HUGO HAASE
24-06-2024 - GALLERIA SOCIALISTA di Ferdinando Leonzio
Hugo Haase, figlio del calzolaio, dal 1880 commerciante di lino e proprietario di un negozio di tessuti, di origine ebraica, Nathan e di Pauline Anker, nacque a Allenstein, nella Prussia orientale [1] il 29 settembre 1863 [2].
Dopo aver studiato al ginnasio di Rastenburg [3], frequentò la facoltà di giurisprudenza all'università di Königsberg, dove conseguì la laurea. Negli anni universitari aveva conosciuto opere marxiste, che nel 1887 lo spinsero ad aderire alla socialdemocrazia.
L'anno dopo aprì uno studio di avvocato e fu sempre disponibile a difendere operai, contadini, funzionari e giornalisti socialdemocratici in processi politici [4], senza mai farsi pagare.
Uomo pacato e sostanzialmente privo di ambizioni, fu comunque detestato dagli ambienti reazionari per questa sua attività, che però lo rese famoso in tutta la Germania, specialmente per la difesa, nel 1907, di Karl Liebknecht, accusato di alto tradimento per aver pubblicato un opuscolo intitolato Militarismo e Antimilitarismo.
Nello stesso periodo sposò Therese (Thea) Lichtenstein (1859-1937), da cui avrà tre figli [5].
Nel 1894 fu il primo socialista ad essere eletto nel Consiglio Comunale di Königsberg. Nel 1897 fu eletto deputato al Reichstag (Dieta imperiale) [6].
Nel 1911, pur non provenendo dalla burocrazia di partito, divenne co-presidente della SPD al fianco di August Bebel (1840-1913) [7] e poi, dopo la morte di quest'ultimo, di Friedrich Ebert (1871-1925). L'anno dopo fu eletto anche a capo del gruppo parlamentare socialdemocratico al Reichstag assieme a Philip Scheidemann (1865-1939) e, dal 1913, a Hermann Molkenbuhr (1851-1927).
Negli anni che precedettero la prima guerra mondiale, si verificò, fra le grandi potenze europee, la cosiddetta corsa agli armamenti, nell'intento di ciascuna di esse di affermare la propria supremazia militare, sia come armi vere e proprie, sia come preparazione degli eserciti.
Haase, convinto pacifista da sempre, non assistette inerte a tutto ciò, anzi si mise alla guida delle proteste popolari e socialiste del luglio 1914 e scrisse appelli contro l'imminente guerra.
L'Ufficio Politico della Seconda Internazionale convocò un congresso straordinario da tenersi a Vienna dal 23 al 29 agosto 1914, m esso non poté aver luogo, giacché, a quella data, la guerra era già scoppiata [8].
Come relatore incaricato del Rapporto su Imperialismo e arbitrato era stato nominato Hugo Haase.
La relazione di Haase, scritta con notevole lucidità e consapevolezza della gravità del momento, è assai utile per comprende la vocazione solidamente pacifista del Nostro e la posizione del “Centro Socialista” [9] non solo tedesco, ma europeo, che dopo la guerra si organizzerà nell'Internazionale “Due e mezzo” [10]:
Dopo aver studiato al ginnasio di Rastenburg [3], frequentò la facoltà di giurisprudenza all'università di Königsberg, dove conseguì la laurea. Negli anni universitari aveva conosciuto opere marxiste, che nel 1887 lo spinsero ad aderire alla socialdemocrazia.
L'anno dopo aprì uno studio di avvocato e fu sempre disponibile a difendere operai, contadini, funzionari e giornalisti socialdemocratici in processi politici [4], senza mai farsi pagare.
Uomo pacato e sostanzialmente privo di ambizioni, fu comunque detestato dagli ambienti reazionari per questa sua attività, che però lo rese famoso in tutta la Germania, specialmente per la difesa, nel 1907, di Karl Liebknecht, accusato di alto tradimento per aver pubblicato un opuscolo intitolato Militarismo e Antimilitarismo.
Nello stesso periodo sposò Therese (Thea) Lichtenstein (1859-1937), da cui avrà tre figli [5].
Nel 1894 fu il primo socialista ad essere eletto nel Consiglio Comunale di Königsberg. Nel 1897 fu eletto deputato al Reichstag (Dieta imperiale) [6].
Nel 1911, pur non provenendo dalla burocrazia di partito, divenne co-presidente della SPD al fianco di August Bebel (1840-1913) [7] e poi, dopo la morte di quest'ultimo, di Friedrich Ebert (1871-1925). L'anno dopo fu eletto anche a capo del gruppo parlamentare socialdemocratico al Reichstag assieme a Philip Scheidemann (1865-1939) e, dal 1913, a Hermann Molkenbuhr (1851-1927).
