"NECESSITA’ ED ATTUALITA’ DEL SOCIALISMO"
24-04-2022 - LA NECESSITA' DEL SOCIALISMO
Dopo centotrenta anni, il socialismo non è argomento di archeologia politica. Gli ideali socialisti sono attualissimi, ancora inattuati, ma applicabili all’evoluzione sociale ed economica dei nostri giorni.
Tra i primi sostenitori della validità politica del socialismo al servizio dell’umanità, troviamo Liborio Granone, avvocato socialista, siciliano, vissuto a Licata. Nel 1914 Liborio Granone pubblicò a Catania, edizione de ‘Il Domani’, per la Biblioteca Sociale de “Il Domani” diretta da Salvatore Emmanuele, il suo libro “La Crisi Socialista”.
Ci troviamo alla vigilia della prima guerra mondiale, e subito dopo le lotte contadine dei Fasci siciliani che hanno segnato la storia del movimento contadino socialista in Sicilia.
Il libro dopo più di un secolo è di un’attualità straordinaria, illuminante anche per i giorni nostri.
Nella prefazione Granone scrive: “….sono convinto che oggi, fra tanta confusione, valga qualche cosa un atto di sincerità. Poi, siccome si attribuiscono limiti troppo angusti alla gravissima crisi, che travaglia il partito socialista, ond’essa risorge sempre con maggior vigore, per avere una giusta soluzione, io mi propongo di allargare convenientemente i limiti dianzi cennati. Ciò per contribuire ad una più efficace revisione della dottrina socialista, sicuro che la fine della crisi dipenda appunto da tale revisione, e che bisogna abbandonare il vieto dogma per sostenere un sereno dibattito esauriente, necessario all’auspicata vita nuova del partito socialista”.
Anche oggi si avverte questa necessità, forse in modo più impellente di allora. Liborio Granone non fa soltanto una approfondita analisi storica e politica sulle origini della crisi socialista partendo dall’Unità d’Italia, ma dà delle indicazioni sul riformismo socialista e sul superamento della crisi.
Già sin dalla lettura del primo capitolo si ha la sensazione di una straordinaria attualità. Infatti, Granone scrisse: “La profonda crisi che da tempo travaglia il partito socialista, per le sue cause, come per i suoi effetti, costituisce senza dubbio uno dei più cospicui avvenimenti della vita pubblica italiana di questi tempi. E’ un fatto abbastanza complesso e grave, che interessa vitalmente non mai un solo aggregato di uomini, ma l’intero paese, soprattutto per quel che riguarda l’orientamento dei partiti parlamentari e l’indirizzo del Governo”.
Allora, le cause andavano ricercate nel lassismo politico dei primi decenni dall’Unità d’Italia con appiattimenti politici animati soltanto da logiche di potere politico di gruppo. Non c’era una sostanziale differenza programmatica tra Destra e Sinistra.
L’avvocato socialista osservava: “Invece, cioè, di fare intellettualmente ed economicamente l’Italia, dopo di averla resa libera ed unita, sia per prevenire il malcontento popolare e le relative violente manifestazioni, che per preparare bene il paese ad una forte politica estera, i governanti, perdendo di vista le condizioni e le aspirazioni vere della collettività nazionale, vollero imitare le grandi potenze, soprattutto per gli armamenti e per l’espansione coloniale”.
La crisi socialista, allora dettata dalle contrapposizioni tra massimalisti e riformisti, non fu risolta nel 1912 con il Congresso di Reggio Emilia, dove avvenne la settaria espulsione di Bissolati, Cabrini, Bonomi e Podrecca.
Poi con la nascita del partito comunista, il settarismo e l’avversione al socialismo sono aumentate con effetti negativi, ritardando il benessere ed il progresso dell’umanità. L’illusione delle logiche rivoluzionarie e illiberali del comunismo segnano ancora oggi negativamente la storia del movimento operaio.
