"PARTITO SOCIALISTA – NUOVO PSI (2001 – 2007)"
25-07-2021 - STORIE&STORIE
La politica non si fa coi sentimenti...figuriamoci con i risentimenti!
(Pietro Nenni)
(Pietro Nenni)
La convergenza di idee e di aspirazioni tra la Lega Socialista (LS) [1] di Bobo Craxi e di Claudio Martelli e il Partito Socialista (PS) [2] di Gianni De Michelis poggiava su due pilastri essenziali: ricostruire il disciolto PSI craxiano, riportando in vita la gloriosa sigla e intavolare trattative per un inserimento del partito nello schieramento di centro-destra guidato da Silvio Berlusconi.
L'accordo fra le due formazioni porto', il 14 luglio 2000, ad una grande convention, definita la giornata dell'orgoglio socialista, che avrebbe dato inizio ad un processo costituente che si sarebbe concluso il 19 gennaio 2001, con la nascita del nuovo partito.
L'accordo fra le due formazioni porto', il 14 luglio 2000, ad una grande convention, definita la giornata dell'orgoglio socialista, che avrebbe dato inizio ad un processo costituente che si sarebbe concluso il 19 gennaio 2001, con la nascita del nuovo partito.
Alla presidenza del convegno, intitolato Perché quello che é accaduto a noi non succeda piú per nessuno, stavano Stefania e Bobo Craxi, Claudio Martelli e Gianni De Michelis.
Il convegno era animato da commozione per la recente scomparsa di Bettino Craxi, da nostalgia per i passati successi, da ostilitá nei confronti dei DS, ritenuti i maggiori responsabili della fine del PSI, ed anche per i fratelli separati dello SDI, perché collocati nello schieramento di centro-sinistra.
Fra i presenti in sala si notavano molti esponenti del PSI dell'era craxiana: gli ex sindaci di Milano e di Venezia, Paolo Pillitteri e Mario Rigo, Giusy La Ganga, Alma Cappiello, Elena Marinucci, Mauro Del Bue, Salvo Ando', l'ex vicesegretario Giulio Di Donato, il politologo Gianni Baget-Bozzo.
Lo schieramento scelto era ormai quello di centro-destra, la Casa delle Libertá, guidata dall'on. Silvio Berlusconi, presente al convegno, che nel suo saluto diede il suo avallo all'operazione unitaria della “destra” socialista.
Il congresso costituente del nuovo partito, denominato Partito Socialista – Nuovo PSI (PS-NPSI) ebbe puntualmente luogo, al Palavobis di Milano, il 15 gennaio 2001, anniversario della morte di Bettino Craxi, alla presenza di circa 800 delegati, parte in rappresentanza della Lega Socialista di Bobo Craxi e Claudio Martelli, parte del PS di Gianni De Michelis, altri nuovi, come Claudio Nicolini.
Il congresso si svolse, sulle note del nuovo inno Rinasce un fiore, composto da Mauro Del Bue, all'insegna della commozione e dell'orgoglio per quello che era ritenuto il ritorno sulla scena politica italiana del risorto PSI.Il convegno era animato da commozione per la recente scomparsa di Bettino Craxi, da nostalgia per i passati successi, da ostilitá nei confronti dei DS, ritenuti i maggiori responsabili della fine del PSI, ed anche per i fratelli separati dello SDI, perché collocati nello schieramento di centro-sinistra.
Fra i presenti in sala si notavano molti esponenti del PSI dell'era craxiana: gli ex sindaci di Milano e di Venezia, Paolo Pillitteri e Mario Rigo, Giusy La Ganga, Alma Cappiello, Elena Marinucci, Mauro Del Bue, Salvo Ando', l'ex vicesegretario Giulio Di Donato, il politologo Gianni Baget-Bozzo.
Lo schieramento scelto era ormai quello di centro-destra, la Casa delle Libertá, guidata dall'on. Silvio Berlusconi, presente al convegno, che nel suo saluto diede il suo avallo all'operazione unitaria della “destra” socialista.
Il congresso costituente del nuovo partito, denominato Partito Socialista – Nuovo PSI (PS-NPSI) ebbe puntualmente luogo, al Palavobis di Milano, il 15 gennaio 2001, anniversario della morte di Bettino Craxi, alla presenza di circa 800 delegati, parte in rappresentanza della Lega Socialista di Bobo Craxi e Claudio Martelli, parte del PS di Gianni De Michelis, altri nuovi, come Claudio Nicolini.