Negli anni che precedettero la prima guerra mondiale, si verificò, fra le grandi potenze europee, la cosiddetta corsa agli armamenti, nell'intento di ciascuna di esse di affermare la propria supremazia militare, sia come armi vere e proprie, sia come preparazione degli eserciti.
Haase, convinto pacifista da sempre, non assistette inerte a tutto ciò, anzi si mise alla guida delle proteste popolari e socialiste del luglio 1914 e scrisse appelli contro l'imminente guerra.
L'Ufficio Politico della Seconda Internazionale convocò un congresso straordinario da tenersi a Vienna dal 23 al 29 agosto 1914, m esso non poté aver luogo, giacché, a quella data, la guerra era già scoppiata [8].
Come relatore incaricato del Rapporto su Imperialismo e arbitrato era stato nominato Hugo Haase.
La relazione di Haase, scritta con notevole lucidità e consapevolezza della gravità del momento, è assai utile per comprende la vocazione solidamente pacifista del Nostro e la posizione del “Centro Socialista” [9] non solo tedesco, ma europeo, che dopo la guerra si organizzerà nell'Internazionale “Due e mezzo” [10]:
Nella brama di maggiori profitti, le classi dominanti cercano e si assicurano nuovi distretti di materie prime, nuovi mercati per i prodotti dell'industria, nuovi distretti dove i loro capitali possano essere utilizzati a fini di sfruttamento. Le merci e i capitali vengono esportati in quantità crescenti.
La politica coloniale è accompagnata dall'espropriazione forzata e dalla proletarizzazione degli indigeni e la politica espansionistica perseguita con l'obiettivo di assicurare l'influenza nei paesi in cui il capitalismo non si è sviluppato è il fulcro della politica estera.
Il capitalismo, avanzando a forza, sconvolge ovunque l'ordine sociale esistente, distrugge l'indipendenza dei popoli primitivi e minaccia l'indipendenza dei paesi che finora non hanno fatto progressi economici.
Ci devono essere lotte e conflitti nella lotta per lo stesso bottino. Per mantenere una posizione superiore rispetto agli altri concorrenti, il materiale bellico viene continuamente aumentato e vengono portati avanti segreti preparativi per la guerra.
In conseguenza dell'obbedienza cieca che viene coltivata, l'esercito permanente diventa uno strumento a disposizione degli imperialisti. Il discorso ipocrita sulla “missione” degli stati capitalisti di “diffondere la civiltà” in tutto il mondo non è sufficiente a nascondere il vero carattere dell'imperialismo. In realtà, l'imperialismo pratica una politica di rapina senza scrupoli nell'interesse dei profitti considerati così sacri e una politica che porta alla distruzione dei popoli.
L'imperialismo è una fase specifica nello sviluppo del capitalismo, e solo superando il capitalismo questo potrà essere superato.
I socialisti dovunque, in tutti i paesi, metteranno in campo tutte le loro forze per opporsi all'imperialismo, all'incitamento dei conflitti e all'oppressione dei popoli. Con tutti i mezzi a loro disposizione, cercheranno di garantire la pace e prevenire la guerra, agendo secondo i principi stabiliti nei Congressi internazionali di Stoccarda, Copenaghen e Basilea.
Dopo l'ingresso in guerra della Germania, la socialdemocrazia, governata dalla destra interna, si ritrovò spaccata tra chi accettava la guerra e chi la contrastava. Nella riunione preliminare del 3 agosto 1914 del suo gruppo parlamentare, 68 deputati votarono per l'approvazione dei crediti di guerra [11], 14 (fra cui Haase) si dichiararono contrari, 18 furono gli astenuti o assenti.
Il giorno dopo, nella riunione plenaria del Reichstag l'intero gruppo socialdemocratico votò a favore. E leggere la dichiarazione di voto, con cui la socialdemocrazia tedesca di fatto rinnegava l'internazionalismo socialista [12], toccò proprio al capogruppo pacifista Hugo Haase! Dev'essere stato straziante per un uomo come lui, saldamente schierato contro la guerra, leggere quel documento, in nome di una disciplina più prussiana che socialista!
Questa apparente contraddizione si può spiegare solo con l'enorme peso che nell'SPD avevano allora la disciplina di partito e la sua unità.
Questa unità però fu incrinata quando, alcuni mesi dopo, precisamente il 2 dicembre 1914, il deputato Karl Liebknecht, leader della sinistra interna, in occasione di una seconda votazione sui crediti di guerra, votò contro i nuovi prestiti, guadagnandosi l'espulsione.
Ancora per lealtà verso il partito, Haase partecipò, assieme a Friedrich Ebert e Hermann Molkenbhur, in rappresentanza dell'SPD, alla „Conferenza Socialista di Vienna“ del 12-13 aprile 1915 dei partiti socialisti degli Imperi Centrali (Germania, Austria, Ungheria) [13], che si pronunciò a favore della pace mondiale e della fratellanza fra i popoli, da cui però nessuno uscisse umiliato.
