"ALCUNI SOLONI"
21-12-2019 - RIFLETTORE
Alcuni ‘soloni' del PD hanno riferito, sul ‘Corriere della Sera' del 13 dicembre, che, tra i partiti dell'attuale maggioranza di governo, in un primo tempo si sarebbe raggiunto un accordo di principio su una riforma della legge elettorale con un sistema maggioritario a doppio turno; successivamente, questo accordo sarebbe saltato a favore di un sistema proporzionale, con una soglia di sbarramento più o meno bassa/alta.
Fin qui, niente di male; siamo abituati a vedere tradite le scelte popolari. Ricordate il referendum Segni? Subito dopo qualcuno inventò il ‘mattarellum', un marchingegno apprestato per non fare scattare gli effetti del sistema maggioritario che il referendum aveva chiesto e per fare sopravvivere, almeno in parte, i giochi dei partiti sulla pelle degli elettori. Poi seguì il ‘porcellum', quindi il ‘rosatellum', sistemini tutti designati a ‘fregare' gli avversari di turno e che, spesso, hanno avuto una eterogenesi dei fini inguaiando il Paese: vedi i governi Conte I e Conte II.
Ora, questi ‘soloni', per giustificare la loro preferenza per la preclara ‘legge elettorale dei sindaci', hanno insistito su un punto importante affermando che il nostro Paese, «senza una prolungata e coerente stagione di cambiamento è destinato a declino certo. E solo Governi che abbiano presentato agli elettori un preciso programma, abbiano ottenuto il consenso sufficiente e possano contare sul sostegno di una stabile maggioranza, sono in grado di guidare il Paese nello sforzo necessario … ».
È, infatti, in ossequio a questo principio che il Pd, Renzi, etc. hanno dato vita al sopra ricordato governo Conte II. È sempre in forza di questo principio che, da qualche tempo a questa parte, viene invocato il parlamentarismo trasformistico, naturalmente in quanto benedetto dalla Costituzione, per mettere su i pastrocchi governativi più fantasiosi e per non fare ricorso a quelle elezioni che potrebbero approvare un programma politico ed esprimere il consenso necessario: infatti il ricorso alle elezioni sarebbe un danno grave per il Paese come si sono accorti in Gran Bretagna dove – infischiandosene della sessione di bilancio e dei problemi della Brexit – nel breve giro di un mese, da metà novembre a metà dicembre, hanno sciolto la House of Commons; sotto una pioggia torrenziale, hanno celebrato le elezioni con una vecchissima legge elettorale in vigore da secoli; e, infine, hanno dato la maggioranza assoluta a chi aveva presentato un preciso programma.
Poveri britannici!
Quei ‘soloni' ci hanno poi informato che vi sarebbe comunque un «ampio accordo sul superamento della disparità dell'elettorato attivo tra Camera e Senato». E ne sono lieti!
Infatti, essendo essi i massimi esperti di riforme costituzionali, ci hanno prima regalato quella di Renzi (con annessa abolizione del Senato), ora – dopo aver fatto ferro e fuoco contro l'emendamento costituzionale quando, nelle tre precedenti letture, veniva approvato da Salvini insieme con i 5S – hanno votato con entusiasmo il taglio del numero di deputati e senatori in cambio della ‘promessa pentastellata' di una revisione più organica del sistema della rappresentanza (legge elettorale compresa).
Certo, non si può dire che essi, essendo politici di lungo corso, siano stati ingenui a credere alla promessa: in realtà essi volevano ‘consolidare' – anzi, salvare – il governo di salvezza nazionale!
Ma un'obiezione ci sentiamo di dover fare e un consiglio ci sentiamo di dover dare ai ‘soloni': studino bene i fondamenti del ‘bicameralismo'. Si renderanno conto che esso è fondato su un principio essenziale: le due Camere devono necessariamente avere una base diversa della rappresentanza, non solo territoriale ma anche personale e, siccome questa diversità non può essere ‘censitaria' è bene che sia quella scelta dai Padri costituenti: l'età degli elettori.
G.B.
Fonte: di G.B.