsiglia, nella zona della Francia non occupata.
Da lí, nel 1941, attraverso la Martinica francese, riuscí poi a raggiungere New York, dove si ricongiunse col cognato Emil. Appresa la lingua inglese, vi fondó una filiale americana dell'AWO: l' Arbeiterwohlfahrt – Vittime del Nazismo” di New York, in cui lavoró fino al 1948. L'organizzazione, dopo la guerra, invierá pacchi dono per aiutare le persone in difficoltá nella Germania devastata.
Ai primi di febbraio del 1949 tornó in Germania, dove, alla conferenza di Colonia dello stesso anno, fu nominata presidente onoraria del risorto Arbeiterwohlfahrt, ormai non piú legato alla socialdemocrazia, ma del tutto indipendente da ogni partito.
Cari amici e compagni. Negli ultimi giorni ho rivisto Berlino dopo tanto tempo. E posso solo dirvi che non è stata una gioia pura rivedere la mia amata Berlino, perché questa gioia di rivedervi è permeata da tutto il dolore che è documentato nelle rovine che ci circondano.
Nel 1955, Juchacz partecipó alla Conferenza del Reich sul benessere dei lavoratori tenuta a Monaco, dove pronunció il suo ultimo intervento pubblico, sebbene fosse già indebolita dalla malattia.
Marie Juchacz morì il 28-1-1956 all'età di 76 anni a Dusseldorf. Le sue ceneri furono sepolte nella tomba di sua sorella Elisabeth Röhl- Kirschimann nel cimitero sud di Colonia. In varie cittá molte strade sono oggi a lei intitolate; un francobollo fu emesso nel 2003 dalla Germania in suo ricordo.
L'Associazione da lei creata, e per tanti anni diretta, cosí la ricordo': Tutta la sua vita è stata al servizio della lotta per un mondo migliore e più giusto.
Una storia, la sua, che merita di essere ricordata.
Marie, figlia del falegname Theodor Gohlke e di sua moglie Henriette nacque a Landberq an der Warthe (Branderburgo) [1] il 15 marzo 1879.
La sua non fu una vita facile: poiché il padre[2] da solo non ce la faceva a mantenere la famiglia, Marie riuscí sí a studiare, nel paese natale, ma solo fino ai 14 anni, quando dovette andare a lavorare: dapprima come domestica in varie famiglie e poi come operaia in una fabbrica produttrice di materiale per la pesca e poi ancora come assistente infermiera nel locale istituto psichiatrico. Lavori pesanti e mal pagati. Grazie a qualche risparmio, riuscí comunque a fare un corso per sarta, alla fine del quale andó a lavorare nella bottega del maestro sarto Bernhard Juchacz, che nel 1903 finí per sposare e di cui assunse il cognome.
Il matrimonio, peró, non duró a lungo e, nel 1906, i due divorziarono.
Intanto, incoraggiata, fin dal 1890, dal fratello maggiore Otto Gohlke, che le regalava anche dei libri, aveva cominciato ad avvicinarsi alla socialdemocrazia, attraverso la lettura di opere progressiste, come quelle di Bertha von Suttner [3] e del famoso libro La donna e il socialismo del grande leader socialista tedesco August Bebel, pubblicato nel 1879. Probabilmente influirono sul suo orientamento politico anche gli incontri con l'importante esponente SPD Wihlelm Paetzel che di tanto in tanto veniva in paese a trovare la famiglia.
Fallito il suo matrimonio, Marie, desiderosa di fare politica e di vivere da persona libera ed uguale, decise di trasferirsi a Berlino, in casa del fratello maggiore. Portando con sé i due figli [4] di Marie; la raggiungerá successivamente la sorella minore Elisabeth Röhl [5] (1888-1930), alla quale era legatissima; le due vivranno assieme, nella stessa casa, lavorando come sarte fino al 1913.
All'inizio del 1906 io e mia sorella Elisabeth andammo a Berlino. Il nostro obiettivo era quello di ottenere un punto d'appoggio economico. Camminavamo senza illusioni, entrambe ci prendevamo cura dei miei due figli e sapevamo che sarebbe stato difficile. Volevamo trovare un modo per unirci al movimento socialista [6].