Intanto il malumore serpeggiava nell'ambiente degli oppositori di centro e di sinistra della socialdemocrazia tedesca.
Infatti, nel giugno 1915, Haase, copresidente del partito e del gruppo parlamentare, Eduard Bernstein (1850-1932), famoso revisionista del marxismo e leader riconosciuto dei riformisti, non solo tedeschi, e Karl Kautsky (1854-1938), amico di Engels, considerato il custode dell'ortodossia marxista, pubblicarono un manifesto intitolato Rivendicazione dell'Ora, con cui denunciavano le finalità imperialistiche del capitalismo tedesco ed esortavano l'SPD a condannare ogni obiettivo di guerra aggressiva, criticavano il Burgfrieden [14] e praticamente chiedevano all'SPD di cambiare linea politica e di schierarsi contro la guerra.
La compattezza del gruppo parlamentare fu invece apertamente rotta nel dicembre 1915, dalla minoranza pacifista dell'SPD, quando a votare contro i crediti di guerra furono ben 20 deputati socialdemocratici, guidati da Hugo Haase, capo dei „centristi“ e da Edward Bernstein, leader dei „revisionisti“, entrambi favorevoli ad una pace senza annessioni.
Haase correttamente si dimise da leader del gruppo parlamentare.
Il 24 marzo 1916, assieme a altri 18 deputati, votò contro il Notetat (bilancio d'emergenza), dichiarando che nella guerra non ci sarebbero stati vincitori, ma solo popoli sconfitti, sanguinanti da un milione di ferite. Successivamente Haase, per coordinare i deputati dissidenti formò il Gruppo di lavoro socialdemocratico (SAG), praticamente il primo nucleo di un eventuale nuovo gruppo parlamentare, in caso di scissione.
La divisione interna non era più, come nel recente passato, fra revisionisti riformisti (Bernstein), ortodossi (Kautsky) e rivoluzionari (Luxemburg), ma tra sostenitori („patriottici“) e avversari (internazionalisti) della guerra.
Infatti appariva ormai evidente ai „dissidenti“ che la maggioranza „patriottica“ di destra della Direzione della SPD, guidata da Ebert, aveva accantonato, almeno per quel periodo, i principi su cui era stato costruito il partito: internazionalismo, pacifismo, lotta di classe. Per cui la minoranza interna del partito, ostile alla guerra, in una con quanti erano già stati espulsi (18-1-1917) per gli stessi motivi, decise di indire una conferenza comprensiva di tutti gli oppositori alla Direzione di destra, per decidere il da farsi.
La rottura venne ufficializzata con la conferenza di Gotha [15] del 9 aprile 1917, che a maggioranza deliberò la formazione di un nuovo partito socialista, il Partito SocialDemocratico Indipendente di Germania (USPD) [16], con presidente Hugo Haase. Vi aderivano non solo i centristi di Haase e i revisionisti di Bernstein, ma anche vere icone del socialismo tedesco, come Karl Kautsky, Rudolf Hilferding [17] e Kurt Eisner [18], e la sinistra che si era coagulata attorno a Karl Liebknecht, a Rosa Luxemburg, a Clara Zetkin, come “Lega di Spartaco“.
L'USPD nasceva dunque come un partito ideologicamente poco omogeneo, di cui Haase si collocava al centro, fra una destra, pacifista si, ma legata alla tradizione democratica e gradualista e una sinistra essenzialmente fondata sugli spartachisti, che avevano molte simpatie per la rivoluzione bolscevica.
L'USPD chiese la fine immediata della guerra [19] e la piena democratizzazione della Germania. Haase approvò pure il programma di pace in 14 punti, presentato dal presidente americano Woodrow Wilson, che però fu respinto dai militari, germanici, ringalluzziti dalla vittoria a oriente contro la Russia bolscevica, costretta a firmare il duro trattato di pace di Brest-Litovsk, che Haase invece disapprovò.
In seguito al cattivo andamento della guerra, però, il 3 ottobre 1918 si insediò il nuovo governo parlamentare di Max von Baden, in cui, per la prima volta, entrarono i socialdemocratici SPD.
Il prolungarsi della guerra, la protervia dei generali, le sconfitte militari, l'elevato numero dei caduti, le sofferenze della popolazione intera, nel novembre 1918 provocarono in tutta la Germania un clima rivoluzionario [20], che portò all'abdicazione del Kaiser, mentre il suo cancelliere Maximilian von Baden trasferì i suoi poteri al leader della socialdemocrazia maggioritaria (SPD) Friedrich Ebert, nominandolo Cancelliere.
