"ELISA AGNINI"
23-11-2022 - DONNE E SOCIALISMO di Ferdinando Leonzio
Giacinta Marescotti
Formatasi e vissuta in ambiente genuinamente socialista, Elisa Agnini* scelse, come suo specifico campo di azione, la lotta, coerente e ininterrotta, per i diritti civili e politici delle donne, sicché puó dirsi di lei che fu una delle piú illustri esponenti del femminismo socialista nel primo ventennio del '900.
Sará lei stessa a sottolineare, in una lettera a una giornalista francese, come il suo attivismo politico avesse avuto un carattere sí femminista, ma dai forti contenuti sociali riguardanti tematiche come l'educazione popolare, l'elevazione culturale delle donne, il divorzio, il suffragio femminile, la ricerca della paternità, la tutela dei minori e del lavoro femminile.
Elisa Agnini, nacque a Finale Emilia, in provincia di Modena, il 22 marzo 1958, da Tommaso Agnini e da Elisabetta Kostner. La sua era una famiglia della piccola nobiltá illuminata. La maggiore influenza sulla sua formazione la esercitó il fratello maggiore Gregorio.
Gregorio Agnini (1856-1945), animatore dell'associazionismo cooperativistico in Emilia, fu uno dei pionieri del socialismo italiano e per le sue idee fu piú volte arrestato. Giá consigliere comunale di Finale e provinciale di Modena, nel 1890 fu eletto alla Camera dei deputati, dove sará sempre riconfermato, rimanendo in carica fino al 9 novembre 1926, quando il potere fascista dichiaró decaduti tutti i deputati che, dopo l'assassinio di Giacomo Matteotti, si erano astenuti dal prender parte ai lavori parlamentari (Aventino).
Nel 1892, a Genova, egli fu uno dei fondatori del partito socialista e nel 1894, insieme con Camillo Prampolini fu inviato dalla Direzione del partito in Sicilia, in sostegno dei Fasci Siciliani, repressi dalla reazione crispina, che ai due parlamentari socialisti impedí peró perfino di sbarcare.
Fu anche membro della Direzione del PSI e rappresentante del PSI nell'Ufficio di Presidenza dell'Internazionale Socialista (1912-1914).
Fervente neutralista fino all'intervento italiano nella prima guerra mondiale (24-5-1915), in essa perse il figlio Rino, tenente dell'aviazione.
Perseguitato durante il fascismo, nel 1945 rientró in politica attiva ormai quasi novantenne, in tempo tuttavia per tenere, in qualitá di suo componente piú anziano, il discorso inaugurale alla Consulta Nazionale il 25 settembre 1945. Dieci giorni dopo morí (6-10-1945).
Un simile esempio di dirittura morale e di coerenza politica non poteva non influire sulla formazione della sorella Elisa. La quale sempre ne condivise gli ideali di giustizia, di uguaglianza, di pace, concentrando peró, come sopra accennato, il suo interesse sulla situazione della donna lavoratrice, soggetta al doppio sfruttamento, di classe e di genere, secondo la concezione comune a molte donne socialiste, mutuata dalla fondamentale opera del grande leader socialista tedesco August Bebel (1840-1913) Donna e socialismo.
L'impegno femminista e socialista di Elisa fu rinvigorito dall'incontro, nello stesso tempo politico e sentimentale, con un giovane avvocato socialista modenese, laureatosi nel 1882.
Vittorio Lollini (1850-1924), frequentava infatti i circoli socialisti di Finale, dove il padre Tommaso, cancelliere di prefettura, lavorava; in particolare, il giovane avvocato frequentava casa Agnini e principalmente il noto esponente socialista Gregorio. Lí conobbe Elisa e i due, l'8 agosto 1885, si sposarono e si trasferirono a Roma, dove lui svolgerá la professione di avvocato penalista.
Vittorio fu eletto consigliere comunale di varie cittá, fra cui Roma, ed infine deputato per tre legislature. Nel 1922, a Capua, subí un'aggressione fascista.
L'unione fra i due si riveló molto salda non solo sul piano umano, ma anche su quello politico, poiché essi condividevano gli stessi ideali e le stesse passioni.