Una volta a Berlino, le due sorelle nel 1907 si iscrissero dapprima all'Associazione per l'istruzione delle donne e delle ragazze della classe operaia [7] e, nel 1908, al Partito Socialdemocratico di Germania (SPD), cioè proprio nello stesso anno in cui fu abolita la legge che vietava alle donne tedesche il diritto di iscriversi a partiti politici.
Prima della sua abolizione la socialdemocrazia tedesca, nelle cui file militavano, sia pure ufficiosamente, molte donne, anche di altissimo valore [8], cercava di aggirare quell'oscurantista discriminazione con degli stratagemmi, camuffando le sue organizzazioni femminili da associazioni con finalitá educative. Quando la legge fu abolita, tali associazioni femminili scomparirono e la maggior parte delle loro aderenti si iscrisse ufficialmente all'SPD.
Rimaneva comunque in piedi la negazione del diritto di voto alle donne.
Marie Juchacz cominció ad approfondire lo studio del socialismo e a prendere la parola nelle riunioni, spesso come relatrice, lavorando da volontaria per il partito e mettendosi rapidamente in luce come oratrice e attivista lucida ed appassionata. Socialdemocratica di orientamento riformista, venne man mano chiamata a ricoprire varie cariche locali all'interno del partito, con sempre ottimi risultati.
Tanto che nel 1913, Luise Zietz [9] la nominó responsabile femminile per il distretto del partito a Colonia, nella provincia dell'Alto Reno, come funzionaria retribuita.
Marie dunque si trasferí a Colonia e svolse con passione questo nuovo lavoro [10] fino al 1917, dedicandosi, con particolare attenzione, all'organizzazione delle lavoratrici tessili.
Lo scoppio della prima guerra mondiale, nel luglio 1914, segnó il crollo della Seconda Internazionale, in quanto i maggiori partiti ad essa aderenti [11], venendo meno agli impegni assunti in sede internazionale, si schierarono ciascuno col proprio governo, dando vita alle cosiddette “unioni sacre”, in nome della salvezza della patria in guerra, accantonando ogni forma di lotta frontale contro lo Stato borghese che prima avevano combattuto.
La SPD, in particolare, controllata dall'ala destra del partito, il 4 agosto 1914, votó a favore dei “crediti di guerra” [12], nonostante il disaccordo di una minoranza di deputati.
Marie Juchacz, pacifista per formazione, di fronte al fatto compiuto, non ebbe altra scelta che quella di cercare di alleviare le inevitabili sofferenze del popolo tedesco, causate dalla guerra.
In questa attivitá assistenziale il gruppo femminile socialdemocratico accettó di lavorare assieme alle donne di altre associazioni non socialiste [13], superando differenze e diffidenze di classe e la diversa visione delle finalitá ultime della lotta politica[14], all'interno del “Servizio nazionale delle donne” (NFD), che era stato creato allo scopo di affrontare assieme i problemi delle donne sorti in tempo di guerra. Nel corso del 1914, Marie tenne, per conto dell'NFD di Colonia, diverse conferenze intitolate Gli obblighi sociali delle donne in tempo di guerra. Anche questo contribuí a diffondere il nome e la fama di Marie Juchacz, anche al di fuori del distretto.
Dunque Marie, assieme ad altre socialiste come Anna Maria Schulte [15], Else Meerfeld e sua sorella Elisabeth [16] promosse il “Centro di lavoro domestico”, che si proponeva di creare centri di cucito che dessero l'opportunitá a molte donne di lavorare in casa e di aiutare in vari modi vedove e orfani di guerra [17]. Varie donne vennero anche nominate nei vari comitati locali che si occupavano delle questioni sollevate dalla guerra: Marie fece parte della “Commissione alimentare”, che si occupava del cibo razionato dallo Stato.
Aiutare le persone ad aiutare se stesse era il suo motto.
Questa intensa attivitá le consentí di acquisire conoscenze ed esperienze, specialmente nel campo dell'assistenza, che le saranno assai utili per svolgere i compiti nazionali che l'attendevano.