Ebert, da sempre contrario ad ogni politica rivoluzionaria, cercò di incanalare la rivoluzione tedesca nell'alveo di un regime parlamentare liberaldemocratico.
Proclamata la repubblica [21], in seguito alla pressante richiesta di unità che saliva dalle masse, il potere esecutivo fu assunto da un governo proletario provvisorio, detto Consiglio dei Commissari del Popolo, istituito il 10 novembre 1918 [22].
Esso era composto da tre esponenti dell'SPD (Friedrich Ebert, Presidente), Philipp Scheidemann e Otto Landsberg) e da tre dell'USPD (Hugo Haase, Co-presidente, Wihlelm Dittman e Emil Barth).
Questo governo convocò un Congresso Nazionale dei Consigli degli operai e dei soldati (dicembre 1918) che fissò l'elezione di un'Assemblea Nazionale per il 19 gennaio 1919.
Durante il governo SPD-USPD furono adottati importanti provvedimenti, quali la giornata lavorativa di otto ore, il voto alle donne e la separazione dei poteri.
Ma, dopo poco tempo, il 29 dicembre 1918, i ministri dell'USPD, soprattutto [23] in seguito alla dura repressione contro la rivolta dei marinai del Baltico ordinata da esponenti SPD, per protesta si dimisero e furono sostituiti con due altri rappresentanti dell'SPD: Gustav Noske (1860-1946) e Rudolf Wissell (1869-1962).
Il Consiglio dei Commissari del Popolo divenne dunque un monocolore SPD.
Le elezioni del 19 gennaio 1919 per l'Assemblea Nazionale costituente assegnarono la maggioranza relativa ai „maggioritari“: infatti l'SPD ottenne il 37,9 % e 163 seggi su un totale di 421, mentre all'USPD andarono il 7,6 % e 22 seggi. Il resto andò a vari partiti di centro o di centro-destra. Il KPD decise di non partecipare alle elezioni [24].
Fu la prima volta, grazie alla volontà dei due partiti socialisti, in cui le donne tedesche poterono votare per la prima volta: 37 di loro furono elette.
Il 13 febbraio il Consiglio dei Commissari del Popolo si sciolse, lasciando il posto a un nuovo governo, stavolta di centro-sinistra SPD-Centristi.
Hugo Haase fu eletto deputato e si mostrò critico nei confronti della nuova costituzione, in particolare dei poteri conferiti al Presidente della Repubblica e della preservazione dell'ordine capitalista; egli era, inoltre, a favore dell'accettazione del Trattato di Versailles, per garantire la pace.
L'USPD si collocò all'opposizione del nuovo governo di centro-sinistra, presieduto da Scheidemann, al quale partecipavano SPD, Partito del Centro Tedesco e Partito Democratico Tedesco.
L'Assemblea Nazionale, che aveva poteri legislativi e costituzionali, si era riunita per la prima volta a Weimar il 6 febbraio 1919 e per questo la neonata repubblica tedesca fu detta la "Repubblica di Weimar“; il 31 luglio essa approvò la Costituzione [25]. Si scioglierà il 21 maggio 1920.
L'8 ottobre 1919, mentre si accingeva ad entrare nel Reichstag, Haase fu colpito da un colpo di arma da fuoco sparato da un presunto pazzo, tale Johann Voss, un lavoratore del cuoio. Morì un mese dopo, il 7 novembre 1919, a causa delle ferite riportate [26].
Ai suoi funerali parteciparono diecimila persone, mentre alla cremazione erano presenti solo i parenti, gli amici e i compagni di partito più intimi.
Il discorso funebre fu tenuto da Karl Kautsky:
Ora te ne sei andato, e noi siamo infinitamente poveri, impoveriti di ciò che abbiamo perso in te, ma arricchiti da ciò che ci hai portato, ciò che hai creato, ciò che ci hai insegnato, ciò che continua ad avere un effetto oltre te…
Ma non tutti la pensavano così nel variegato mondo del socialismo tedesco: la destra socialdemocratica, furbesca e patriottarda, che aveva saputo “colloquiare” con tutti, dai freikorps ai comitati rivoluzionari, lo considerava uno scissionista che aveva rotto i miti dell'unità e della disciplina di partito, un partito, però, in cui loro avevano la maggioranza; la sinistra rivoluzionaria, a volte romantica, altre volte avventurosa e ansiosa di imitare i bolscevichi, anche laddove non ce n'erano le condizioni [27], lo considerava un pacifista inconcludente, il capo incapace della palude centrista.
Anche gli storici non sono stati molto generosi con lui, dipingendolo in sostanza come un mediocre.
In realtà Haase era un avvocato e un politico, senza atteggiamenti gladiatori, ma molto coraggioso, una persona per bene, coerente e fedele alla sua fede politica fino all'estremo sacrificio.
