"L'OCCASIONE"
20-09-2019 - CRONACHE SOCIALISTE
La crisi di Governo appena conclusa ha reso evidente qualcosa che da questa Rivista conoscevamo già da tempo: l’inesistenza di un progetto politico del Partito Democratico.
Ormai da tempo ci siamo abituati a non parlare più di centrosinistra, essendo questa realtà politica ridotta alla clandestinità dagli anni di renzismo. Nonostante la clamorosa sconfitta elettorale del 2018 e la vittoria di Zingaretti, nella vulgata esiste ancora solo il PD che sintetizza i resti del centrosinistra non avendo, però, di questo nessun gene. Il PD, appunto, anche in questa circostanza ha dimostrato di navigare a vista e di muoversi solo nel terrore di un fantomatico potere di Renzi; potere che l’ex presidente del Consiglio ex Segretario del Partito e ormai ex iscritto vanta davanti ai dirigenti del PD, ma non davanti ai suoi elettori come dimostrano i terrificanti esiti elettorali da referendum costituzionale ai giorni nostri. Non va dimenticato, infatti, che la vittoria del Movimento cinque stelle e l’accrocchio di governo che ne è seguito, sono il frutto della tragica sconfitta del PD il cui Segretario era proprio Renzi.
La dimostrazione politica di questa assenza progettuale, oltre alla schizofrenia dei rapporti politici e personali tra PD e M5S passati dalla gioia (di Renzi) per il mancato accordo di Governo nel 2018 alla gioia (di Renzi) per l’accordo di governo di cui sembra il padre nobile (per il bene della patria, naturalmente); si evidenzia nel fatto che, seppur in una fase emergeziale quale è quella che il Paese vive, nessuno ha capito cosa propone il così detto centrosinistra in questo nuovo governo. Tutti si immaginano, forse sperano, che i ministri del PD aiutino il Presidente Conte a placare gli animi dei grillini, a dimostrazione del fatto che anche questo esecutivo nasce da una, politicamente pericolosa, fusione a freddo; ma nessuno conosce e tantomeno comprende il programma del PD in questo esecutivo. Cosa proporranno Franceschini, Bellanova, Boccia, Guerini, Gualtieri per risanare i danni fatti dal governo precedente ? Non è dato saperlo !
Finalmente Renzi ha deciso, darà vita a quel partito di centro(destra) cui ha sempre mirato. Ha cercato, senza troppa difficoltà, di trasformare il PD in un partito di centro, ma gli elettori glielo hanno impedito; adesso, non potendo più comandare, è uscito allo scoperto definendo deo gratias i suoi veri intendimenti. Il proposito è diventare un fastidioso ago della bilancia di centro(destra) e ostacolare la rinascita di un gruppo di centrosinistra vero. In realtà gli osservatori più attenti lo avevano annunciato illo tempore analizzando le scelte conservatrici del suo esecutivo: dalla riforma costituzionale al jobs act al vergognoso Patto del Nazzareno; ma i molti avevano preferito non vedere. L’assurda polemica (in puro spirito leghista) sulla ripartizione geografica di alcuni sottosegretari era anticipatrice di certi movimenti e suggellava la consueta tattica degli avamposti (già esercitata quando Bersani era segretario del PD, poi nei gruppi parlamentari, adesso nel governo), da sempre cavallo di battaglia dell’ex sindaco di Firenze, per garantire sicurezza a quel disegno. Tutto questo sarà possibile solo ed esclusivamente se dall’altra parte non esiste un muro programmatico, politico, culturale ed ideologico capace di arginare questa deriva). Il renzismo, che oggi emerge in tutta la sua chiarezza, ha trovato da sempre la strada spianata perché quel PD era nato come un contenitore vuoto, dove tutti urlavano ma non c’era un progetto definito da perseguire.
Sono gli elettori che rendono forte il consenso di un Partito, non i dirigenti; se non si riesce ad aggregare la gente su una linea comune che abbia delle prospettive, un disegno di società a cui guardare, sarà difficilissimo che gli italiani si impegnino (anche solo con il voto) per il loro Paese.
Il nuovo Governo Conte che, oltre ad aver salvato anche il PD dall’estinzione, rasserena gli animi delle istituzioni italiane ed europee, ma soprattutto l’uscita di Renzi dal Partito Democratico sono l’occasione per cercare di costruire un progetto politico (non solo governativo) capace di aggregare e coinvolgere tutte le forze che ruotano intorno al centrosinistra.
Vivere nell’incubo, o nell’illusione, di un nuovo ritorno di Renzi, oltre a rafforzarlo, non fa bene alla politica del nostro Paese.
Fonte: di ERNESTO RICCI