SULLA LIBERTÀ OCCORRE TENERCI LE MANI SOPRAl’alto ammonimento di Sergio Mattarella di Paolo Bagnoli
l’alto ammonimento di Sergio Mattarella
di Paolo Bagnoli
24-11-2024 - GIUSTIZIA E LIBERTA'
Sergio Mattarella è, ancora una volta, salito in cattedra e, parlando all'Osservatorio permanente Giovani Editori ha ricordato che la democrazia vive di regole che devono sempre essere rispettate e che i poteri dello Stato non sono fortilizi da estirpare per cui è rilevante che ognuno non abbia troppo potere.
Sembrano frasi ovvie, ma, naturalmente non lo sono; esse ci dicono del livello di allerta cui è giunto il nostro sistema democratico; sicuramente per quanto concerne l'ipotesi del premierato, ma anche per quanto riguarda altri ambiti compresso quello della magistratura le cui annunciate riforme da parte del ministro Nordio ledono l'assetto costituzionale che sancisce l'unitarietà dell'ordine giudiziario. Il rispetto delle regole significa quello dei pesi e contrappesi che è questione strutturale dei sistemi democratici. Mattarella, tra l'altro, ha opportunamente ricordato quale sia il ruolo del Presidente della Repubblica che è il garante della Costituzione proprio in quanto rispetta rigorosamente le regole, la prima delle quali riguarda il Parlamento e il ruolo centrale che informa tutto il sistema.
Si è trattato di un intervento importante, poiché quanto prodotto dal populismo scompone la struttura stessa della democrazia; quanto è avvenuto in taluni Paesi europei ci dimostra che il nazional-sovranismo ha come avversario la democrazia con il suo meccanismo di pesi e contrappesi. Già Polibio, storico greco-romano vissuto tra il 206 e il 124 a.C., studioso del sorgere della potenza della Repubblica romana, aveva ammonito che il rischio della democrazia è quello di scadere nella demagogia, ovvero nel populismo e questa, a sua volta, nella tirannide. Ora, poiché sulla libertà occorre tenerci le mani sopra, è Niccolò Macchiavelli a insegnarcelo, occorre che la sua salvaguardia sia costante ai fini della salvaguardia della democrazia che costituisce la forma politica della libertà.
Il populismo di cui le destre sono gli alfieri pericolosi punta alla deregulation della democrazia per conquistare e mantenere il potere infrangendo le regole. È un processo semplice e complesso al contempo per destrutturare lo stato di diritto e affidare il governo non alla legge, ma agli uomini. Quanto sta avvenendo negli Stati Uniti con il ritorno di Donald Trump alla presidenza ne è la dimostrazione. Il web che si pone fuori da ogni regola porta alla destabilizzazione della socialità e dei modi corretti di intenderla e viverla; porta alla concezione di un mondo che dipende dagli interessi privati e, perciò, irrispettoso del vivere civile; strumento capace di assoggettare a interessi impropri e pericolosi grandi masse. È un altro punto che Mattarella ha toccato. Il rischio che rappresenta un oligarca dalla ricchezza immensa quale Elon Musk ne è, oramai, la prova provata. Musk è il dato forte che giustifica l'immagine e la realtà del trumpismo; la tecnologia diventa la vera regolatrice del mondo. È spaventoso, ma non è un pensiero ipotetico dell'irrealtà.
Agli studenti che leggono il giornale in classe il Presidente ha testualmente detto: «non esiste un Ministero della verità. E la libertà di stampa segnala lo stato di salute di una società: i giornali sono cani da guardia della democrazia». Sono parole forti e coraggiose perché vanno a toccare un tema cui non si pone la giusta attenzione.
Dal tutto se ne deduce che occorre tenere la guardia alta, che la cittadinanza deve essere attiva e vigile e, pure, che i canoni della lotta politica vanno cambiati. In fondo non c'è bisogno di arrovellarsi tanto: basterebbe essere sempre aderenti alla Costituzione.
Sembrano frasi ovvie, ma, naturalmente non lo sono; esse ci dicono del livello di allerta cui è giunto il nostro sistema democratico; sicuramente per quanto concerne l'ipotesi del premierato, ma anche per quanto riguarda altri ambiti compresso quello della magistratura le cui annunciate riforme da parte del ministro Nordio ledono l'assetto costituzionale che sancisce l'unitarietà dell'ordine giudiziario. Il rispetto delle regole significa quello dei pesi e contrappesi che è questione strutturale dei sistemi democratici. Mattarella, tra l'altro, ha opportunamente ricordato quale sia il ruolo del Presidente della Repubblica che è il garante della Costituzione proprio in quanto rispetta rigorosamente le regole, la prima delle quali riguarda il Parlamento e il ruolo centrale che informa tutto il sistema.
Si è trattato di un intervento importante, poiché quanto prodotto dal populismo scompone la struttura stessa della democrazia; quanto è avvenuto in taluni Paesi europei ci dimostra che il nazional-sovranismo ha come avversario la democrazia con il suo meccanismo di pesi e contrappesi. Già Polibio, storico greco-romano vissuto tra il 206 e il 124 a.C., studioso del sorgere della potenza della Repubblica romana, aveva ammonito che il rischio della democrazia è quello di scadere nella demagogia, ovvero nel populismo e questa, a sua volta, nella tirannide. Ora, poiché sulla libertà occorre tenerci le mani sopra, è Niccolò Macchiavelli a insegnarcelo, occorre che la sua salvaguardia sia costante ai fini della salvaguardia della democrazia che costituisce la forma politica della libertà.
Il populismo di cui le destre sono gli alfieri pericolosi punta alla deregulation della democrazia per conquistare e mantenere il potere infrangendo le regole. È un processo semplice e complesso al contempo per destrutturare lo stato di diritto e affidare il governo non alla legge, ma agli uomini. Quanto sta avvenendo negli Stati Uniti con il ritorno di Donald Trump alla presidenza ne è la dimostrazione. Il web che si pone fuori da ogni regola porta alla destabilizzazione della socialità e dei modi corretti di intenderla e viverla; porta alla concezione di un mondo che dipende dagli interessi privati e, perciò, irrispettoso del vivere civile; strumento capace di assoggettare a interessi impropri e pericolosi grandi masse. È un altro punto che Mattarella ha toccato. Il rischio che rappresenta un oligarca dalla ricchezza immensa quale Elon Musk ne è, oramai, la prova provata. Musk è il dato forte che giustifica l'immagine e la realtà del trumpismo; la tecnologia diventa la vera regolatrice del mondo. È spaventoso, ma non è un pensiero ipotetico dell'irrealtà.
Agli studenti che leggono il giornale in classe il Presidente ha testualmente detto: «non esiste un Ministero della verità. E la libertà di stampa segnala lo stato di salute di una società: i giornali sono cani da guardia della democrazia». Sono parole forti e coraggiose perché vanno a toccare un tema cui non si pone la giusta attenzione.
Dal tutto se ne deduce che occorre tenere la guardia alta, che la cittadinanza deve essere attiva e vigile e, pure, che i canoni della lotta politica vanno cambiati. In fondo non c'è bisogno di arrovellarsi tanto: basterebbe essere sempre aderenti alla Costituzione.
da nonmollare quindicinale post azionista n°159 del 18 novembre 2024
Fonte: di Paolo Bagnoli
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