"SI E´ APERTA UNA PARTITA NUOVA" di Paolo Bagnoli

23-03-2018 -

I risultati elettorali sono noti. Fotografano una situazione che, al contempo, è di arrivo della lunga irrisolta crisi della democrazia italiana dopo Tangentopoli e di un nuovo possibile avvio che va oltre il contesto parlamentare.
Con il voto del 4 marzo, infatti, è entrata con forza nel sistema della democrazia rappresentativa l´idea del suo superamento. Ne sono portatori i 5Stelle i quali, seppur costretti dalla forza delle cose, a una svolta governista rispetto ad un passato che Beppe Grillo continua a rappresentare, non hanno abbandonato il loro motivo fondante; ossia, che il modello rappresentativo sia oramai superato e che occorra passare a una fase successiva concepita e basata sulla democrazia diretta. Essa dovrebbe avere nella "rete" il proprio modello esplicativo per cui non esisterebbe più il principio della sovranità popolare, ma quello indistinto dei cittadini i quali, volta volta, sono chiamati a esprimersi sui temi sul tappeto tramite un meccanismo di partecipazione non a caratura pubblica, ma privata, facente capo a un´azienda che si arroga il ruolo della governabilità e del senso stesso della politica. La questione non può essere presa sottogamba poiché essa va al cuore della sostanza stessa della democrazia che ha nel Parlamento il suo cuore che batte e vive nel confronto libero non tra cittadini, ma tra coloro che, in nome della rappresentanza popolare, sono responsabili verso la comunità nazionale e di un indirizzo di ordine orizzontale che caratterizza, appunto, la democrazia e la politica democratica.
la democrazia diretta è la fonte del grillismo. E non c´è nemmeno da stupirsi che - data la cattiva prova del sistema a riformarsi secondo i canoni della democrazia costituzionale cui abbiamo assistito nei lunghi anni della confusa e balorda transizione - ad un certo punto, la forza della demagogia avrebbe inciso il corpo del sistema grazie alla rabbia montata un po´per dinamica naturale e, per molto, da una studiata e interessata regia dell´antipolitica, avrebbe trovato un suo spazio nel vuoto di cultura e di classe politica, più volte anche da noi denunciato. Aggiungiamo che l´antipolitica ha avuto la strada spianata non avendo incontrato ostacolo alcuno poiché la politica che poteva e doveva rispondere si è nascosta, impaurita, e quasi autocolpevolizzatantesi, rifuggendo dalle proprie responsabilità.
In un intervento sul Washington Post alle soglie dell´inizio dell´avvio della primavera, "il padrone del vapore" dei 5Stelle, Davide Casaleggio, ha parlato con chiarezza affermando: "La democrazia diretta, resa possibile dalla Rete, ha dato una nuova centralità del cittadino. Alcune organizzazioni politiche e sociali attuali sono destinate a scomparire. La democrazia rappresentativa, quella per delega, sta perdendo via via significato." Siamo a un ribaltamento non solo di una concezione che prende avvio dalla differenza tra la democrazia degli antichi e quella dei moderni a suo tempo teorizzata da Benjamin Constant, ma a tutto il complesso significato di un lungo e tormentato percorso della civiltà nonché dei principi e dei metodi che hanno informato le concezioni e il porsi sia della società che dello Stato. Se la nostra crisi ha, alla fine, generato il populismo di cui è espressione il centro-destra, esso, a sua volta, si è ulteriormente allargato arrivando alla sponda demagogica che altro non è che il tragico punto di approdo di una crisi che avanza celermente verso ulteriori affermazioni. Si tratta di un passo sostanzioso. Il rischio è di trovarsi di fronte a un baratro senza riversibilità. Per essere più espliciti non è tanto in ballo la questione del governo e del profilo che esso potrà avere. Il fatto è che siamo di fronte a un´idea che postula il superamento della democrazia strerilizzando il Parlamento. Il sistema democratico-rappresentativo-parlamentare potrebbe precipitare in un buco nero spacciato come un sogno di riappropriazione della cosa pubblica che altro, invece, non è se non il frutto di un incubo visionario. Per il mantenimento della democrazia, perché questa sia una buona democrazia, la dottrina e la storia ci dicono che occorre rifuggire da ogni messianismo, compreso quello laico. E´ un "fondamentale" della concezione democratica. All´ideologia grillina non fa da pendant nessun tipo di reazione; risposte e obbiezioni non se ne vedono; il sistema Italia avvolto su se stesso, continua a vivacchiare nel silenzio di chi dovrebbe parlare e nella continua ricerca da parte degli interessi organizzati di continuare a farli in barba ai principi basilari della democrazia repubblicana. Un´eccezione significativa all´assordante silenzio, tuttavia, va registrata. Va dato atto a Luigi Zanda a essere stato il solo, qualche giorno prima dell´uscita di Casaleggio, ad aver rimarcato in un´intervista quale sia la "diversità" dei grillini. Successivamente ci è tornato sopra ribadendo come, in tema di democrazia, i grillini sono per "la democrazia dei clic" e, sull´idea di partito, "un´emanazione della Casaleggio&Associati",mentre occorrerebbe "una legge per applicare l´articolo 49 della Costituzione che impone ai partiti la democrazia interna." Ha fatto bene Zanda a richiamare l´articolo 49 della Costituzione, ma abbiamo l´impressione che i più non sappiano nemmeno che ci sia.
Le elezioni, quindi, hanno aperto una partita nuova che oramai si pone come il campo culturale e politico su cui si gioca il futuro della democrazia italiana.



CAMPO APERTO
Se i grillini hanno puntato tutto su Di Maio, probabilmente, è perché non ne avevano uno Di Meio!!
Pirgopolinice