Egli ricoprì cariche molto importanti in un'epoca assai turbolenta, essendo stato presidente prima dell'SPD e poi dell'USPD; cariche che seppe gestire con modestia, priva di aspirazioni ducesche, con integrità morale, solidarietà internazionale e tolleranza per le posizioni altrui.
Inoltre egli fu un esponente di una parte politica - il centro socialista - destinata, non solo in Germania, ad essere risucchiata dai suoi potenti vicini [28]: i socialdemocratici, sempre più orientati ad eliminare le asperità del sistema capitalistico, senza tuttavia travolgerlo; e i comunisti, convinti di poter fare ovunque “come in Russia” e poi impantanatisi in un regime burocratico privo del soffio vivificante della libertà.
Eppure gli esempi più concreti e affascinanti, e per questo con la violenza eliminati, proverranno proprio dall'aria politica impegnata a realizzare una società veramente socialista nella democrazia e nella libertà: il tentativo di Salvador Allende in Cile e quello di Alexander Dubček in Cecoslovacchia.
Il giorno dopo, nella riunione plenaria del Reichstag l'intero gruppo socialdemocratico votò a favore. E leggere la dichiarazione di voto, con cui la socialdemocrazia tedesca di fatto rinnegava l'internazionalismo socialista [12], toccò proprio al capogruppo pacifista Hugo Haase! Dev'essere stato straziante per un uomo come lui, saldamente schierato contro la guerra, leggere quel documento, in nome di una disciplina più prussiana che socialista!
Questa apparente contraddizione si può spiegare solo con l'enorme peso che nell'SPD avevano allora la disciplina di partito e la sua unità.
Questa unità però fu incrinata quando, alcuni mesi dopo, precisamente il 2 dicembre 1914, il deputato Karl Liebknecht, leader della sinistra interna, in occasione di una seconda votazione sui crediti di guerra, votò contro i nuovi prestiti, guadagnandosi l'espulsione.
Ancora per lealtà verso il partito, Haase partecipò, assieme a Friedrich Ebert e Hermann Molkenbhur, in rappresentanza dell'SPD, alla „Conferenza Socialista di Vienna“ del 12-13 aprile 1915 dei partiti socialisti degli Imperi Centrali (Germania, Austria, Ungheria) [13], che si pronunciò a favore della pace mondiale e della fratellanza fra i popoli, da cui però nessuno uscisse umiliato.
Intanto il malumore serpeggiava nell'ambiente degli oppositori di centro e di sinistra della socialdemocrazia tedesca.
Infatti, nel giugno 1915, Haase, copresidente del partito e del gruppo parlamentare, Eduard Bernstein (1850-1932), famoso revisionista del marxismo e leader riconosciuto dei riformisti, non solo tedeschi, e Karl Kautsky (1854-1938), amico di Engels, considerato il custode dell'ortodossia marxista, pubblicarono un manifesto intitolato Rivendicazione dell'Ora, con cui denunciavano le finalità imperialistiche del capitalismo tedesco ed esortavano l'SPD a condannare ogni obiettivo di guerra aggressiva, criticavano il Burgfrieden [14] e praticamente chiedevano all'SPD di cambiare linea politica e di schierarsi contro la guerra.
La compattezza del gruppo parlamentare fu invece apertamente rotta nel dicembre 1915, dalla minoranza pacifista dell'SPD, quando a votare contro i crediti di guerra furono ben 20 deputati socialdemocratici, guidati da Hugo Haase, capo dei „centristi“ e da Edward Bernstein, leader dei „revisionisti“, entrambi favorevoli ad una pace senza annessioni.
Haase correttamente si dimise da leader del gruppo parlamentare.
Il 24 marzo 1916, assieme a altri 18 deputati, votò contro il Notetat (bilancio d'emergenza), dichiarando che nella guerra non ci sarebbero stati vincitori, ma solo popoli sconfitti, sanguinanti da un milione di ferite. Successivamente Haase, per coordinare i deputati dissidenti formò il Gruppo di lavoro socialdemocratico (SAG), praticamente il primo nucleo di un eventuale nuovo gruppo parlamentare, in caso di scissione.
La divisione interna non era più, come nel recente passato, fra revisionisti riformisti (Bernstein), ortodossi (Kautsky) e rivoluzionari (Luxemburg), ma tra sostenitori („patriottici“) e avversari (internazionalisti) della guerra.
Infatti appariva ormai evidente ai „dissidenti“ che la maggioranza „patriottica“ di destra della Direzione della SPD, guidata da Ebert, aveva accantonato, almeno per quel periodo, i principi su cui era stato costruito il partito: internazionalismo, pacifismo, lotta di classe. Per cui la minoranza interna del partito, ostile alla guerra, in una con quanti erano già stati espulsi (18-1-1917) per gli stessi motivi, decise di indire una conferenza comprensiva di tutti gli oppositori alla Direzione di destra, per decidere il da farsi.
