NUOVE CRITICHE AL GOVERNO PER L’EMISSIONE DI FRANCOBOLLI CHE CELEBRANO I PROTAGONISTI DEL FASCISMO di S.C.
di S.C.
21-09-2024 - STORIE&STORIE
Il Presidente e l'Assessore all'istruzione per la scuola in lingua tedesca in Alto Adige, criticano il francobollo emesso in onore di Giovanni Gentile, ministro fascista. Il francobollo è stato messo in circolazione dal Ministero delle imprese e del made in Italy e presentato il 10 aprile 2024 in occasione dell'80°anniversario della scomparsa del filosofo idealista e ministro della pubblica istruzione tra l'ottobre 1922 ed il giugno 1924.
Il francobollo emesso dal Ministero delle imprese e del made in Italy in occasione dell'80esimo anniversario dalla scomparsa di Giovanni Gentile (Castelvetrano, 30 maggio 1875-Firenze, 15 aprile 1944), ministro della pubblica istruzione in epoca fascista, sembra sia capitato nelle mani dell'assessore all'istruzione per la scuola in lingua tedesca in Alto Adige, Philipp Achammer, già segretario politico della Südtiroler Volkspartei (Svp), e dell'attuale presidente della Regione Autonoma del Trentino-Alto Adige, Arno Kompatscher, anch'egli esponente della Svp.
Achammer critica l'emissione di un francobollo «in onore di un ministro fascista all'istruzione che con la riforma del 1923 - la Riforma Gentile - fra l'altro proibì in Alto Adige la scuola in lingua tedesca». Achammer, stupito, si chiede «ma la storia non ha insegnato nulla?». Dal canto suo Kompatscher dichiara: «Siamo assolutamente contrari e siamo anche arrabbiati… Paese strano [il nostro] che commemora ministri di un governo fascista.».
Circa l'operato di Giovanni Gentile, utile ricordare che fu il principale promotore del regio decreto n. 1227 del 28 agosto 1931 che imponeva ai professori di ruolo e ai professori incaricati nei Regi istituti d'istruzione superiore di giurare fedeltà al fascismo con la formula seguente:
«Giuro di essere fedele al Re, ai suoi Reali successori e al Regime Fascista, di osservare lealmente lo Statuto e le altre leggi dello Stato, di esercitare l'ufficio di insegnante e adempiere tutti i doveri accademici col proposito di formare cittadini operosi, probi e devoti alla Patria ed al Regime Fascista. Giuro che non appartengo né apparterrò ad associazioni o partiti, la cui attività non si concili coi doveri del mio ufficio.».
Il provvedimento - tipico di un modo d'agire «drasticamente autoritario e repressivo» del regime fascista rispetto al mondo della cultura - causò l'allontanamento di alcuni illustri accademici dalle Università italiane e suscitò una diffusa condanna nell'opinione pubblica fuori dal Paese. In tutt'Italia furono una quindicina, su 1.251, i docenti universitari che rifiutarono di prestare giuramento di fedeltà al fascismo, perdendo così la cattedra, il diritto alla liquidazione e alla pensione. Altri si sottrassero al giuramento seguendo percorsi diversi: il pensionamento anticipato o l'esilio volontario. Molti, invece, obbedendo alle direttive del proprio partito di opposizione al regime, giurò «per non essere tagliato fuori dall'attività scientifica e per poter continuare in migliori condizioni l'attività clandestina».
La carta-valore, stampata in duecentocinquantamilaventi esemplari dall'Istituto Poligrafico e Zecca dello Stato S.p.a. in rotocalcografia, su carta bianca, patinata neutra, autoadesiva, non fluorescente, riproduce un ritratto di Giovanni Gentile. Il francobollo, relativo al valore della tariffa postale B pari a 1,25 euro, è stato realizzato su bozzetto del Centro Filatelico della Produzione dell'Istituto Poligrafico e Zecca dello Stato ed è stato presentato, presso il Salone degli Arazzi di Palazzo Piacentini, il 10 aprile scorso dal ministro delle imprese e del made in Italy Adolfo Urso, presente il ministro alla cultura Gennaro Sangiuliano, il sottosegretario con delega alla filatelia, Fausta Bergamotto, il presidente di Poste Italiane S.p.a. Silvia Rovere, il presidente del consiglio di amministrazione dell'Istituto Poligrafico e Zecca dello Stato, Paolo Perrone e i rappresentanti della famiglia Gentile. In quell'occasione il ministro Urso ha parlato di «un contributo doveroso a una figura di spicco del panorama culturale italiano della prima metà del Novecento». Per Urso «la Riforma Gentile del sistema scolastico è un impianto che, nonostante le successive modifiche, è ancora in vigore per la sua attualità, perché ha valorizzato il ruolo della formazione e dell'istruzione dei cittadini, accelerando il processo di modernizzazione dell'Italia post-risorgimentale». Per il ministro Sangiuliano: «Giovanni Gentile, insieme a Benedetto Croce ha segnato la filosofia italiana del Novecento. Si pose come il filosofo continuatore del Risorgimento, affidandosi il compito di scrivere una storia civile dell'Italia come rinascimento nazionale. Faccio mie sia le parole di Biagio de Giovanni, che lo definisce fra i massimi del Novecento europeo, che quelle di Norberto Bobbio, secondo il quale insieme a Croce crea quella che egli definisce ideologia italiana».
