I DUBBI SUL PONTE DELLO STRETTO DI MESSINAdi Salvatore Rondello
DELLO STRETTO DI MESSINA
di Salvatore Rondello
28-05-2024 - UNO SGUARDO SUL MONDO di Salvatore Rondello
Il progetto del Ponte sullo Stretto muove a fatica i primi passi, ma non senza qualche incertezza, accompagnato dai dubbi e dalle polemiche che da tempo ne contrassegnano l'iter. Il ministero dell'Ambiente e della sicurezza energetica ha infatti chiesto 239 integrazioni di documenti alla Società Stretto di Messina S.p.A, proprio nell'ambito della valutazione del progetto: 155 riguardano la Valutazione di impatto ambientale (Via); 66 la Valutazione di incidenza (Vinca), che verifica le conseguenze di un'opera sui siti Natura 2000, protetti perché di interesse Ue; altre 16 riguardano l'insufficienza di documentazione sul Piano di utilizzo delle terre (Put), due quelle che riguardano la verifica di ottemperanza (VO).
Il nuovo stop nel lungo iter burocratico che porta all'apertura dei lavori del Ponte sullo Stretto, questa volta arriva dal ministero dell'Ambiente e della sicurezza energetica. Il dicastero guidato dal ministro Gilberto Pichetto Fratin, nello specifico, ha chiesto alla Società Stretto di Messina S.p.A. l'integrazione di 239 documenti nell'ambito della valutazione del progetto del ponte. Sul tema il ministro dell'Ambiente ha minimizzato, dicendo che si tratta di una procedimento standard “nella prima parte della procedura di Valutazione di impatto ambientale” di un nuovo progetto.
In realtà è un segnale di scollamento all'interno del Governo di centro destra guidato dalla Meloni.
A spegnere i commenti di chi, leggendo delle richieste di integrazione da parte del ministro dell'Ambiente, ipotizzava un possibile scontro interno alla maggioranza di governo sul tema Ponte dello Stretto, fortemente voluto dal ministro delle Infrastrutture e dei Trasporti Matteo Salvini. Lo stesso titolare del dicastero dell'Ambiente Pichetto Fratin, sostenendo che si tratti di un prassi, ha detto: “La richiesta di integrazione a un progetto di un'opera è normale nella prima parte della procedura di Valutazione di impatto ambientale (Via). Nella definizione del testo della richiesta di integrazione si è tenuto conto, come di consueto, anche di elementi tratti dai contributi dell'Istituto superiore per la protezione e la ricerca ambientale (Ispra) e di soggetti non pubblici aventi diritto, per legge, a esprimersi”.
Non uno sgambetto tra ministeri e partiti, dunque, ma una normale consuetudine, stando almeno a quanto dichiarato dal ministro.
Inutile dire che la richiesta di integrazione da parte del ministero dell'Ambiente abbia riacceso il fuoco delle polemiche sul Ponte sullo Stretto. Un'opera che da tempo viene denunciata dalle pagine di questo giornale come antieconomica, inutile e dannosa.
Le forze di opposizione al governo Meloni hanno sottolineato che lo stop mette in forte dubbio l'intero progetto di costruzione dell'opera. Per Marco Simian, capogruppo Pd in Commissione Ambiente della Camera, la vicenda “sconfessa clamorosamente Matteo Salvini bloccando di fatto il progetto del Ponte sullo Stretto i cui lavori, secondo il governo Meloni, sarebbero dovuti partire entro l'anno. Oltre 12 miliardi di euro già stanziati”. Più o meno sulla stessa linea anche il commento del deputato di Alleanza Verdi-Sinistra, Angelo Bonelli, che non ha mancato di ricordare che, oltre alle richieste di integrazione dei documenti presentata dalla commissione tecnica VIA del ministero dell'Ambiente, anche “il comitato scientifico della società Ponte sullo Stretto aveva fatto 68 osservazioni contestando l'assenza di studi sismici e di prove del vento”.
Di fronte alle richieste, tuttavia, l'ad della società Stretto di Messina, Pietro Ciucci, non si scompone: “Sono assolutamente congrue, per l'entità e complessità dell'opera. La società ha sempre investito sull'ambiente. E nei 30 giorni previsti dal procedimento, insieme al contraente generale Eurolink, predisporrà tutte le integrazioni e chiarimenti richiesti”. Insomma, a detta di Ciucci, non ci sarebbe nessun passo falso, anzi sarebbe un altro importante passo avanti per la realizzazione del Ponte. Una dichiarazione ovvia e necessaria a salvare la propria poltrona. Proprio ieri al ministero delle Infrastrutture è partita la Conferenza di Servizi, con la singolare assenza del padrone di casa, il ministro Matteo Salvini.