Gli iniziali dissensi all'interno dell'SPD sull'atteggiamento da tenere di fronte alla guerra tra l'ala destra “patriottica” (o patriottarda, secondo i punti di vista) che governava il partito, favorevole alla “difesa della patria” e a una “politica di tregua” sociale, e le correnti di centro e di sinistra che intendevano invece rimanere fedeli ai deliberati dell'Internazionale contro la guerra e che erano ben coscienti dell'immane carneficina cui si avviavano la Germania e il mondo intero, erano destinati a creare un clima di forte antagonismo interno fra i socialdemocratici.
Nel 1917 le tensioni fra le due posizioni crebbero in misura ormai insostenibile, fino ad arrivare alla scissione della minoranza di centro-sinistra, che nell'aprile di quell'anno costituí il Partito Socialdemocratico Indipendente di Germania (USPD) [18]. Le due formazioni, SPD e USPD, da allora saranno anche chiamate, in breve, rispettivamente “i maggioritari” e “gli indipendenti”.
Marie Juchacz, fedele alla tradizione fortemente unitaria della socialdemocrazia tedesca, rimase nel vecchio partito e ció amplió di molto la sua visibilitá politica, che divenne nazionale.
Infatti il presidente dell'SPD Friedrich Ebert [19] la chiamó a Berlino, a sostituire, nel ruolo di segretaria nazionale delle donne socialdemocratiche, la centrista Luise Zeitz [20], che aveva aderito all'USPD, onde ricostruire il movimento delle donne socialdemocratiche SPD. Nello stesso anno Marie fu eletta nel Comitato Esecutivo del partito e successe alla Zeitz anche nella direzione del giornale L'Uguaglianza, organo nazionale delle donne socialdemocratiche [21].
Marie era l'unica donna nell'esecutivo dei “maggioritari”. Nei nuovi ruoli, avvalendosi anche delle sue precedenti esperienze, fu in grado di sottolineare l'importanza della questione sociale e del miglioramento del livello di vita dei lavoratori, sollecitando anche gli organi direttivi del suo partito a intestarsene la promozione e battendosi, ad esempio, per il congedo di maternitá, per l'alloggio e l'assistenza ai poveri.
Non fu, la sua, una battaglia facilissima, dovendo operare in un mondo, quale era quello socialdemocratico, in cui l'elemento maschile era predominante e spesso scettico nei confronti del lavoro femminile, perché spesso le donne acconsentivano a lavorare per un salario piú basso. Tuttavia l'SPD fu il primo partito in Germania a battersi per il suffragio femminile.
Sotto il peso della sconfitta militare, della carneficina e delle sofferenze causate dalla guerra, tra la fine del 1918 e i primi mesi del 1919 la situazione in Germania si fece insostenibile e le masse rivoluzionarie, affamate e disperate, si schierarono con i due partiti socialisti, la SPD e l'USPD, nonostante la scarsa intesa esistente fra i due.
Il 9 novembre 1918 il socialdemocratico Philipp Scheidemann (SPD), parlando da una finestra del Reichstag (parlamento), proclamó la repubblica [22]. Nello stesso giorno il cancelliere del kaiser Maximilian von Baden, dopo avere annunciato l'abdicazione di Guglielmo II, trasmise i suoi poteri al capo dei “maggioritari” Friedrich Ebert. Il giorno dopo si costituí un governo, chiamato “Consiglio dei Commissari del popolo” composto da tre esponenti SPD [23] e da tre USPD [24]. Tuttavia la strategia dei due partiti era assai diversa perché l'intesa potesse durare. Infatti il 29-12-1919 i rappresentanti dell'USPD si dimisero [25] per protestare contro la repressione del movimento rivoluzionario e passarono all'opposizione [26].
Resta comunque merito del governo socialista la concessione, avvenuta il 12 novembre 1918, del suffragio femminile, per cui tanti si erano battuti, con in testa i socialdemocratici, allora ancora uniti: il loro partito era stato l'unico ad averlo inserito nel suo programma.
A questa battaglia aveva partecipato, con la tenacia che la contraddistingueva, Marie Juchacz. Giá il 25 ottobre 1918 alcune donne avevano scritto al Cancelliere affinché il problema del suffragio femminile fosse finalmente posto all'ordine del giorno: la prima firma era stata quella di Marie Juchacz, segretaria nazionale delle donne socialdemocratiche (SPD).
L'obiettivo era stato raggiunto!
