LA SOCIETÀ ITALIANA ALLA PROVA DEGLI STRUMENTI DIGITALI di Loredana Nuzzolese
di Loredana Nuzzolese
27-01-2025 - AGORA´
Nel quinquennio successivo allo scoppio della pandemia da Covid-19 nella società italiana si è progressivamente affermato il paradigma biomediatico per cui da un sistema di comunicazione unidirezionale se ne è consolidato uno in cui gli utenti del web lasciano tracce della propria identità, sotto forma di big data.
Il recente “Rapporto annuale sulla situazione sociale del Paese Censis”, interprete dei fenomeni socio-economici maggiormente considerevoli, nel Focus giunto alle sua edizione n. 58 relativo ai media e la comunicazione, rileva che i quattro quinti di persone meno istruite e i tre quarti delle persone anziane oramai padroneggiano gli strumenti digitali.
La dieta mediale degli italiani per il reperimento di informazioni vede stabilità nell’utilizzo degli old media quali la televisione e la radio. Nello specifico il 95,9% dell’utenza complessiva nel 2023 utilizza la tv, con un incremento del 3,3% di quanti fruiscono della tv via internet, mentre la radio mantiene complessivamente la sua utenza grazie ai processi di ibridazione dei diversi vettori, analogici e digitali. Da segnalare la crescita dei fruitori di podcast: il 10,1% della popolazione.
Nell’ultimo anno si registra inoltre un consolidamento dell’impiego di internet da parte degli italiani (l’89,1% di utenza, con una differenza positiva di 1,1 punti percentuali in un anno), mostrando una forte sovrapposizione con quanti utilizzano gli smartphone (l’88,2%) e i social network (82,0%).
Continuando con i preziosi dati forniti dal Rapporto Censis si evince che l’83,7% degli italiani si informa utilizzando lo smartphone e che il pubblico può essere suddiviso tra “lettori” e “visualizzatori”. Fra coloro che reperiscono le informazioni tramite lo smartphone il 37,9% preferisce effettuare una ricerca mirata, il 28,2% consulta fonti diverse per ottenere un quadro completo e esaustivo, il 25,4% legge sul device articoli completi e solo il 13,2% si limita ai titoli, il 12,3% legge anche i commenti dei lettori e dei follower.
Da segnalare, per coloro che utilizzano i social network come fonte di informazione, le future modifiche alle politiche di moderazione dei contenuti sulle piattaforme di Meta. La più importante di queste ultime riguarda la chiusura del programma introdotto otto anni fa per arginare la circolazione di notizie false su Facebook e Instagram che affida a siti di informazione e fact-checker terzi la valutazione di post apparentemente falsi al fine di etichettare quelli fuorvianti.
Vi è infine chi preferisce al leggere le immagini: il 12,1% – prevalentemente gli utenti della fascia di età tra i 14 e i 29 anni – guarda soprattutto i video , l’8,1% visiona solo le immagini (il 9,7% tra i giovani), il 5,2% commenta articoli e scrive post, il 4,6% li condivide. Gli utenti “visualizzatori” dunque rappresentano una minoranza, destinata tuttavia a moltiplicarsi, sia perché incoraggiata dalle piattaforme che si fondano su questa modalità di comunicazione (Instagram, Telegram, TikTok), sia per la desuetudine a leggere testi articolati.
Il recente “Rapporto annuale sulla situazione sociale del Paese Censis”, interprete dei fenomeni socio-economici maggiormente considerevoli, nel Focus giunto alle sua edizione n. 58 relativo ai media e la comunicazione, rileva che i quattro quinti di persone meno istruite e i tre quarti delle persone anziane oramai padroneggiano gli strumenti digitali.
La dieta mediale degli italiani per il reperimento di informazioni vede stabilità nell’utilizzo degli old media quali la televisione e la radio. Nello specifico il 95,9% dell’utenza complessiva nel 2023 utilizza la tv, con un incremento del 3,3% di quanti fruiscono della tv via internet, mentre la radio mantiene complessivamente la sua utenza grazie ai processi di ibridazione dei diversi vettori, analogici e digitali. Da segnalare la crescita dei fruitori di podcast: il 10,1% della popolazione.
Nell’ultimo anno si registra inoltre un consolidamento dell’impiego di internet da parte degli italiani (l’89,1% di utenza, con una differenza positiva di 1,1 punti percentuali in un anno), mostrando una forte sovrapposizione con quanti utilizzano gli smartphone (l’88,2%) e i social network (82,0%).
Continuando con i preziosi dati forniti dal Rapporto Censis si evince che l’83,7% degli italiani si informa utilizzando lo smartphone e che il pubblico può essere suddiviso tra “lettori” e “visualizzatori”. Fra coloro che reperiscono le informazioni tramite lo smartphone il 37,9% preferisce effettuare una ricerca mirata, il 28,2% consulta fonti diverse per ottenere un quadro completo e esaustivo, il 25,4% legge sul device articoli completi e solo il 13,2% si limita ai titoli, il 12,3% legge anche i commenti dei lettori e dei follower.
Da segnalare, per coloro che utilizzano i social network come fonte di informazione, le future modifiche alle politiche di moderazione dei contenuti sulle piattaforme di Meta. La più importante di queste ultime riguarda la chiusura del programma introdotto otto anni fa per arginare la circolazione di notizie false su Facebook e Instagram che affida a siti di informazione e fact-checker terzi la valutazione di post apparentemente falsi al fine di etichettare quelli fuorvianti.
Vi è infine chi preferisce al leggere le immagini: il 12,1% – prevalentemente gli utenti della fascia di età tra i 14 e i 29 anni – guarda soprattutto i video , l’8,1% visiona solo le immagini (il 9,7% tra i giovani), il 5,2% commenta articoli e scrive post, il 4,6% li condivide. Gli utenti “visualizzatori” dunque rappresentano una minoranza, destinata tuttavia a moltiplicarsi, sia perché incoraggiata dalle piattaforme che si fondano su questa modalità di comunicazione (Instagram, Telegram, TikTok), sia per la desuetudine a leggere testi articolati.
Fonte: di Loredana Nuzzolese