Il deputato di Avs Angelo Bonelli, attacca il dicastero retto da Salvini affermando: “La commissione del ministero dell'Ambiente ha demolito il progetto. Ma io chiedo ai Trasporti: esiste davvero un progetto o è quello di 15 anni già bocciato?”.
Ancor più critico M5s, che parla di un macigno sullo spot di Salvini e Meloni.
Sfogliando il documento del Mase formato da 42 pagine firmate dalla coordinatrice della “Sottocommissione Via”, Paola Brambilla, si comprende quanti punti interrogativi circondino il possibile impatto dell'opera. Alla Stretto di Messina il Mase chiede di spiegare la compatibilità del progetto con gli aggiornamenti dei vincoli ambientali e paesaggistici e degli strumenti di pianificazione territoriale. Ancora, si richiedono un'analisi approfondita di costi e benefici dell'opera e un quadro di tutti gli interventi. In concreto, il Mase lamenta che Stretto di Messina non descrive il sistema di cantierizzazione, limitandosi all'elenco delle aree e non abbia fornito informazioni sufficienti su gestione e smaltimento di terre e rocce da scavo. Ancora, al committente viene richiesto un quadro aggiornato delle condizioni di pericolosità da maremoto e delle stime sulla qualità dell'aria nella fase di cantiere e in quella di esercizio. In più, il Mase vuole dati completi sull'impatto delle opere sull'ambiente marino, sui corsi d'acqua superficiali, sulle acque sotterranee (citando in particolare l'area siciliana dei Pantani di Ganzirri), sul consumo del suolo, sui rischi di subsidenza e di dissesto, sugli effetti sulle attività agricole, sul rumore a terra e sottacqua, su vibrazioni e i campi elettromagnetici, sui rischi per biodiversità, flora e fauna, paesaggio e salute pubblica. Una mole di richieste, dunque. E sarà interessante leggere, fra un mese, le risposte della società.
Si rischia un nuovo rallentamento, se non una definitivo blocco, dopo gli esposti in Procura presentati a Reggio Calabria e Messina che potrebbero mettere in serie difficoltà la realizzazione dell'opera. Salvini ha garantito più volte che i lavori inizieranno entro il 2024, forse già in estate.
Le obiezioni arrivate dal ministero dell'Ambiente non sono semplici tecnicismi o piccoli errori formali. Si tratta di un documento dove sono contenute tutte le richieste di aggiornamento del progetto. Bisogna, ad esempio, chiarire i costi e i tempi dell'opera, valutare meglio se vengano rispettate le norme sull'ambiente e sul paesaggio, e chiarire i benefici del Ponte dal punto di vista economico e sociale.
Tutti argomenti per i quali si sa da tempo che sono estremamente negativi ai quali va aggiunto il rischio di ancoraggio del ponte in Calabria dove c'è una faglia sismica molto pericolosa. Con tutte queste problematiche e i rischi presenti, nonostante la divisione all'interno dello stesso governo italiano, è incomprensibile il recente nulla osta dell'Unione europea alla realizzazione del Ponte sullo Stretto di Messina.
Il nuovo stop nel lungo iter burocratico che porta all'apertura dei lavori del Ponte sullo Stretto, questa volta arriva dal ministero dell'Ambiente e della sicurezza energetica. Il dicastero guidato dal ministro Gilberto Pichetto Fratin, nello specifico, ha chiesto alla Società Stretto di Messina S.p.A. l'integrazione di 239 documenti nell'ambito della valutazione del progetto del ponte. Sul tema il ministro dell'Ambiente ha minimizzato, dicendo che si tratta di una procedimento standard “nella prima parte della procedura di Valutazione di impatto ambientale” di un nuovo progetto.
In realtà è un segnale di scollamento all'interno del Governo di centro destra guidato dalla Meloni.
A spegnere i commenti di chi, leggendo delle richieste di integrazione da parte del ministro dell'Ambiente, ipotizzava un possibile scontro interno alla maggioranza di governo sul tema Ponte dello Stretto, fortemente voluto dal ministro delle Infrastrutture e dei Trasporti Matteo Salvini. Lo stesso titolare del dicastero dell'Ambiente Pichetto Fratin, sostenendo che si tratti di un prassi, ha detto: “La richiesta di integrazione a un progetto di un'opera è normale nella prima parte della procedura di Valutazione di impatto ambientale (Via). Nella definizione del testo della richiesta di integrazione si è tenuto conto, come di consueto, anche di elementi tratti dai contributi dell'Istituto superiore per la protezione e la ricerca ambientale (Ispra) e di soggetti non pubblici aventi diritto, per legge, a esprimersi”.
Non uno sgambetto tra ministeri e partiti, dunque, ma una normale consuetudine, stando almeno a quanto dichiarato dal ministro.
Inutile dire che la richiesta di integrazione da parte del ministero dell'Ambiente abbia riacceso il fuoco delle polemiche sul Ponte sullo Stretto. Un'opera che da tempo viene denunciata dalle pagine di questo giornale come antieconomica, inutile e dannosa.
