"LA REPUBBLICA DELLA CONFUSIONE" di Paolo Bagnoli
25-07-2018 - EDITORIALE
Oltre ai tanti problemi che vive, il Paese ne soffre di uno che occorre chiamare per quello che è: confusione. Vi siamo dentro fino al midollo e il governo, autodefinitosi del cambiamento, la sta mulinando giorno dopo giorno in un intreccio di incompetenza, improvvisazione, sostanziale spirito demagogico e incapacità di concepirsi, al di là delle politiche di destra che persegue, come un governo. Quello al potere, infatti, non è un governo vero e proprio; certo in ciò vi gioca la compulsione attivistica di Matteo Salvini e la arrogante spavalderia di Luigi Di Maio, ma questi due elementi si chiudono in triangolo perfetto con un "terzo incomodo", ossia con un presidente del consiglio il quale, per quanti sforzi faccia il suo ufficio comunicazione, dimostra, giorno dopo giorno, tutta la sua inadeguatezza. E´ come uno di quei giocatori di calcio che guardano la partita dai bordi del campo e, quando vi è costretto a scendervi, o chiede cosa deve fare oppure ha bisogno che qualcuno gli ricordi il proprio ruolo. Che il consiglio dei ministri sia un organo costituzionalmente collegiale non è idea che nemmeno lo sfiori; i suoi vice fanno e disfanno, le competenze ministeriali non vengono rispettate; ci si arroga competenze che non si hanno e così lo "stato di diritto" si sgretola sotto l´urto dell´incompetenza, dell´improbabilità, dell´allucinazione irrealistica dei fatti, dei risentimenti, delle paure e del dispregio sociale in una giostra di bugie, annunci a non finire, continue maratone sui social in un vuoto profondo di cultura, di senso istituzionale, di costruzione politica. Insomma, l´unico fattore che emerge è la confusione. In tale giostra l´unico che sembra salvarsi è il ministro del tesoro; ci auguriamo che resista. A vederlo sembra avere la tempra e la competenza di chi sa adempiere con responsabilità al proprio compito.
Gli episodi si sprecano. Salvini arriva a impedire l´attracco di una nave della Marina Militare in un porto italiano pretendendo di decidere chi debba essere arrestato; ma né l´una né l´altra questione rientrano nelle sue competenze. Ci auguriamo che non lo sappia poiché, se lo sapesse che così non può essere, sarebbe ancora più grave: A dire il vero pensiamo che non lo sappia. Il clima è talmente imbarbarito che la leader di Fratelli d´Italia – povero Goffredo Mameli, un tale affronto non se lo sarebbe proprio meritato! – vuole che sia abolito il reato di tortura poiché "impedisce alla polizia di fare il proprio lavoro". E ancora: un sottosegretario grillino alla Giustizia ha ammonito, in Aula rivolgendosi ai deputati, che certe cose non precise hanno "rilievo penale", dimentico che la Costituzione impedisce che si perseguitino i parlamentari per le opinioni che esprimono nell´esercizio del loro mandato. In parallelo, un altro sottosegretario alla Giustizia, questa volta leghista, a un corso di tirocinanti promosso dal CMS, si è augurato la scomparsa "delle correnti di sinistra" nella magistratura. Ne consegue che, per lui, solo al centro o a destra vi può essere libertà di espressione. Potremmo continuare. Il ministro Danilo Toninelli, quasi fosse un portiere, pur avendo competenze sui porti quale responsabile della Marina Mercantile, chiude i porti a richiesta di Salvini e Di Maio dichiara, rispetto ai fatti degli ultimi giorni, che non sa cosa dire perché si stava occupando dei vitalizi; di un qualcosa che non è roba sua, com´è ben noto. Oltre a non saper cosa dire, per quanto riguarda la relazione tecnica al decreto pomposamente dedicato alla "dignità", ha dimostrato anche di non saper leggere o di non leggere per niente.
Si tratta di piccoli episodi? No, dal momento che i membri del governo del cambiamento calpestano le norme dello "stato di diritto" , ciò è molto preoccupante. Non sarebbe forse il caso che essendo, sia pure per caso, presidente del consiglio, ma per professione un giurista titolare di cattedra, Giuseppe Conte non organizzasse un corso di 150 ore per spiegare come stanno le cose? E, magari, limitarsi a spiegare che, costituzionalmente, non spetta al Viminale ordinare gli arresti; che i parlamentari dell´opposizione non possono essere perseguiti e che la polizia non può torturare.? Visto il punto cui siamo arrivati, sarebbe già qualcosa!