"PER UNA NUOVA LEGGE SULLA LIBERTA´ RELIGIOSA IN ITALIA"
25-04-2018 - CRONACHE SOCIALISTE
Il 26 febbraio 2018, in occasione della campagna ultima per il rinnovo del nostro Parlamento, la Federazione delle Chiese Evangeliche in Italia diramava un comunicato, nel quale chiedeva ai candidati alla Camera e al Senato di voler attuare una legge sulla libertà religiosa eguale per tutti. Sulla necessità di una legislazione generale in favore della libertà religiosa rispettosa delle varie componenti confessionali presenti sul nostro paese concordiamo senza tentennamenti con gli estensori di quel comunicato. L´appello ci pare viceversa privo di qualsiasi comprensione dell´evoluzione politica dei nostri giorni. Sembra infatti uno di quei tanti tentativi, che taluni vorrebbero fare per far giungere il loro messaggio a immaginifici abitatori di altri pianeti. E´ bene viceversa non farsi illusioni. Quanti oggi sperano e chiedono una nuova legge sulla libertà religiosa in Italia devono smetterla di lanciare appelli ai rappresentanti delle istituzioni, per la semplice ragione che questi rappresentanti del popolo italiano, essendo privi quasi del tutto di una cultura politica, storica e giuridica degna di questo nome, non sono in grado di comprendere problemi di ordine politico, storico e giuridico. Prima ci rendiamo conto di questo, prima torneremo coi piedi per terra. Salvemini docet: le idee nascono nel cervello e non nell´intestino retto. La strada pertanto che intendiamo tracciare è quella di chiamare a raccolta le menti più lucide e illuminate del nostro paese a scrivere una nuova legge di inizitiva popolare. L´art. 71 della Costituzione è chiaro: "Il popolo esercita l´iniziativa delle leggi, mediante la proposta, da parte di almeno cinquantamila elettori, di un progetto redatto in articoli" . Gli articoli 48 e 49 della successiva legge 25 maggio 1970, n. 352, stabiliscono inoltre che il progetto, accompagnato dalle firme degli elettori proponenti, deve essere presentato a uno dei Presidenti delle due Camere, il quale lo presenta alla Camera di competenza, la quale deve verificare il computo delle firme e accertare la regolarità della richiesta. Si tratta di un lavoraccio: siamo consapevoli. Ma è un lavoraccio che dovrebbe, a mio giudizio, essere svolto. Se partiamo, infatti, dal presupposto che l´attuale classe dirigente del nostro paese non sia in grado di concepire disegni di alta idealità, ne consegue che la progettualità politica deve oramai risiedere in una minoranza consapevole e capace di comprendere l´urgenza di tali idealità e tradurle in progetto politico e giuridico adeguato ai tempi e alla necessità. Il problema della inadeguatezza della nostra classe dirigente si ripresenterà certamente al momento che un simile progetto di legge dovrà passare la prova del Parlamento. Di questo ne siamo consapevoli. Così come siamo consapevoli che raccogliere 50.000 firme non sia impresa davvero a portata di mano. Ma almeno avremo tolto ogni alibi agli attuali rappresentanti del popolo italiano, avremo evitato di lanciare inutili appelli in capponaia e avremo provato a noi stessi che la passività indolente di fronte agli arbitri del potere costituito non sia mai un programma politico di rivoluzione e di resurrezione del popolo italiano.
Fonte: di STEFANO GAGLIANO