Nella comune lotta per la paritá di istruzione e di retribuzione, per il lavoro, per la pace, per la ricerca della paternitá e per tante battaglie civili la loro collaborazione si riveló intensa e proficua.
La coppia ebbe quattro figlie, tutte poi divenute professioniste affermate: Olga (avvocato), Clara (chimica). Livia (medico e biochimica), Clelia (medico).
Nel 1896 sorse a Roma, ad opera di Elisa Agnini Lollini e di alcune donne progressiste come Alina Albani, Virginia Nathan, Eva De Vincentiis e la socialista Giacinta Marescotti Martini (1844-1912), amica di Andrea Costa e instancabile combattente per il suffragio femminile, l'Associazione per la Donna, con segretaria Maria Montessori, che organizzava le donne piú attive del movimento femminista italiano e si occupava dei diritti civili e politici delle donne. Il programma dell'Associazione era corposo e ambizioso allo stesso tempo. Essa si sarebbe battuta per l'educazione popolare, l'inserimento delle donne nelle scuole miste, il divorzio, il suffragio femminile, la ricerca della paternità, la difesa dei minori, la protezione del lavoro delle donne e dei minori, la paritá dei salari a paritá di lavoro.
Nel 1905 Elisa entró nel Comitato pro suffragio femminile, in cui militavano note donne socialiste come Linda Malnati (1855-1921) e Carlotta Clerici (1851-1924), creato per sostenere il suffragio femminile e che aderiva all'Alleanza Internazionale delle Donne, fondata a Berlino nel 1904 per promuovere i diritti delle donne e l'uguaglianza di genere.
Sará lei stessa a sottolineare, in una lettera a una giornalista francese, come il suo attivismo politico avesse avuto un carattere sí femminista, ma dai forti contenuti sociali riguardanti tematiche come l'educazione popolare, l'elevazione culturale delle donne, il divorzio, il suffragio femminile, la ricerca della paternità, la tutela dei minori e del lavoro femminile.
Elisa Agnini, nacque a Finale Emilia, in provincia di Modena, il 22 marzo 1958, da Tommaso Agnini e da Elisabetta Kostner. La sua era una famiglia della piccola nobiltá illuminata. La maggiore influenza sulla sua formazione la esercitó il fratello maggiore Gregorio.
Gregorio Agnini (1856-1945), animatore dell'associazionismo cooperativistico in Emilia, fu uno dei pionieri del socialismo italiano e per le sue idee fu piú volte arrestato. Giá consigliere comunale di Finale e provinciale di Modena, nel 1890 fu eletto alla Camera dei deputati, dove sará sempre riconfermato, rimanendo in carica fino al 9 novembre 1926, quando il potere fascista dichiaró decaduti tutti i deputati che, dopo l'assassinio di Giacomo Matteotti, si erano astenuti dal prender parte ai lavori parlamentari (Aventino).
Nel 1892, a Genova, egli fu uno dei fondatori del partito socialista e nel 1894, insieme con Camillo Prampolini fu inviato dalla Direzione del partito in Sicilia, in sostegno dei Fasci Siciliani, repressi dalla reazione crispina, che ai due parlamentari socialisti impedí peró perfino di sbarcare.
Fu anche membro della Direzione del PSI e rappresentante del PSI nell'Ufficio di Presidenza dell'Internazionale Socialista (1912-1914).
Fervente neutralista fino all'intervento italiano nella prima guerra mondiale (24-5-1915), in essa perse il figlio Rino, tenente dell'aviazione.
Perseguitato durante il fascismo, nel 1945 rientró in politica attiva ormai quasi novantenne, in tempo tuttavia per tenere, in qualitá di suo componente piú anziano, il discorso inaugurale alla Consulta Nazionale il 25 settembre 1945. Dieci giorni dopo morí (6-10-1945).
