"OSTAGGI"
27-10-2020 - STORIE&STORIE
Chi si immaginava che la “epocale vittoria” di Giani e del centrosinistra (se così si può dire) in Toscana aprisse una riflessione politica non solo sul voto, ma sui pericoli politici che si sono affrontati in queste ultime elezioni regionali rimarrà completamente deluso. Non tanto per la totale assenza di riflessione politica “Tutto va bene madama la marchesa” dicevamo; quanto per il vergognoso mercimonio che, almeno in Toscana, l'esito elettorale ha prodotto. Le conseguenze politiche di questa gestione iniziale si faranno sentire per tutta la legislatura regionale.
In piena emergenza covid19, dove è necessaria concretezza e pragmatismo, abbiamo assistito ad un teatrino istituzionale indegno anche nella prima repubblica; con un Presidente della Giunta che dopo un mese dalla elezioni si è presentato alla prima seduta del Consiglio Regionale inspiegabilmente a mani vuote annunciando i nomi di sette possibili assessori su otto senza assegnare loro le deleghe (W la competenza !) e con un partito di maggioranza relativa, il PD, totalmente incapace di gestire la situazione. Tutti, Presidente della Giunta e PD, ostaggi delle bizze di Italia Viva la quale sbandierando ai cinque venti il suo disinteresse per le poltrone negava l'evidenza pretendendo l'assessore alla sanità (che nelle regioni ha un certo peso, adesso in modo particolare) e la presidenza del Consiglio Regionale. Il sequestro politico della Presidenza Giani si è sbloccato solo quando IV ha smesso di fare i capricci ed ha ottenuto la vicepresidenza della Giunta Regionale (che nella Presidenza Giani equivarrà al governo vero e proprio della Regione) e, magicamente, sono apparse quelle deleghe che già potevano essere attribuite nella prima seduta del Consiglio Regionale.
Matteo Renzi ha ottenuto tutto (e forse di più) quello che poteva ottenere nonostante il suo ininfluente 4%: tenere Giani al suo guinzaglio (Giani da buon ex renziano ha ubbidito senza battere ciglio) e forte di questo suo “risultato” terrà in scacco la Giunta per tutta la legislatura.
Il PD nonostante qualche flebile starnazzo sembra non essere pervenuto, probabilmente come dice pubblicamente Vannino Chiti perché “E' una confederazione di correnti, non aggregazioni culturali e politiche ma aggregati che vivono in funzione di candidature e ruoli. Il PD, il partito strutturato oggi, non ha un dibattito politico interno vero.” Questo complica veramente la situazione perché il momento, non solo a livello regionale, richiede un progetto politico degno di questo nome, capace di aggregare, di affrontare collegialmente attraverso il confronto di idee il cammino che si pone davanti e che non sarà sempre liscio. Agli elettori poco importa se la prima Giunta si è svolta nella Villa Medicea di Careggi, i problemi al momento sono altri !
Quel che è accaduto nella composizione della Giunta Regionale dovrebbe preoccupare non poco, perché il voto regionale non è stato un voto convinto a Giani ed al PD, ma un voto di paura contro una probabile vittoria della Lega. Gli elettori che avevano deciso di disertare le urne proprio perché il candidato non li convinceva, una volta capito che la Lega stava avanzando pericolosamente (la Lega dal 16.16% è arrivata al 21.78%, per non parlare di Fratelli d'Italia che con le dimissioni della Ceccardi conquista anche un consigliere in più !) si è precipitata a votare. Questo, però, è un voto debole ! Quante altre volte la gente sarà disposta a “turarsi il naso” ? Ad Arezzo nel ballottaggio gli elettori non lo hanno fatto e poco conta il raffronto con la piccola comunità di Cascina.
Lo spettacolo indecoroso della prima seduta del Consiglio Regionale dovrà servire da esempio a quanti si illudono di rappresentare gli elettori, il caso della Toscana è lo specchio di quanto avviene a livello nazionale. Di segnali né sono stati lanciati parecchi, speriamo che non sia troppo tardi.
Fonte: di ERNESTO RICCI