Disse De Michelis nel suo intervento: Dopo anni di silenzio, noi rimetteremo il nostro nome e il nostro simbolo nelle schede elettorali per tornare ad avere i socialisti in Parlamento. Boselli invece affiderá il suo destino a qualche vegetale, a qualche girasole che troverá per strada [3].
Anche per la scelta del gruppo dirigente non ci furono grossi problemi. Di fatto venne concordata una leadership a quattro: Bobo Craxi (presidente), Gianni De Michelis (segretario), Claudio Martelli (portavoce) e Roberto Spano (amministratore). Essa avrebbe traghettato il partito verso un nuovo congresso da tenersi in autunno.
De Michelis dichiaro' ai giornalisti: Avete visto voi stessi che con questo congresso é nato un vero grande partito. Noi ora puntiamo ad ottenere alle elezioni il 4 per cento [4].
Nessuno allora poteva prevedere che il neonato partito avrebbe subito, nella sua breve storia, quattro scissioni.Anche per la scelta del gruppo dirigente non ci furono grossi problemi. Di fatto venne concordata una leadership a quattro: Bobo Craxi (presidente), Gianni De Michelis (segretario), Claudio Martelli (portavoce) e Roberto Spano (amministratore). Essa avrebbe traghettato il partito verso un nuovo congresso da tenersi in autunno.
De Michelis dichiaro' ai giornalisti: Avete visto voi stessi che con questo congresso é nato un vero grande partito. Noi ora puntiamo ad ottenere alle elezioni il 4 per cento [4].
La prima scissione.
Alle elezioni politiche del 13 maggio 2001 il PS-NPSI presento' liste proprie nella quota proporzionale per la Camera , raggiungendo appena lo 0,95 %, dunque molto al di sotto dello sbarramento del 4 % previsto dalla legge, senza ottenere percio' alcun seggio [5]. Tuttavia nella quota maggioritaria uninominale, in cui aveva ottenuto, tra Camera e Senato, 12 candidature nella coalizione di centro-destra, ottenne tre deputati [6] e un senatore [7].
Le elezioni furono vinte dal centro-destra (49,56%) e Berlusconi formo' il suo nuovo governo. Il PS-NPSI vi partecipo' con un sottosegretario [8].
Subito dopo si apri', all'interno del partito, a seguito dei deludenti risultati complessivi, un dibattito, via via piú acceso, fra le due anime che vi stavano emergendo: quella piú legata al Polo delle Libertá e al suo leader Berlusconi, guidata da De Michelis, sostenuta anche da Stefania Craxi, e quella, piú autonoma, di Martelli, sostenuta anche da Bobo Craxi e Roberto Spano. Quest'ultima guardava ai radicali e non escludeva un avvicinamento al centro-sinistra.
Le due corrrenti, salita la tensione, alla fine di giugno 2001, annunciarono ciascuna per conto proprio la convocazione del 2° congresso dello stesso partito. I due congressi rivali ebbero luogo quasi in contemporanea.
Le elezioni furono vinte dal centro-destra (49,56%) e Berlusconi formo' il suo nuovo governo. Il PS-NPSI vi partecipo' con un sottosegretario [8].
Subito dopo si apri', all'interno del partito, a seguito dei deludenti risultati complessivi, un dibattito, via via piú acceso, fra le due anime che vi stavano emergendo: quella piú legata al Polo delle Libertá e al suo leader Berlusconi, guidata da De Michelis, sostenuta anche da Stefania Craxi, e quella, piú autonoma, di Martelli, sostenuta anche da Bobo Craxi e Roberto Spano. Quest'ultima guardava ai radicali e non escludeva un avvicinamento al centro-sinistra.
Le due corrrenti, salita la tensione, alla fine di giugno 2001, annunciarono ciascuna per conto proprio la convocazione del 2° congresso dello stesso partito. I due congressi rivali ebbero luogo quasi in contemporanea.
Quello di Martelli e B. Craxi si svolse, dal 14 al 16 dicembre 2001, al Midas di Roma, all'insegna dello slogan Autonomia e unitá socialista. Vi soffiava aria di rottura col Polo. Il congresso elesse all'unanimitá Martelli presidente e Bobo Craxi segretario del partito.
L'altro congresso fu tenuto il 15 e 16 dicembre 2001 all'Ergive di Roma. De Michelis, rieletto segretario, ammise che il risultato elettorale era stato modesto, ma anche che esso consentiva di guardare al futuro. Fu confermata la collocazione nel centro-destra.
