"LA FORMA DELL´ ACQUA" di Paolo Bagnoli
23-09-2017 - EDITORIALE
Il Paese si avvicina alla scadenza elettorale. Capire cosa succede è veramente difficile; tutto ci pare veramente improbabile. L´unico dato certo è che l´Italia non solo non ha una classe politica degna di questo nome, ma nemmeno il desiderio di darsela. Ciò significa che si è oramai compiuto il cerchio di un ciclo morale e culturale; vale a dire che chi si trova, grazie a quanto la contingenza presente offre alla responsabilità nazionale, non avverte nemmeno la percezione di innestare una qualche diversità positiva, per cui basta governare il politicismo populistico e demagogico per rimanere sulla cresta dell´onda. Non importa se lo spettacolo è di basso livello, al di là del suo istrionismo ;l´importante è il tenere la scena. Tutto è , infatti, scena , improvvisazione, propaganda. Le parole, invece di uscire dal cervello, sembrano venir fuori solo dai polmoni.!
E´ un triste spettacolo; quasi che un generalizzato mago capace di tutto ipnotizzare guidi un gioco senza regole, senza quella legittimità morale che è il fattore non scritto di ogni democrazia. Il dato tragico, però, è che la democrazia non è un gioco e le regole – scritte e non scritte – sono una cosa seria. La controprova la abbiamo dovunque poniamo il dito; tutto sembra essere avvolto in un pensiero ipotetico della irrealtà senza consapevolezza alcuna delle posta in gioco; con una perdita, praticamente generalizzata, del senso storico e morale che la democrazia repubblicana comporta.
A fronte di ciò ogni richiamo al realismo della politica è fuori luogo poiché il realismo senza valori è puro volatile cinismo.
Ogni soggetto in causa ci sembra voler dare forma all´acqua , ossia intombarla, ma la natura ci dice, tragicamente, cosa ciò comporta.
E´ un triste spettacolo; quasi che un generalizzato mago capace di tutto ipnotizzare guidi un gioco senza regole, senza quella legittimità morale che è il fattore non scritto di ogni democrazia. Il dato tragico, però, è che la democrazia non è un gioco e le regole – scritte e non scritte – sono una cosa seria. La controprova la abbiamo dovunque poniamo il dito; tutto sembra essere avvolto in un pensiero ipotetico della irrealtà senza consapevolezza alcuna delle posta in gioco; con una perdita, praticamente generalizzata, del senso storico e morale che la democrazia repubblicana comporta.
A fronte di ciò ogni richiamo al realismo della politica è fuori luogo poiché il realismo senza valori è puro volatile cinismo.
Ogni soggetto in causa ci sembra voler dare forma all´acqua , ossia intombarla, ma la natura ci dice, tragicamente, cosa ciò comporta.
Crediamo che Luigi Di Maio nel baciare la teca di San Gennaro abbia chiesto il miracolo. Noi speriamo, più umilmente, che San Gennaro ci faccia la grazia. Pirgopolinice |