"LA MANUTENZIONE DELLA DEMOCRAZIA" di Paolo Bagnoli
25-06-2018 - EDITORIALE
Al pari di tutti i sistemi anche la democrazia richiede manutenzione così come lo richiedono il corpo umano, le automobili, gli edifici e praticamente tutto quanto nella vita. Se non viene mantenuta la democrazia si guasta provocando danni sui quali, talora, è difficile intervenire. Se la si lascia andare e non se ne ha cura rispettandone lo spirito nonché, evidentemente, la pratica, essa scade e velocemente si finisce per ritenerla un sistema che intralcia la soluzione dei problemi. Quando si arriva a tale punto ecco sorgere la varie alternative che mirano a superarla in nome di un recupero della soggettività delle masse oppure nella scomposizione del concetto di società riducendo, per esempio, quello di cittadinanza alla mera sommatoria dei dati singoli costituiti, appunto, dai singoli cittadini. Quando ciò avviene la svolta verso la verticalizzazione del potere nonché una concezione autoritativa di esso è già nei fatti. Ne consegue che la politica democratica è già un pezzo avanti sulla strada della sconfitta. Tale fenomeno si porta dietro la crisi dello "stato di diritto" ,l´indifferenza ai principi costituzionali, il sostanziale svuotamento del Parlamento e della sua funzione, il frusciare di una brezza che sa di convento e di caserma. E, come suo emblema, l´apparizione di una figura politica dal piglio risolutivo; l´uomo deciso che risolve le varie questioni a muso duro costi quel che costi, il demagogo sublimato il quale, intridendo reazionarietà e tecnica amministrativa, pone demagogicamente la risoluzione dei vari problemi. Il grande exploit di Matteo Salvini è il frutto maturo del mancato mantenimento della democrazia italiana oramai in atto dalla crisi di sistema dovuta al giustizialismo di Tangentopoli fino ai giorni nostri; del collasso di un sistema politico in mano alla reazione iperattivistica di stampo leghista e al vuoto di politica pentastellato; di un movimento che, nato sui Vaffa rottamatori di Beppe Grillo annuncianti grandi repulisti e illuminante trasparenza di ogni angolo là dove sarebbe arrivato, sta dimostrando di essere un pericoloso nulla e pure una fonte di oscuro intrallazzo come ci dicono gli ultimi fatti di Roma e lasciamo perdere il sistema Rousseau per selezionare la classe dirigente: ossia, un totale fallimento. Ma sotto di esso si intravede il disegno di costruire una oligarchia che agisce nella tramatura trasversale del potere e dei poteri.
Quella transizione che avrebbe dovuto portare la Repubblica verso i sani lidi che la "prima Repubblica" aveva smarrito ci ha condotto verso un´alba dorata che non si vergogna di proporre la schedatura etnica dei cittadini italiani che è un qualcosa di diverso, e di ben diverso. dalla chiusura dei campi rom; problema che ciclicamente si ripresenta sulla scena politica nazionale. La questione non può essere ridotta ad un´uscita di volitivismo del ministero degli interni. Così agendo, Salvini dimostra di aver giurato sulla Costituzione considerando l´atto alla stregua di un mero passaggio formale; sicuramente senza dare all´atto la solennità che gli è insita e l´impegno civile che ne consegue, o dovrebbe conseguirne e, sicuramente, non avendo precisa cognizione di quanto reciti la Costituzione. Nella rincorsa per cercare di non essere da meno, ha proposto la schedatura dei raccomandati; potrebbe già mettersi al lavoro aprendo la lista con il presidente del consiglio e quello dell´Acea!
La proposta di Salvini, tuttavia, costituisce la punta più alta della mancata manutenzione della nostra democrazia. Ora, se i vertici del nazional-demagogismo hanno conquistato il governo, ci si può immaginare quale possa essere la salute della democrazia via via che scendiamo in basso. Gira e rigira si torna sempre al solito punto: la scomparsa dei partiti politici, che rappresentano i soggetti della democrazia nella società, determina derive populistico-reazionarie. Risalire la china sarà arduo e comunque assai difficile poiché vuol dire, in primo luogo, reimpiantare il senso etico della democrazia repubblicana alle radici del Paese.
Matteo Salvini ha annunciato un incontro con il Papa; chissà, se per far adeguare il Vaticano al nuovo corso italiano, non proporrà a Francesco di passare dalla formula benedicente "Urbi et Orbi" a quella "Urbi et Orbàn". Pirgopolinice |