VIA TRISTANO CODIGNOLA di Paolo Bagnoli
di Paolo Bagnoli
21-09-2024 - CRONACHE SOCIALISTE
Ci sono voluti ben 19 anni perché Firenze intitolasse una strada a Tristano Codignola, nato ad Assisi il 23 ottobre 1913 e scomparso a Bologna il 12 dicembre 1981.
Si tratta di una normale storia italiana. Codignola, però, è stato una figura – oggi, ahimè, praticamente dimenticata – di alto livello intellettuale e politico nella vicenda pubblica del nostro Paese; un protagonista nella lotta al fascismo per cui patì il carcere e il confino, attivo nella Resistenza a Firenze e in Toscana dall'8 settembre alla Liberazione – sicuramente il dirigente più attivo della Resistenza fiorentina - e altrettanto lo fu quale costruttore della democrazia come membro dell'Assemblea Costituente per il Partito d'Azione di cui fu un dirigente di primissimo piano. Va aggiunto che alla cultura politica nonché alle ragioni del PdA rimase fedele per tutta la vita.
Codignola fu uno dei leader dell'antifascismo democratico che, appunto, si face partito con il PdA. Egli vi arrivò tramite il liberalsocialismo secondo l'interpretazione di Aldo Capitini che, come sappiamo, è altra cosa rispetto a quella di Guido Calogero. Nel suo ufficio a La Nuova Italia – la casa editrice fiorentina che dirigeva – facevano bella mostra le fotografie di Piero Calamandrei, Gaetano Salvemini e Benedetto Croce.
Politicamente la sua figura si caratterizza in un costante impegno di lotta per un socialismo di sinistra autonomo, liberale e libertaristico, forza di un'evoluzione complessiva di tutta la sinistra per trasformare lo Stato e la società nel nome degli ideali di giustizia, di libertà, di laicismo ed europeismo. Codignola fu un rivoluzionario istituzionale. L'impegno che profuse, con successo, per la riforma degli ordinamenti scolastici fece fare all'Italia un salto nella modernità; fu un riformatore concreto e avanzato.
Approdato con il Movimento di Unità Popolare che aveva contribuito a sconfiggere la legge truffa del 1953 – un movimento in cui si ritrovarono molti vecchi militanti del Partito d'Azione, basti pensare a Ferruccio Parri - nel PSI, dopoché il Congresso di Venezia ne aveva sancito l'autonomia dal PCI, fu consigliere comunale parlamentare socialista eletto alla Camera nelle elezioni del 1958 e del 1963 e al Senato in quelle del 1968. Esponente della sinistra lombardiana, dissentì dall'indirizzo impresso al partito dal nuovo segretario Bettino Craxi. In una fase di decadenza della sinistra interna – nata nella cosiddetta “notte di San Gregorio (16-17 giugno 1963) a seguito dei dissensi interni alla corrente autonomista guidata da Pietro Nenni non condividendo l'accordo da questi negoziato con Aldo Moro per la partecipazione dei socialisti al governo - il 3 0ttobre 1981 fu il primo firmatario di un “appello ai socialisti” in cui denunciava la mancanza di democrazia interna e noncuranza di fronte alla questione morale. Espulso dal partito insieme ad altri, tra cui Enzo Enriques Agnoletti, dette vita alla “Lega dei Socialisti” per una politica di unità a sinistra e di alternativa alla DC.
Abbiamo succintamente tratteggiato il profilo di Codignola – per gli amici e compagni semplicemente Pippo – ma occorre aggiungere che fu un giornalista costantemente impegnato nel commento e nel dibattito politico e che, come editore anche promotore e organizzatore di cultura; basti pensare alle riviste edite dalla Nuova Italia: tra tutte “Il Ponte” fondata dal suo maestro Piero Calamandrei. Insomma, Codignola è stato un fiorentino illustre e perderne la memoria pubblica sarebbe stata un' offesa alla storia della città.
La vicenda per intitolargli una strada inizia nel 1984 quando Giorgio Morales, che era stato fedelmente al suo fianco fin dai tempi di Unità Popolare, consigliere comunale dal 1975, assessore dallo stesso anno con Elio Gabbuggiani sindaco, vicesindaco dal 1979 al 1983,assessore nella giunta di Alessandro Bonsanti e poi sindaco dal 1989 al 1995, propose che a Tristano Codignola venisse intitolata una via. Come risulta dal verbale della “Commissione consultiva per la toponomastica e lapidi commemorative” del 19 marzo 1984 questa decide “di esprimere parere negativo circa la modifica di un tratto di via delle Seggiole per intestarlo a Tristano Codignola. Il nominativo, invece, viene approvato all'unanimità, previa autorizzazione del Ministero degli Interni per non essere ancora trascorsi 10 anni dalla morte.”