Il francobollo emesso dal Ministero delle imprese e del made in Italy in occasione dell'80esimo anniversario dalla scomparsa di Giovanni Gentile (Castelvetrano, 30 maggio 1875-Firenze, 15 aprile 1944), ministro della pubblica istruzione in epoca fascista, sembra sia capitato nelle mani dell'assessore all'istruzione per la scuola in lingua tedesca in Alto Adige, Philipp Achammer, già segretario politico della Südtiroler Volkspartei (Svp), e dell'attuale presidente della Regione Autonoma del Trentino-Alto Adige, Arno Kompatscher, anch'egli esponente della Svp.
Achammer critica l'emissione di un francobollo «in onore di un ministro fascista all'istruzione che con la riforma del 1923 - la Riforma Gentile - fra l'altro proibì in Alto Adige la scuola in lingua tedesca». Achammer, stupito, si chiede «ma la storia non ha insegnato nulla?». Dal canto suo Kompatscher dichiara: «Siamo assolutamente contrari e siamo anche arrabbiati… Paese strano [il nostro] che commemora ministri di un governo fascista.».
Circa l'operato di Giovanni Gentile, utile ricordare che fu il principale promotore del regio decreto n. 1227 del 28 agosto 1931 che imponeva ai professori di ruolo e ai professori incaricati nei Regi istituti d'istruzione superiore di giurare fedeltà al fascismo con la formula seguente:
«Giuro di essere fedele al Re, ai suoi Reali successori e al Regime Fascista, di osservare lealmente lo Statuto e le altre leggi dello Stato, di esercitare l'ufficio di insegnante e adempiere tutti i doveri accademici col proposito di formare cittadini operosi, probi e devoti alla Patria ed al Regime Fascista. Giuro che non appartengo né apparterrò ad associazioni o partiti, la cui attività non si concili coi doveri del mio ufficio.».
Il provvedimento - tipico di un modo d'agire «drasticamente autoritario e repressivo» del regime fascista rispetto al mondo della cultura - causò l'allontanamento di alcuni illustri accademici dalle Università italiane e suscitò una diffusa condanna nell'opinione pubblica fuori dal Paese. In tutt'Italia furono una quindicina, su 1.251, i docenti universitari che rifiutarono di prestare giuramento di fedeltà al fascismo, perdendo così la cattedra, il diritto alla liquidazione e alla pensione. Altri si sottrassero al giuramento seguendo percorsi diversi: il pensionamento anticipato o l'esilio volontario. Molti, invece, obbedendo alle direttive del proprio partito di opposizione al regime, giurò «per non essere tagliato fuori dall'attività scientifica e per poter continuare in migliori condizioni l'attività clandestina».
La carta-valore, stampata in duecentocinquantamilaventi esemplari dall'Istituto Poligrafico e Zecca dello Stato S.p.a. in rotocalcografia, su carta bianca, patinata neutra, autoadesiva, non fluorescente, riproduce un ritratto di Giovanni Gentile. Il francobollo, relativo al valore della tariffa postale B pari a 1,25 euro, è stato realizzato su bozzetto del Centro Filatelico della Produzione dell'Istituto Poligrafico e Zecca dello Stato ed è stato presentato, presso il Salone degli Arazzi di Palazzo Piacentini, il 10 aprile scorso dal ministro delle imprese e del made in Italy Adolfo Urso, presente il ministro alla cultura Gennaro Sangiuliano, il sottosegretario con delega alla filatelia, Fausta Bergamotto, il presidente di Poste Italiane S.p.a. Silvia Rovere, il presidente del consiglio di amministrazione dell'Istituto Poligrafico e Zecca dello Stato, Paolo Perrone e i rappresentanti della famiglia Gentile. In quell'occasione il ministro Urso ha parlato di «un contributo doveroso a una figura di spicco del panorama culturale italiano della prima metà del Novecento». Per Urso «la Riforma Gentile del sistema scolastico è un impianto che, nonostante le successive modifiche, è ancora in vigore per la sua attualità, perché ha valorizzato il ruolo della formazione e dell'istruzione dei cittadini, accelerando il processo di modernizzazione dell'Italia post-risorgimentale». Per il ministro Sangiuliano: «Giovanni Gentile, insieme a Benedetto Croce ha segnato la filosofia italiana del Novecento. Si pose come il filosofo continuatore del Risorgimento, affidandosi il compito di scrivere una storia civile dell'Italia come rinascimento nazionale. Faccio mie sia le parole di Biagio de Giovanni, che lo definisce fra i massimi del Novecento europeo, che quelle di Norberto Bobbio, secondo il quale insieme a Croce crea quella che egli definisce ideologia italiana».
Fonte: di S.C.