Un simile esempio di dirittura morale e di coerenza politica non poteva non influire sulla formazione della sorella Elisa. La quale sempre ne condivise gli ideali di giustizia, di uguaglianza, di pace, concentrando peró, come sopra accennato, il suo interesse sulla situazione della donna lavoratrice, soggetta al doppio sfruttamento, di classe e di genere, secondo la concezione comune a molte donne socialiste, mutuata dalla fondamentale opera del grande leader socialista tedesco August Bebel (1840-1913) Donna e socialismo.
L'impegno femminista e socialista di Elisa fu rinvigorito dall'incontro, nello stesso tempo politico e sentimentale, con un giovane avvocato socialista modenese, laureatosi nel 1882.
Vittorio Lollini (1850-1924), frequentava infatti i circoli socialisti di Finale, dove il padre Tommaso, cancelliere di prefettura, lavorava; in particolare, il giovane avvocato frequentava casa Agnini e principalmente il noto esponente socialista Gregorio. Lí conobbe Elisa e i due, l'8 agosto 1885, si sposarono e si trasferirono a Roma, dove lui svolgerá la professione di avvocato penalista.
Vittorio fu eletto consigliere comunale di varie cittá, fra cui Roma, ed infine deputato per tre legislature. Nel 1922, a Capua, subí un'aggressione fascista.
L'unione fra i due si riveló molto salda non solo sul piano umano, ma anche su quello politico, poiché essi condividevano gli stessi ideali e le stesse passioni.
Nella comune lotta per la paritá di istruzione e di retribuzione, per il lavoro, per la pace, per la ricerca della paternitá e per tante battaglie civili la loro collaborazione si riveló intensa e proficua.
La coppia ebbe quattro figlie, tutte poi divenute professioniste affermate: Olga (avvocato), Clara (chimica). Livia (medico e biochimica), Clelia (medico).
Nel 1896 sorse a Roma, ad opera di Elisa Agnini Lollini e di alcune donne progressiste come Alina Albani, Virginia Nathan, Eva De Vincentiis e la socialista Giacinta Marescotti Martini (1844-1912), amica di Andrea Costa e instancabile combattente per il suffragio femminile, l'Associazione per la Donna, con segretaria Maria Montessori, che organizzava le donne piú attive del movimento femminista italiano e si occupava dei diritti civili e politici delle donne. Il programma dell'Associazione era corposo e ambizioso allo stesso tempo. Essa si sarebbe battuta per l'educazione popolare, l'inserimento delle donne nelle scuole miste, il divorzio, il suffragio femminile, la ricerca della paternità, la difesa dei minori, la protezione del lavoro delle donne e dei minori, la paritá dei salari a paritá di lavoro.
Nel 1905 Elisa entró nel Comitato pro suffragio femminile, in cui militavano note donne socialiste come Linda Malnati (1855-1921) e Carlotta Clerici (1851-1924), creato per sostenere il suffragio femminile e che aderiva all'Alleanza Internazionale delle Donne, fondata a Berlino nel 1904 per promuovere i diritti delle donne e l'uguaglianza di genere.
Bianca Bianchi
Lina Merlin
Giá nel 1887, in Parlamento, Andrea Costa si era energicamente opposto alla politica africana del governo Depretis, dichiarando che il prestigio militare e l'onore della bandiera sono i soliti pretesti con cui tutti i governi cercano di far passare tutte le loro imprese criminali o pazze.
E opponendosi alla richiesta del governo di nuovi crediti per inviare nuove truppe in Africa, aveva pronunciato una frase destinata a diventare famosa: Per continuare le criminose imprese africane noi non daremo né un uomo, né un soldo. Dopo di che, per sfuggire all'arresto, fu costretto ad esulare in Francia.
Con lo stesso coraggio e con la stessa determinazione, coerente con la tradizione antibellicista del socialismo italiano, Elisa, insieme con alcune sue compagne di lotta, in seguito propose il ritiro delle truppe italiane dall'Africa.
L'Associazione per la Donna condusse un'intensa campagna contro la guerra e raccolse migliaia di firme tra le donne per il ritiro immediato delle truppe dal continente africano, attività che condusse alla sua chiusura. Sará ricostituita nel 1900.
E, continuando con fermezza sulla stessa linea, Elisa si oppose anche all'impresa di Libia, come fu detta la guerra italo-turca del 1911-12.