La rottura venne ufficializzata con la conferenza di Gotha [15] del 9 aprile 1917, che a maggioranza deliberò la formazione di un nuovo partito socialista, il Partito SocialDemocratico Indipendente di Germania (USPD) [16], con presidente Hugo Haase. Vi aderivano non solo i centristi di Haase e i revisionisti di Bernstein, ma anche vere icone del socialismo tedesco, come Karl Kautsky, Rudolf Hilferding [17] e Kurt Eisner [18], e la sinistra che si era coagulata attorno a Karl Liebknecht, a Rosa Luxemburg, a Clara Zetkin, come “Lega di Spartaco“.
L'USPD nasceva dunque come un partito ideologicamente poco omogeneo, di cui Haase si collocava al centro, fra una destra, pacifista si, ma legata alla tradizione democratica e gradualista e una sinistra essenzialmente fondata sugli spartachisti, che avevano molte simpatie per la rivoluzione bolscevica.
L'USPD chiese la fine immediata della guerra [19] e la piena democratizzazione della Germania. Haase approvò pure il programma di pace in 14 punti, presentato dal presidente americano Woodrow Wilson, che però fu respinto dai militari, germanici, ringalluzziti dalla vittoria a oriente contro la Russia bolscevica, costretta a firmare il duro trattato di pace di Brest-Litovsk, che Haase invece disapprovò.
In seguito al cattivo andamento della guerra, però, il 3 ottobre 1918 si insediò il nuovo governo parlamentare di Max von Baden, in cui, per la prima volta, entrarono i socialdemocratici SPD.
Il prolungarsi della guerra, la protervia dei generali, le sconfitte militari, l'elevato numero dei caduti, le sofferenze della popolazione intera, nel novembre 1918 provocarono in tutta la Germania un clima rivoluzionario [20], che portò all'abdicazione del Kaiser, mentre il suo cancelliere Maximilian von Baden trasferì i suoi poteri al leader della socialdemocrazia maggioritaria (SPD) Friedrich Ebert, nominandolo Cancelliere.
Ebert, da sempre contrario ad ogni politica rivoluzionaria, cercò di incanalare la rivoluzione tedesca nell'alveo di un regime parlamentare liberaldemocratico.
Proclamata la repubblica [21], in seguito alla pressante richiesta di unità che saliva dalle masse, il potere esecutivo fu assunto da un governo proletario provvisorio, detto Consiglio dei Commissari del Popolo, istituito il 10 novembre 1918 [22].
Esso era composto da tre esponenti dell'SPD (Friedrich Ebert, Presidente), Philipp Scheidemann e Otto Landsberg) e da tre dell'USPD (Hugo Haase, Co-presidente, Wihlelm Dittman e Emil Barth).
Questo governo convocò un Congresso Nazionale dei Consigli degli operai e dei soldati (dicembre 1918) che fissò l'elezione di un'Assemblea Nazionale per il 19 gennaio 1919.
Durante il governo SPD-USPD furono adottati importanti provvedimenti, quali la giornata lavorativa di otto ore, il voto alle donne e la separazione dei poteri.
Ma, dopo poco tempo, il 29 dicembre 1918, i ministri dell'USPD, soprattutto [23] in seguito alla dura repressione contro la rivolta dei marinai del Baltico ordinata da esponenti SPD, per protesta si dimisero e furono sostituiti con due altri rappresentanti dell'SPD: Gustav Noske (1860-1946) e Rudolf Wissell (1869-1962).
Il Consiglio dei Commissari del Popolo divenne dunque un monocolore SPD.
Le elezioni del 19 gennaio 1919 per l'Assemblea Nazionale costituente assegnarono la maggioranza relativa ai „maggioritari“: infatti l'SPD ottenne il 37,9 % e 163 seggi su un totale di 421, mentre all'USPD andarono il 7,6 % e 22 seggi. Il resto andò a vari partiti di centro o di centro-destra. Il KPD decise di non partecipare alle elezioni [24].
Fu la prima volta, grazie alla volontà dei due partiti socialisti, in cui le donne tedesche poterono votare per la prima volta: 37 di loro furono elette.
Il 13 febbraio il Consiglio dei Commissari del Popolo si sciolse, lasciando il posto a un nuovo governo, stavolta di centro-sinistra SPD-Centristi.
Hugo Haase fu eletto deputato e si mostrò critico nei confronti della nuova costituzione, in particolare dei poteri conferiti al Presidente della Repubblica e della preservazione dell'ordine capitalista; egli era, inoltre, a favore dell'accettazione del Trattato di Versailles, per garantire la pace.