Si ebbero dunque, per un po', due partiti paralleli, con lo stesso nome e con lo stesso simbolo, ma con segretari e orientamenti diversi.
L'altro congresso fu tenuto il 15 e 16 dicembre 2001 all'Ergive di Roma. De Michelis, rieletto segretario, ammise che il risultato elettorale era stato modesto, ma anche che esso consentiva di guardare al futuro. Fu confermata la collocazione nel centro-destra.
Si ebbero dunque, per un po', due partiti paralleli, con lo stesso nome e con lo stesso simbolo, ma con segretari e orientamenti diversi.
La diatriba si risolse nel maggio 2002, quando Bobo, in dissenso con Martelli, decise di entrare nel partito di De Michelis, che cosí rimase l'unico PS-NPSI in campo.
Una parte dell'ala martelliana [9] nel marzo 2003 aderirá all'associazione „Socialismo é liberta“, presieduta da uno dei piú autorevoli esponenti del socialismo italiano, Rino Formica.
Una parte dell'ala martelliana [9] nel marzo 2003 aderirá all'associazione „Socialismo é liberta“, presieduta da uno dei piú autorevoli esponenti del socialismo italiano, Rino Formica.
La seconda scissione.
Il 3° congresso del PS-NPSI, tenutosi a Roma dall'11 al 13 aprile 2003, alla presenza di 1.500 delegati, in rappresentanza di oltre 34.000 iscritti, era l'espressione di un partito ormai discretamente consolidato. Esso poteva contare su 3 deputati, 1 senatore, 1 sottosegretario, 2 assessori regionali, 5 consiglieri regionali, 5 assessori provinciali, 9 consiglieri provinciali, 90 consiglieri comunali, 9 sindaci, 5 vicesindaci, vari presidenti di comunitá montane e alcuni sindacalisti.
Ma dentro di esso erano emersi, nella riunione della Direzione del 24 gennaio 2003, dei dissensi di linea, concretizzatisi nelle formazione di una nuova minoranza interna, capeggiata da Claudio Nicolini, uno dei fondatori del partito.
La corrente, denominata Socialismo e Libertá, denunciava atteggiamenti subalterni nei confronti del governo. Essa auspicava lo sganciamento dal governo nazionale e da quelli locali, per arrivare, alle europee del 2004, ad una lista unitaria socialista ed alla ricomposizione della diaspora socialista.
Il congresso riconfermo', invece, la linea politica di adesione al Polo e rielesse De Michelis alla segreteria, con Bobo Craxi vicesegretario e Vincenzo Milioto presidente.
Ma la scissione era ormai nell'aria. Infatti nell'ottobre successivo Nicolini fondo' il Partito Socialista delle Regioni, col proposito, peraltro non riuscito, di perseguire l'unitá dei socialisti. Di conseguenza, d'intesa con alcuni gruppi locali di Calabria, Liguria e Sardegna e col Partito d'Azione Liberalsocialista (di ispirazione rosselliana), fondo' la Sinistra Liberalsocialista [10].
Ma dentro di esso erano emersi, nella riunione della Direzione del 24 gennaio 2003, dei dissensi di linea, concretizzatisi nelle formazione di una nuova minoranza interna, capeggiata da Claudio Nicolini, uno dei fondatori del partito.
La corrente, denominata Socialismo e Libertá, denunciava atteggiamenti subalterni nei confronti del governo. Essa auspicava lo sganciamento dal governo nazionale e da quelli locali, per arrivare, alle europee del 2004, ad una lista unitaria socialista ed alla ricomposizione della diaspora socialista.
Il congresso riconfermo', invece, la linea politica di adesione al Polo e rielesse De Michelis alla segreteria, con Bobo Craxi vicesegretario e Vincenzo Milioto presidente.
Ma la scissione era ormai nell'aria. Infatti nell'ottobre successivo Nicolini fondo' il Partito Socialista delle Regioni, col proposito, peraltro non riuscito, di perseguire l'unitá dei socialisti. Di conseguenza, d'intesa con alcuni gruppi locali di Calabria, Liguria e Sardegna e col Partito d'Azione Liberalsocialista (di ispirazione rosselliana), fondo' la Sinistra Liberalsocialista [10].
La terza scissione.
