"IL PARLAMENTO «DECURTATO»"

21-10-2019 -

Ne ho sentite di tutti colori e di grosse, molto grosse.
Il voto della Camera, quasi unanime, con il quale è stata approvata la riforma costituzionale che riduce, sic et simpliciter, il numero dei deputati e dei senatori è stato accompagnato, oltre che dall’esultanza dei 5S sforbicianti in piazza Monte Citorio, dalle dichiarazioni penose di autorevoli esponenti degli altri partiti.
Per esempio quella dell’ex Presidente del PD, Orfini, il quale, pur avendo votata la riforma al fine di tenere in piedi il governo, ha definito quella legge uno schifo; o quella dell’ex-radicale Giachetti – già del PD e ora delle renziana Italia Viva – il quale, dopo avere votato a favore, ha detto “ma non finisce qui!”, intendendo minacciare con questo il ricorso al referendum confermativo/abrogativo: sarà stato forse un riflesso condizionato, da radicale referendario su tutto e pronto allo sciopero della fame, ma, se non gli è scappata, questa è una dichiarazione da manicomio!
Come un manicomio è nel PD che ha votato a favore abbandonando così la sua ‘ferma’ opposizione a questa riforma (concretizzatasi per ben tre volte, quando non era al governo con i 5S, in un voto contrario compatto, quindi anche dei renziani, ancora non seceduti) in cambio della promessa di ‘correttivi’, da raccattare entro il prossimo dicembre ma che, se saranno di rilievo costituzionale, dovranno passare attraverso le forche caudine del lungo procedimento di revisione costituzionale. Campa cavallo!
Altrettanto pazzesca è stata quella che ho sentito fare, in una trasmissione televisiva, da Licia Ronzulli, accreditata come molto vicina a Berlusconi, la quale ha detto che Forza Italia – che già nelle precedenti letture aveva votato si – ha confermato il voto favorevole per il timore che potessero esservi franchi tiratori nelle file di 5S-PD-LEU e non correre il rischio che il governo cadesse. Ma Forza Italia non è all’opposizione di questo governo?
Anche la Lega e Fratelli d’Italia hanno votato a favore, come del resto avevano fatto nelle tre precedenti votazioni, forse perché erano d’accordo con quella misura o forse perché non volevano esporsi all’accusa infamante di non voler risparmiare il denaro dei contribuenti. Ammesso e non concesso che questa fosse una buona ragione per votare a favore di quella riforma – sostenuta dai 5S con questa unica abbagliante e demagogica giustificazione – ora, dopo quello che è successo ad agosto con la formazione del governo 5S-PD-LEU, sarebbe stato logico e giustificato che Lega e Fratelli d’Italia quanto meno si astenessero proprio per mettere alla prova quella maggioranza.
Ma queste osservazioni sono quisquilie a fronte di questa domanda che siamo costretti a porci: in che mani abbiamo affidato la nostra Costituzione se le valutazioni dei legislatori, sulla sorte di questa Carta fondamentale, sono tutte di opportunità politica e non di merito?


Fonte: di GIUSEPPE BUTTA'