Nella seguente definizione di Liborio Granone, si possono riassumere la validità e l’attualità del socialismo per la creazione di una società ideale: “L’universalità è il carattere che maggiormente distingue il socialismo. Questo non mira affatto ad uno scopo particolare d’indole politica ovvero economica; non si contenta di anodini provvedimenti, né di soluzioni intermedie e transitorie; non riguarda un solo paese, oppure una sola classe di persone. Gli altri partiti politici hanno programmi assai ristretti, secondo le peculiari opinioni e gli scopi dei parti tanti, che spesso mostrano di avere soverchie preoccupazioni per quistioni di scarsa importanza, in cui sono più o meno direttamente interessati. Programmi che perciò non possono meritare ed ottenere l’adesione dell’intera collettività, anche per il fatto che essi non indicano nessuna radicale soluzione per i grandi problemi concernenti la vita e l’organamento dell’umanità. Il socialismo invece non conosce siffatti limiti angusti, e si rivolge alla totalità degli individui, per propugnare e far trionfare quei principii di giustizia e di amore, dai quali esclusivamente dipendono ognora la pace e la prosperità generale agognate dalle genti. Il socialismo, poiché mira al bene di tutti gli uomini della terra, non riconosce nessuna distinzione di paese e di classe, non vuole avvantaggiare alcuni a detrimento degli altri, ed il suo fine ultimo è quello di risolvere radicalmente la quistione sociale, in guisa da giovare a tutto l’umano consorzio, senza alcuna parzialità. Il che viene esaurientemente spiegato e giustificato dall’odierno ordinamento sociale, che certo non appaga più in nessuna maniera le genti. Queste ancora, malgrado l’inoltrata civiltà ed il ragguardevole grado di progresso generale raggiunto, non sono né tranquille, né prive di sofferenze. Si deplorano troppe diversità, troppe ingiustizie, troppi privilegi. La ricchezza è distribuita in malo modo. La produzione non disciplinata, né soddisfacente. La libertà non è generale. Il godimento non è per tutti, non è concessa nemmeno a coloro che lavorano e producono. Quindi si lamentano miserie, rancori, competizioni, rivolgimenti, che perturbano l’umanità, e che fanno sentire molto prepotente il bisogno d provvedere, in modo equo e definitivo, a ciò che costituisce l’odierna quistione sociale”.
Ideali ancora validi per la loro straordinaria attualità, vista la realtà sociale dei nostri giorni.
La nostra Costituzione prevede l’attuazione della democrazia politica, della democrazia sindacale e della democrazia economica (art. 46). La democrazia politica e quella sindacale sono continuamente messe a dura prova e negli ultimi anni sono sempre più oggetto di continui attacchi.
La democrazia economica non ha mai trovato diffusione e concreta attuazione. Oggi, la presenza di un forte e solido partito socialista riformista e libertario è indispensabile per costruire una società civile basata su quegli ideali universali indicati da Liborio Granone, che ritroviamo anche nel socialismo liberale di Carlo Rosselli, dove giustizia sociale e libertà stanno al primo posto.
Tra i primi sostenitori della validità politica del socialismo al servizio dell’umanità, troviamo Liborio Granone, avvocato socialista, siciliano, vissuto a Licata. Nel 1914 Liborio Granone pubblicò a Catania, edizione de ‘Il Domani’, per la Biblioteca Sociale de “Il Domani” diretta da Salvatore Emmanuele, il suo libro “La Crisi Socialista”.
Ci troviamo alla vigilia della prima guerra mondiale, e subito dopo le lotte contadine dei Fasci siciliani che hanno segnato la storia del movimento contadino socialista in Sicilia.
Il libro dopo più di un secolo è di un’attualità straordinaria, illuminante anche per i giorni nostri.
Nella prefazione Granone scrive: “….sono convinto che oggi, fra tanta confusione, valga qualche cosa un atto di sincerità. Poi, siccome si attribuiscono limiti troppo angusti alla gravissima crisi, che travaglia il partito socialista, ond’essa risorge sempre con maggior vigore, per avere una giusta soluzione, io mi propongo di allargare convenientemente i limiti dianzi cennati. Ciò per contribuire ad una più efficace revisione della dottrina socialista, sicuro che la fine della crisi dipenda appunto da tale revisione, e che bisogna abbandonare il vieto dogma per sostenere un sereno dibattito esauriente, necessario all’auspicata vita nuova del partito socialista”.
Anche oggi si avverte questa necessità, forse in modo più impellente di allora. Liborio Granone non fa soltanto una approfondita analisi storica e politica sulle origini della crisi socialista partendo dall’Unità d’Italia, ma dà delle indicazioni sul riformismo socialista e sul superamento della crisi.
Già sin dalla lettura del primo capitolo si ha la sensazione di una straordinaria attualità. Infatti, Granone scrisse: “La profonda crisi che da tempo travaglia il partito socialista, per le sue cause, come per i suoi effetti, costituisce senza dubbio uno dei più cospicui avvenimenti della vita pubblica italiana di questi tempi. E’ un fatto abbastanza complesso e grave, che interessa vitalmente non mai un solo aggregato di uomini, ma l’intero paese, soprattutto per quel che riguarda l’orientamento dei partiti parlamentari e l’indirizzo del Governo”.