Successivamente ebbe luogo (16-20/12/1918) a Berlino un Congresso Nazionale dei Consigli (a maggioranza SPD [27]) che decise di chiamare il popolo tedesco alle urne per eleggere un'Assemblea Nazionale costituente [28].
Le elezioni ebbero luogo il 19 gennaio 1919, col sistema della proporzionale pura. Fu in quell'occasione che, per la prima volta nelle storia della Germania, le donne ebbero il diritto di votare e di essere elette [29].
Primo partito risulto' l'SPD [30], che ottenne il 37,9 % e 165/423 seggi.
Fra i 423 seggi c'erano – per la prima volta - 37 donne: 19 erano dell'SPD, fra cui Marie Juchacz e sua sorella Elisabeth.
L'Assemblea Nazionale si riuní per la prima volta a Weimar il 6 febbraio 1919.
Formatasi una coalizione fra SPD e partiti centristi, l'Assemblea elesse a maggioranza (13-2-1919) Presidente provvisorio della Germania Friedrich Ebert, il quale incaricó Philipp Scheidemann di formare il governo.
Il 19 febbraio 1919 la quarantenne Marie Juchacz fu la prima donna a pronunciare un discorso davanti a un parlamento tedesco, l'Assemblea Nazionale. Discorso che rimarrá nella storia [31]:
Signori e signore... [ilaritá] é la prima volta in Germania che le donne possono parlare al popolo come libere ed eguali in parlamento, e vorrei affermare qui, in modo abbastanza obiettivo, che è stata la rivoluzione a superare i vecchi pregiudizi anche in Germania.
Oggi le donne hanno il diritto di cittadinanza a cui hanno sempre avuto diritto. Secondo la loro visione del mondo, un governo socialista incaricato dal popolo non poteva e non doveva agire diversamente da come ha fatto. Ha fatto quello che doveva fare nel riconoscere le donne come cittadini uguali in questa seduta.
Vorrei affermare qui, e credo di parlare con il consenso di molti, che noi donne tedesche non dobbiamo a questo governo il tradizionale senso di gratitudine. Quello che ha fatto questo governo è stato dato per scontato: ha dato alle donne ciò che era stato loro ingiustamente negato fino a quel momento.
Se il governo voleva preparare una costituzione democratica, allora questa preparazione includeva il popolo, l'intero popolo nella sua rappresentanza. Gli uomini che hanno concesso alla parte femminile della popolazione tedesca il diritto di cittadinanza, finora erroneamente negato, hanno così assolto a un dovere evidente per tutti coloro che pensano rettamente e per ogni democratico. Ma è nostro dovere affermare qui ciò che rimarrà per sempre negli annali della storia, che è stato il primo governo socialdemocratico a porre fine all'immaturità politica delle donne tedesche.
Marie fu l'unica donna a far parte del “Comitato consultivo dell'Assemblea Nazionale per redigere una costituzione per lo Stato tedesco”.
In quella sede si batté perché fosse sancita nella Costituzione l'uguaglianza tra uomo e donna nel campo dei diritti civili e politici, non trascurando i temi inerenti la giustizia sociale.
Il 31 luglio l'Assemblea Nazionale approvó la nuova Costituzione, la quale entró in vigore il 14 agosto successivo.
Nei mesi che seguirono l'attenzione della Juchacz si concentró sui gravi problemi del dopoguerra e sul modo migliore per aiutare le migliaia di sfollati e di bisognosi.
Avvalendosi dell'esperienza fatta nella “Comunitá nazionale femminile” di Colonia durante la guerra e del sistema “auto-aiuto” allora messo in atto, elaboró un progetto molto piú ampio di assistenza sociale e lo sottopose alla Direzione dell'SPD,
la quale il 13 dicembre 1919 accolse le proposte della intraprendente dirigente e la incaricó di metterle in atto.
Marie, dunque, fondó l'Arbeiterwohlfart (AWO) [32], un'organizzazione assistenziale non confessionale, il cui compito a breve termine era quello di aiutare le migliaia di sfollati, mutilati, vedove, orfani a causa della guerra, fornendo assistenza e aiuto alle famiglie bisognose della classe operaia; ma il suo scopo di lungo respiro era la creazione di una legislazione sociale in Germania, per aiutare tutte le persone socialmente bisognose. Per l'AWO, infatti, essere sostenuti in caso di malattia, disoccupazione, infortunio, vecchiaia è un diritto dei lavoratori. Essi non dovevano mai piú dipendere dalla pietá dei ricchi o dalle elemosine dei buoni. Non si doveva piú affrontare il malessere sociale con leggi repressive e con misure di polizia, ma con interventi preventivi contro la povertá.