Infatti, al primo congresso della “pro-suffragio” tenutosi a Torino dal 7 al 9 ottobre 1911, la battagliera attivista propose (peraltro senza successo) che l'associazione si pronunciasse contro la guerra e a favore di un arbitrato:
Ora io credo interpretare il pensiero dell'Associazione per la Donna, facendo all'apertura del nostro congresso l'augurio che la questione tripolina non tenga più oltre in sospeso gli animi delle donne italiane perché la guerra non è che un omicidio collettivo, e noi donne, a parte qualunque considerazione che i governanti possano fare, dobbiamo essere contro di essa, e facendo altresì l'augurio che i Comitati per la pace diano la loro opera perché tale situazione ne abbia conseguenze il meno che è possibile disastrose.
E opponendosi alla richiesta del governo di nuovi crediti per inviare nuove truppe in Africa, aveva pronunciato una frase destinata a diventare famosa: Per continuare le criminose imprese africane noi non daremo né un uomo, né un soldo. Dopo di che, per sfuggire all'arresto, fu costretto ad esulare in Francia.
Con lo stesso coraggio e con la stessa determinazione, coerente con la tradizione antibellicista del socialismo italiano, Elisa, insieme con alcune sue compagne di lotta, in seguito propose il ritiro delle truppe italiane dall'Africa.
L'Associazione per la Donna condusse un'intensa campagna contro la guerra e raccolse migliaia di firme tra le donne per il ritiro immediato delle truppe dal continente africano, attività che condusse alla sua chiusura. Sará ricostituita nel 1900.
E, continuando con fermezza sulla stessa linea, Elisa si oppose anche all'impresa di Libia, come fu detta la guerra italo-turca del 1911-12.
Infatti, al primo congresso della “pro-suffragio” tenutosi a Torino dal 7 al 9 ottobre 1911, la battagliera attivista propose (peraltro senza successo) che l'associazione si pronunciasse contro la guerra e a favore di un arbitrato:
Ora io credo interpretare il pensiero dell'Associazione per la Donna, facendo all'apertura del nostro congresso l'augurio che la questione tripolina non tenga più oltre in sospeso gli animi delle donne italiane perché la guerra non è che un omicidio collettivo, e noi donne, a parte qualunque considerazione che i governanti possano fare, dobbiamo essere contro di essa, e facendo altresì l'augurio che i Comitati per la pace diano la loro opera perché tale situazione ne abbia conseguenze il meno che è possibile disastrose.
Intanto si impegnava a fondo in numerose battaglie politiche a favore dei diritti delle donne, specialmente per il suffragio femminile e per il principio “a eguale lavoro eguale compenso”.
Nel 1914, mentre in Italia infuriava il dibattito tra interventisti e neutralisti, con in testa, fra questi ultimi, il PSI, fedele all'internazionalismo proletario, Elisa Agnini Lollini, pacifista convinta, si schieró decisamente contro la guerra.
Il 4 gennaio 1915, presentó, nell'Associazione, ancora una volta senza successo, un documento contro la guerra:
Convinta che la guerra soffoca ogni sentimento umanitario poiché essa è germe fecondo di brutalità nell'uomo, in cui ogni sentimento malsano prende vigore e assume di fronte alla società aspetto di eroismo. Convinta ch'essa distrugge d'un tratto migliaia di vite umane e il lavoro prodotto nella pace con l'ingegno e con l'attività d'intere generazioni. Convinta che nessun bisogno di popoli può scusare tale barbarie potendosi conseguire ogni sviluppo coi mezzi pacifici della forza morale e dell'ingegno, si augura che l'Italia non sia costretta a entrare in lotta e a prender parte all'immane carneficina.
Nel 1914, mentre in Italia infuriava il dibattito tra interventisti e neutralisti, con in testa, fra questi ultimi, il PSI, fedele all'internazionalismo proletario, Elisa Agnini Lollini, pacifista convinta, si schieró decisamente contro la guerra.