Il 21 febbraio 2004, da un convegno tenuto a Roma, per iniziativa di Claudio Signorile, ex leader della sinistra „lombardiana“ del PSI, scaturí la formazione di un nuovo soggetto politico, che assunse la denominazione di Movimento per l'Unitá Socialista (MUS) [11]. Finalitá del movimento erano l'unitá di tutti i socialisti e la loro autonomia, aspirazioni che potevano avere la loro verifica nelle imminenti elezioni europee del 12-13 giugno 2004, che si sarebbero svolte col sistema proporzionale; il che avrebbe consentito di non doversi schierare con uno dei due poli contrapposti ed anche di sostenere una posizione di unitá e di autonomia socialista in continuitá con la tradizione del socialismo italiano nella sinistra.
L'appello fu raccolto solo dal PS-Nuovo PSI di De Michelis, che non manco' di criticare lo SDI, che invece aveva deciso di presentarsi nella lista, ispirata da Prodi „Uniti nell'Ulivo“ [12].
L'accordo si concretizzo' nella presentazione della lista „Socialisti Uniti per l'Europa“, simbolo il garofano, che comprendeva il MUS di Claudio Signorile [13], Il PS-NPSI e alcuni gruppi socialisti locali.
Essa ottenne il 2,04 % e due deputati, entrambi del PS-NPSI: Gianni De Michelis e Alessandro Battilocchio. Il suo maggior successo lo conseguí in Calabria (7 %), grazie all'apporto del gruppo facente capo a Saverio Zavettieri.
L'appello fu raccolto solo dal PS-Nuovo PSI di De Michelis, che non manco' di criticare lo SDI, che invece aveva deciso di presentarsi nella lista, ispirata da Prodi „Uniti nell'Ulivo“ [12].
L'accordo si concretizzo' nella presentazione della lista „Socialisti Uniti per l'Europa“, simbolo il garofano, che comprendeva il MUS di Claudio Signorile [13], Il PS-NPSI e alcuni gruppi socialisti locali.
Essa ottenne il 2,04 % e due deputati, entrambi del PS-NPSI: Gianni De Michelis e Alessandro Battilocchio. Il suo maggior successo lo conseguí in Calabria (7 %), grazie all'apporto del gruppo facente capo a Saverio Zavettieri.
Le aspettative di Signorile per l'unitá e l'autonomia socialista erano pero' destinate ad essere deluse.
Infatti il IV congresso del PS-NPSI (Palasport di Roma, 21-23//2005), pur invitando lo SDI a fare liste comuni, confermo' la sua linea politica di alleanza col centro-destra.
De Michelis fu rieletto per acclamazione, ma l'ovvia risposta negativa dello SDI impedí nuovamente la presentazione di liste unitarie socialiste nei futuri appuntamenti elettorali dell'aprile 2005.
Alla fine il PS-NPSI si presento' da solo in alcune delle 14 regioni a statuto ordinario in cui si votava, mentre nelle altre si coalizzo' col PRI e col PLI, nella cosiddetta Cosa Laica [14].
I deludenti risultati conseguiti dal Polo di centrodestra [15] causarono una crisi di governo che si concluse con la nascita del 3° governo Berlusconi.
In esso il PS-NPSI trovo'maggiore spazio: 1 ministro (Stefano Caldoro per l'Attuazione del Programma), 1 viceministro (Giovanni Ricevuto per la P.I.) e 1 sottosegretario (Mauro Del Bue per Infrastrutture e Trasporti).
Giá nel Consiglio Nazionale del 18 luglio 2005, che pure aveva considerato esaurita l'alleanza con la Casa delle Libertá, e in cui si era lanciato un appello allo SDI per iniziare un cammino in comune verso l'unitá socialista, erano emerse differenziazioni sui tempo di attuazione di tale progetto, in pratica sull'uscita dal governo.
Tali differenziazioni erano via via aumentate.
Bobo Craxi, infatti, assecondato da Zavettieri, giá in disagio per l'innaturale alleanza del suo partito con l'estrema destra, si sentiva sempre piú attratto dal tema dell'unitá socialista, che non poteva certo prescindere dallo SDI di Boselli e premeva per l'uscita dal governo e per un'intesa con i fratelli separati dello SDI, allora impegnato nella formazione della RnP.
La corrente, per cosí dire centrista, guidata da De Michelis, si attardava in una posizione molto prudente [16], „attendista“, ed esitava a rompere col il Polo di centro-destra.