Di questa benemerita organizzazione sociale Marie assunse la presidenza, mantenendola fino al 1933, cioè fino all'avvento del nazismo [33].
Sotto la sua presidenza l'AWO si trasformó in un ente assai robusto, con corsi di formazione per assistenti sociali, asili nido, case di riposo per anziani, centri di assistenza ai disabili, enti di qualificazione professionali per donne [34].
A sostenere l'ambizioso progetto, politicamente e socialmente, furono maggiormente le donne socialdemocratiche, fra le quali un ruolo fondamentale svolse Hedwig Wachenheim [35].
L'Assemblea Nazionale si sciolse il 20 maggio 1920 e il 6 giugno successivo ebbero luogo le elezioni per il Parlamento (Reichstag), come previsto dalla “Costituzione di Weimar”.
La SPD, pur subendo un consistente calo [36], si riconfermó primo partito, avendo ottenuto il 21.7 % e 102 deputati su 459.
Marie fu rieletta [37]; non cosí sua sorella Elisabeth [38]. Negli anni seguenti l'attivitá politica di Marie divenne frenetica e, a parte la sua partecipazione a congressi e a campagne elettorali, la parlamentare socialista fu molto impegnata a scrivere e ad organizzare conferenze. Fondó anche una scuola per la formazione di assistenti sociali, in grado di prendersi cura dei poveri. Lavorava instancabilmente per la giustizia sociale e per l'uguaglianza di genere, in parlamento, nel partito [39] e nell'AWO.
In quanto deputata, tra il 1920 e il 1933, Marie Juchacz si dedicó principalmente alla politica sociale: protezione delle ragazze-madri e dei figli illegittimi, riforma della legge sul divorzio, indennitá di disoccupazione, congedo di maternitá, istruzione, problema degli alloggi. Al di lá delle appartenenze politiche, consideró sempre suo compito fondamentale la difesa dei lavoratori e delle persone bisognose. Il suo contributo alla costruzione dello stato sociale nella Repubblica di Weimar è stato altissimo.
Nel 1930 morí sua sorella, sua compagna in tante battaglie: La collaborazione costante con Elisabeth [era] la forza più potente della mia vita.
La “Repubblica di Weimar” e il regime liberaldemocratico che l'aveva espressa non ebbero vita lunga. Il 30 gennaio 1933 il presidente della Repubblica Hinderburg nominó cancelliere del Reich Adolf Hitler, leader del partito nazista [40], partito di estrema destra che alle ultime elezioni politiche nazionali (6-11-1932) si era classificato al primo posto, con il 33,1 % e 196 seggi su 584 [41].
Nuove elezioni, con Hitler cancelliere, ebbero luogo il 5 marzo 1933. I nazisti ottennero il 43,9 % e 288 deputati su 647, ma raggiunsero la maggioranza assoluta alleandosi col Partito Popolare Nazionale Tedesco (8 % e 52 seggi) [42].
Il 23 marzo successivo il Reichstag approvo', col solo voto contrario dei socialdemocratici[43], il “decreto dei pieni poteri”, una delega che avrebbe permesso a Hitler di governare mediante decreti, senza bisogno di consultare il Parlamento: iniziava per la Germania il lungo periodo della dittatura nazista.
Dopo l'approvazione della legge delega molti dirigenti socialdemocratici erano stati arrestati ed altri erano fuggiti in esilio, principalmente a Praga, temendo che anche il loro partito sarebbe stato messo al bando, come infatti accadde il 21 giugno 1933.
L'SPD fu dichiarato “partito sovversivo e nemico dello Stato”, i suoi edifici e giornali sequestrati, i suoi deputati statali e federali dichiarati decaduti e le sue riunioni vietate, gli esuli accusati di tradimento e i non esuli considerati loro complici.
