"LA FINE DI UN'EPOCA"
25-04-2021 - STORIE&STORIE
Parevano immortali, Elisabetta e Filippo. Sempre più incanutiti e lenti, ma sempre lucidi e presenti in tutte quelle occasioni che richiedevano la loro partecipazione. Ormai facevano parte del paesaggio, come il Big Ben e la Torre di Londra. Ma il 9 aprile, un membro della coppia reale più potente del mondo è venuto a mancare. E la regina Elisabetta, dopo 73 anni di matrimonio, è rimasta sola. Un anno fa, il 5 aprile 2020, era apparsa in TV, per rivolgere un messaggio straordinario alla nazione, minacciata dal virus che ha causato nel mondo quasi quattro milioni di morti. “Mai arrendersi, mai disperare”, dice la più longeva sovrana del mondo al popolo britannico e del Commonwealth. Impeccabile nel suo abito chiaro, i capelli vaporosi, la voce incredibilmente giovane, a 94 anni compiuti ne dimostra venti di meno. E impeccabile è continuata ad apparire in questi ultimi mesi. Ma il 13 aprile di quest'anno, durante le esequie del suo “strength and stay”, della sua forza e del suo sostegno, la TV ha mostrato la sovrana come non l'avevamo mai vista: non una monarca nel suo castello ma una donna incapace di nascondere le emozioni che diceva addio all'uomo che aveva amato, il suo solo confidente, il patriarca che sapeva come reagire nella loro famiglia spesso esasperante. Per tutta la cerimonia funebre, è rimasta sola, rannicchiata nel dolore, il volto nascosto dalla mascherina e dall'ala nera del cappello, il capo abbassato.
Lo aveva incontrato quando era un'adolescente di soli 13 anni. Lui è un bellissimo giovane, un cadetto della marina. Non ha un soldo, ma è un autentico sangue blu, discendente da reali russi, danesi, tedeschi e greci. Quando Andrea suo padre, fratello del re di Grecia, è esiliato dalla patria adottiva, la Grecia, insieme a tutta la famiglia in seguito al colpo di stato del 1922, Filippo ha poco più di un anno. Dopo un breve soggiorno a Parigi, i suoi genitori si separano, e dall'età di otto anni è virtualmente un orfano. Il principe Andrea va a vivere a Monte Carlo, dove conduce una vita triste e dissoluta; la madre, la principessa Alice di Battenberg, discendente della regina Vittoria, viene rinchiusa in un ospedale psichiatrico in Svizzera per schizofrenia paranoide. Filippo vive sballottato presso vari parenti, fino a quando si trasferisce in Inghilterra, dove a farsi carico delle spese per la sua istruzione è il ricchissimo Sir Harold Wernher, lontano parente dei Mountbatten, cugini di Filippo. A scuola, è raro che riceva visite da un familiare. Un'adolescenza travagliata, la sua, che non dimenticherà. Quando sposa Elisabetta, il 20 novembre 1947, poco si sa del suo passato. Si sa che è un tenente della Royal Navy, che ha combattuto il nazifascismo ottenendo una menzione d'onore per il suo servizio nella battaglia di Capo Matapan nel Mediterraneo nel 1941. Ero un uomo “senza fissa dimora”. La mia prima vera casa, la mia prima famiglia me l'ha data la regina, dirà agli amici. Questa sorta di profugo, questo outsider, si dimostrerà il miglior principe consorte che i britannici abbiano mai avuto, dotato di coraggio, intelligenza, humor, dignità e disciplina. Fiero, impaziente, gaffeur, alle volte insolente con i politici e i giornalisti, in fondo rimase l'ufficiale di marina della sua giovinezza. Ma la stampa britannica è unanime nel considerarlo il più intelligente reale degli ultimi due secoli, il primo lettore vorace dai tempi del principe Alberto. Pochi si sono domandati se la sua vita di servizio lo abbia reso felice. Alla morte di Giorgio VI, nel 1952, è costretto a rinunciare a una promettente carriera in Marina per diventare prigioniero in una gabbia dorata, un accessorio della monarca, con tutte le frustrazioni e gli obblighi inseparabili dal suo ruolo. Per il resto della vita, dovrà camminare alcuni passi dietro sua moglie. Per un carattere forte come il suo, abituato sia al comando quanto alla presunzione del predominio maschile, non deve essere stato facile: molti obblighi, pochi diritti, neppure quello di dare il proprio cognome ai figli. Ma riesce comunque a crearsi un suo spazio nel quale agire in autonomia. Lavoratore instancabile, si impegna in centinaia di associazioni benefiche, delle quali diventa patrono. Fonda l'Accademia Nazionale di Ingegneria. Nel 1956 crea il Duke of Edinburgh Award, un programma per l'avanzamento dei giovani in varie discipline, da allora diffuso in 144 paesi: solo nel Regno Unito ne hanno beneficiato 2,5 milioni di giovani. La sua passione per la scienza, la tecnologia e l'innovazione gioveranno immensamente alla monarchia. E' lui a occuparsi della modernizzazione delle residenze reali. Quando con Elisabetta si trasferisce a Buckingham Palace, i valletti indossano ancora parrucche incipriate: per Filippo il simbolo di una cultura che è ben deciso a modernizzare. Amante della ricerca, della scienza, della tecnologia - è lui il primo a farsi installare un computer a Buckingham Palace – riesce nel non facile compito di far transitare l'istituzione monarchica nel XX secolo. Dinamico e intraprendente, ha continuato a lavorare sodo assolvendo centinaia di impegni all'anno fino all'agosto 2017, quando a 96 anni, ha dovuto rinunciare agli incarichi ufficiali. E' stato capitano generale dei Royal Marines, colonnello in capo di otto reggimenti, presidente del WWF. Molto prima di suo figlio Charles, molto prima che diventasse di moda, è stato un ecologista e un difensore dell'ambiente. Quando si è ritirato, Buckingham Palace ha rivelato che aveva presenziato da solo a 22,191 manifestazioni, fatto 637 visite oltremare, tenuto 5,493 discorsi, scritto 14 libri. E ha accompagnato la regina in quasi tutti i paesi esteri. Nella sua lunga vita – avrebbe compiuto cent'anni il 10 giugno - Filippo di Edimburgo ha realizzato molte imprese encomiabili: è stato molto lodato, ma alle volte anche stigmatizzato. Non era un essere perfetto, ma il popolo britannico gli ha perdonato quello che non è stato, perché ha provato gratitudine per quello che è stato: un sostegno indispensabile per la regina. Ha saputo dare a Elisabetta amicizia, consiglio, appoggio. Per 73 anni è stato l'unico con il quale ha potuto confidarsi, l'unico con il quale ha potuto scendere dal piedestallo dove l'ha collocata il suo ruolo e abbandonarsi alle confidenze, alle emozioni. Adesso la regina è rimasta sola. Sono in molti a domandarsi che cosa accadrà. Il ruolo di Filippo ricadrà su Carlo. Un non facile passaggio: il principe di Galles è sempre stato un personaggio controverso. E' probabile che Elisabetta continuerà a fare il suo lavoro con la medesima devozione al dovere che l'ha sempre contraddistinta. The show must go on. Ma per quanto tempo ancora? Quello che è certo è che la morte di Filippo segna la fine di un'epoca così come tristemente, inevitabilmente lo è questa seconda era elisabettiana.
Fonte: di GIULIETTA ROVERA