IL RITORNO DI DONALD TRUMP – UNO TSUNAMI ALLA CASA BIANCAdi Giulietta Rovera
di Giulietta Rovera
27-01-2025 - STORIE&STORIE
Che Donald Trump intenda infrangere leggi promesse e tradizioni è stato evidente dall'inizio: all'atto del giuramento, infatti, diversamente dai presidenti che l'hanno preceduto, non ha appoggiato la mano sinistra sulla Bibbia già appartenuta ad Abramo Lincoln. Come da prammatica, ha fatto poi seguito il discorso inaugurale. Fin dalle prime parole, è apparso chiaro che, essendo in possesso di un potere senza precedenti, intende esercitarlo. Trump ha infatti vinto il voto popolare. Può contare sulla maggioranza alla Camera e al Senato e su una Corte Suprema compiacente. Per non parlare dell'ossequiosità degli uomini più ricchi del pianeta. Non è casuale che durante la cerimonia d'insediamento nella sala del Campidoglio al posto d'onore seduti accanto a Elon Musk ci fossero gli altri titani della tecnologia che comandano l'economia dell'attenzione: Mark Zuckerberg di Facebook, il fondatore di Amazon Jeff Bezos e il CEO di Google Sundar Pichai. Non sorprende quindi il tono aggressivo con il quale il neopresidente ha fatto il suo discorso. Ha parlato di amore, di Dio e di una nuova età dell'oro per gli Stati Uniti. Ma anche della decisione improrogabile di rimandare indietro i "milioni di criminali alieni" che hanno invaso l'America. Del dovere per il governo di revocare il riconoscimento federale della legge sui diritti civili per quanto riguarda l'identità transgender. Ha giurato di "riprendersi" il Canale di Panama ora a suo avviso controllato dalla Cina e di rinominare il Golfo del Messico Golfo d'America. In parole povere, più che un discorso di insediamento, un vero e proprio appello alle armi contro i suoi nemici trasudante spirito di vendetta, aggressività, rivalsa. “Mi hanno sparato- ha detto concludendo. E' Dio che mi ha salvato per far sì che l'America possa ritornare grande.”
Subito dopo Donald Trump – unico Presidente degli Stati Uniti ad essere stato processato e condannato - ha dato il via a una serie di ordini esecutivi volti a mantenere le promesse fatte in campagna elettorale. Ha graziato i 1.500 condannati per il loro ruolo nell'assalto del Campidoglio degli Stati Uniti del 6 gennaio 2021.Una mossa che autorizza la violenza politica purché commessa per sostenerlo, e in pratica sospende lo stato di diritto. Ha firmato ordini che includono: il ritiro dall'accordo di Parigi sul clima e dall'Organizzazione mondiale della sanità (OMS). Ha firmato un ordine esecutivo che mira a revocare la cittadinanza per nascita per i figli di immigrati clandestini – violando in tal modo il 14° emendamento della Costituzione che sancisce il diritto alla cittadinanza automatica dei nati negli Stati Uniti. Ha anche decretato che saranno riconosciuti solo due sessi, maschile e femminile, ma non transgender. Ha fatto trasferire migliaia di soldati statunitensi al confine meridionale, e dato il via alle deportazioni di immigrati senza documenti. Ha rinominato il Golfo del Messico Golfo d'America. Ha proposto un nuovo meccanismo, l'External Revenue Service, per imporre tariffe sulle merci importate dall'estero. Ha ribadito il progetto di annettere il Canada e “comprare” la Groenlandia dalla Danimarca: il controllo americano del territorio è una "necessità assoluta" per la sicurezza nazionale degli Stati Uniti e del mondo, ha dichiarato – pertanto, non è escluso l'uso della forza.
