SOCIALISMO E LIBERTA'
di Enno Ghiandelli

25-03-2025 -

Nel momento in cui il capitalismo mostra tutta la sua capacità distruttiva ed è costretto ad usare la forza sembrerebbe non esistere niente capace di dare una nuova speranza di libertà all'umanità. Della stessa parola libertà se ne è impossessata la destra per darle un significato diverso a quello che aveva nel trinomio (Liberté, Égalité e Fraternité) della Rivoluzione francese. Si pensi soltanto a come viene declinata in economia. Si usa sempre l'espressione “libero mercato” per indicare un luogo dove ognuno è libero di comprare o vendere qualsiasi cosa, cioè qualunque attività è lecita purché funzionale ad incrementare il profitto, individuato come unico valore della società. Oppure si cita il termine “liberalizzazione” per indicare una impresa che da una proprietà pubblica passa ad una privata. Liberalizzazione da cosa?

Lascio alla penna di Adam Smith, indicato spesso come il “padre” del libero scambio, alcune valutazioni critiche (da “Ricerche sopra la natura e le cause della Ricchezza delle Nazioni” (UTET, 1965)). Il libro è considerato la bibbia dei liberisti, ma in realtà mette in discussione la correttezza delle affermazioni neoliberiste, anzi le sue idee fanno propendere la bilancia in senso inverso. “I nostri mercanti ed i nostri industriali si lamentano molto dei cattivi effetti degli alti salari nell'elevare il prezzo dei loro prodotti e quindi nel diminuirne la vendita sia all'interno che all'estero. Ma non dicono nulla dei cattivi effetti degli alti profitti: essi tacciono sugli effetti perniciosi dei guadagni propri; si lamentano soltanto dei guadagni altrui” (p. 91). Oppure quando il padre dell'economia afferma “Difficilmente accade che gli uomini di uno stesso mestiere si trovino insieme, anche semplicemente per un festeggiamento e uno svago, senza che la conversazione finisca in una cospirazione contro il pubblico, o in qualche invenzione per alzare i prezzi”. (p. 121) Altro colpo al falso liberismo viene da un'altra citazione del bardo dell'economia moderna. Parla di come valutare una proposta di legge degli imprenditori. “Essa proviene da un ordine di uomini, il cui interesse non è mai esattamente di quello del pubblico: uomini i quali in generale hanno interesse di ingannare e perfino di opprimere il pubblico, e che di conseguenza in molte occasioni lo hanno ingannato ed oppresso.” (p. 235). Non parlo della famosa frase “della mano invisibile” (p. 409) mi limito ad affermare ne viene data una lettura fuorviante.

L'idea di libero mercato è stata spesso collegata a quella della libertà politica, soprattutto dalla Mont Pelerin Society e dalla scuola di Chicago. Salvo poi che uno dei suoi più prestigiosi esponenti, Milton Friedman, ha sostenuto senza remora alcuna il sanguinario governo cileno del golpista fascista Augusto Pinochet.

Il neoliberismo è in realtà un sistema contrario alla democrazia. Tutti i grandi sostenitori della libertà assoluta si scagliano contro ogni limitazione. In realtà predicano bene e razzolano male: Per esempio, gli imprenditori ultratecnologici della Silicon Valley che ad ogni piè sospinto predicano la libertà di mercato senza se e senza ma sono stati colti in fragranza. Sei di loro, Adobe Systems Inc., Apple Inc., Google Inc., Intel Corp., Intuit Inc. and Pixar, sono stati pizzicati dal Dipartimento di Giustizia degli Stati Uniti mentre, in un incontro segreto. raggiungevano un accordo per limitare i salari dei propri dipendenti. Come i padroni del vapore dell'Ottocento e del Novecento.

Nei trent'anni successivi alla seconda guerra mondiale, nei paesi occidentali, le differenze sociali si sono ridotte grazie alle politiche di welfare introdotte nei paesi europei, guidati dalla laburista Inghilterra, e integrate con le politiche economiche dei Governi tese a proteggere i ceti più deboli sostenendo la domanda. Si sono avute le migliori performances economiche di sempre

Crollato il muro di Berlino il socialismo internazionale si trovò completamento spiazzato di fronte al risorgere della politica liberista. Il trio Clinton, Schröder e Blair non seppe fare di meglio che scimmiottare il neoliberismo. Seguendo questa strada, la cosiddetta “terza via”, inizia la diaspora dai partiti della sinistra, orfani del marxismo leninismo, verso vari fronti. La maggior parte si ritira nell'astensionismo, un'altra parte, disperata, si rivolge ai populisti che con le loro menzogne li irretiscono promettendo l'impossibile e incolpando del fallimento qualche altro soggetto in condizioni sociali peggiori delle loro.

Per arrestare questa barbarie non c'è altra strada che il socialismo, che prima di tutto deve cercare di rimediare i disastri che il capitalismo ha prodotto. Mentre compie questa immane opera deve, contemporaneamente, formare una nuova modalità di democrazia che passi da scelte fatte per noi a scelte fatte da noi attraverso un percorso inclusivo.

In altre parole, occorre rapidamente incamminarci verso il socialismo liberale.

Ricordiamo sempre il monito di Carlo Rosselli: Il socialismo sarà, ma potrebbe anche non essere.






Fonte: di Enno Ghiandelli