Anche Marie Juchacz, particolarmente odiata dai nazisti per le posizioni antifasciste da lei assunte in varie occasioni[44], ma piú ancora per il prestigio di cui godeva fra i lavoratori tedeschi, fu costretta a fuggire in esilio [45]. Aveva 54 anni.
In esilio non poté piú svolgere attivitá politica, ma rimase sempre fedele alla sua visione del mondo, socialista e umanitaria, organizzando eventi di ogni tipo per aiutare quelli che erano stati costretti ad abbandonare la loro patria, ma che avevano il coraggio di cercare di ricominciare un nuova vita all'estero.
Assieme al cognato Emil Kirschmann, deputato del Reichstag, si rifugió dapprima a Saarbrucken, capitale della Saar, controllata dai francesi [46].
In quella cittá, dove lavoró nella locale “associazione per il benessere dei lavoratori”, continuó a fare propaganda antinazista; riuscí anche ad aprire un centro di ristoro per accogliere i profughi che arrivavano dalla Germania.
Ma quando, nel 1935, in occasione del previsto referendum, gli abitanti della Saar si pronunciarono, a larga maggioranza (90,7%) per il ricongiungimento con la Germania, Marie fu costretta a lasciare il Paese e si rifugió a Mulhouse, in Alsazia, nella Francia orientale, presso il confine con la Germania. Da lí passó a Parigi, dove dal 1933 si erano rifugiati molti esuli socialisti e comunisti e dove lavoró ancora nel campo dell' assistenza ai lavoratori.
Quando, nel 1940, le armate hitleriane invasero la Francia settentrionale, Marie dovette trasferirsi nuovamente, trovando infine rifugio, alla fine di quell'anno, a Marsiglia, nella zona della Francia non occupata.
Da lí, nel 1941, attraverso la Martinica francese, riuscí poi a raggiungere New York, dove si ricongiunse col cognato Emil. Appresa la lingua inglese, vi fondó una filiale americana dell'AWO: l' Arbeiterwohlfahrt – Vittime del Nazismo” di New York, in cui lavoró fino al 1948. L'organizzazione, dopo la guerra, invierá pacchi dono per aiutare le persone in difficoltá nella Germania devastata.
Ai primi di febbraio del 1949 tornó in Germania, dove, alla conferenza di Colonia dello stesso anno, fu nominata presidente onoraria del risorto Arbeiterwohlfahrt, ormai non piú legato alla socialdemocrazia, ma del tutto indipendente da ogni partito.
Cari amici e compagni. Negli ultimi giorni ho rivisto Berlino dopo tanto tempo. E posso solo dirvi che non è stata una gioia pura rivedere la mia amata Berlino, perché questa gioia di rivedervi è permeata da tutto il dolore che è documentato nelle rovine che ci circondano.
Nel 1955, Juchacz partecipó alla Conferenza del Reich sul benessere dei lavoratori tenuta a Monaco, dove pronunció il suo ultimo intervento pubblico, sebbene fosse già indebolita dalla malattia.
Marie Juchacz morì il 28-1-1956 all'età di 76 anni a Dusseldorf. Le sue ceneri furono sepolte nella tomba di sua sorella Elisabeth Röhl- Kirschimann nel cimitero sud di Colonia. In varie cittá molte strade sono oggi a lei intitolate; un francobollo fu emesso nel 2003 dalla Germania in suo ricordo.
L'Associazione da lei creata, e per tanti anni diretta, cosí la ricordo': Tutta la sua vita è stata al servizio della lotta per un mondo migliore e più giusto.
TARGA DELLA MEMORIA DI BERLINO
Ha vissuto qui dal 1926 al 1933
MARIE JUCHACZ
15.3.1879 - 28.1.1956
Riformatrice sociale, membro socialdemocratico del Reichstag
Ha fondato nel 1919 l'Arbeiterwohlfahrt (AWO)
Dopo l'autoscioglimento dell'AWO,
costretta dai governanti nazionalsocialisti
Marie Juchacz, nel 1935, attraverso la Francia, fuggí a New York
dove, con il suo supporto, si costituí anche un “Arbeiterwohlfahrt”
Nel 1949 tornò in Germania
Ha vissuto qui dal 1926 al 1933
MARIE JUCHACZ
15.3.1879 - 28.1.1956
Riformatrice sociale, membro socialdemocratico del Reichstag
Ha fondato nel 1919 l'Arbeiterwohlfahrt (AWO)
Dopo l'autoscioglimento dell'AWO,
costretta dai governanti nazionalsocialisti
Marie Juchacz, nel 1935, attraverso la Francia, fuggí a New York
dove, con il suo supporto, si costituí anche un “Arbeiterwohlfahrt”
Nel 1949 tornò in Germania
[1] Dopo la seconda guerra mondiale la cittá fu assegnata alla Polonia e prese il nome di Gorzow Wielkopolski.
