"LE NOVITA' DELL' ON.CECCANTI"
27-11-2019 - RIFLETTORE
Stefano Ceccanti, costituzionalista e deputato del Pd, intervistato dal “Corriere Fiorentino” (27 novembre 2019) sul problema dei finanziamenti alla politica, alla domanda di cosa a suo avviso bisognerebbe fare in materia, ha testualmente detto: “Io userei la leva del finanziamento per pagare la selezione della classe dirigente. Mi spiego: dovremmo fare una legge sui partiti che si faccia carico di questo passaggio. Di mettere la maggior parte dei soldi che arrivano dal pubblico e dal privato nell'organizzazione delle primarie. Le preferenze alle elezioni, ad esempio, sono un rimedio peggiore del male. Invece, se si dà denaro ai partiti per mettere le idee a confronto, il finanziamento diventa funzionale alla politica.”
La proposta è chiara e pure il ragionamento che lo sottende. Per l'on. Ceccanti la questione è risolvibile nel finalizzare il problema al finanziamento delle primarie; non sappiamo se, con senso dell'humor, definite “selezione della classe dirigente.” Tale senso, poi, continua ritenendo che, in tal modo, si mettono “le idee a confronto.”
Il problema della crisi della politica così viene risolto prevedendo finanziamenti per l'unico gesto che la motiverebbe: le primarie. Crediamo che Arturo Parisi, alla notizia, avrà brindato. E se la pensa così uno studioso di diritto costituzionale, chissà cosa partoriranno gli altri; coloro che magari stanno in Parlamento e la Costituzione non l'hanno letta; ma per comprenderla, lo sappiamo, non basta leggerla, occorre meditarla.
Lasciamo da parte qualche spigolosità accademica riguardante la differenza esistente in dottrina – almeno in quella politica – tra “classe politica” e “classe dirigente”; basta riandare a Guido Dorso per capire come stanno le cose. Il problema, infatti, riguarda la concezione dell'ordinamento democratico e il ruolo dei partiti che sono titolari del “mandato politico”, nonché, naturalmente, il fatto che i progetti politici, per la loro stessa natura e funzione, appartengono ai partiti. Infatti, è tramite la logica fondante e il ruolo dei partiti che si forma quella che Ceccanti chiama la “classe dirigente” che non è tale solo perché si conquista un seggio in Parlamento o in altra assemblea elettiva.
Fare queste osservazioni nel clima - quale quello di oggi - di sfarinamento della democrazia italiana suona quasi un abbaiare alla luna; ma poiché la democrazia è una cosa maledettamente seria perché sia tale occorre che sia supportata da pensieri veri; come si sarebbe detto un tempo, da un “pensiero pensato”. Certo, se si ritiene che i finanziamenti finalizzati, come propone l'on. Ceccanti, servano anche a “mettere le idee a confronto”, se ne ricava che ci sarà tanto più confronto quanti più soldi ci saranno; le idee alla stregua di un tassametro!
Mah! Almeno, per mettersi le mani nei capelli, si può fare a meno delle primarie.
Fonte: di PILO OBALOGNA