“UNITA NELLA DIVERSITA' ”:
IL VOTO DELLE CONSULTAZIONI EUROPEE IN ITALIA

25-06-2024 -

Era il 1979. Quarantacinque anni fa, fra il 7 e il 10 giugno, si sono svolte le prime elezioni a suffragio diretto e universale del Parlamento europeo. Prima di allora i membri del Parlamento europeo venivano designati dai Parlamenti nazionali di ciascun Stato membro, pertanto tutti i deputati avevano un doppio mandato. In seguito dopo un percorso non privo di ostacoli, la Conferenza del vertice di Parigi stabilisce che si sarebbero dovute tenere elezioni a suffragio diretto a partire dal 1978.

Oggi i cittadini dei 27 Stati membri dell'Unione sono stati chiamati alle urne fra l'8 e il 9 giugno. In Italia il voto europeo sancito dalle urne sembra essere dominato da tre caratteristiche: scarsa partecipazione e bipolarizzazione delle scelte di voto.

Per la prima volta in Italia hanno partecipato al voto meno di un elettore su due. 49,7% è la percentuale dei votanti, una percentuale di lunga inferiore rispetto alla precedente tornata europea allorquando si registravano sei punti percentuali in più e anche rispetto alle consultazioni nazionali quando votò il 64% del corpo elettorale.

Lo spettro dell'astensionismo dunque non scompare. La diserzione delle urne è un trend negativo ormai consolidato nel Paese, finanche per le consultazioni politiche e amministrative. Certo la mobilitazione dell'elettorato per le consultazioni europee, anche a causa della narrazione di questi ultimi anni di un Europa “matrigna” e della percezione, in un contesto geopolitico multipolare, di un' Europa sempre più debole, non è affatto facile. Dallo studio dei flussi elettorali compiuto dal Centro Italiano Studi Elettorali, il partito guidato da Giorgia Meloni si caratterizza per il più alto tasso di fedeltà. Fratelli d'Italia infatti è riuscito a riportare al voto il 66% degli elettori delle politiche del 2022. I meloniani sono seguiti dal Partito Democratico con il 60% di elettori fedeli e al terzo posto da Alleanza Verdi-Sinistra con il 58%.

In questa tornata si conferma poi la bipolarizzazione delle scelte di voto. Non a caso i flussi di voto si muovono per la maggior parte all'interno delle classiche aree politiche di centrodestra e centrosinistra.

Fratelli d'Italia e Partito Democratico ottengono insieme circa il 53% dei consensi. Un successo per entrambi. Giorgia Meloni al timone del governo dal 2022 continua la sua luna di miele con l'elettorato. Il successo del partito è alimentato anche dai propri alleati: su 100 voti attuali di FdI, 75 vengono da vecchi elettori di FdI, 8 dalla Lega e 4 da Forza Italia; dall'astensione provengono 7 voti e solo 3 direttamente dal centrosinistra.

Elly Schlein dopo aver tallonato il Movimento Cinque Stelle di Giuseppe Conte, riesce nel sorpasso e a distanziarlo. Se il M5S si ferma a 9,98% dei consensi, il Pd si attesta a 24, 11%. Un dato che consolida, per il momento, la leadership della segretaria del partito. Il Pd pesca dai propri alleati, ma anche dai centristi e addirittura dalla Lega, e, dall'astensione, riceve voti non trascurabili (15 su 100).

Infine a conferma del bipolarismo, favorito anche dalla contrapposizione fra i competitors, le terze forze quali Azione e la lista “Stati Uniti d'Europa” formata da Più Europa e Italia Viva ottengono risultati non soddisfacenti e rimangono sotto la soglia di sbarramento europea.




Fonte: di Loredana Nuzzolese