Il 4 gennaio 1915, presentó, nell'Associazione, ancora una volta senza successo, un documento contro la guerra:
Convinta che la guerra soffoca ogni sentimento umanitario poiché essa è germe fecondo di brutalità nell'uomo, in cui ogni sentimento malsano prende vigore e assume di fronte alla società aspetto di eroismo. Convinta ch'essa distrugge d'un tratto migliaia di vite umane e il lavoro prodotto nella pace con l'ingegno e con l'attività d'intere generazioni. Convinta che nessun bisogno di popoli può scusare tale barbarie potendosi conseguire ogni sviluppo coi mezzi pacifici della forza morale e dell'ingegno, si augura che l'Italia non sia costretta a entrare in lotta e a prender parte all'immane carneficina.
Nell'aprile 1915 si svolse all'Aia, in opposizione alla guerra europea, un Congresso internazionale delle donne, con 1136 partecipanti, provenienti da diversi Paesi sia neutrali che belligeranti, fra cui la famosa stilista socialista italiana Rosa Genoni, grande amica di Anna Kuliscioff.
Quel congresso pose le premesse per la creazione della Lega Internazionale delle Donne per la Pace e la Libertá (WILPF, 1915-1928), della cui sezione italiana furono attive dirigenti Rosa Genoni, Elisa Agnini Lollini e Anita Dobelli Zampetti, tutte e tre collaboratrici dei giornali socialisti La Difesa delle lavoratrici e Uguaglianza.
Quel congresso pose le premesse per la creazione della Lega Internazionale delle Donne per la Pace e la Libertá (WILPF, 1915-1928), della cui sezione italiana furono attive dirigenti Rosa Genoni, Elisa Agnini Lollini e Anita Dobelli Zampetti, tutte e tre collaboratrici dei giornali socialisti La Difesa delle lavoratrici e Uguaglianza.
Ma, dopo l'ingresso dell'Italia in guerra (24-5-1915) a fianco dell'Intesa (Francia, Inghilterra, Russia), Elisa non rimase a guardare e si dedicó con tutta la passione di cui era capace ad opere umanitarie. Creó, fra l'altro, il Comitato Nazionale di Assistenza legale alle famiglie dei Richiamati, per il quale si avvalse anche del contributo professionale del marito.
Grazie ai suoi rapporti personali con Leonida Bissolati, che nel 1912, dopo la sua espulsione dal PSI, aveva costituito il Partito Socialista Riformista Italiano (PSRI) ed era poi entrato nel governo Boselli (1916) e poi in quello Orlando (1917), come ministro dell'Assistenza militare e delle Pensioni di guerra, ottenne che i sussidi e le pensioni di guerra fossero estesi anche alle famiglie illegittime.
La guerra aveva infatti evidenziato, fra mille altri, anche il delicato problema dei figli illegittimi, che gli ipocriti benpensanti di allora si guardavano dall'affrontare, rendendo ancora piú difficile l'inserimento nella societá dei bambini abbandonati.
La legislazione vigente si preoccupava, infatti, solo di “proteggere” la famiglia legittima dai “problemi” che il riconoscimento dei figli naturali avrebbe potuto causare alla “normale” trasmissione della proprietá. Ma la guerra aveva amplificato il deleterio fenomeno e nessuno poteva piú ignorarlo
Turbata dall'alto tasso di mortalitá infantile che si riscontrava nei brefotrofi durante la guerra, Elisa si dedicó a una nuova e nobile battaglia di cui rivendicó il carattere socialista: quella dedicata alla “ricerca della paternitá”, estesa anche ai figli adulterini e incestuosi, tema sul quale, il 28 giugno 1917, organizzó un riuscito convegno al Teatro Argentina di Roma. Il marito on. Vittorio Lollini nel 1922 presenterá sul tema un'avanzata proposta di legge, che sará respinta dalle forze oscurantiste.
