"I VALORI DEI SOVRANISTI" di Andrea Becherucci
25-07-2021 - EDITORIALE
Il 2 luglio è stato reso pubblico un documento firmato dai rappresentanti dei maggiori partiti della destra sovranista europea. Diffuso con il titolo di ‘Appello per il futuro dell'Europa' ha l'ambizione di rappresentare una vera e propria carta dei valori, in ambito europeo, delle forze che lo hanno sottoscritto. Tra di esse i partiti che si riconoscono nei gruppi del PE ‘Identità e democrazia', tra cui la Lega e i Conservatori e riformisti, gruppo presieduto dalla presidente di Fratelli d'Italia, Giorgia Meloni. A queste forze si aggiunge Fidesz, il partito del premier ungherese Viktor Orban che lo scorso marzo ha abbandonato il PPE e il suo gruppo al Parlamento europeo.
Lo scopo di questo appello è, a detta dei suoi sottoscrittori, di far conoscere i punti fermi della destra conservatrice e identitaria riguardo al processo d'integrazione europea. Accusati molte volte dagli avversari di non essere capaci di proporre soluzioni alternative a quelle adottate, i conservatori europei cercano, in tal modo, di porre rimedio a questa insufficienza. Vediamo più da vicino quali ne sono i contenuti.
Se volessimo usare poche parole ma chiare potremmo cavarcela scrivendo che, per gran parte, non c'è niente di nuovo sotto il sole. L'appello delle forze sovraniste non fa che ribadire concetti espressi già molte altre volte: opzione chiara per un'Europa confederale e chiusura netta verso scelte politiche che comportino ulteriori cessioni di sovranità, manifesta opposizione a ogni ipotesi di struttura federale europea, insistenza sul concetto d'identità che prelude al fermo contrasto a ogni forma di controllo tecnocratico imposto da Bruxelles. Sono accuse ben note, ormai, anche la supposta volontà delle istituzioni europee di creare un superstato svincolato dalle singole tradizioni nazionali e dalle radici giudaico-cristiane per ancorarsi a una nuova morale dettata da non meglio precisati centri di potere. Per queste forze politiche l'ondata di sfiducia verso Bruxelles può essere arginata solo con la creazione di un nucleo di competenze nazionali inviolabili. Corollario della proposta precedente è la necessità di richiamare la primazia del diritto nazionale su quello comunitario e l'autorità delle corti nazionali su quelle internazionali (Corte di giustizia dell'UE e Corte europea dei Diritti dell'Uomo).
Si registra un'unica novità, laddove non si invoca più la necessità dell'uscita dall'UE o dall'euro ma si sottolinea l'importanza di riformare l'impianto dell'Unione europea dall'interno. Il nemico viene identificato nella strategia d'integrazione federalista il cui maggior rappresentante è considerato il presidente francese Emmanuel Macron.
La nuova alleanza dei partiti conservatori ambisce a pesare di più nel dibattito politico europeo anche se, al suo interno, sono presenti posizioni differenziate che renderanno poco praticabile, nel prossimo futuro, una strategia unica. Tuttavia, il proposito che sta dietro a questa dichiarazione sembra essere quello della creazione di un unico gruppo politico al PE capace di riorientare le politiche dell'Unione europea. Le fasi future di questo progetto sono state delegate a un grande incontro dei partiti sovranisti destinato a tenersi a Varsavia dopo l'estate.
In ogni caso, la situazione dei partiti euroscettici sembra essere, al momento, molto fluida. I governi di Ungheria e Polonia, guidati da queste forze, sono al centro di polemiche accesissime riguardo a legislazioni che si vanno facendo, soprattutto sul fronte della promozione e della tutela dei diritti civili, sempre più restrittive fino all'aperta violazione dei diritti delle minoranze. Tali sviluppi sono stati portati di recente all'attenzione delle istituzioni europee che dovranno decidere della legittimità di tali politiche.
Lo scopo di questo appello è, a detta dei suoi sottoscrittori, di far conoscere i punti fermi della destra conservatrice e identitaria riguardo al processo d'integrazione europea. Accusati molte volte dagli avversari di non essere capaci di proporre soluzioni alternative a quelle adottate, i conservatori europei cercano, in tal modo, di porre rimedio a questa insufficienza. Vediamo più da vicino quali ne sono i contenuti.
Se volessimo usare poche parole ma chiare potremmo cavarcela scrivendo che, per gran parte, non c'è niente di nuovo sotto il sole. L'appello delle forze sovraniste non fa che ribadire concetti espressi già molte altre volte: opzione chiara per un'Europa confederale e chiusura netta verso scelte politiche che comportino ulteriori cessioni di sovranità, manifesta opposizione a ogni ipotesi di struttura federale europea, insistenza sul concetto d'identità che prelude al fermo contrasto a ogni forma di controllo tecnocratico imposto da Bruxelles. Sono accuse ben note, ormai, anche la supposta volontà delle istituzioni europee di creare un superstato svincolato dalle singole tradizioni nazionali e dalle radici giudaico-cristiane per ancorarsi a una nuova morale dettata da non meglio precisati centri di potere. Per queste forze politiche l'ondata di sfiducia verso Bruxelles può essere arginata solo con la creazione di un nucleo di competenze nazionali inviolabili. Corollario della proposta precedente è la necessità di richiamare la primazia del diritto nazionale su quello comunitario e l'autorità delle corti nazionali su quelle internazionali (Corte di giustizia dell'UE e Corte europea dei Diritti dell'Uomo).
Si registra un'unica novità, laddove non si invoca più la necessità dell'uscita dall'UE o dall'euro ma si sottolinea l'importanza di riformare l'impianto dell'Unione europea dall'interno. Il nemico viene identificato nella strategia d'integrazione federalista il cui maggior rappresentante è considerato il presidente francese Emmanuel Macron.
La nuova alleanza dei partiti conservatori ambisce a pesare di più nel dibattito politico europeo anche se, al suo interno, sono presenti posizioni differenziate che renderanno poco praticabile, nel prossimo futuro, una strategia unica. Tuttavia, il proposito che sta dietro a questa dichiarazione sembra essere quello della creazione di un unico gruppo politico al PE capace di riorientare le politiche dell'Unione europea. Le fasi future di questo progetto sono state delegate a un grande incontro dei partiti sovranisti destinato a tenersi a Varsavia dopo l'estate.
In ogni caso, la situazione dei partiti euroscettici sembra essere, al momento, molto fluida. I governi di Ungheria e Polonia, guidati da queste forze, sono al centro di polemiche accesissime riguardo a legislazioni che si vanno facendo, soprattutto sul fronte della promozione e della tutela dei diritti civili, sempre più restrittive fino all'aperta violazione dei diritti delle minoranze. Tali sviluppi sono stati portati di recente all'attenzione delle istituzioni europee che dovranno decidere della legittimità di tali politiche.