Le forze di opposizione al governo Meloni hanno sottolineato che lo stop mette in forte dubbio l'intero progetto di costruzione dell'opera. Per Marco Simian, capogruppo Pd in Commissione Ambiente della Camera, la vicenda “sconfessa clamorosamente Matteo Salvini bloccando di fatto il progetto del Ponte sullo Stretto i cui lavori, secondo il governo Meloni, sarebbero dovuti partire entro l'anno. Oltre 12 miliardi di euro già stanziati”. Più o meno sulla stessa linea anche il commento del deputato di Alleanza Verdi-Sinistra, Angelo Bonelli, che non ha mancato di ricordare che, oltre alle richieste di integrazione dei documenti presentata dalla commissione tecnica VIA del ministero dell'Ambiente, anche “il comitato scientifico della società Ponte sullo Stretto aveva fatto 68 osservazioni contestando l'assenza di studi sismici e di prove del vento”.
Di fronte alle richieste, tuttavia, l'ad della società Stretto di Messina, Pietro Ciucci, non si scompone: “Sono assolutamente congrue, per l'entità e complessità dell'opera. La società ha sempre investito sull'ambiente. E nei 30 giorni previsti dal procedimento, insieme al contraente generale Eurolink, predisporrà tutte le integrazioni e chiarimenti richiesti”. Insomma, a detta di Ciucci, non ci sarebbe nessun passo falso, anzi sarebbe un altro importante passo avanti per la realizzazione del Ponte. Una dichiarazione ovvia e necessaria a salvare la propria poltrona. Proprio ieri al ministero delle Infrastrutture è partita la Conferenza di Servizi, con la singolare assenza del padrone di casa, il ministro Matteo Salvini.
Il deputato di Avs Angelo Bonelli, attacca il dicastero retto da Salvini affermando: “La commissione del ministero dell'Ambiente ha demolito il progetto. Ma io chiedo ai Trasporti: esiste davvero un progetto o è quello di 15 anni già bocciato?”.
Ancor più critico M5s, che parla di un macigno sullo spot di Salvini e Meloni.
Sfogliando il documento del Mase formato da 42 pagine firmate dalla coordinatrice della “Sottocommissione Via”, Paola Brambilla, si comprende quanti punti interrogativi circondino il possibile impatto dell'opera. Alla Stretto di Messina il Mase chiede di spiegare la compatibilità del progetto con gli aggiornamenti dei vincoli ambientali e paesaggistici e degli strumenti di pianificazione territoriale. Ancora, si richiedono un'analisi approfondita di costi e benefici dell'opera e un quadro di tutti gli interventi. In concreto, il Mase lamenta che Stretto di Messina non descrive il sistema di cantierizzazione, limitandosi all'elenco delle aree e non abbia fornito informazioni sufficienti su gestione e smaltimento di terre e rocce da scavo. Ancora, al committente viene richiesto un quadro aggiornato delle condizioni di pericolosità da maremoto e delle stime sulla qualità dell'aria nella fase di cantiere e in quella di esercizio. In più, il Mase vuole dati completi sull'impatto delle opere sull'ambiente marino, sui corsi d'acqua superficiali, sulle acque sotterranee (citando in particolare l'area siciliana dei Pantani di Ganzirri), sul consumo del suolo, sui rischi di subsidenza e di dissesto, sugli effetti sulle attività agricole, sul rumore a terra e sottacqua, su vibrazioni e i campi elettromagnetici, sui rischi per biodiversità, flora e fauna, paesaggio e salute pubblica. Una mole di richieste, dunque. E sarà interessante leggere, fra un mese, le risposte della società.
Si rischia un nuovo rallentamento, se non una definitivo blocco, dopo gli esposti in Procura presentati a Reggio Calabria e Messina che potrebbero mettere in serie difficoltà la realizzazione dell'opera. Salvini ha garantito più volte che i lavori inizieranno entro il 2024, forse già in estate.
Le obiezioni arrivate dal ministero dell'Ambiente non sono semplici tecnicismi o piccoli errori formali. Si tratta di un documento dove sono contenute tutte le richieste di aggiornamento del progetto. Bisogna, ad esempio, chiarire i costi e i tempi dell'opera, valutare meglio se vengano rispettate le norme sull'ambiente e sul paesaggio, e chiarire i benefici del Ponte dal punto di vista economico e sociale.
Tutti argomenti per i quali si sa da tempo che sono estremamente negativi ai quali va aggiunto il rischio di ancoraggio del ponte in Calabria dove c'è una faglia sismica molto pericolosa. Con tutte queste problematiche e i rischi presenti, nonostante la divisione all'interno dello stesso governo italiano, è incomprensibile il recente nulla osta dell'Unione europea alla realizzazione del Ponte sullo Stretto di Messina.