La legislazione vigente si preoccupava, infatti, solo di “proteggere” la famiglia legittima dai “problemi” che il riconoscimento dei figli naturali avrebbe potuto causare alla “normale” trasmissione della proprietá. Ma la guerra aveva amplificato il deleterio fenomeno e nessuno poteva piú ignorarlo
Turbata dall'alto tasso di mortalitá infantile che si riscontrava nei brefotrofi durante la guerra, Elisa si dedicó a una nuova e nobile battaglia di cui rivendicó il carattere socialista: quella dedicata alla “ricerca della paternitá”, estesa anche ai figli adulterini e incestuosi, tema sul quale, il 28 giugno 1917, organizzó un riuscito convegno al Teatro Argentina di Roma. Il marito on. Vittorio Lollini nel 1922 presenterá sul tema un'avanzata proposta di legge, che sará respinta dalle forze oscurantiste.
L'instancabile attivista socialista si occupó anche dell'educazione dei giovanissimi, organizzando e dirigendo giardini d'infanzia.
La sua battaglia principale, quella per il suffragio femminile, non ebbe fortuna. Benché un progetto di legge in tal senso fosse stato approvato nel 1919, l'intervenuto scioglimento anticipato della Camera nel 1921, comportó la decadenza del provvedimento prima di essere approvato anche dal Senato. Il ventennio fascista e la guerra lo congelarono.
Perché le donne italiane potessero votare, bisognerá aspettare il 1946 prima per le elezioni amministrative e poi per l'elezione dell'Assemblea Costituente. Di quest'ultima faranno parte due donne socialiste, che si riveleranno degne continuatrici delle battaglie civili e sociali di Elisa Agnini Lollini: Bianca Bianchi e Lina Merlin.
Negli ultimi anni della sua vita Elisa fu la principale organizzatrice, assieme a Vittoria Mariani Rambelli (1847-1940) del gruppo femminile della sezione socialista romana.
Vittoria Mariani, maestra e poetessa, era moglie dello scultore Vittorio Rambelli. Fu direttrice del periodico socialista Uguaglianza (1919-1922). Subirá anch'essa persecuzioni durante il fascismo.
Elisa Agnini Lollini morí il 22 giugno 1922, troncata da un male incurabile, mentre infuriava lo squadrismo fascista, lasciando di sé il ricordo di una donna rimasta fino all'ultimo fedele ai suoi ideali di pace, giustizia ed uguaglianza.
Una “socialista del fare”, potremmo oggi definirla, giacché fu sempre coerente fra le enunciazioni teoriche e la loro applicazione pratica.
La sua battaglia principale, quella per il suffragio femminile, non ebbe fortuna. Benché un progetto di legge in tal senso fosse stato approvato nel 1919, l'intervenuto scioglimento anticipato della Camera nel 1921, comportó la decadenza del provvedimento prima di essere approvato anche dal Senato. Il ventennio fascista e la guerra lo congelarono.
Perché le donne italiane potessero votare, bisognerá aspettare il 1946 prima per le elezioni amministrative e poi per l'elezione dell'Assemblea Costituente. Di quest'ultima faranno parte due donne socialiste, che si riveleranno degne continuatrici delle battaglie civili e sociali di Elisa Agnini Lollini: Bianca Bianchi e Lina Merlin.
Negli ultimi anni della sua vita Elisa fu la principale organizzatrice, assieme a Vittoria Mariani Rambelli (1847-1940) del gruppo femminile della sezione socialista romana.
Vittoria Mariani, maestra e poetessa, era moglie dello scultore Vittorio Rambelli. Fu direttrice del periodico socialista Uguaglianza (1919-1922). Subirá anch'essa persecuzioni durante il fascismo.
Elisa Agnini Lollini morí il 22 giugno 1922, troncata da un male incurabile, mentre infuriava lo squadrismo fascista, lasciando di sé il ricordo di una donna rimasta fino all'ultimo fedele ai suoi ideali di pace, giustizia ed uguaglianza.
Una “socialista del fare”, potremmo oggi definirla, giacché fu sempre coerente fra le enunciazioni teoriche e la loro applicazione pratica.
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* Fondamentale per la biografia di Elisa Agnini Lollini é il romanzo storico della pronipote SILVIA MORI La dama del quintetto (Luciana Tufani Editrice, 2012).
Fonte: di Ferdinando Leonzio