La nuova strada, secondo la proposta Morales, doveva nascere dalla modifica del tratto di via delle Seggiole tra piazzetta Calamandrei e via de' Pandolfini. Ossia, nel centro della città, a pochi passi dal Duomo, piazza Santa Croce e piazza della Signoria. Così collocata, oltretutto, avrebbe significativamente unito i nomi di Calamandrei e di Codignola testimoniando non solo del legame morale, culturale e politico che vide il primo essere riconosciuto come maestro dal secondo, ma avrebbe segnalato in modo tangibile e riconoscibile quanto Firenze abbia dato alla cultura politica democratica del Paese visto che, dopo Carlo Rosselli, sia Calamandrei che Codignola hanno espresso un pensiero in cui libertà e giustizia si incontrano per riassumere, più che brevemente, una storia in cui giocò un ruolo forte anche il liberalsocialismo capitiniano, rilevante nella nascita dell'azionismo fiorentino e toscano.
Ci sia permesso di dire che anche chi scrive queste note, quale vicepresidente della Provincia di Firenze dal 1987 al 1992, interessò pubblicamente Giorgio Morales perché Firenze si decidesse a intitolare una strada a Tristano Codignola.
La questione si risolve con l'amministrazione guidata da Leonardo Domenici; infatti, il 15 luglio 2003 la giunta del Comune di Firenze, presieduta dal vice-sindaco Beppe Matulli, delibera con un “provvedimento immediatamente esecutivo” di dare a una strada il nome di Tristano Codignola in un “area di circolazione che inizia e termina in via Edoardo Detti.” Va detto che, alla fine, Pippo viene a trovarsi in buona compagnia perché Detti, oltre al essere uno dei maggiori architetti e urbanisti italiani, era stato azionista, comandante partigiano giellista distintosi nella Resistenza fiorentina e, dal 1961 al 1964, assessore socialista all'Urbanistica del Comune di Firenze. A lui si deve l' elaborazione del Piano regolatore della città.
Da rilevare che il tratto intitolato a Codignola si trova ben lontano dal centro della città come aveva proposto Morales, bensì ai confini di questa con il Comune di Scandicci. Comunque il problema si era risolto e, finalmente, la questione era andata in porto.
Crediamo di non buttarla di fuori dicendo che molti di quelli che transiteranno per via Tristano Codignola si domanderanno chi mai sia stato; vorremmo assicurarli, in breve, che è stato un grande fiorentino e un grande italiano.
Si tratta di una normale storia italiana. Codignola, però, è stato una figura – oggi, ahimè, praticamente dimenticata – di alto livello intellettuale e politico nella vicenda pubblica del nostro Paese; un protagonista nella lotta al fascismo per cui patì il carcere e il confino, attivo nella Resistenza a Firenze e in Toscana dall'8 settembre alla Liberazione – sicuramente il dirigente più attivo della Resistenza fiorentina - e altrettanto lo fu quale costruttore della democrazia come membro dell'Assemblea Costituente per il Partito d'Azione di cui fu un dirigente di primissimo piano. Va aggiunto che alla cultura politica nonché alle ragioni del PdA rimase fedele per tutta la vita.
Codignola fu uno dei leader dell'antifascismo democratico che, appunto, si face partito con il PdA. Egli vi arrivò tramite il liberalsocialismo secondo l'interpretazione di Aldo Capitini che, come sappiamo, è altra cosa rispetto a quella di Guido Calogero. Nel suo ufficio a La Nuova Italia – la casa editrice fiorentina che dirigeva – facevano bella mostra le fotografie di Piero Calamandrei, Gaetano Salvemini e Benedetto Croce.
Politicamente la sua figura si caratterizza in un costante impegno di lotta per un socialismo di sinistra autonomo, liberale e libertaristico, forza di un'evoluzione complessiva di tutta la sinistra per trasformare lo Stato e la società nel nome degli ideali di giustizia, di libertà, di laicismo ed europeismo. Codignola fu un rivoluzionario istituzionale. L'impegno che profuse, con successo, per la riforma degli ordinamenti scolastici fece fare all'Italia un salto nella modernità; fu un riformatore concreto e avanzato.