Allora, le cause andavano ricercate nel lassismo politico dei primi decenni dall’Unità d’Italia con appiattimenti politici animati soltanto da logiche di potere politico di gruppo. Non c’era una sostanziale differenza programmatica tra Destra e Sinistra.
L’avvocato socialista osservava: “Invece, cioè, di fare intellettualmente ed economicamente l’Italia, dopo di averla resa libera ed unita, sia per prevenire il malcontento popolare e le relative violente manifestazioni, che per preparare bene il paese ad una forte politica estera, i governanti, perdendo di vista le condizioni e le aspirazioni vere della collettività nazionale, vollero imitare le grandi potenze, soprattutto per gli armamenti e per l’espansione coloniale”.
La crisi socialista, allora dettata dalle contrapposizioni tra massimalisti e riformisti, non fu risolta nel 1912 con il Congresso di Reggio Emilia, dove avvenne la settaria espulsione di Bissolati, Cabrini, Bonomi e Podrecca.
Poi con la nascita del partito comunista, il settarismo e l’avversione al socialismo sono aumentate con effetti negativi, ritardando il benessere ed il progresso dell’umanità. L’illusione delle logiche rivoluzionarie e illiberali del comunismo segnano ancora oggi negativamente la storia del movimento operaio.
Nella seguente definizione di Liborio Granone, si possono riassumere la validità e l’attualità del socialismo per la creazione di una società ideale: “L’universalità è il carattere che maggiormente distingue il socialismo. Questo non mira affatto ad uno scopo particolare d’indole politica ovvero economica; non si contenta di anodini provvedimenti, né di soluzioni intermedie e transitorie; non riguarda un solo paese, oppure una sola classe di persone. Gli altri partiti politici hanno programmi assai ristretti, secondo le peculiari opinioni e gli scopi dei parti tanti, che spesso mostrano di avere soverchie preoccupazioni per quistioni di scarsa importanza, in cui sono più o meno direttamente interessati. Programmi che perciò non possono meritare ed ottenere l’adesione dell’intera collettività, anche per il fatto che essi non indicano nessuna radicale soluzione per i grandi problemi concernenti la vita e l’organamento dell’umanità. Il socialismo invece non conosce siffatti limiti angusti, e si rivolge alla totalità degli individui, per propugnare e far trionfare quei principii di giustizia e di amore, dai quali esclusivamente dipendono ognora la pace e la prosperità generale agognate dalle genti. Il socialismo, poiché mira al bene di tutti gli uomini della terra, non riconosce nessuna distinzione di paese e di classe, non vuole avvantaggiare alcuni a detrimento degli altri, ed il suo fine ultimo è quello di risolvere radicalmente la quistione sociale, in guisa da giovare a tutto l’umano consorzio, senza alcuna parzialità. Il che viene esaurientemente spiegato e giustificato dall’odierno ordinamento sociale, che certo non appaga più in nessuna maniera le genti. Queste ancora, malgrado l’inoltrata civiltà ed il ragguardevole grado di progresso generale raggiunto, non sono né tranquille, né prive di sofferenze. Si deplorano troppe diversità, troppe ingiustizie, troppi privilegi. La ricchezza è distribuita in malo modo. La produzione non disciplinata, né soddisfacente. La libertà non è generale. Il godimento non è per tutti, non è concessa nemmeno a coloro che lavorano e producono. Quindi si lamentano miserie, rancori, competizioni, rivolgimenti, che perturbano l’umanità, e che fanno sentire molto prepotente il bisogno d provvedere, in modo equo e definitivo, a ciò che costituisce l’odierna quistione sociale”.
Ideali ancora validi per la loro straordinaria attualità, vista la realtà sociale dei nostri giorni.
La nostra Costituzione prevede l’attuazione della democrazia politica, della democrazia sindacale e della democrazia economica (art. 46). La democrazia politica e quella sindacale sono continuamente messe a dura prova e negli ultimi anni sono sempre più oggetto di continui attacchi.
La democrazia economica non ha mai trovato diffusione e concreta attuazione. Oggi, la presenza di un forte e solido partito socialista riformista e libertario è indispensabile per costruire una società civile basata su quegli ideali universali indicati da Liborio Granone, che ritroviamo anche nel socialismo liberale di Carlo Rosselli, dove giustizia sociale e libertà stanno al primo posto.
Fonte: di Salvatore Rondello