[2] Era affetto da un'infezione polmonare e non aveva alcuna assicurazione sanitaria.
[3] La baronessa Bertha von Sutter (1843-1924), scrittrice pacifista austro-boema è stata la prima donna a vincere, nel 1905, il premio Nobel per la Pace.
[4] Lotte, nata nel 1903 e Paul, nato nel 1905.
[5] Elisabeth Rohl (1888-1930) era sarta come la sorella Marie, e le due vissero assieme, nella stessa casa. Nel 1919 sará eletta, per l'SPD, all'Assemblea Nazionale della Repubblica di Weimar (1919-20). In quella veste propose la parificazione giuridica delle ragazze madri e dei figli illegittimi con le famiglie legittime. Dal 1921 alla morte fu membro del Parlamento statale della Prussia.
[6] Dal un'autobiografia di Marie Juchacz.
[7] Ció fu loro consigliato dalla importante dirigente socialista Margarete Wengels (1856-1831), che fu consigliere comunale di Berlino dal 1919 al 1925.
[8] Basti pensare a Clara Zetkin, a Rosa Luxemburg, a Luise Zietz, ecc.
[9] Luise Zietz (1865-1922) era la responsabile nazionale delle donne sociademocratiche ed era stata la prima donna ad entrare nen Comitato Esecutivo nazionale dell'SPD. Si veda, su di lei l'articolo di Ferdinando Leonzio, pubblicato nel numero di gennaio 2022 di questa rivista.
[10] Lascio' momentaneamente i figli a Berlino, affidandoli alla sorella.
[11] Il Partito Socialdemocratico di Germania (SPD), il Partito Socialista Operaio Austriaco (SDAPO), la Sezione Francese dell'Internaziona Operaia (SFIO), il Partito Laburista britannico (LP).
[12] Emissione di titoli del debito pubblico per fronteggiare le spese militari.
[13] Le donne della classe media e medio-alta erano organizzate nella “Federazione delle associazioni femminili tedesche”.
[14] C'erano pero', tra le organizzazioni femminili socialdemocratiche e le altre, anche importanti punti di contatto, quali la comune battaglia per il suffragio femminile e la nomina di donne all'interno dei vari comitati cittadini.
[15] Anna Maria Schulte (1886-1973), sindacalista socialista, iscritta all'SPD dal 1908, fu una fervente antinazista e perseguitata politica. Fu piú volte consigliere comunale di Colonia.
[16] Elisabeth (1888-1930) che dal 1914 si era trasferita a Colonia coi bambini, nel 1922 si risposerá, assumendo il cognome del marito Emil Kirschmann (1888-1949), importante esponente socialista tedesco, che fu fautore di un fronte unico antinazista e membro del Reichstag (1924-1932).
[17] Su iniziativa della Juchacz fu creato un laboratorio che produceva abiti per l'esercito e dava lavoro alle sarte a domicilio con bambini, permettendo loro di avere un reddito proprio.
[18] Aderivano al nuovo partito socialista, che aveva come leader Hugo Haase (1863-1919), i piú illustri esponenti della socialdemocrazia tedesca, e non solo, come Karl Kautsky, Eduard Berstein, Kurt Eisner, Georg Lederbour, Luise Zeitz, Rudolf Hilferding, Franz Mehring, oltre a quelli appartenenti all'ala sinistra spartachista Rosa Luxemburg, Karl Liebknecht, Clara Zetkin, Leo Jogiches, Paul Levi.
[19] Friedrich Ebert (1871-1925) fu presidente dell'SPD dal 1913 al 1919 e Presidente della Germania dal 1919 al 1925.
[20] Luise Zeitz, dopo la scissione, entrerá nella Direzione dell'USPD, di cui curerá l'organizzazione femminile.