Approdato con il Movimento di Unità Popolare che aveva contribuito a sconfiggere la legge truffa del 1953 – un movimento in cui si ritrovarono molti vecchi militanti del Partito d'Azione, basti pensare a Ferruccio Parri - nel PSI, dopoché il Congresso di Venezia ne aveva sancito l'autonomia dal PCI, fu consigliere comunale parlamentare socialista eletto alla Camera nelle elezioni del 1958 e del 1963 e al Senato in quelle del 1968. Esponente della sinistra lombardiana, dissentì dall'indirizzo impresso al partito dal nuovo segretario Bettino Craxi. In una fase di decadenza della sinistra interna – nata nella cosiddetta “notte di San Gregorio (16-17 giugno 1963) a seguito dei dissensi interni alla corrente autonomista guidata da Pietro Nenni non condividendo l'accordo da questi negoziato con Aldo Moro per la partecipazione dei socialisti al governo - il 3 0ttobre 1981 fu il primo firmatario di un “appello ai socialisti” in cui denunciava la mancanza di democrazia interna e noncuranza di fronte alla questione morale. Espulso dal partito insieme ad altri, tra cui Enzo Enriques Agnoletti, dette vita alla “Lega dei Socialisti” per una politica di unità a sinistra e di alternativa alla DC.
Abbiamo succintamente tratteggiato il profilo di Codignola – per gli amici e compagni semplicemente Pippo – ma occorre aggiungere che fu un giornalista costantemente impegnato nel commento e nel dibattito politico e che, come editore anche promotore e organizzatore di cultura; basti pensare alle riviste edite dalla Nuova Italia: tra tutte “Il Ponte” fondata dal suo maestro Piero Calamandrei. Insomma, Codignola è stato un fiorentino illustre e perderne la memoria pubblica sarebbe stata un' offesa alla storia della città.
La vicenda per intitolargli una strada inizia nel 1984 quando Giorgio Morales, che era stato fedelmente al suo fianco fin dai tempi di Unità Popolare, consigliere comunale dal 1975, assessore dallo stesso anno con Elio Gabbuggiani sindaco, vicesindaco dal 1979 al 1983,assessore nella giunta di Alessandro Bonsanti e poi sindaco dal 1989 al 1995, propose che a Tristano Codignola venisse intitolata una via. Come risulta dal verbale della “Commissione consultiva per la toponomastica e lapidi commemorative” del 19 marzo 1984 questa decide “di esprimere parere negativo circa la modifica di un tratto di via delle Seggiole per intestarlo a Tristano Codignola. Il nominativo, invece, viene approvato all'unanimità, previa autorizzazione del Ministero degli Interni per non essere ancora trascorsi 10 anni dalla morte.”
La nuova strada, secondo la proposta Morales, doveva nascere dalla modifica del tratto di via delle Seggiole tra piazzetta Calamandrei e via de' Pandolfini. Ossia, nel centro della città, a pochi passi dal Duomo, piazza Santa Croce e piazza della Signoria. Così collocata, oltretutto, avrebbe significativamente unito i nomi di Calamandrei e di Codignola testimoniando non solo del legame morale, culturale e politico che vide il primo essere riconosciuto come maestro dal secondo, ma avrebbe segnalato in modo tangibile e riconoscibile quanto Firenze abbia dato alla cultura politica democratica del Paese visto che, dopo Carlo Rosselli, sia Calamandrei che Codignola hanno espresso un pensiero in cui libertà e giustizia si incontrano per riassumere, più che brevemente, una storia in cui giocò un ruolo forte anche il liberalsocialismo capitiniano, rilevante nella nascita dell'azionismo fiorentino e toscano.
Ci sia permesso di dire che anche chi scrive queste note, quale vicepresidente della Provincia di Firenze dal 1987 al 1992, interessò pubblicamente Giorgio Morales perché Firenze si decidesse a intitolare una strada a Tristano Codignola.
La questione si risolve con l'amministrazione guidata da Leonardo Domenici; infatti, il 15 luglio 2003 la giunta del Comune di Firenze, presieduta dal vice-sindaco Beppe Matulli, delibera con un “provvedimento immediatamente esecutivo” di dare a una strada il nome di Tristano Codignola in un “area di circolazione che inizia e termina in via Edoardo Detti.” Va detto che, alla fine, Pippo viene a trovarsi in buona compagnia perché Detti, oltre al essere uno dei maggiori architetti e urbanisti italiani, era stato azionista, comandante partigiano giellista distintosi nella Resistenza fiorentina e, dal 1961 al 1964, assessore socialista all'Urbanistica del Comune di Firenze. A lui si deve l' elaborazione del Piano regolatore della città.
Da rilevare che il tratto intitolato a Codignola si trova ben lontano dal centro della città come aveva proposto Morales, bensì ai confini di questa con il Comune di Scandicci. Comunque il problema si era risolto e, finalmente, la questione era andata in porto.
Crediamo di non buttarla di fuori dicendo che molti di quelli che transiteranno per via Tristano Codignola si domanderanno chi mai sia stato; vorremmo assicurarli, in breve, che è stato un grande fiorentino e un grande italiano.
Fonte: di Paolo Bagnoli