"SCHLEIN E MELONI NON SCIOLGONO ANCORA LE RISERVE SULLA CANDIDATURA ALLE EUROPEE. NEL MENTRE ACCETTANO UN CONFRONTO TELEVISIVO"
23-01-2024 - STORIE&STORIE
Candidarmi, o non candidarmi, questo è il dilemma? Il dubbio amletico sulla possibile candidatura alle elezioni europee non è stato sciolto pubblicamente né dal Presidente del Consiglio, Giorgia Meloni, né dalla segretaria del Partito Democratico, Elly Schlein. Chissà se entrambe stanno ancora valutando il guadagno e i rischi da una loro eventuale discesa in campo europeo o se tale scelta è stata maturata ma, tatticamente, si aspetta a rivelarla. D’altronde c’è tempo per decidere e cambiare idea, gli ultimi giorni utili per la presentazione delle liste sono intorno al 7 maggio.
Una candidatura “civetta” permetterebbe a Meloni di consolidare ulteriormente quei rapporti di forza, cambiati all’indomani del 25 settembre 2022, all’interno della coalizione del centrodestra. Discorso simile per la Schlein. Un buon risultato alle europee le consentirebbe di legittimarsi come guida del proprio schieramento, affermandosi sul pentastellato Giuseppe Conte.
La presenza in lista di entrambe tuttavia potrebbe non aumentare l’affluenza alle urne in costante trend negativo (inferiore al 54% alle ultime consultazioni del 2019). Un recente sondaggio di Swg rileva il sentimento degli elettori: il 72% degli intervistati, con una percentuale più alta fra colori vicini al centrosinistra, è contrario all’ipotesi che i leader dei principali partiti si presentino come capolista in una o più circoscrizioni.
Diversi esponenti dem inoltre consigliano a Schlein di non candidarsi oppure di farlo, magari in una sola circoscrizione, a condizione di essere realmente interessata ad accettare il mandato da eurodeputata. La sua corsa “civetta” potrebbe voler dirsi giocarsi la segreteria del partito, rischio proveniente anche dai risultati delle elezioni amministrative.
Intanto la Schlein dopo i recenti avvenimenti attende l’occasione di rilancio, una sorta di sfida pre elettorale ovvero il confronto televisivo “Elly contro Giorgia”, la cui data verrà fissata a breve dai rispettivi staff. Tale dibattito televisivo, fortemente invocato dai mass media in quanto perfettamente rispondente alla logica di politica come spettacolo, sarà in grado di spostare voti fra le due aree opposte?
Proprio quest’anno ricorrono i primi trenta anni dal primo faccia a faccia televisivo italiano fra candidati alle elezioni politiche che vedeva confrontarsi Silvio Berlusconi, alla guida del Polo della Libertà e del Polo del Buon Governo e Achille Occhetto, leader dell’Alleanza dei Progressisti. A giudizio di diversi studiosi, il confronto del 1994 si concluse con un pareggio a livello di contenuti, ma si parlò molto dell’immagine più “moderna” di Berlusconi, esperto di marketing politico.
Sono seguiti nel 1996 e nel 2006 due ulteriori dibattiti elettorali in tv fra Berlusconi e Prodi, mentre, nelle successive elezioni politiche del 2008, 2013, 2018, 2022, non si sono tenuti. I suddetti faccia a faccia non hanno spostato una buona percentuale dell’elettorato.
Anche oggi il confronto fra le due leader, evento di grande richiamo, non muoverà l’opinione pubblica. Sicuramente sarà utile per cristallizzare l’elettorato di riferimento in una logica di tipo polarizzante, noi vs loro.
In tale occasione emergeranno le debolezze e i punti di forza di entrambe. Oltre alle issues affrontate e alle possibili soluzioni, l’attenzione dello spettatore sarà catturata dalla immagine delle leader. La tecnica del linguaggio, le qualità oratorie, il modo di rispondere agli attacchi frontali, la comunicazione non verbale e l’abbigliamento saranno oggetto di valutazione. Una buona immagine di sé unita a una valida proposta politica nazionale e europea saranno le chiavi vincenti per un sano confronto da cui trae linfa la democrazia.
Una candidatura “civetta” permetterebbe a Meloni di consolidare ulteriormente quei rapporti di forza, cambiati all’indomani del 25 settembre 2022, all’interno della coalizione del centrodestra. Discorso simile per la Schlein. Un buon risultato alle europee le consentirebbe di legittimarsi come guida del proprio schieramento, affermandosi sul pentastellato Giuseppe Conte.
La presenza in lista di entrambe tuttavia potrebbe non aumentare l’affluenza alle urne in costante trend negativo (inferiore al 54% alle ultime consultazioni del 2019). Un recente sondaggio di Swg rileva il sentimento degli elettori: il 72% degli intervistati, con una percentuale più alta fra colori vicini al centrosinistra, è contrario all’ipotesi che i leader dei principali partiti si presentino come capolista in una o più circoscrizioni.
Diversi esponenti dem inoltre consigliano a Schlein di non candidarsi oppure di farlo, magari in una sola circoscrizione, a condizione di essere realmente interessata ad accettare il mandato da eurodeputata. La sua corsa “civetta” potrebbe voler dirsi giocarsi la segreteria del partito, rischio proveniente anche dai risultati delle elezioni amministrative.
Intanto la Schlein dopo i recenti avvenimenti attende l’occasione di rilancio, una sorta di sfida pre elettorale ovvero il confronto televisivo “Elly contro Giorgia”, la cui data verrà fissata a breve dai rispettivi staff. Tale dibattito televisivo, fortemente invocato dai mass media in quanto perfettamente rispondente alla logica di politica come spettacolo, sarà in grado di spostare voti fra le due aree opposte?
Proprio quest’anno ricorrono i primi trenta anni dal primo faccia a faccia televisivo italiano fra candidati alle elezioni politiche che vedeva confrontarsi Silvio Berlusconi, alla guida del Polo della Libertà e del Polo del Buon Governo e Achille Occhetto, leader dell’Alleanza dei Progressisti. A giudizio di diversi studiosi, il confronto del 1994 si concluse con un pareggio a livello di contenuti, ma si parlò molto dell’immagine più “moderna” di Berlusconi, esperto di marketing politico.
Sono seguiti nel 1996 e nel 2006 due ulteriori dibattiti elettorali in tv fra Berlusconi e Prodi, mentre, nelle successive elezioni politiche del 2008, 2013, 2018, 2022, non si sono tenuti. I suddetti faccia a faccia non hanno spostato una buona percentuale dell’elettorato.
Anche oggi il confronto fra le due leader, evento di grande richiamo, non muoverà l’opinione pubblica. Sicuramente sarà utile per cristallizzare l’elettorato di riferimento in una logica di tipo polarizzante, noi vs loro.
In tale occasione emergeranno le debolezze e i punti di forza di entrambe. Oltre alle issues affrontate e alle possibili soluzioni, l’attenzione dello spettatore sarà catturata dalla immagine delle leader. La tecnica del linguaggio, le qualità oratorie, il modo di rispondere agli attacchi frontali, la comunicazione non verbale e l’abbigliamento saranno oggetto di valutazione. Una buona immagine di sé unita a una valida proposta politica nazionale e europea saranno le chiavi vincenti per un sano confronto da cui trae linfa la democrazia.
Fonte: di Loredana Nuzzolese