L'USPD si collocò all'opposizione del nuovo governo di centro-sinistra, presieduto da Scheidemann, al quale partecipavano SPD, Partito del Centro Tedesco e Partito Democratico Tedesco.
L'Assemblea Nazionale, che aveva poteri legislativi e costituzionali, si era riunita per la prima volta a Weimar il 6 febbraio 1919 e per questo la neonata repubblica tedesca fu detta la "Repubblica di Weimar“; il 31 luglio essa approvò la Costituzione [25]. Si scioglierà il 21 maggio 1920.
L'8 ottobre 1919, mentre si accingeva ad entrare nel Reichstag, Haase fu colpito da un colpo di arma da fuoco sparato da un presunto pazzo, tale Johann Voss, un lavoratore del cuoio. Morì un mese dopo, il 7 novembre 1919, a causa delle ferite riportate [26].
Ai suoi funerali parteciparono diecimila persone, mentre alla cremazione erano presenti solo i parenti, gli amici e i compagni di partito più intimi.
Il discorso funebre fu tenuto da Karl Kautsky:
Ora te ne sei andato, e noi siamo infinitamente poveri, impoveriti di ciò che abbiamo perso in te, ma arricchiti da ciò che ci hai portato, ciò che hai creato, ciò che ci hai insegnato, ciò che continua ad avere un effetto oltre te…
Ma non tutti la pensavano così nel variegato mondo del socialismo tedesco: la destra socialdemocratica, furbesca e patriottarda, che aveva saputo “colloquiare” con tutti, dai freikorps ai comitati rivoluzionari, lo considerava uno scissionista che aveva rotto i miti dell'unità e della disciplina di partito, un partito, però, in cui loro avevano la maggioranza; la sinistra rivoluzionaria, a volte romantica, altre volte avventurosa e ansiosa di imitare i bolscevichi, anche laddove non ce n'erano le condizioni [27], lo considerava un pacifista inconcludente, il capo incapace della palude centrista.
Anche gli storici non sono stati molto generosi con lui, dipingendolo in sostanza come un mediocre.
In realtà Haase era un avvocato e un politico, senza atteggiamenti gladiatori, ma molto coraggioso, una persona per bene, coerente e fedele alla sua fede politica fino all'estremo sacrificio.
Egli ricoprì cariche molto importanti in un'epoca assai turbolenta, essendo stato presidente prima dell'SPD e poi dell'USPD; cariche che seppe gestire con modestia, priva di aspirazioni ducesche, con integrità morale, solidarietà internazionale e tolleranza per le posizioni altrui.
Inoltre egli fu un esponente di una parte politica - il centro socialista - destinata, non solo in Germania, ad essere risucchiata dai suoi potenti vicini [28]: i socialdemocratici, sempre più orientati ad eliminare le asperità del sistema capitalistico, senza tuttavia travolgerlo; e i comunisti, convinti di poter fare ovunque “come in Russia” e poi impantanatisi in un regime burocratico privo del soffio vivificante della libertà.
Eppure gli esempi più concreti e affascinanti, e per questo con la violenza eliminati, proverranno proprio dall'aria politica impegnata a realizzare una società veramente socialista nella democrazia e nella libertà: il tentativo di Salvador Allende in Cile e quello di Alexander Dubček in Cecoslovacchia.
- Oggi Olsztyn, in Polonia.
- Hugo ebbe molti fratelli: Henriette, Rudolf, Max, Cilly, Clara, Martha, Sophie, Sally, Gustav, Selly.
- Oggi Kętrzyn, in Polonia.
- Nello stesso tempo Haase, ottimo giurista, seppe incrementare la sua clientela, sí da costruirsi una buona condizione economica, che gli permetteva anche di sostenere il locale partito.
- Ernst, neurologo e psicoterapeuta, Martha e Gertrud.
- Vi rimase dal 14-6-1897 al 24-1-1907 e poi, dopo aver saltato una legislatura, dal 12-1-1912 al 9-11-1918. La mancata elezione nel 1907 non era stata causata da fatti di natura personale, ma piuttosto era da inquadrarsi nella notevole flessione elettorale allora subita dall'SPD, scesa da 79 a 43 seggi.
- August Bebel (1840-1913), politico e scrittore, è considerato uno dei padri fondatori del socialismo in Germania. Nel campo teorico del marxismo fondamentale e popolarissimo fu il suo libro sulla questione femminile La donna e il socialismo del 1883.
- Il 1°- 8 -1914 La Germania dichiaró guerra alla Russia, il 3 alla Francia e il 4 al Belgio. Lo stesso giorno il Regno Unito dichiaró guerra alla Germania…
- La destra in campo socialista era composta da partiti e gruppi che abbandoneranno l'internazionalismo socialista per appoggiare il proprio governo. Per dar vita cioé al collaborazionismo delle unions sacrées. La sinistra. i cui esponenti piú illustri erano il russo Lenin e la polacca Rosa Luxemburg, erano invece favorevoli a trasformare la guerra in rivoluzione proletaria, come poi effettivamente accadrá in Russia.