C'era anche un'ala destra, guidata da Caldoro, esplicitamente schierata per la permanenza nel centro- destra. Per il momento pero' essa si limitava a sostenere l'indecisione di De Michelis.
Sicché, quando si giunse al 5° congresso del partito (Roma, 21-23/10/2005), lo scontro trovo' la sua esplicitazione nella presentazione di due mozioni contrapposte.
Quella di De Michelis [17], firmata da oltre 400 membri del Consiglio Nazionale, sosteneva che in quel momento, anche se andava mantenuto il dialodo con lo SDI, non si poteva decidere di uscire dalla Casa delle Libertá di Berlusconi.
Essa riproponeva la riconferma di De Michelis alla segreteria del partito.
L'altra, con 330 firme, proponeva, invece, l'elezione di Bobo Craxi [18] alla segreteria, l'uscita senza indugi dal governo e dal centro-destra e l'inizio di un dialogo con lo SDI al fine di realizzare l'agognata unitá socialista.
Il congresso inizio' dunque con posizioni nettamente contrapposte e in un clima molto teso, in cui gli interventi di De Michelis e di Craxi furono fortemente contestati dai sostenitori della parte a loro avversa.
La spaccatura del PS-Nuovo PSI provoco'anche l'uscita dal partito di un gruppo che poi si costituí in Rifondazione Socialista, con presidente Salvatore Placenti e segretario Giuseppe Graziani.
Il discorso inizialmente si incentro' sulla regolaritá del congresso e sulla „verifica dei poteri dei delegati“, volta a stabilire quanti e quali delegati avrebbero potuto validamente votare al congresso. La tensione si fece aspra e si arrivo' al punto che per un certo periodo ci furono due partiti con lo stesso nome e con lo stesso simbolo, ma con due diversi segretari, De Michelis e Craxi, e due diverse linee politiche. La battaglia politica finí per diventare anche battaglia legale e si concluse con l'ordinanza del Tribunale di Roma del 25 gennaio 2006, che dichiaro' inesistente il congresso di ottobre. Per conseguenza restavano valide le precedenti cariche all'interno del partito: De Michelis rimaneva segretario e unico titolare del nome e del simbolo del partito [19].
Ma ormai non era piú possibile ricucire. La corrente guidata da Craxi e Zavettieri lascio' la Casa delle Libertá e riprese il dialogo con lo SDI, che pero'ebbe una battuta d'arresto in quanto, il gruppo Craxi-Zavettieri, benché accettasse un'alleanza elettorale con i radicali, non condivideva la fusione con essi, a cui allora sembrava avviato lo SDI col suo progetto della RnP. Decise dunque di costituirsi in partito, denominato I Socialisti e di partecipare con proprie liste alle elezioni politiche dello stesso anno, nell'ambito della coalizione di centro-sinistra L'Unione.
De Michelis invece riconfermo' l'adesione allo schieramento di centro-destra La Casa delle Libertá e annuncio' che il PS-NPSI, alle elezioni politiche del 9-10 aprile 2000, si sarebbe presentato in lista unica con la „Democrazia Cristiana per le Autonomie (DCA) di Gianfranco Rotondi.
Quest'ultima decisione provoco' un'ulteriore lacerazione nel suo partito: l'uscita di un gruppo, guidato da Donato Rubilotta, denominato Socialisti Riformisti [20].
La corrente, per cosí dire centrista, guidata da De Michelis, si attardava in una posizione molto prudente [16], „attendista“, ed esitava a rompere col il Polo di centro-destra.
C'era anche un'ala destra, guidata da Caldoro, esplicitamente schierata per la permanenza nel centro- destra. Per il momento pero' essa si limitava a sostenere l'indecisione di De Michelis.
Sicché, quando si giunse al 5° congresso del partito (Roma, 21-23/10/2005), lo scontro trovo' la sua esplicitazione nella presentazione di due mozioni contrapposte.
Quella di De Michelis [17], firmata da oltre 400 membri del Consiglio Nazionale, sosteneva che in quel momento, anche se andava mantenuto il dialodo con lo SDI, non si poteva decidere di uscire dalla Casa delle Libertá di Berlusconi.
Essa riproponeva la riconferma di De Michelis alla segreteria del partito.
L'altra, con 330 firme, proponeva, invece, l'elezione di Bobo Craxi [18] alla segreteria, l'uscita senza indugi dal governo e dal centro-destra e l'inizio di un dialogo con lo SDI al fine di realizzare l'agognata unitá socialista.