Questa frenesia scatenatasi durante i primi giorni del suo nuovo mandato ha rivelato l'obiettivo de 47° Presidente degli Stati Uniti: eliminare qualsiasi limite al suo potere che intende esercitare ricorrendo a qualsiasi mezzo. L'intenzione di imporre dazi proibitivi nei confronti delle nazioni che non assecondano i suoi piani non è solo uno spauracchio: è un efficace strumento di pressione. O, per usare un termine più esatto, un vero e proprio ricatto. Un esempio è quanto sta accadendo nei confronti della Danimarca. Trump ha minacciato di imporre tariffe punitive se Copenaghen si rifiuterà di rinunciare al suo territorio autonomo della Groenlandia – preda appetibile perché ricca di minerali e strategicamente importante. E - ha riferito il Financial Times - quando gli è stato detto che la Groenlandia non era in vendita, è diventato aggressivo.
Il ritorno trionfale di Donald Trump alla Casa Bianca ha lasciato l'opposizione inerme, priva della capacità di reagire, spaventata da quello che pare sempre più evidente: il disegno di trasformare l'America da una democrazia costituzionale in un'autocrazia. Questo per quanto riguarda gli USA. Per quanto riguarda l'Europa, è chiaro che con il ritorno al potere di Donald Trump, i partiti, i leader e i governi populisti e di estrema destra si sono rafforzati. Trump e Musk non hanno nascosto le loro preferenze politiche – vedi l'elogio di Musk della neonazista Alternative für Deutschland con le elezioni in Germania alle porte. I leader tedeschi, spagnoli e francesi si sono mostrati critici nei confronti di Trump, ma non Orbàn né Giorgia Meloni – non dimentichiamo che la premier italiana è l'unico Capo di Stato europeo ad essere stata presente in Campidoglio all'insediamento di Donald Trump. Ed è proprio a Giorgia Meloni, che vanta un rapporto privilegiato con Trump e con Musk, che guarda l'Europa temendo una guerra dei dazi e il ritiro degli Stati Uniti dalla NATO. Ma Giorgia Meloni è una nazionalista e sosterrà gli interessi italiani, non quelli comuni europei. Se le democrazie liberali europee vogliono sopravvivere, devono capire che solo un'Europa coesa disposta ad un'azione collettiva coordinata è un'Europa forte in grado di trattare alla pari e non suscettibile di ricatti da parte di una potenza straniera.
Fino ad ora, si è levata una sola voce di protesta ed è stata quella di una donna, la Vescova episcopale Mariann Budde. Rivolgendosi direttamente a Trump nel suo sermone al National Service nella Washington National Cathedral, lo ha esortato a compassione per i lavoratori migranti clandestini e le persone LGBTQ. "Ci sono bambini gay, lesbiche e transgender nelle famiglie democratiche, repubblicane e indipendenti, alcuni dei quali temono per la propria vita”, ha detto. "Nel nome del nostro Dio, ti chiedo di avere pietà delle persone nel nostro Paese che ora hanno paura". Budde ha poi preso di mira le sue politiche a proposito dei migranti clandestini: "Potranno non essere cittadini o non avere la documentazione corretta, ma la stragrande maggioranza degli immigrati non sono criminali”. “Il nostro Dio ci insegna che dobbiamo essere misericordiosi con lo straniero, perché un tempo eravamo stranieri in questa terra”, ha detto concludendo.
Subito dopo Donald Trump – unico Presidente degli Stati Uniti ad essere stato processato e condannato - ha dato il via a una serie di ordini esecutivi volti a mantenere le promesse fatte in campagna elettorale. Ha graziato i 1.500 condannati per il loro ruolo nell'assalto del Campidoglio degli Stati Uniti del 6 gennaio 2021.Una mossa che autorizza la violenza politica purché commessa per sostenerlo, e in pratica sospende lo stato di diritto. Ha firmato ordini che includono: il ritiro dall'accordo di Parigi sul clima e dall'Organizzazione mondiale della sanità (OMS). Ha firmato un ordine esecutivo che mira a revocare la cittadinanza per nascita per i figli di immigrati clandestini – violando in tal modo il 14° emendamento della Costituzione che sancisce il diritto alla cittadinanza automatica dei nati negli Stati Uniti. Ha anche decretato che saranno riconosciuti solo due sessi, maschile e femminile, ma non transgender. Ha fatto trasferire migliaia di soldati statunitensi al confine meridionale, e dato il via alle deportazioni di immigrati senza documenti. Ha rinominato il Golfo del Messico Golfo d'America. Ha proposto un nuovo meccanismo, l'External Revenue Service, per imporre tariffe sulle merci importate dall'estero. Ha ribadito il progetto di annettere il Canada e “comprare” la Groenlandia dalla Danimarca: il controllo americano del territorio è una "necessità assoluta" per la sicurezza nazionale degli Stati Uniti e del mondo, ha dichiarato – pertanto, non è escluso l'uso della forza.
