"MONDO ALLA DERIVA"

28-09-2022 -

Lo storico ed economista Giulio Sapelli in un recente colloquio con l'AGI ha detto: “Oggi non si può parlare di consumoflazione secolare determinata da diversi fattori”. Proprio perché non si tratta solo di inflazione i rischi sono molto più alti.
Secondo l'Istat l'inflazione nel mese di luglio ha raggiunto il 7,9%, in leggero calo dopo il valore record dell'8% di giugno. Per ritrovare un dato così alto bisogna tornare indietro nella storia d'Italia a metà degli anni '80, oltre quarant'anni fa quando c'era la scala mobile ed i mercati non erano ancora globalizzati. L'Italia e il mondo intero sono cambiati radicalmente, in molti ambiti quasi irriconoscibili, se non appunto per quel valore percentuale che indica il generalizzato aumento dei prezzi e quindi la diminuzione del potere d'acquisto.
Il prof. Giulio Sapelli sintetizza: “Nessun altro parallelo è possibile, e chi parla di inflazione oggi usa un termine errato. Quella di oggi è risultato di un mix di fattori, non è inflazione ma è continuità della deflazione secolare fatta di caduta dei profitti aziendali, bassi salari uniti ad una emergenza dei prezzi, al costo dei noli marittimi e delle materie prime energetiche innalzate dai combustibili fossili e prima ancora dalla pandemia”.
Nessun parallelo quindi, se non nelle differenze, tra la situazione attuale e quella degli anni '80. A partire dal trend: a metà degli anni '80 stava calando dopo aver raggiunto il picco del 14,8% nel 1980 con i tassi di interesse del debito pubblico che si aggiravano attorno al 20%, oggi sta salendo spinta da un clima di incertezza e di timori geopolitici che nessuno sa quando potranno placarsi.
Giustamente Sapelli osserva: “Ed è proprio perché quella attuale è una non inflazione che oggi i rischi sociali sono di gran lunga maggiori. Quella degli anni '80 era una inflazione da salari, salari che oggi continuano a scendere, rischiamo di arrivare al blocco della produzione e della riproduzione economica e sociale perché questo fenomeno, che chi non sa chiama inflazione, sottolinea che si può arrivare a un vero e proprio blocco del capitale. Uscirne non sarà semplice e nemmeno breve. Nel lungo periodo possiamo essere ottimisti perché ci sono settori dell'industria che si stanno riprendendo alla grande e quindi indicano la strada. Bisognerebbe in ogni caso quanto prima ricominciare a usare il carbone e il petrolio. Respireremo un po' di Co2 ma sarà un male temporaneo e diversamente i rischi sarebbero molto più alti”.
La novità è che i prezzi aumentano non perché aumenta la domanda, ma perché diminuisce l'offerta delle materie prime e dei combustibili.
Anni fa, in un colloquio con il Prof. Paolo Sylos Labini, a margine di un convegno sulla globalizzazione, posi il problema di una insufficiente elaborazione delle teorie economiche rispetto a quell'unificazione dei mercati che era già in corso. Sostenni che le teorie economiche andavano riviste partendo dal pensiero di Davide Ricardo. Mi dette ragione, e, dopo quasi un anno, pubblicò nel 2004 “Torniamo ai classici”.
Oggi bisogna fare i conti con la rivoluzione del digitale, con la robotica, con l'inquinamento ambientale, con le pandemie, con la guerra in Ucraina ma anche con l'aumento della popolazione che quest'anno ha raggiunto gli ottomiliardi e nel 2030 si prevede il superamento della soglia di dieci miliardi. Bisognerà fare i conti con i limiti delle risorse disponibili nel pianeta. Si parla di economia circolare, si parla di ridurre il Co2 passando ad una maggiore elettrificazione senza fare i conti con l'inquinamento elettromagnetico. Nel frattempo stanno cambiando le logiche di accumulazione del capitale, di organizzazione del lavoro e della produzione.
In questa realtà si muovono i nuovi interessi geopolitici per la spartizione del potere mondiale.
In tutto questo, la carente redistribuzione della ricchezza mondiale è impressionante. Il cosiddetto neoliberismo ha ridotto il numero dei ricchissimi sempre più ricchi impoverendo sempre più una moltitudine di persone incluso il ceto medio.
Le risposte per una inversione di tendenza si possono trovare nell'attuazione della democrazia economica e l'attuazione dei diritti umanitari dove sono più urgenti il diritto alla nutrizione ed alla sanità.
Si pensa ad aumentare selvaggiamente la presenza dei satelliti che orbitano intorno alla Terra con diverse funzioni senza una regolamentazione degli spazi orbitali.

Governare il pianeta è sempre più urgente e bisognerà dare una patria all'umanità se si vorranno evitare le guerre e adoperarsi per il benessere di tutto il pianeta. Il socialismo liberale, attraversando il riformismo, resta ancora la via maestra da seguire.






Fonte: di Salvatore Rondello