Il congresso inizio' dunque con posizioni nettamente contrapposte e in un clima molto teso, in cui gli interventi di De Michelis e di Craxi furono fortemente contestati dai sostenitori della parte a loro avversa.
La spaccatura del PS-Nuovo PSI provoco'anche l'uscita dal partito di un gruppo che poi si costituí in Rifondazione Socialista, con presidente Salvatore Placenti e segretario Giuseppe Graziani.
Il discorso inizialmente si incentro' sulla regolaritá del congresso e sulla „verifica dei poteri dei delegati“, volta a stabilire quanti e quali delegati avrebbero potuto validamente votare al congresso. La tensione si fece aspra e si arrivo' al punto che per un certo periodo ci furono due partiti con lo stesso nome e con lo stesso simbolo, ma con due diversi segretari, De Michelis e Craxi, e due diverse linee politiche. La battaglia politica finí per diventare anche battaglia legale e si concluse con l'ordinanza del Tribunale di Roma del 25 gennaio 2006, che dichiaro' inesistente il congresso di ottobre. Per conseguenza restavano valide le precedenti cariche all'interno del partito: De Michelis rimaneva segretario e unico titolare del nome e del simbolo del partito [19].
Ma ormai non era piú possibile ricucire. La corrente guidata da Craxi e Zavettieri lascio' la Casa delle Libertá e riprese il dialogo con lo SDI, che pero'ebbe una battuta d'arresto in quanto, il gruppo Craxi-Zavettieri, benché accettasse un'alleanza elettorale con i radicali, non condivideva la fusione con essi, a cui allora sembrava avviato lo SDI col suo progetto della RnP. Decise dunque di costituirsi in partito, denominato I Socialisti e di partecipare con proprie liste alle elezioni politiche dello stesso anno, nell'ambito della coalizione di centro-sinistra L'Unione.
De Michelis invece riconfermo' l'adesione allo schieramento di centro-destra La Casa delle Libertá e annuncio' che il PS-NPSI, alle elezioni politiche del 9-10 aprile 2000, si sarebbe presentato in lista unica con la „Democrazia Cristiana per le Autonomie (DCA) di Gianfranco Rotondi.
Quest'ultima decisione provoco' un'ulteriore lacerazione nel suo partito: l'uscita di un gruppo, guidato da Donato Rubilotta, denominato Socialisti Riformisti [20].
La quarta scissione.
La lista DCA/PS-NPSI non ebbe il successo sperato dai contraenti: lo 0,75 % alla Camera e lo 0,6 % al Senato; ma, grazie al meccanismo della legge elettorale [21], ottenne 4 seggi, 2 per parte.
Il PS-Nuovo PSI ottenne complessivamente 4 deputati: due eletti nella lista in comune con la DCA: Gianni De Michelis che, essendo deputato europeo, lascio' il seggio a Lucio Barani, e Mauro Del Bue; altri due, Chiara Moroni e Giovanni Ricevuto, furono eletti nelle liste di Forza Italia, al cui gruppo parlamentare pero' essi si iscrissero. Di fatto il partito di De Michelis rimase con due deputati: Barani e Del Bue.
Nel giugno successivo il partito dichiaro' la sua autonomia dai poli, pur rimanendo nel governo Berlusconi.
La proposta avanzata da Boselli e fatta propria dal congresso di Fiuggi dello SDI (aprile 2007), cioé di respingere l'invito a entrare nel costituendo Partito Democratico [22] e di promuovere, invece, assieme a I Socialisti e al PS-Nuovo PSI l'unitá dei socialisti, fu prontamente raccolta non solo da Bobo Craxi, antesignano di quell'idea, ma anche da De Michelis, presente al congresso come invitato, che cosí si espresse: La scelta é fatta. Siamo con voi in questo percorso.
La presa di posizione di De Michelis, sostenuto dal suo vice Battilocchio e dall'on. Del Bue, non fu condivisa dall'ala destra del PS-Nuovo PSI, guidata da Stefano Caldoro, coordinatore del partito, fedele alla scelta del 2001 a favore del centro-destra e sostenuto da Barani.
La spaccatura tra l'ala sinistra, guidata da De Michelis e Del Bue, favorevole alla Costituente Socialista, e l'ala destra, capitanata da Caldoro e Barani, fedele all'alleanza col centro-destra, esplose nel Consiglio Nazionale, tenuto all'Hotel Palatino di Roma il 30 marzo 2007 sotto la presidenza di Francesco Pizzo, che si svolse in un'atmosfera molto animata.