Questa frenesia scatenatasi durante i primi giorni del suo nuovo mandato ha rivelato l'obiettivo de 47° Presidente degli Stati Uniti: eliminare qualsiasi limite al suo potere che intende esercitare ricorrendo a qualsiasi mezzo. L'intenzione di imporre dazi proibitivi nei confronti delle nazioni che non assecondano i suoi piani non è solo uno spauracchio: è un efficace strumento di pressione. O, per usare un termine più esatto, un vero e proprio ricatto. Un esempio è quanto sta accadendo nei confronti della Danimarca. Trump ha minacciato di imporre tariffe punitive se Copenaghen si rifiuterà di rinunciare al suo territorio autonomo della Groenlandia – preda appetibile perché ricca di minerali e strategicamente importante. E - ha riferito il Financial Times - quando gli è stato detto che la Groenlandia non era in vendita, è diventato aggressivo.
Il ritorno trionfale di Donald Trump alla Casa Bianca ha lasciato l'opposizione inerme, priva della capacità di reagire, spaventata da quello che pare sempre più evidente: il disegno di trasformare l'America da una democrazia costituzionale in un'autocrazia. Questo per quanto riguarda gli USA. Per quanto riguarda l'Europa, è chiaro che con il ritorno al potere di Donald Trump, i partiti, i leader e i governi populisti e di estrema destra si sono rafforzati. Trump e Musk non hanno nascosto le loro preferenze politiche – vedi l'elogio di Musk della neonazista Alternative für Deutschland con le elezioni in Germania alle porte. I leader tedeschi, spagnoli e francesi si sono mostrati critici nei confronti di Trump, ma non Orbàn né Giorgia Meloni – non dimentichiamo che la premier italiana è l'unico Capo di Stato europeo ad essere stata presente in Campidoglio all'insediamento di Donald Trump. Ed è proprio a Giorgia Meloni, che vanta un rapporto privilegiato con Trump e con Musk, che guarda l'Europa temendo una guerra dei dazi e il ritiro degli Stati Uniti dalla NATO. Ma Giorgia Meloni è una nazionalista e sosterrà gli interessi italiani, non quelli comuni europei. Se le democrazie liberali europee vogliono sopravvivere, devono capire che solo un'Europa coesa disposta ad un'azione collettiva coordinata è un'Europa forte in grado di trattare alla pari e non suscettibile di ricatti da parte di una potenza straniera.
Fino ad ora, si è levata una sola voce di protesta ed è stata quella di una donna, la Vescova episcopale Mariann Budde. Rivolgendosi direttamente a Trump nel suo sermone al National Service nella Washington National Cathedral, lo ha esortato a compassione per i lavoratori migranti clandestini e le persone LGBTQ. "Ci sono bambini gay, lesbiche e transgender nelle famiglie democratiche, repubblicane e indipendenti, alcuni dei quali temono per la propria vita”, ha detto. "Nel nome del nostro Dio, ti chiedo di avere pietà delle persone nel nostro Paese che ora hanno paura". Budde ha poi preso di mira le sue politiche a proposito dei migranti clandestini: "Potranno non essere cittadini o non avere la documentazione corretta, ma la stragrande maggioranza degli immigrati non sono criminali”. “Il nostro Dio ci insegna che dobbiamo essere misericordiosi con lo straniero, perché un tempo eravamo stranieri in questa terra”, ha detto concludendo.
Fonte: di Giulietta Rovera