- Sull'Internazionale di Vienna, soprannominata “Internazionale Due e mezzo” per la sua collocazione tra la II e la III Internazionale, si veda il saggio di Ferdinando Leonzio L'Internazionale Due e mezzo, pubblicato sulla rivista online La Rivoluzione Democratica del marzo 2019.
- Emissione di titoli di debito pubblico per finanziare le spese militari.
- Il Congresso di Basilea (1912) della Seconda Internazionale si era decisamente schierato contro la guerra.
- In precedenza si erano svolte una conferenza a Lugano (27-9-1914) dei partiti socialisti dei Paesi neutrali (Svizzera e Italia) e una a Londra (2/1/1915) dei socialisti dei Paesi dell'Intesa (Gran Bretagna, Francia, Russia, Belgio).
- La tregua politica nell'Impero tedesco durante il periodo della prima guerra mondiale, concordata tra il Partito Socialdemocratico di Germania e i partiti borghesi.
- Gotha era la stessa cittadina della Turingia dove era stato adottato il Programma di Gotha, un documento attorno al quale si erano unificati, nell'omonimo congresso di unificazione socialista durato dal 22 al 27 maggio 1875, l'Associazione Generale degli Operai Tedeschi (ADAV) e il Partito Socialdemocratico dei lavoratori (SAD), dando vita al Partito Socialista dei Lavoratori (SAP), dal 1890 divenuto SPD.
- I suoi iscritti oscillarono da 100.000 a 750.000. Organo dell'USPD era Die Freheit (Libertá). Fra i redattori figuravano Rudolf Hilferding e Wilhelm Dittman, segretario del Comitato Centrale dell'USPD.
- Rudol Hilferding (1877-1941), medico, politico e giornalista, fu uno dei massimi teorici del socialismo col suo libro Capitale Finanziario. Nel 1941 fu arrestato e torturato dalla gestapo (polizia politica nazista), nella cui sede di Parigi morì.
- Kurt Eisner (1867-1919), politico e giornalista, autorevole esponente dell'USPD, dopo aver capeggiato, nel 1918, la rivoluzione repubblicana di Monaco di Baviera, cercò di instaurare la Repubblica Bavarese dei Consigli. Nel 1919 fu assassinato da un nazionalista.
- I nazionalisti pretendevano invece la pace del vincitore.
- I primi a sollevarsi contro il proseguimento della guerra. furono i marinai delle navi ancorate a Kiel, sul Baltico.
- Il 9-9-1918, dal balcone del Parlamento il vicesegretario SPD Philipp Scheidemann (1865-1939) proclamò la Repubblica Democratica Tedesca. Lo stesso giorno Karl Liebknecht, leader degli spartachisti, dal castello di Berlino proclamò la libera repubblica socialista tedesca.
- Nel drammatico clima di quel giorno il governo Ebert accettò le condizioni poste dall'Intesa per un armistizio. Finiva così la prima guerra mondiale.
- L'USPD era insoddisfatta anche per altre sue richieste: gestione del ritorno dei soldati smobilitati, miglioramento degli approvvigionamenti per la popolazione e democratizzazione del servizio civile e militare in collaborazione con i Consigli dei lavoratori e dei soldati.
- Gli spartachisti, che inizialmente avevano militato nell'SPD e poi nell'USPD, nel congresso del 31-12-1918/1°-1-1919, decisero di costituirsi in Partito Comunista di Germania (KPD), adottando un programma scritto da Rosa Luxemburg.
- L'USPD, all'opposizione dei governi SPD- centristi, votó contro il testo finale.
- Leader dell'USPD divenne Arthur Crispien (1875-1946)
- I moti rivoluzionari del gennaio 1919 furono violentemente repressi dai fascistoidi freikorps, che il 15-1-1915 assassinarono Rosa Luxemburg e Karl Liebknecht.
- Nel congresso di Halle dell'ottobre 1920 l'USPD si divise. La maggioranza di sinistra (237 voti) il 4 -12-1920 si fuse col KPD, dando vita al Partito Comunista Unito di Germania (VKPD). La minoranza (156 voti), maggioritaria nel gruppo parlamentare, continuó come USPD e nel 1921 aderí all'Internazionale due e mezzo. Il 24-9-1922, col congresso di Norimberga, essa si riunificó con l'SPD, dando vita al Partito Socialdemocratico Unito della Germania (VSPD), che nel 1924 riprese l'antico nome SPD, rimasto fino a oggi. Una piccola parte dell'USPD non volle aderire alla fusione e seguí altre strade, fino alla sua dispersione.