Al di lá delle diatribe procedurali che vi emersero, vi si affrontarono due visioni strategiche dell'azione politica, fra di loro assai diverse e anzi alternative. Si arrivo' cosí a due congressi separati.
Il congresso dei sostenitori della parte avversa alla Costituente e favorevole alla Casa delle Libertá di Berlusconi ebbe luogo all'hotel Midas di Roma il 23 e 24 giugno 2007.
Il PS-Nuovo PSI ottenne complessivamente 4 deputati: due eletti nella lista in comune con la DCA: Gianni De Michelis che, essendo deputato europeo, lascio' il seggio a Lucio Barani, e Mauro Del Bue; altri due, Chiara Moroni e Giovanni Ricevuto, furono eletti nelle liste di Forza Italia, al cui gruppo parlamentare pero' essi si iscrissero. Di fatto il partito di De Michelis rimase con due deputati: Barani e Del Bue.
Nel giugno successivo il partito dichiaro' la sua autonomia dai poli, pur rimanendo nel governo Berlusconi.
La proposta avanzata da Boselli e fatta propria dal congresso di Fiuggi dello SDI (aprile 2007), cioé di respingere l'invito a entrare nel costituendo Partito Democratico [22] e di promuovere, invece, assieme a I Socialisti e al PS-Nuovo PSI l'unitá dei socialisti, fu prontamente raccolta non solo da Bobo Craxi, antesignano di quell'idea, ma anche da De Michelis, presente al congresso come invitato, che cosí si espresse: La scelta é fatta. Siamo con voi in questo percorso.
La presa di posizione di De Michelis, sostenuto dal suo vice Battilocchio e dall'on. Del Bue, non fu condivisa dall'ala destra del PS-Nuovo PSI, guidata da Stefano Caldoro, coordinatore del partito, fedele alla scelta del 2001 a favore del centro-destra e sostenuto da Barani.
La spaccatura tra l'ala sinistra, guidata da De Michelis e Del Bue, favorevole alla Costituente Socialista, e l'ala destra, capitanata da Caldoro e Barani, fedele all'alleanza col centro-destra, esplose nel Consiglio Nazionale, tenuto all'Hotel Palatino di Roma il 30 marzo 2007 sotto la presidenza di Francesco Pizzo, che si svolse in un'atmosfera molto animata.
Al di lá delle diatribe procedurali che vi emersero, vi si affrontarono due visioni strategiche dell'azione politica, fra di loro assai diverse e anzi alternative. Si arrivo' cosí a due congressi separati.
Il congresso dei sostenitori della parte avversa alla Costituente e favorevole alla Casa delle Libertá di Berlusconi ebbe luogo all'hotel Midas di Roma il 23 e 24 giugno 2007.
Slogan congressuale: Bisogni e meriti: proteggere i piú deboli, promuovere i capaci e meritevoli.
Il congresso, naturalmente, respinse ogni ipotesi di Costituente Socialista e riconfermo' le precedenti alleanze. Segretario fu eletto Stefano Caldoro [23].
Il congresso, naturalmente, respinse ogni ipotesi di Costituente Socialista e riconfermo' le precedenti alleanze. Segretario fu eletto Stefano Caldoro [23].
Il 7 e l'8 luglio 2007 si tenne l'altro congresso, quello dei favorevoli a una Costituente socialista che raggruppasse tutte le anime e posizioni socialiste e riformiste.
Anch'esso riconfermo' le proprie scelte ed elesse segretario, per acclamazione, Mauro Del Bue, con presidente Gianni De Michelis [24].
Nel corso del dibattito l'eurodeputato Battilocchio annuncio' l'ammissione sua e quella di De Michelis nel gruppo socialista del Parlamento europeo.
Da allora le strade dei due partiti si separeranno completamente [25]. Il Partito Socialista di Del Bue confluirá nel partito che scaturirá dalla Costituente Socialista avviata dallo SDI. Quello di Caldoro seguirá le vicende del centro-destra guidato dal dott. Berlusconi.
- Sulla Lega Socialista vedi, di Ferdinando Leonzio, La diaspora del socialismo italiano, ZeroBook 2017, pag. 68 ss.
- Sulla formazione del PS vedi l'articolo di Ferdinando Leonzio IL PSR/ IL PS in La Rivoluzione Democratica del maggio 2021.