[21] La Juchacz lo dirigerá fino al 1921. La rivista cesserá le pubblicazioni nel 1923, a causa dell'inflazione.
[22] Due ore dopo il leader spartachista Karl Liebknecht proclamó la repubblica socialista. Il Kaiser Guglielmo II abdicó formalmdente il 28-11-1918.
[23] Friedrich Ebert, Philipp Scheidemann e Otto Landsberg..
[24] Hugo Haase, Wilhlem Dittmann ed Emil Barth.
[25] Al loro posto entrarono nel Consiglio dei Commissari del Popolo due altri “maggioritari”: Gustav Noske e Rudolf Wissell. Il Consiglio si sciolse il 13-2-1919, lasciando i poteri al governo Scheidemann.
[26] La repressione toccherá il suo culmine il 15-1-1919 con l'assassinio, ad opera dei Freikorps (militari di destra), di Rosa Luxemburg e Karl Liebknecht.
[27] La SPD aveva 291 delegati su 489. L'USPD ne aveva 90, di cui 10 spartachisti.
[28] Il Partito Comunista di Germania (KPD), che si era costituito nel dicembre 1918, con nucleo principale l'estrema sinistra dell'USPD (gli “Spartachisti”) decise di non partecipare alle elezioni.
[29] Andó a votare il 90 % delle donne.
[30]L'USPD ottenne il 7,6 % e 22 seggi.
[31] Il 17-1-2019 il discorso della Jachacz, in occasione del centenario, é stato riletto davanti al Bundestag dalla grande attrice Susanne-Marie Wrage.
[32] In italiano “Associazione per il benessere dei lavoratori”. Il nome iniziale dell'organizzazione sociale era “Comitato nazionale del partito socialdemocratico per il benessere dei lavoratori”.
[33] Dal 1921 al 1931 Marie fece parte anche del consiglio di amministrazione dell' ”Associazione tedesca per la previdenza pubblica e privata”.
[34] Poco prima del suo scioglimento (1933) l'AWO contava circa 135.000 membri volontari, distribuiti in 2600 comitati locali con 1414 centri di consulenza per le persone bisognose.
[35] Hedwig Wachenheim (1891-1969), iscrittasi nel 1914 all'SPD, nel 1919 era consigliere comunale di Berlino. Sará deputata del parlamento dello stato prussiano dal 1928 al 1933. Antinazista, fu costretta ad emigrare.
[36] In consistente crescita, invece, l'USDP che conseguí il 17,9 % dei voti, eleggendo 84 deputati. Il KPD ebbe il 2,1 % e 4 deputati.
[37] Rimarrá in Parlamento fino al 1933.
[38] Elisabeth Kirschmann fará parte del Landstag prussiano (Parlamento regionale) dal 1921 alla morte (1930).
[39] Il 24-2-1922 l'SPD e l'USPD (la parte che nel 1920 non si era fusa col KPD) si riunificarono, dando vita al Partito Socialdemocratico Unificato di Germania (VSPD), che nel 1924 ritornó alla vecchia denominazione di SPD. Non aderí solo un piccolo gruppo dell'USPD, che si dissolverá nel 1945.
[40] Partito Nazional Socialista dei Lavoratori Tedeschi (NSDAP), detto brevementer Partito Nazista.
[41] Il partito socialdemocratico aveva ottenuto il 20,4 % e 121 seggi; quello comunista il 16,9 % e 100 seggi.
[42] L'SPD conseguí il 18,3 % e 120 deutati; il KPD ebbe il 12,3 % e 81 deputati.
[43] Il KPD era stato messo fuorilegge e i suoi deputati arrestati, morti o in esilio, in base al “decreto antincendio del Reich”, emanato il 28-2-1933.
[44] Nel suo ultimo discorso al Reichsrag (1932) aveva detto, fra l'altro: Il nostro amore per il nostro popolo ci costringe a resistere con tutte le forze a queste politiche, alle politiche naziste....
[45] L'AWO si sciolse, per non cadere in mano ai nazisti.
[46] Come stabilito dal trattato di Versailles nel 1920 nella Saar era stato costituito, per 15 anni, un protettorato anglo-francese.
Fonte: di Ferdinando Leonzio