- Il polemico riferimento alludeva all'intesa SDI-Verdi per la presentazione della lista congiunta „Il Girasole“.
- Dal giornale La Repubblica del 20-1-2001.
- Neanche la lista „Il Girasole“ (SDI+Verdi), col suo 2,17 % ottenne alcun seggio nel proporzionale. Nel maggioritario ottenne 9 deputati + 6 senatori.
- Bobo Craxi, Vincenzo Milioto, Chiara Moroni.
- Francesco Antonio Crino'.
- Stefano Caldoro alla P.I.
- Martelli, il 20-1-2004, annuncerá il suo ritiro dalla politica attiva.
- Il 3-2-2006 la Sinistra Liberalsocialista confluirá nello SDI, in occasione del 4° congresso di quest'ultimo a Fiuggi, ottenendo 11 posti nel Consiglio Nazionale (5-2-2006), 2 nella Direzione Nazionale (12-2-2006) e 1 (Nicolini) nell'Esecutivo Nazionale (18-2-2006). Costituitasi in componente, nel 2008 confluitá nel PD.
- Tra gli aderenti figuravano Michele Achilli, ex leader di “Sinistra per l'Alternativa” del PSI, l'ex segretario giovanile del PSI Felice Bergoglio, la politologa Paola Caporossi, l'economista Andrea Saba, gli ex deputati Angelo Sollazzo ed Angelo Tiraboschi.
- Lo SDI vi elesse due eurodeputati: Pia Locatelli e Ottaviano Del Turco.
- Sul Movimento di Unitá Socialista (MUS) si Veda La diaspora etc., cit., pag. 52 ss.
- LO SDI, invece, in 9 regioni si presento'con la lista „Uniti nell'Ulivo“, mentre nelle altre 5 nelle liste „Unitá Socialista-SDI“. Il MUS, infatti, con una lettera di Signorile a De Michelis, fin dal 16-7-2004 aveva preso le distanze dal PS-NPSI, a causa della sua persistente volontá di rimanere nel centro-destra.
- L'Unione prodiana aveva conquistato 12 delle 14 regioni in palio.
- Nel convegno di Fiuggi del 23-9-2005, indetto dallo SDI per lanciare la RnP, c'era stato un simbolico abbraccio tra Boselli e De Michelis, presente come invitato al convegno.
- Con De Michelis erano il ministro Caldoro, la deputata Moroni e l'eurodeputato Battilocchio.
- Con Bobo Craxi erano Zavettieri e il senatore Crino'.
- Facevano parte della segreteria l'europarlamentare Alessandro Battilocchio, l'on. Chiara Moroni, il ministro Stefano Caldoro, il viceministro Nanni Ricevuto, il sottosegretario Mauto Del Bue, Donato Rubilotta, Francesco Pizzo, Mario Spadari, Antonino Di Trapani, Gabriella Cims e Lucio Barani.
- Il gruppo raggiugerá un accordo elettorale con la RnP.
- Era la „lista piú votata“ al di sotto dello sbarramento del 2 %.
- Tale posizione non fu condivisa pero' dalla componente di Del Turco, Alleanza Riformista, che decise invece di partecipare alla nascita del PD.
- Il Comitato di Segreteria risulto' cosí composto: Stefano Caldoro (segretario), Lucio Barani (tesoriere), Raffaele Scheda (presidente del Consiglio Nazionale), Adolfo Collice, Umberto Caruso, Franco Spedali (vicesegretari), Antonino Di Trapani (coordinatore della segreteria).
- Facevano, inoltre, parte della Segreteria nazionale Alessandro Battilocchio, Antonio Perini e Francesco Pizzo (vicesegretari), Giuliano Romani, Gabriella Cims, Biagio Marzo e Sergio Verrecchia (tesoriere).
- Le due parti arriveranno a un accordo su nome e simbolo: alla parte guidata da De Michelis e Del Bue ando' la prima metá del vecchio nome, Partito Socialista, mentre alla parte rappresentata da Caldoro ando' la seconda parte, Nuovo PSI. Il simbolo avrebbe potuto essere per entrambi un garofano, ma diverso da quello dell'altro, con la scritta in ciascuno della propria denominazione. L'ala De Michelis-Del Bue apporto' le relative modifiche allo Statuto nel Consiglio Nazionale del 4-10-2007.
Fonte: di FERDINANDO LEONZIO